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PAPA “GARANTIRE A TUTTI I DIRITTI FONDAMENTALI”

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“Dobbiamo avere un’attenzione particolare verso i forestieri, come pure per le vedove, gli orfani e tutti gli scartati”. Lo ha detto Papa Francesco in piazza San Pietro, nell’omelia per la 105esima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.

“‘Non si tratta solo di migranti’. Ed è vero: non si tratta solo di forestieri, si tratta di tutti gli abitanti delle periferie esistenziali che, assieme ai migranti e ai rifugiati, sono vittime della cultura dello scarto”, “non possiamo essere indifferenti alle nuove e vecchie poverta’”, ha aggiunto il Pontefice. Che ha invitato a non restare insensibili “alle discriminazioni su chi non appartiene al nostro gruppo”. “Non si puo’ essere insensibili alla miseria”, ha detto, “non possiamo non piangere, non possiamo non reagire”. Bisogna “garantire a tutti i diritti fondamentali e la dignita’”.

 

GUALTIERI “NESSUN TAGLIO A SCUOLA E SANITÀ”

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“In questa manovra non ci saranno tagli alla scuola, alla università e alla sanità. Noi abbiamo una rotta molto chiara, triennale, non si faranno manovre spot”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ospite di “Mezz’ora in più”, su Rai3. E ha aggiunto: “Una manovra da 30 miliardi? Si’, potrebbe essere una cifra credibile e ben definita”.  

“Non toccheremo quota 100, che è una misura destinata ad esaurimento, e reddito di cittadinanza. Non è serio cambiare la situazione continuamente”, ha poi precisato il ministro.

 

SALVINI “IL GOVERNO NON DURA”

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“Conto di tornare a vincere le elezioni perchè questo governo non dura, litiga su tutto, conto di vincerle ma con gli italiani e dal portone principale, non di notte. Noi non vogliamo arrivarci proni ma a testa alta, senza ministero amen”. Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini intervenendo a Radio24. “Se si votasse oggi pomeriggio la Lega avrebbe il 33%”, ha aggiunto.

“Hanno passato due mesi dicendo che il governo lo facevano solo per non fare aumentare l’Iva, tutti hanno detto che non si poteva andare alle elezioni per evitare aumento dell’Iva, si sono inventati questo governo senso senso e si sono inventati l’aumento dell’Iva selettivo – ha affermato Salvini -. In un paese serio ci sarebbero le elezioni”. Il leader del Carroccio ha parlato anche di legge elettorale: “Pd e 5 Stelle per garantirsi la possibilità di inciucio, visto che la loro popolarità diminuisce, dicono: torniamo al proporzionale, torniamo al pentapartito. Noi diciamo elezioni maggioritarie nei colleghi, gli italiani sanno che chi prende un voto in più vince e governa per 5 anni. Il modello che funziona di più secondo me è quello delle Regionali”.

 

CONTE “STERILIZZEREMO L’AUMENTO DELL’IVA”

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“La prima bella notizia è che sterilizziamo l’incremento dell’Iva, neutralizziamo le clausole di salvaguardia, i 23 miliardi ci sono e li abbiamo trovati”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti fuori da Palazzo Chigi.

“Il mio obiettivo è abbassare l’Iva: sulle bollette dal 10 al 5 per cento, su beni come pasta, pane, latte e frutta fresca dal 4 all’1 per cento, ma per fare questo dobbiamo incrementare l’utilizzo di mezzi di pagamento alternativi al contante, e dobbiamo fare un piano, un patto per tutti i cittadini”, ha spiegato Conte.

“Bisogna dare la possibilità a tutti, anche a chi non ha un conto corrente di accedere a mezzi elettronici di pagamento – ha aggiunto il presidente del Consiglio -. Stiamo valutando un piano complessivo. Io sono andato in Parlamento non solo a chiedere la fiducia per sterilizzare l’Iva, ma anche per una svolta verde, per contrastare l’evasione fiscale, per promuovere gli investimenti. Non mi posso accontentare solo di sterilizzare l’Iva. Io ho preso un impegno con gli italiani. Dobbiamo pagare tutti per pagare meno, stiamo lavorando un piano, lasciateci qualche giorno di tempo”. “Dobbiamo assolutamente dare più soldi in busta paga ai lavoratori dipendenti, è giusto intervenire sul cuneo fiscale a favore dei lavoratori, lo abbiamo scritto nel nostro programma economico”, ha detto ancora Conte.

 

DEF, CRESCITA 0,6% E DEFICIT AL 2,2%

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Completa sterilizzazione dei 23 miliardi di clausole Iva, rapporto deficit-Pil al 2,2% e una crescita dello 0,6%. Sono i primi numeri della nota di aggiornamento al Def. “Siamo convinti di poter imprimere un cambio di passo alla politica economica già con la prossima Legge di Bilancio e che si sia aperta un’opportunità di disegnare riforme incisive e preparare un vero rilancio dell’economia italiana”, scrive il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nell’introduzione.
La manovra vale 28 miliardi, di cui 14 miliardi sono di maggiore flessibilità concessa dalla Ue. L’Italia avrebbe dovuto fissare il deficit-Pil 2020 all’1,4%, contro il 2,2% strappato nella trattativa con Bruxelles. In termini assoluti vuol dire oltre 14 miliardi di flessibilità sui conti. Il governo dunque dovrà trovare altri 14 miliardi, di cui la metà arriverà dalla lotta all’evasione fiscale. Nel testo è scritto che “le risorse per il 2020 sono pari a quasi lo 0,8% del Pil” così suddivisi: 7,2 miliardi (0,4% del Pil) dalla lotta all’evasione, compresa la “diffusione di strumenti di pagamento tracciabili”, 1,8 miliardi dalla spending review (0,1% del Pil), 1,7 miliardi (circa lo 0,1% del Pil). Il resto verrà da tagli ai sussidi e da altre misure fiscali.

