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DI MAIO “SUI MIGRANTI FAREMO MEGLIO DI SALVINI”

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“Oggi quando arrivano le imbarcazioni in Italia i migranti vengono redistribuiti. Non penso che sia la soluzione definitiva, servono accordi di rimpatrio, in special modo con quei paesi del Mediterraneo che sono stabili. Io capisco il nervosismo di Salvini e della Lega. Lui era ministro dell’Interno, ha deciso lui di fare saltare tutto, isolarsi, ed esultare perchè manca il numero legale in una Commissione. Lui ha creato un boomerang contro se stesso, la cosa positiva è che sia sui ricollocamenti sia sui rimpatri faremo più di lui, forse non ci voleva molto…”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, parlando con i giornalisti a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu, a New York.

 

“IN PRIMA LINEA PER IL CLIMA”

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“Bisogna credere e investire nel ruolo insostituibile dell’ONU. L’Italia invoca e sostiene apertamente un multilateralismo efficace, perché solo un’azione collettiva e coordinata può porre le premesse per offrire soluzioni adeguate alle molteplici sfide”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha aperto il suo intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di New York.
Un discorso di poco più di venti minuti in cui Conte ha auspicato “un umanesimo inclusivo che, con il riconoscimento di pari dignità a ciascun individuo, rappresenta la vera conquista della modernità”. Un umanesimo che è anche “la cifra distintiva del governo da me presieduto”, con l’obiettivo di “promuovere una democrazia autenticamente umana”.

Il dibattito della 74ma Assemblea Generale, ha detto Conte, ha avuto “oggetti di grande respiro: la lotta alla povertà, l’educazione di qualità come fonte di promozione personale e di opportunità sociale, l’azione sul fronte della tutela dell’ambiente”. Tutti temi uniti dal “filo rosso dell’inclusione, con l’essere umano al centro dell’azione politica di questa organizzazione e di ogni suo stato membro”. E per i quali “il multilateralismo efficace deve nutrirsi di una concezione dei rapporti internazionali fondata sulla cooperazione, sulla trasparenza e sul principio di uguaglianza fra gli Stati”. Unico modo per garantire “il rispetto della persona, a partire dal riconoscimento della sua dignità, personale e sociale”.

Il premier ha incentrato una parte del suo discorso sulla svolta verde su cui “l’Italia è concretamente impegnata”. “A quattro anni dall’adozione dell’Agenda 2030 – ha precisato- dobbiamo accelerare e intensificare la realizzazione dei Sustainable Development Goals, mettendo a fuoco le più efficaci politiche di medio e lungo periodo”. Per questo “il governo appena insediatosi ha fra le sue priorità di dare vita a un Green New Deal per riorientare l’intero sistema produttivo verso uno sviluppo sostenibile e incentivare i comportamenti socialmente responsabili”.

Una posizione in linea con l’ONU: “Concordiamo pienamente sull’esigenza di un’azione globale per rispondere alla sfida del cambiamento climatico” che, in Italia, sta provocando proprio in queste ore il rischio del crollo di un ghiacciaio, sul versante italiano del Monte Bianco: “È un allarme che non può lasciarci indifferenti, nell’illusione che non ci riguardi o che sia qualcosa di lontano nel tempo o nello spazio. Piuttosto deve scuoterci e mobilitarci”.

Conte ha evidenziato che, in questo contesto, “l’accordo di Parigi è un punto di partenza essenziale”. Ha ricordato che “l’Italia è in prima linea al contrasto al cambiamento climatico” grazie anche al primato sulle energie rinnovabili che le ha permesso di “centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissate per il 2020 in Unione Europea”. Ha sottolineato come forte sarà il “partenariato avviato con il Regno Unito in vista della Cop26”, di cui l’Italia ospiterà “la riunione preparatoria con eventi significativi, di cui uno dedicato ai giovani”.

