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Redditometro, Meloni “Sospendiamo il decreto”

MILANO (ITALPRESS) – “Oggi ho incontrato il viceministro Leo, ci siamo confrontati sui contenuti” del decreto riguardante il redditometro, “siamo giunti alla conclusione che sia meglio sospendere, in attesa di ulteriori approfondimenti. Il nostro obiettivo è quello di contrastare la grande evasione, senza vessare con norme invasive le persone comuni”. Cosi la premier Giorgia Meloni in un video su Instagram.

– foto Agenzia Fotogramma –
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Migliorano le condizioni di Crosetto, dimissioni nel fine settimana

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Le condizioni di salute del ministro della Difesa Guido Crosetto sono in continuo miglioramento. Sebbene il quadro clinico e gli esami effettuati in corso non destino alcuna preoccupazione – si legge in una nota -, il ministro rimarrà ancora qualche giorno in ospedale, solo per ragioni di precauzione. Il team medico ha, infatti, deciso di prolungare il ricovero del ministro Crosetto fino alla fine della settimana. La decisione è stata presa solo per assicurare un completo e sicuro recupero del ministro. “Gli accertamenti clinici hanno confermato che si è trattato di un nuovo episodio di pericardite presentatosi in forma molto più dolorosa rispetto all’episodio precedente e, come allora, senza implicazioni cardiache. Passata la fase acuta di dolore, la pericardite viene trattata come una normale infezione, con terapia anti infiammatoria”, ha dichiarato il primario di Cardiochirurgia del San Carlo di Nancy, professore Giuseppe Speziale. Crosetto ha trascorso tranquillamente la notte, sempre monitorato presso l’unità coronarica dell’Ospedale. Il ministro ha annullato gli impegni di oggi e domani ma in mattinata ha avuto un incontro con i più stretti collaboratori per il quotidiano briefing sulle evoluzioni del quadro di sicurezza. In forse una call odierna con un collega estero. “Vorrei ringraziare tutte le persone, amiche, conosciute o sconosciute, che in queste ultime ore mi hanno inviato messaggi di amicizia, vicinanza e affetto”, afferma Crosetto.
(ITALPRESS). – Foto: Agenzia Fotogramma –

Accordo tra Lega e Pli, Minardo “Centro incide in agenda politica”

ROMA (ITALPRESS) – Tutelare la sovranità nazionale, promuovere la libertà individuale e rafforzare l’identità italiana.
Sono questi i punti cardine dell’accordo politico raggiunto tra la Lega e il Partito Liberale Italiano. Il patto, sottoscritto dal leader della Lega Matteo Salvini e dal segretario nazionale del Pli Roberto Sorcinelli, giunge alla vigilia delle elezioni europee e sancirà “non solo una collaborazione elettorale tra la Lega e il Partito Liberale ma un vero e proprio coordinamento politico tra i due partiti per sviluppare una piattaforma programmatica comune che rifletta interessi e valori condivisi”, si legge in una nota. Al percorso con i liberali ha lavorato il deputato Nino Minardo, presidente della commissione Difesa, che ha curato con i vertici del Pli l’iniziativa politica che prossimamente verrà presentata a livello territoriale.
“L’accordo tra la Lega e il Partito Liberale Italiano, dopo quello con l’Udc, è un altro tassello della strategia di coinvolgimento delle tradizioni politiche che hanno fatto grande l’Italia e la nostra democrazia. Ringrazio Matteo Salvini per la lungimiranza e l’impegno per ridare al centro popolare e liberaldemocratico una nuova possibilità di incidere nell’agenda politica del Paese”, ha sottolineato Minardo.
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– Foto: ufficio stampa Lega –

Corruzione, 59% italiani contro finanziamento pubblico ai partiti

ROMA (ITALPRESS) – Nelle ultime settimane vari scandali legati a fenomeni di corruzione hanno interessato diversi partiti politici e imprenditori da Nord a Sud del nostro Paese. Secondo la maggioranza degli italiani, quando si verifica un atto di corruzione, a tirare le fila e ad avere in mano la regia di tutta la situazione sono i politici più che gli imprenditori.
Solo 1 cittadino su 4 incolpa questi ultimi nell’atto di intraprendere azioni di corruzione. In generale, anche per limitare questi intrecci tra politica e imprenditoria, il 59% della popolazione si dichiara contraria alla reintroduzione del finanziamento pubblico ai partiti. Un’opinione comune e trasversale tra tutti gli elettori, gli unici a dichiararsi in prevalenza favorevoli a questa reintroduzione sono gli elettori dei partiti di più recente costituzione come Azione di Carlo Calenda e Stati Uniti d’Europa di Emma Bonino e Matteo Renzi. Oltre alla contrarietà al finanziamento pubblico ai partiti, sempre in questo contesto, più di due terzi della popolazione ritiene necessario e urgente normare l’attività di lobbying, cioè lo strumento di rappresentanza politica con il quale gruppi, organizzazioni e individui, legati tra loro da interessi comuni, incidono, legittimamente, sulle istituzioni al fine di influenzarne le decisioni a proprio vantaggio.