Chi voleva dare un colpo di acceleratore alle buste paga resterà un po’ deluso. L’impegno necessario alla riduzione del cuneo fiscale nel 2020 è valutato in 0,15 punti di Pil, che saliranno a 0,3 punti nel 2021″. Si tratta di circa 2,7 miliardi nel 2020 e di circa 5,4 miliardi nel 2021. Tra le voci che porteranno risorse per la prossima manovra ci saranno anche la riduzione “delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente e nuove imposte ambientali, che nel complesso aumenterebbero il gettito di circa lo 0,1% del Pil”, cioè circa 1,7-1,8 miliardi. Oltre “0,1 punti di Pil” arriveranno da “altre misure fiscali, fra cui la proroga dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione di terreni e partecipazioni. Per ciascun anno nel 2020, 2021 e 2022 i proventi da privatizzazioni e da altri proventi finanziari sono pari allo 0,2% del Pil all’anno nel prossimo triennio. Nel 2020 sono inclusi proventi da dismissioni immobiliari per 850 milioni, relativi al piano straordinario di dismissioni disposto dalla legge di bilancio per il 2019. La lotta all’evasione fiscale verrà fatta soprattutto attraverso  la moneta digitale. Il governo pensa ad un “superbonus” del 19% fino a 2.500 euro di spesa. 

L’idea è quella di restituire fino a 475 euro ai contribuenti che nell’anno precedente abbia speso fino a 2.500, con carta o bancomat, per spese in alcuni settori che sono più a rischio evasione. La novità dovrebbe essere abbinata al meccanismo del rimborso mensile su tutti i pagamenti tracciabili e da dare tutto in una volta, magari a inizio anno (tanto che già sarebbe stato ribattezzato  “bonus della Befana”). “Per quanto riguarda la proiezione del rapporto debito/Pil, partendo dal livello previsto per fine 2019 (135,7%) –  si legge nella nota di aggiornamento al Def – e ipotizzando proventi da dismissioni e altri introiti in conto capitale destinati al fondo di ammortamento del debito pubblico per 0,2 punti percentuali di Pil all’anno, il rapporto scenderebbe al 135,1% nel 2020 e quindi al 133,6% nel 2021 e al 131,4% nel 2022”. 

“Il quadro delineato dal Def in vista della manovra costituisce una base solida per un programma ambizioso che deve fare i conti con un’eredita’ impegnativa, sia per per il quadro internazionale, che per le ripercussioni sulla finanza pubblica”, ha detto in conferenza stampa il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
“Gia’ da quest’anno abbiamo progettato con questa manovra e con tutti i documenti collegati, la modernizzazione del Paese, la digitalizzazione, la semplificazione burocratica, la svolta verde, per orientare tutto il sistema verso l’economia circolare”. Così il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Vogliamo ridurre il cuneo fiscale, abbassare le tasse e le aliquote dell’Iva in prospettiva. Non tutto possiamo fare il primo anno, ma abbiamo già impostato parte di queste riforme”, ha aggiunto il premier. “Vogliamo perseguire un family act, dare un segnale alle persone che soffrono e perseguire un codice delle disabilità. Ultimo, ma non trascurabile obiettivo, vogliamo fare un’azione di contrasto all’evasione e siamo consapevoli di dovere lavorare per inasprire le pene ai grandi evasori, ma fare con i cittadini un grande patto per incentivare l’utilizzo della moneta elettronica. Lo vogliamo fare senza penalizzare nessuno”, ha chiosato Conte.

DI MAIO “ABBIAMO 3 ANNI PER FARE LE RIFORME”

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“Noi abbiamo una lista di cose da fare, in parte l’abbiamo fatta con il precedente governo, ma non abbiamo cambiato le nostre posizioni. Ora abbiamo 3 anni per fare le altre cose: taglio del numero dei parlamentari, conflitto di interessi, riforma della giustizia, riforma della sanità”. 
Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ospite di “Agorà” su Rai3.

“La lotta all’evasione non è fare guerra al piccolo commerciante o al cittadino, ma e’ il carcere  per i grandi evasori e questo lo metteremo nella riforma della giustizia”, ha aggiunto. “Con la nuova legge di bilancio, il cittadino avrà meno tasse nella busta paga, cominciamo ad aumentare parte della busta paga e tagliare le tasse”, ha detto in merito al taglio del cuneo fiscale. “Con questa nota di aggiornamento al Def abbiamo mantenuto la promesso di non aumentare l’Iva e lunedì manterremo un’ altra promessa con il taglio dei parlamentari”, ha chiosato Di Maio.  

 

OK COMMISSIONE CAMERA A TAGLIO PARLAMENTARI

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Via libera della commissione Affari costituzionali della Camera alla riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari. La commissione ha votato il mandato al relatore che sarà  Giuseppe Brescia (M5s). Lunedì il provvedimento è atteso in aula.

UK, LA CORTE SUPREMA “RIAPRE” IL PARLAMENTO

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E’ “illegale” la decisione del primo ministro britannico Boris Johnson di sospendere i lavori del Parlamento in vista della scadenza della Brexit. Lo ha stabilito la Corte suprema del Regno Unito.

Lo speaker della Camera dei Comuni, John Bercow, ha annunciato che i lavori parlamentari riprenderanno domani, alla luce della sentenza della Corte Suprema.