Altro tema caldo quello dell’immigrazione. Un fronte su cui “l’Italia non si è mai tirata indietro”, continuando “a essere impegnata in programmi di reinsediamento e corridoi umanitari”. Il presidente del Consiglio ha precisato che “non possiamo transigere nell’assicurare un sistema di rimpatri rigoroso per gli immigrati irregolari”, ma anche che “l’Italia non è più sola”. Dopo il summit di Malta, infatti, “l’Unione Europea ha l’occasione di fare la sua parte in modo serio e risolutivo”. Centrale, sul tema del fenomeno migratorio, il passaggio sulla Libia. A nove anni dalla caduta di Muammar Gheddafi, ha detto Conte, “per la Comunità internazionale è giunto il momento di rilanciare l’impegno verso una Libia pacificata, unita, indipendente e democratica”. E per farlo è necessario, da una parte “agire a sostegno della Missione ONU, UNSMIL e degli sforzi del rappresentante speciale del Segretario Generale, Ghassan Salamé” . Dall’altra “raggiungere un cessate-il-fuoco credibile”, per poi “riavviare un dialogo politico inclusivo tra tutte le parti libiche.
E legato alla Libia c’è senz’altro il nuovo partenariato, tutto da costruire, tra Europa e Africa: “Deve essere fondato su condizioni paritarie”, ha spiegato Conte, che ha aggiunto: “La vocazione mediterranea dell’Italia comporta un forte impegno sulle crisi del Sahel”. In questo contesto si inserisce “un progetto pilota in Ghana per promuovere lo sviluppo socio-economico del Paese”, così come la necessità di riconciliare “Etiopia ed Eritrea” e “la nascita di un governo di transizione in Sudan”.

Tra i punti toccati nel discorso di Conte, la menzione d’onore al “peacekeeping onusiano”, l’apprezzamento verso “l’iniziativa promossa dal Presidente Trump sulla libertà religiosa”, la necessità di “prevenire i conflitti” attraverso percorsi educativi e la riforma del Consiglio di Sicurezza ONU. Oltre a una battuta sull’Iran: “Il Joint Comprehensive Plan of Action continua a rappresentare un elemento chiave dell’architettura di non proliferazione. Facciamo appello all’Iran affinché ritorni al pieno adempimento dei suoi obblighi”.

CONSULTA “NON PUNIBILE CHI AGEVOLA IL LIBERO SUICIDIO”

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La Corte costituzionale ritiene “non punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”. La Consulta si era riunita in camera di consiglio per esaminare le questioni sollevate dalla Corte d’assise di Milano sull’articolo 580 del Codice penale riguardanti la punibilità dell’aiuto al suicidio di chi sia già determinato a togliersi la vita.

“In attesa di un indispensabile intervento del legislatore – si legge in una nota -, la Corte ha subordinato la non punibilità al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (articoli 1 e 2 della legge 219/2017) e alla verifica sia delle condizioni richieste che delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del SSN, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente”. La Corte sottolinea che “l’individuazione di queste specifiche condizioni e modalità procedimentali, desunte da norme già presenti nell’ordinamento, si è resa necessaria per evitare rischi di abuso nei confronti di persone specialmente vulnerabili, come già sottolineato nell’ordinanza 207 del 2018. Rispetto alle condotte già realizzate, il giudice valuterà la sussistenza di condizioni sostanzialmente equivalenti a quelle indicate”.

Il pronunciamento della Consulta nasce dalla vicenda di Dj Fabo, che vedeva imputato per il reato di aiuto al suicidio di chi sia già determinato a togliersi la vita (articolo 580 del Codice penale) il radicale Marco Cappato. Il processo è fermo da febbraio 2018 proprio in attesa del pronunciamento della Consulta, chiesto dalla Corte d’Assise. Cappato è sotto processo per aver accompagnato Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo, un quarantenne milanese, in una clinica in Svizzera per morire, come chiedeva da anni dopo che un incidente lo aveva reso tetraplegico.

“Da oggi in Italia siamo tutti più liberi anche quelli che non sono d’accordo. Ho aiutato Fabiano perché ho considerato un mio dovere farlo. La Corte costituzionale ha chiarito che era anche un suo diritto costituzionale per non dover subire sofferenze atroci – commenta Cappato, che fa parte dell’Associazione Luca Coscioni -. E’ una vittoria di Fabo e della disobbedienza civile, ottenuta mentre la politica ufficiale girava la testa dall’altra parte. Ora è necessaria una legge”.

