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FDI E LEGA IN PIAZZA CONTRO IL NUOVO GOVERNO

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“Elezioni subito”. Parlamentari e militanti di Fratelli d’Italia e Lega sono in piazza Montecitorio, con le bandiere dell’Italia per protestare contro il nuovo governo. Nel giorno della fiducia alla Camera del governo Conte bis, il partito di Giorgia Meloni ha chiamato in piazza i cittadini. “No al patto della poltrona”, lo slogan scelto per la manifestazione. All’appello di Fdi, oltre al leader della Lega Matteo Salvini, ha risposto anche Cambiamo! di Giovanni Toti.

“Ci sono due piazze completamente piene oltre a questa, migliaia sono venuti qui a dire no a questo governo. Riempiamo tutte le strade con tutti i tricolori, diciamo no a questi signori asserragliati in questo palazzo”, ha detto Meloni, mentre Salvini ha attaccato quelli che definisce “poltronari che sono chiusi nel palazzo perdendo onore e dignità”. “Hanno vergogna a chiedere il voto degli italiani, noi non molliamo”, ha aggiunto.

“Io sono tra coloro che sperava che il governo gialloverde concludesse la sua avventura, così è stato, forse troppo tardi ma abbiamo evitato tanti danni, la riforma Bonafede della giustizia, la chiusura domenicale dei negozi. Oggi dire che Salvini ha sbagliato a fare quello che tutti i governatori e gli amministratori del paese gli chiedevano mi sembra ingiusto”, ha detto Toti.

 

CONTE OTTIENE LA FIDUCIA DELLA CAMERA

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Incassa la fiducia della Camera il governo Conte bis. Il via libera è arrivato con 343 voti favorevoli e 263 contrari. Gli astenuti sono stati 3. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha atteso l’esito del voto in Aula, seduto ai banchi del governo.

I deputati presenti erano 609, quelli votanti 606. La maggioranza è stata fissata quindi a 304 voti, ed è stata superata di 39 voti.

“Si è parlato di tradimento e addirittura sequestro del voto. Mi chiedo se la nostra Costituzione esista ancora o è stata stracciata”, così il premier nella sua replica dopo le discussione generale in Aula alla Camera sulle sue dichiarazioni programmatiche. “Il fatto che il leader di un partito possa decidere ogni anno di portare il Paese a elezioni secondo il suo desiderio o arbitrio è irresponsabile”, ha aggiunto Conte facendo riferimento a Matteo Salvini, mentre dai banchi dell’opposizione si levavano proteste e il coro “elezioni, elezioni”. Il presidente della Camera Roberto Fico ha dovuto richiamare più volte gli esponenti di Fdi e Lega che interrompevano il premier. “Questo comportamento da stadio in quest’Aula è inaccettabile. Fate terminare il presidente del Consiglio”, ha detto Fico.

“Si accusa di tradimento il M5S che ha subito una scelta di tradimento, assurdo. Il M5S, e lo apprezzo per questo, ha ritenuto di fare della coerenza il centro della propria virtù politica”, ha affermato ancora Conte, che ha poi criticato l’ex viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia, della Lega.  “L’espressione usata da Garavaglia, ‘imbullonati alle poltrone’ la considero volgare, non la trovo appropriata. Allora cosa devo pensare, che volevate andare a elezioni per avere più poltrone?”, ha chiesto polemicamente rivolgendosi ai leghisti, e ha aggiunto: “Mentre il M5S è stato coerente con il proprio programma voi dimostrate di essere coerenti alle vostre convenienze elettorali”.

“Questo è il momento del coraggio e della determinazione. Il coraggio di disegnare un Paese migliore. La determinazione di perseguire questo obiettivo, senza lasciarsi frenare dagli ostacoli”, aveva detto il premier nel suo intervento in Aula per le dichiarazioni programmatiche.