Dati Euromedia Research per Porta a Porta – Realizzato il 15/05/2024 con metodologia mista CATI/CAWI su un campione di 800 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne.
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– Foto: Euromedia Research –

Consiglio Supremo Difesa “Scenario generale ulteriormente deteriorato”

ROMA (ITALPRESS) – Si è riunito oggi, al Palazzo del Quirinale, il Consiglio supremo di difesa, presieduto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Alla riunione hanno partecipato: il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni; il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani; il Ministro dell’interno, Matteo Piantedosi; il Ministro della difesa, Guido Crosetto; il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti; il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso; il Capo di Stato maggiore della difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.
Erano presenti anche il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano; il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti; il Consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari del Consiglio supremo di difesa e Segretario del Consiglio, Francesco Saverio Garofani.
“Il Consiglio ha constatato che nel corso degli ultimi mesi lo scenario generale di sicurezza si è ulteriormente deteriorato – spiega il Quirinale in una nota -. Le principali preoccupazioni rimangono l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, che sta provocando un crescente numero di morti e infliggendo devastanti danni alle infrastrutture del Paese, e la conflittualità in Medioriente”.
“Attenzione viene richiamata anche dalle latenti tensioni nei Balcani, l’instabilità politica e la crisi economica nel Sahel e in tanti Paesi dell’Africa – prosegue la nota -. Il Consiglio ha convenuto che l’Italia deve continuare ad adoperarsi, in concerto con gli alleati dell’Unione europea e della NATO, per la stabilizzazione dell’area mediterranea e per la difesa dei principi della pacifica convivenza internazionale. Il Consiglio ha esaminato la situazione della guerra in Ucraina e ha ribadito nuovamente il pieno sostegno dell’Italia al Paese aggredito nella sua difesa contro l’invasore. Da oltre due anni il popolo ucraino si pone come argine a una deriva che minaccia la sicurezza e la stabilità in Europa. Rimane necessario ricercare le prospettive che aprano la via a una pace giusta e duratura in conformità al diritto internazionale. Il Consiglio ha condannato nuovamente l’aggressione del movimento terroristico Hamas a Israele, che ha innescato pericolose spirali di violenza, rischiando di compromettere ogni tentativo di dialogo tra i Paesi della regione. Lo scenario che si è delineato, con la reazione militare di Israele e il conseguente impatto sulla popolazione civile, rende sempre più grave la situazione umanitaria nei territori della Striscia di Gaza, con spostamenti forzati di ingenti masse di popolazione in condizioni molto critiche. La Repubblica italiana è impegnata a contribuire nel fornire aiuto alla popolazione coinvolta, con gli attori istituzionali e della società civile, e invoca l’applicazione del diritto umanitario e in particolare delle Convenzioni di Ginevra relative alla protezione dei malati e dei feriti, del personale medico e degli ospedali”.
“In relazione al conflitto in atto nel Medio Oriente, il Consiglio reputa indispensabile l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas, la cessazione delle ostilità da ambo le parti e la ricerca di percorsi di dialogo e di convivenza lungo l’unica strada ragionevole: la soluzione dei “due popoli, due Stati” – si legge ancora nella nota del Quirinale -. Particolare attenzione è stata rivolta alla situazione lungo la Linea Blu che separa il Libano da Israele, presidiata dai militari della missione UNIFIL delle Nazioni Unite.
L’instabilità della regione ha ripercussioni dirette anche sui nostri interessi nazionali. Il Consiglio ha valutato imprescindibile la protezione delle navi in transito nel Mar Rosso, messe a rischio dagli attacchi dei ribelli Houthi. L’Italia, che ha ottenuto il comando tattico della operazione Aspides, è attiva per la salvaguardia della sicurezza e dell’economia europea nonchè per il rispetto ovunque della libertà di navigazione”.
“La crisi mediorientale, con il suo portato d’odio, ha fatto riemergere anche il fenomeno dell’antisemitismo che va ben al di là di quanto sta avvenendo in Medio Oriente. Fenomeno che, oggi come ieri, si nutre di una visione distorta della storia e che deve incontrare la più netta condanna, senza ambiguità, senza interpretazioni di comodo. Una preoccupazione altrettanto forte va espressa per l’allarmante ritorno della violenza politica in Europa, testimoniato da diversi gravissimi recenti episodi, come avvenuto in Slovacchia con l’attentato al premier – conclude la nota del Quirinale -. Il Consiglio ha passato in rassegna le situazioni di tensione nei Balcani Occidentali e nelle altre aree di crisi, particolarmente quelle del Mediterraneo allargato e del Sahel. Il Consiglio reputa necessario affrontare le cause della instabilità in Africa, tenendo conto delle legittime esigenze locali e garantendo un approccio globale, come prevede il Piano Mattei. Questi temi in particolare saranno al centro del prossimo G7. Il Consiglio ha affrontato infine il tema della governance e architettura di sicurezza delle infrastrutture critiche nazionali. Emerge la necessità di contrastare, in modo sistemico, ogni tipologia di minaccia, anche ibrida, che si riferisce, più in generale, alla tutela della sicurezza nazionale. E’ necessario disporre di un sistema di infrastrutture critiche resiliente, capace di garantire la fornitura dei servizi essenziali. Il Consiglio ha valutato che le implicazioni transfrontaliere e l’interdipendenza sviluppata tra Paesi europei, che sono divenute molto importanti in settori essenziali critici quali i trasporti, l’energia, le infrastrutture digitali, rendono necessaria una più ampia collaborazione tra i Paesi, come previsto dalle nuove direttive dell’Unione Europea in materia”.