JOHNSON “BREXIT CON O SENZA ACCORDO”

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“Le persone hanno votato per uscire dell’UE. La maggior parte delle persone crede che il referendum debba essere rispettato. Vogliono che la Brexit sia fatta, io voglio che sia fatta il 31 ottobre con un nuovo accordo se possibile ma senza di esso se è necessario”. Così il primo ministro britannico Boris Johnson intervenendo alla Camera dei Comuni dopo la riapertura del Parlamento a seguito della sentenza della Corte Suprema.

Per Johnson, la Corte ha “sbagliato” perché si tratta di “una questione politica”. “La Corte – ha detto – si è espressa su una questione politica in un momento di controversia nazionale”.

Per il primo ministro, il Parlamento britannico “non vuole la Brexit”, ma “le persone – ha spiegato – non vogliono un altro referendum”.

 

IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI IL 7 OTTOBRE ALLA CAMERA

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La riforma costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari approderà nell’Aula della Camera lunedì 7 ottobre per l’ultimo passaggio parlamentare. Le votazioni sono in programma l’8 ottobre. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

“Abbiamo chiuso la partita, tagliamo 345 poltrone, recuperiamo 500 milioni di euro e possiamo fare grandi cose ma soprattutto manteniamo una promessa. Una settimana e mezzo e festeggiamo il taglio dei parlamentari più importante della storia mai fatto e sarà legge grazie al M5S – commenta in una diretta Facebook da New York il ministro degli Esteri e capo politico del M5S, Luigi Di Maio -. Tutti dicono che è un governo nato per mantenere le poltrone, invece le taglia per sempre, alla faccia di chi ha fatto cadere il governo per non tagliare i parlamentari. Voglio vedere chi avrà il coraggio in Aula di votare contro”.

“Sono veramente contento che il 7 ottobre si vota il taglio dei parlamentari in ultimo voto alla Camera che significa che in due ore abbiamo tagliato per sempre il numero dei parlamentari, 345 parlamentari in Italia. È una riforma molto per importante per il M5S. È stata una prova di lealtà del PD e quindi è un successo di tutto il governo e dico anche che questa prova di fiducia ci consente di andare avanti e di mantenere gli accordi che abbiamo fatto”, ha poi detto Di Maio parlando con i giornalisti all’Onu, a New York.

 

TRUMP “CASO UCRAINA? È UNA CACCIA ALLE STREGHE”

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“Non ho minacciato nessuno. Non c’è stata nessuna spinta, nessuna pressione, niente. È tutta una bufala. I Democratici sono troppo impegnati a sprecare il loro tempo dietro questa caccia alle streghe”. Dall’Intercontinental Hotel di New York, ha commentato così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, la telefonata con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, che ha messo la sua amministrazione di nuovo sotto accusa e ha portato i Democratici ad avviare alla Camera dei Deputati una richiesta formale di impeachment nei suoi confronti.

“L’articolo del Washington Post è un fake”, ha detto il presidente durante la conferenza stampa di conclusione a margine dell’Assemblea Generale ONU, attaccando fortemente i media: “La maggior parte della stampa è corrotta”.

Mentre sul caso Ucraina ha dichiarato: “Quando vedi una caccia alle streghe così ti chiedi… l’impeachment per questo? Per una splendida conversazione telefonica come quella? È stata meravigliosa, perfetta”, ha aggiunto Trump, lanciando un messaggio direttamente ai Democratici: “Non mi sono mai arreso in tutta la mia vita, non lo farò questa volta”.

La conversazione a cui Trump si è riferito a più riprese durante la conferenza stampa è stata quella che sta tenendo banco in queste ore negli USA e nella quale, lo scorso luglio, il presidente degli States aveva chiesto alla controparte ucraina di indagare il figlio del candidato Presidente Joe Biden, Hunter Biden, consigliere dell’azienda gas Burisma. Era stato proprio il Washington Post negli scorsi giorni a pubblicare la storia per primo. Mentre oggi è stata la Casa Bianca a rendere pubblica la trascrizione della telefonata.