“Nella prospettiva di una graduale rimodulazione delle aliquote a sostegno dei redditi medi e bassi, in linea con il fondamentale principio costituzionale della progressività della tassazione, il nostro obiettivo prioritario è ridurre le tasse sul lavoro, il cosiddetto ‘cuneo fiscale’ – ha evidenziato Conte -, a totale vantaggio dei lavoratori, e individuare una retribuzione giusta, il cosiddetto ‘salario minimo’, garantendo le tutele massime a beneficio dei lavoratori, anche attraverso il meccanismo dell’efficacia erga omnes dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative”.

“L’epocale fenomeno migratorio, che va gestito con rigore e responsabilità, perseguendo una politica modulata su più livelli, basata su un approccio non più emergenziale, bensì strutturale, che affronti la questione nel suo complesso, anche attraverso la definizione di un’organica normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e l’immigrazione clandestina, ma che – nello stesso tempo – si dimostri capace di affrontare ben più efficacemente i temi dell’integrazione, per coloro che hanno diritto a rimanere e dei rimpatri, per coloro che non hanno titolo per rimanere”, ha spiegato Conte, che ha aggiunto: “Rivedremo la disciplina in materia di sicurezza alla luce delle osservazioni critiche formulate dal Presidente della Repubblica, il che significa recuperare, nella sostanza, la formulazione originaria del più recente decreto legge, prima che intervenissero le integrazioni che, in sede di conversione, ne hanno compromesso l’equilibrio complessivo”. 

 

 

 

SALVINI “MIGLIAIA IN PIAZZA CONTRO IL GOVERNO”

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C’erano «mamme, papà, bambini, poliziotti e carabinieri. C’erano diverse migliaia di persone, ma non le ho contate con il pallottoliere. Ed era incredibile l’immagine con il Palazzo di Montecitorio, con dentro questi di Pd-M5S a inventarsi un nuovo governo, e fuori la gente. Secondo qualcuno i fascisti erano quelli fuori. Siamo così dittatori che vogliamo che il popolo voti, pensa te». Lo ha detto Matteo Salvini, leader della Lega, ospite di Rtr99, commentando i numeri e le polemiche sulla manifestazione di piazza a cui ha partecipato ieri.

PER IL CONTE BIS ANCHE LA FIDUCIA DEL SENATO

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Dopo quella della Camera, arriva anche la fiducia del Senato per il governo Conte bis. A Palazzo Madama i voti favorevoli sono stati 169, quelli contrari 133 e gli astenuti 5.

“Molte delle dichiarazioni che ho sentito oggi in aula oggi sono rimaste ferme all’8 agosto”. Ce l’ha con il leader della Lega Matteo Salvini, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella sua replica in Senato, alla fiducia al governo. Dopo quattro ore di dibattito, con un Conte attento e presente a prendere appunti tra i banchi del governo, è arrivata la replica più a Salvini che ai senatori. Nei primi minuti sembrava di assistere al bis di quanto successo, nella stessa aula, meno di un mese fa, il 20 agosto, al discorso di Conte ai senatori in cui raccontava la sua versione della crisi di governo aperta dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini.

“Con una certa arroganza qualcuno unilateralmente ha deciso di portare l’Italia alle elezioni da ministro dell’Interno e sempre unilateralmente e arbitrariamente di concentrare definitivamente nelle proprie mani tutti i poteri: pieni poteri – ha ricordato Conte -. Se questo era lo schema, l’obiettivo e il progetto è comprensibile che tutti coloro che lo hanno ostacolato per senso di responsabilità e nel rispetto della costituzione siano diventati nemici”.

Per il presidente del Consiglio “assegnare ad altri le proprie colpe è il più limpido, più lineare percorso, per rimanere deresponsabilizzati a vita, è un modo certo per conservare la propria leadership di un partito”. Pochi minuti prima era intervenuto nell’aula di Palazzo Madama il senatore Salvini, che nel corso della discussione generale, rivolgendosi ai banchi del governo ha accusato i suoi ex alleati di “essere passati dalla rivoluzione al voto di Casini, Monti e Renzi. Presidente Conte-Monti non la invidio, e non invidio molti colleghi, ormai si capisce lei deve leggere un compitino scritto a casa a cui non crede nemmeno lei”.