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Crosetto lascia in ambulanza il Consiglio Supremo di Difesa

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ROMA (ITALPRESS) – Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha lasciato in anticipo il Consiglio Supremo di Difesa per essere trasportato in ambulanza in ospedale. Lo riferisce il ministero.
Il Ministro è stato portato al San Carlo da Nancy per accertamenti. Si tratta della stessa struttura dove il 13 febbraio scorso Crosetto era stato ricoverato d’urgenza per una lieve pericardite.
Pioggia di solidarietà è vicinanza da parte del mondo politica.
“Forza Guido! Ti aspettiamo al più presto!” dice il Vicepremier e Ministro Matteo Salvini.
“Al Ministro Crosetto giungano la mia personale vicinanza, e di tutta la Camera dei deputati, e gli auguri di pronta guarigione”. Afferma il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
“Forza Guido, rimettiti presto!” scrive su X il presidente del Senato Ignazio La Russa.
“I migliori auguri di pronta guarigione all’amico Crosetto. Forza Guido, rimettiti al più presto!!!” dice il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo,
“Esprimo vicinanza al ministro Crosetto con l’augurio di una pronta ripresa a nome mio e di tutta Azione” scrive il leader di Azione, Carlo Calenda.
“Esprimiamo i nostri sentiti auguri di pronta guarigione al ministro Crosetto, recatosi in ospedale per un malore. Il nostro auspicio è di rivederlo presto in Parlamento e in tutti gli altri luoghi di dibattito politico” si legge in una nota Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli, capigruppo M5S di Camera e Senato.

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Meloni “Serve una governance globale per l’intelligenza artificiale”