“Ho bisogno che tu mi faccia un favore”, aveva detto Trump a Zelensky, chiedendogli di contattare il ministro della giustizia USA, William Barr, per discutere la possibile apertura di un’indagine per corruzione su Biden, tra i favoriti alla corsa delle primarie Democratiche per il 2020, e il figlio.

“Vorrei che ci facessi un favore perché il nostro Paese ne ha passate molte e l’Ucraina sa che cosa significa – si legge nella conversazione telefonica -. Vorrei che lavorassi con il nostro procuratore generale, e vorrei che investigassi questa questione fino in fondo”, ha concluso Trump.

Il caso ha riaperto la bufera sull’amministrazione statunitense, a una manciata di mesi dall’archiviazione del Russiagate. E costretto l’intera leadership dei Democratici a convincersi ad aprire la strada verso l’impeachment.

“Quello di cui il procuratore ucraino era alla ricerca era un caso di corruzione (sul figlio di Biden, ndr)”, ha detto rispondendo a un giornalista Trump durante la conferenza stampa, motivando il perché di quella richiesta al presidente ucraino.

Trump ha poi elencato i risultati raggiunti dalla sua amministrazione. “Ho vissuto proprio un bel periodo: l’economia è la più forte e la più grande del mondo. Abbiamo raccolto trilioni e trilioni di dollari e la Cina ne ha persi trilioni, perdendo anche miliardi di posti di lavoro”, ha detto il presidente USA. “L’ineguaglianza è sempre più bassa e gli stipendi sono sempre più alti, le persone stanno facendo più soldi di tre anni fa – ha aggiunto -. Mentre la disoccupazione sta continuando a scendere ed è una cosa meravigliosa da vedere”.

Poi un passaggio sui rapporti commerciali. “Abbiamo stretto uno splendido accordo commerciale con il Regno Unito e anche il Giappone ha stretto un meraviglioso deal con noi”, ha detto Trump. E sulla Cina, con cui è in corso una dura guerra sui dazi: “Vogliono fare un accordo commerciale, e lo sapete perché lo so? Perché stanno perdendo milioni di posti di lavoro”.

CONTE “NON CI SARANNO NUOVE TASSE”

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“Il Governo non sta lavorando per nuove tassazioni, il nostro obiettivo sarà sempre quello di alleviare il peso fiscale. Sicuramente una direzione molto chiara riguarda l’Iva e il cuneo fiscale a favore dei lavoratori, serve a migliorare la domanda interna”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti a New York, a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu.

Il premier ha parlato anche della questione migranti: “Germania e Francia ci hanno risolto tanti casi emergenziali, hanno sempre partecipato alla redistribuzione, ora quello che c’e’ di nuovo e’ valutare un meccanismo solidaristico che ci sollevi dai fine settimana passati al telefono”.

 

CONTE “SUI MIGRANTI RISULTATO STORICO”

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“Salvini non deve avere gelosia e invidia, abbiamo compiuto un passo avanti storico, che non era mai successo prima. Se si difende l’interesse italiano bisogna guardare al risultato, non bisogna guardare a chi lo ottiene e chi non lo ottiene”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in un’intervista esclusiva a Sky TG24, che andrà in onda integralmente nell’edizione delle 13, parlando dell’accordo sui migranti discusso ieri a Malta.

“In questo momento – ha proseguito Conte – c’è, ed è stata anche annunciata da parte degli atri Paesi europei, una grande disponibilità nei confronti di questo Governo, di questo progetto politico che abbiamo solennemente annunciato agli italiani e al Parlamento. Abbiamo molta credibilità in Europa, perché ci sono grandissime aperture che ci sono state anticipate e oggi ne raccogliamo i primi frutti. Attenzione però: non ci possiamo considerare appagati. Questo primo passaggio di Malta segna una svolta significativa, ma abbiamo ancora tanto da fare lungo la linea di una regolazione dei flussi migratori e di contrasto alla migrazione clandestina”.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ai microfoni de “I Lunatici” su Radio2, aveva definito l’accordo di Malta sulla redistribuzione dei migranti “una sòla, come si dice a Roma. Si parla di eventuale redistribuzione solo di quelli che arrivano con le navi delle ONG. Il 90% di quelli arrivati in Italia restano in Italia e il porto di arrivo deve comunque essere quello più vicino”.