Nella replica di Conte spazio anche alle cose da fare nei prossimi anni di legislatura, a partire dalla manovra economica che, promette il premier, “servirà a scongiurare l’aumento dell’Iva. Immaginiamo un intervento sul cuneo fiscale a totale vantaggio dei lavoratori e in prospettiva ci auguriamo di avere maggiori risorse a favore delle imprese, vogliamo rendere il fisco amico delle imprese oltre che dei cittadini, vogliamo alleggerire la pressione fiscale ma riteniamo di non dover prendere in giro gli italiani”.

Il governo giallorosso è pronto a lavorare sul sentiero della ripresa economica: “Noi siamo determinati ad aumentare la crescita del paese, ci sono dei settori che attraversano momenti di crisi, mi riferisco per esempio alla costruzioni, là dobbiamo intervenire, un altro settore è quello dell’automotive, lavoreremo a rafforzare il sistema dell’export”, spiega Conte che sul tema dell’immigrazione richiama tutte le forze politiche ad evitare di “concentrarsi sullo slogan porti aperti-porti chiusi, il tema dell’immigrazione è un tema su cui questo governo ha gia’ chiarito che lavorerà su un piano multilivello, lavoreremo con i paesi di origine, con i paesi di transito, lavoreremo per contrastare soprattutto i traffici illeciti”.

Ieri sera via libera alla fiducia dalla Camera con 343 voti favorevoli e 263 contrari. Gli astenuti sono stati 3. Passata così con un’ampia maggioranza la fiducia al nuovo esecutivo. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha atteso l’esito del voto in Aula, seduto ai banchi del governo.

I deputati presenti erano 609, quelli votanti 606. La maggioranza è stata fissata quindi a 304 voti, ed è stata superata di 39 voti.

UE, CONTE “SOSTENERE GLI INVESTIMENTI”

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“Subito al lavoro: oggi sarò a Bruxelles dove si prospetta una giornata fitta di incontri con i vertici delle Istituzioni comunitarie. In Europa non abbiamo tempo da perdere, ritengo sia prioritario accelerare per raggiungere tre obiettivi fondamentali e strategici per l’Italia e gli interessi degli italiani: la modifica del Patto di stabilità a favore della crescita, il superamento del Regolamento di Dublino sui flussi migratori, un regime di misure e interventi straordinari che favoriscano la crescita e lo sviluppo del nostro Mezzogiorno”. Lo scrive su facebook il premier Giuseppe Conte che aggiunge:
“Occorre sostenere gli investimenti, a partire da quelli ambientali e sociali nell’ottica di uno sviluppo sostenibile che dia nuovo impulso al mercato del lavoro italiano, evitando un’impostazione di bilancio pro-ciclica non adeguata alle prospettive economiche del continente”.
“Sul tema migratorio- aggiunge – intendo continuare a lavorare strenuamente per una gestione multilivello, strutturale e non emergenziale dei flussi migratori, e raggiungere un’intesa su un meccanismo automatico di sbarchi e redistribuzione, con un’efficace politica europea dei rimpatri. Quanto al nostro Mezzogiorno dobbiamo provare a ottenere dall’Europa il riconoscimento di uno statuto speciale per poter varare misure straordinarie per lo sviluppo.
L’Italia oggi è più forte, e con il nuovo Governo intendiamo svolgere un ruolo di primo piano in questa fase di rinnovamento dell’Unione europea. La mia determinazione è massima e confido di poter riscontrare un elevato grado di convergenza con la nuova Commissione europea”.

 

CASAPOUND “PRONTI A FARE CAUSA A FACEBOOK”

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CasaPound diffida Facebook a riattivare immediatamente l’account ufficiale del movimento o, annuncia, trascorse invano 48 ore dalla diffida partirà un’azione legale, anche per ottenere il risarcimento dei danni subiti. La disattivazione della pagina dell’Associazione è stata “improvvisa e ingiustificata”, sostiene il movimento nella diffida, nella quale sottolinea anche che l’account ufficiale di CasaPound Italia “è sempre stato utilizzato nel rispetto delle ‘condizioni d’uso’ di Facebook e delle leggi in materia” e non ha mai violato questi principi né ha mai diffuso odio. Per questo motivo, secondo Cpi, la condotta di Facebook costituisce una “grave violazione” che “impedisce senza alcuna giustificazione l’esercizio di diritti fondamentali”, oltre a integrare una “violazione delle disposizioni in materia di privacy e di proprietà intellettuale” che priva il movimento “della disponibilità di contenuti che sono di nostra esclusiva proprietà”.