ROMA (ITALPRESS) – “L’intelligenza artificiale è una sfida epocale per l’intera società. Siamo di fronte a una nuova frontiera del progresso, che per la prima volta nella storia rischia di mettere in discussione il principio stesso della centralità dell’uomo. Infatti, rispetto ad ogni altra rivoluzione del passato, l’intelligenza artificiale generativa prefigura un mondo nel quale il progresso non ottimizza più le capacità umane, ma le sostituisce”. Lo dice il premier Giorgia Meloni, in un videomessaggio al Summit di Seoul sull’intelligenza artificiale.
“E se in passato questa sostituzione riguardava soprattutto il lavoro fisico, in modo che le persone potessero dedicarsi ai lavori intellettuali e di organizzazione, ora è l’intelletto che rischia di essere sostituito – prosegue il presidente del Consiglio -. Con un impatto, se non gestito, inevitabile anche sui lavoratori a più alta specializzazione. Sempre più lavoratori potrebbero diventare inutili; la ricchezza rischierebbe di concentrarsi e verticalizzarsi più di quanto non lo è già ora; e la classe media, spina dorsale delle nostre società, potrebbe sparire”.
“L’intelligenza artificiale è destinata ad incidere anche sugli scenari geopolitici e sugli equilibri attuali, perchè può garantire a chi la gestisce e la utilizza un vantaggio competitivo. La storia ci ha insegnato che dalla competizione per procurarsi quel vantaggio competitivo e dalle differenze tra chi ha raggiunto quel vantaggio e chi resta indietro possono nascere tensioni, se non addirittura conflitti. Per questo, è necessario costruire insieme, nel rispetto della differenza di approcci tra le diverse realtà nazionali, dei meccanismi di governance globali. E’ una sfida per tutti. Per i Governi, chiamati a concordare nei contesti multilaterali un approccio comune; ma anche e soprattutto per le imprese e il settore privato, che devono concentrarsi sulla gestione del rischio, sulla responsabilità e sulla trasparenza – sottolinea Meloni -. E’ fondamentale che Governi e imprese, pubblico e privato, lavorino insieme e sappiano creare un’alleanza per garantire che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale sia a misura d’uomo, controllata dall’uomo e che abbia l’uomo come suo fine. Anche per questo, la Presidenza italiana del G7 ha messo l’intelligenza artificiale tra le sue priorità. E al Vertice dei Leader in Puglia saremo onorati di ospitare, nella sessione ‘outreach’ dedicata a questo tema, Papa Francesco. E’ la prima volta nella storia che un Pontefice parteciperà ai lavori del Gruppo dei Sette e io sono convinta che la sua presenza darà un contributo decisivo alla definizione di un quadro regolatorio, etico e culturale all’intelligenza artificiale”.
“Ma siamo impegnati per lanciare, sempre in ambito G7, anche un piano di azione sull’uso dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, perchè è una tecnologia che investirà, prima o poi e con accenti diversi, tutto il mondo del lavoro, dell’impresa e della produzione, e non sarà limitato ai profili di eccellenza tecnologica. Innovazione, regolamentazione e sicurezza devono camminare di pari passo. A Bletchley abbiamo lavorato molto bene, in particolare con la definizione dei test di sicurezza concordati per le aziende, e sono convinta che questo Summit ci permetterà di fare importanti passi avanti – conclude Meloni -. Il linguaggio dell’intelligenza artificiale è adattabile e cambia rapidamente, e noi dobbiamo garantire la stessa adattabilità e rapidità di cambiamento, se non vogliamo che i rischi che possono derivare dallo sviluppo di questa tecnologia impediscano di coglierne le grandi opportunità. Non è una sfida facile, ma siamo pronti come sempre a fare la nostra parte, senza esitazioni”.

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Fidanza “Vogliamo riprodurre anche in Europa il modello Meloni”

ROMA (ITALPRESS) – “Vogliamo riprodurre anche in Europa il modello Meloni, come siamo riusciti a fare in Italia con la vittoria delle elezioni politiche nel 2022: vogliamo un centrodestra di governo che mandi le sinistre all’opposizione, questo è il nostro progetto” e la candidatura della premier servirà a “rafforzare il suo peso sui tavoli europei al cospetto degli altri leader”. Lo ha detto Carlo Fidanza, capo-delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo e candidato alle prossime elezioni, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano – Elezioni europee 2024” dell’agenzia Italpress. Prima di Giorgia Meloni “tanti leader si sono candidati capolista alle europee, ad esempio il presidente Berlusconi da primo ministro si è candidato più di una volta” e “non ricordo questo scandalo”: Meloni “continuerà a fare il presidente del Consiglio”, ma “è chiaro che un voto anche di preferenza serve per rafforzare il suo peso sui tavoli europei al cospetto degli altri leader” che “sono tutti in una situazione di difficoltà: Macron è al 16% nei sondaggi, Scholz in Germania è capo di una maggioranza molto traballante, Sanchez si regge sui voti della secessione dei catalani”, ha ricordato.
“Quello che dobbiamo riuscire a fare è creare innanzitutto un blocco insieme al Partito Popolare Europeo, che è una forza imprescindibile e probabilmente sarà ancora alle prossime elezioni il gruppo parlamentare più grande del Parlamento Europeo e in questi anni, purtroppo, è stato subalterno alle politiche della sinistra”, ha continuato Fidanza. “Sto notando che questo ‘murò a destra sta cadendo: ad esempio, è stato annunciato il nuovo accordo di governo in Olanda, dove il partito della destra identitaria che è stato il più votato alle elezioni sarà in coalizione con il partito dell’ex premier Rutte. Sono già sei o sette i Paesi europei dove popolari e conservatori governano insieme, è uno schema su cui dovremmo lavorare: vedremo dopo le elezioni se ci saranno le condizioni”.
Per Fidanza, “serve un’Europa più pragmatica: quella degli ultimi anni è stata troppo ideologica” e “si è allontanata dai cittadini, c’è stata una iper-regolamentazione che è arrivata da Bruxelles su ogni aspetto, anche il più minuscolo della nostra quotidianità e poi, per paradosso, continua ad essere totalmente assente sui grandi scenari di politica internazionale: dovremmo ribaltare questo equilibrio, lasciare un pò più spazio alle peculiarità degli Stati nazionali, si devono fare delle norme che tengano conto delle diversità che sono la ricchezza dell’Europa”.
Serve “un’Europa che faccia meno e faccia meglio”: bisogna “essere capaci di fare sintesi laddove è importante stare insieme: pensiamo alla politica estera e alla difesa”, ha spiegato. Sull’esercito europeo, la protezione dei confini, l’immigrazione irregolare “serve un’Europa più efficace, su molti altri temi però potrebbe fare un passo indietro e lasciare più spazio alle specificità dei singoli governi”.
Ad esempio, sulla transizione ecologica. “Le piccole e medie imprese dell’agricoltura e di altri settori sono state bersagliate da questa ideologia che nulla ha a che vedere con la giusta sensibilità che tutti quanti noi abbiamo per una natura che sia pulita più possibile, non si è tenuta assolutamente in considerazione la necessità di garantire la sostenibilità economica e la competitività delle nostre imprese, nel nome di un’ideologia che ci condanna a nuove dipendenze strategiche. Ci siamo liberati a fatica della dipendenza dal gas russo dopo la guerra in Ucraina” e “ci stiamo consegnando mani e piedi ai cinesi”. Il riferimento è innanzitutto alla scadenza del 2035 per le auto con motore a combustione.
“Dobbiamo rivedere la normativa per quanto riguarda il motore endotermico”, una partita “che va assolutamente riaperta: proponiamo da sempre di poter considerare utilizzabili anche i biocarburanti, quindi tutta la filiera dei biogas e biometano. Per noi italiani significa tutelare una filiera nazionale importantissima, garantire la resistenza di migliaia di piccole e medie imprese e di decine di migliaia di posti di lavoro di cui nessuno parla che sarebbero a rischio con una transizione soltanto elettrica”, ha sottolineato. “Stiamo contribuendo a diminuire l’inquinamento a livello globale mettendo fuori mercato le nostre imprese: serve più concretezza e realismo”. Per quanto riguarda la casa green, ha aggiunto, “abbiamo combattuto strenuamente in Europa per portare un pò di realismo in un provvedimento che era folle nella sua versione iniziale”, ha spiegato. L’ultima versione “prevede che ogni governo abbia due anni per fare un piano di efficientamento nazionale di riduzione delle emissioni derivanti dagli immobili: un grande tema è chi paga tutto questo. Ci auguriamo di poter avere i numeri per poter rimettere in discussione questa normativa, fare in modo che sia più graduale e che si chiarisca bene che tipo di incentivi si possono mettere in campo, anche perchè siamo reduci dalla vicenda del Superbonus che ha lasciato nei conti pubblici italiani una voragine enorme e non è il viatico ideale per pensare alla nuova stagione di incentivi per fare le case green in Europa”.
Invece, passando ai temi nazionali, il Salva Casa “che il governo si appresta a varare è un provvedimento di buon senso, che va nella direzione di consentire di sanare” piccole modifiche interne ed esterne: “non vuol dire sanare delle speculazioni edilizie o fare favori ai palazzinari”.
Sul caso del poliziotto accoltellato a Milano da un 37enne di origine marocchina, Fidanza ricorda che “l’ultima volta che questo clandestino è stato fermato ed è stato portato in un Cpr ad Avellino, un anno fa, il Cpr era pieno e quindi è stato rimesso in libertà con il classico foglio di via e da lì è arrivato a Milano. Il governo vuole intervenire per aumentare la presenza di questi centri, che sono imprescindibili per poter fare il trattenimento e poi l’espulsione: una sinistra ideologica che si oppone al Cpr non capisce che meno Cpr abbiamo e meno possiamo fare espulsioni”.
Infine, su Chico Forti “Giorgia Meloni e la nostra diplomazia sono riusciti dove altri prima hanno fallito e questo ha fatto rosicare qualcuno. Tanti che, nel corso degli anni, si erano sempre espressi a favore di una soluzione positiva sul caso di Chico Forti oggi, improvvisamente, criticano Meloni per averlo riportato in Italia: siamo veramente al delirio”. Sulla vicenda di Ilaria Salis, invece, “la cosa che mi sconvolge non è tanto la candidatura” con AVS che “considero un escamotage”, ma “mi lascia davvero perplesso il fatto che non ci sia una parola di condanna per le attività di violenza di cui il gruppo a cui è associata si è reso protagonista”.

– foto Italpress –
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