 

“Ci hanno cancellato tutte le pagine Facebook, a cominciare da quella CasaPound Italia con 280mila iscritti e proseguendo con quelle di tutte le realtà a noi collegate: Blocco Studentesco, Solid, addirittura quella dell’associazione disabili ‘Impavidi Destini’. E’ stato disabilitato il nostro account su Instagram e centinaia di profili di militanti, simpatizzanti, iscritti. Si tratta di un gravissimo atto discriminatorio commesso nei nostri confronti – sottolinea CasaPound -, un gesto che dovrebbe far riflettere chiunque abbia ancora a cuore la libertà di espressione nel nostro paese”.

 

MATTARELLA “I LIBRI PRESIDIO DI LIBERTÀ”

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“I libri, i classici, i romanzi, i manuali per la scuola sono stati vettori di sviluppo e di diffusione della cultura”. Quella dei libri “è una storia di libertà che vuol dire anche confronto, dialogo, apertura di orizzonti. E’ una storia di crescita civile, i libri sono stati un presidio per la difesa della libertà e dei diritti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione dei 150 anni dell’Associazione Italiana Editori, alla quale erano presenti, tra gli altri, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, la sindaca di Roma Virginia Raggi e il neo ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini. Il capo dello Stato, accolto in sala da una standing ovation, ha poi aggiunto: “è tempo questo di riapertura delle scuole e tante famiglie si stanno misurando con le difficoltà di assicurare ai propri figli ciò che occorre per l’istruzione. L’istruzione dei ragazzi è interesse primario della Repubblica, desidero sottolineare l’alto valore sociale dei libri di testo, va ricordato alle pubbliche istituzioni e insieme va richiamata la necessita di scelte editoriali coerenti con quell’onere sociale”. Mattarella ha anche sottolineato come in Italia “si legga ancora troppo poco, dobbiamo migliorare, leggere è una ricchezza immateriale della quale non possiamo fare a meno”.

 

Secondo i dati che emergono dal Libro Bianco, ricerca commissionata dall’AIE, infatti, in Italia oggi si legge poco (il 60% dei 15-74enni legge un libro all’anno): tra i cinque maggiori mercati editoriali europei, l’Italia si presenta come il Paese con il più basso indice tra la popolazione adulta. Inoltre, la qualità della lettura in termini di numero libri letti e di tempo dedicato è scadente. Un aspetto ancor più preoccupante è quello che emerge nelle fasce più giovani della popolazione: si collocano, è vero, con l’87%, ai vertici della classifica per numero di libri letti; ma solo il 5% di chi le compone dedicava alla lettura almeno un’ora continuativa al giorno nel 2017, percentuale scesa all’1% nel 2019. Solo il 24,8% ha elevate competenze nella comprensione dei testi (tra i Livelli 4 e 6), l’Italia si colloca all’ultimo posto tra i maggiori Paesi europei. Infine, il 26,7% (dato 2018) di chi ha una laurea non ha letto alcun libro nel corso dell’anno precedente. Parliamo di più di un laureato su quattro. Sempre nel 2018, il 40,8% di imprenditori, dirigenti di azienda, in genere di chi occupa ruoli apicali nella grande, media e piccola industria italiana, dichiara di non aver letto alcun libro.

 

“Non c’è quasi un singolo parametro tra quelli che misurano lo stato di salute dell’istruzione e della cultura nel quale l’Italia non si collochi agli ultimi posti tra i paesi europei. È stato detto che nessun paese può permettersi di essere ricco e ignorante per più di una generazione. Non so da quando dobbiamo considerare che sia scattato il cronometro. Ma se già non è scaduto, il tempo a nostra disposizione è pochissimo. Non abbiamo futuro se non mettiamo l’istruzione, la conoscenza, il sapere al centro dell’agenda politica nazionale”, ha detto Riccardo Franco Levi, Presidente dell’Associazione Italiana Editori. “Dunque: scuola, scuola, scuola. Dalle scuole materne all’università, dagli istituti di ricerca all’educazione ricorrente degli adulti. Ora, subito. E se non ora, quando? Per noi editori – ha sottolineato – l’istruzione è ragione e motivo di impegno civile, campo prioritario di attività e investimento”.

 

CONTE “UN PIANO EUROPEO PER IL SUD”

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“Ieri ho avuto modo di condividere con la neopresidente della Commissione europea Ursula von der Leyen i contenuti più significativi dell’agenda riformatrice alla quale il nuovo governo sta lavorando, a partire proprio dall’avvio di un piano strutturale di rilancio del Mezzogiorno, che sarà parte integrante del ‘patto con l’Europa’ che ho proposto ieri a Bruxelles. Voglio essere estremamente chiaro. Si tratta di una sfida decisiva”. Lo scrive il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in una lunga lettera al Quotidiano del Sud.

“La crescita dell’Italia, da Sud a Nord, è fra i punti più qualificanti dell’azione del Governo, a partire dall’ineludibile principio dell’equità sociale e territoriale – spiega Conte -. Si tratta di una priorità che gli italiani avvertono da decenni, al pari di tematiche forse più spesso evocate a livello mediatico, ma non per questo più urgenti. Posso garantire che si tratta di un’evidenza avvertita anche dalle Istituzioni europee, come dimostrato, proprio pochi giorni fa, dalla Direzione generale per la Politica regionale e urbana della Commissione Ue, secondo la quale negli ultimi anni gli investimenti pubblici nel Sud-Italia sono diminuiti in maniera consistente”.

 

“Vogliamo realizzare un piano straordinario di intervento, approntare una cintura di protezione per le aree che soffrono di maggiori disagi dal punto di vista economico e sociale. Dedicheremo il nostro impegno a questo obiettivo e ne faremo un autentico pilastro della nostra azione politica, in Italia e in Europa – prosegue il presidente del Consiglio -. L’azione riformatrice del Governo, a partire dai progetti di autonomia differenziata, mira a promuovere e a riconoscere, nel rispetto della Costituzione, le legittime pretese dei territori, senza perdere di vista però gli obiettivi della coesione e della solidarietà nazionale. La nostra prospettiva mira a contrastare il divario fra Nord e Sud, le logiche di contrapposizione fra aree di un Paese che corre a velocità diverse. Lavoriamo affinché i nostri figli non conoscano un’Italia di serie A e una di serie B”.

“C’è un Governo pronto a mettere in campo tutti gli strumenti di coordinamento e di sostegno – prosegue il premier -. Le priorità sono una Banca pubblica per gli investimenti a supporto delle imprese e tutti quegli strumenti di intervento, come i Contratti istituzionali di sviluppo, le Zes e i Contratti di Rete, idonei a perseguire obiettivi mirati e finanziariamente sostenibili, in grado, al contempo, di capitalizzare le risorse, in particolare quelle europee, che spesso non sono spese o non vengono adeguatamente impiegate. E poi ancora, l’aumento di fondi dedicati alle infrastrutture di tutto il Paese, con una quota destinata al Sud maggiore rispetto al passato e realmente calibrata sulla popolazione e sui suoi bisogni”.

“La transizione energetica e un Green new deal sono gli alleati dello sviluppo nel Mezzogiorno, poiché sono capaci di coniugare nuova occupazione, innovazione e tutela dell’ambiente – conclude Conte -. Parlare del Sud e lavorare ad una maggiore coesione dell’intero sistema-Paese significa promuovere il bene comune di tutti gli italiani. Significa scongiurare i rischi di una società frammentata e arroccata su dannosi egoismi. Significa mettere a disposizione competenze, volontà e – soprattutto – entusiasmo e fiducia. È un impegno collettivo al quale non possiamo sottrarci”.