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GUALTIERI “NO A MANOVRA RESTRITTIVA”

“Una manovra restrittiva sarebbe controproducente”. Lo ha detto il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri a Helsinki.

“Stiamo lavorando – ha spiegato – per collocare la manovra dell’Italia nel quadro di una più generale e appropriata fiscal stance”.

DI MAIO “UN PATTO CIVICO PER L’UMBRIA”

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“A breve ci saranno le elezioni regionali in Umbria e i cittadini saranno chiamati a scegliere un progetto e una persona per guidare la Regione nei prossimi 5 anni. È un appuntamento importante anche perché si arriva in anticipo a questa data in seguito a uno scandalo che ha coinvolto direttamente la giunta uscente, ma che, soprattutto, ha colpito i cittadini che si affidavano a una sanità travolta da uno scandalo di corruzione”. Così, in una lettera a La Nazione, il leader del M5s Luigi Di Maio, che lancia “un patto civico per l’Umbria” in vista delle elezioni regionali.

“Va da sé che la fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini sia crollata aggiunge -. E questo crea una ulteriore emergenza in questa regione. Dobbiamo trovare un nuovo modo d’immaginare la politica al servizio dei cittadini. Non sono un cittadino umbro e con molta umiltà ho cercato di ascoltare con attenzione le proposte delle forze politiche e le richieste degli umbri. Tutte queste forze sono legittimamente impegnate a formare coalizioni, programmi e a trovare candidati. Ma non sembra sia ben chiara la gravità del momento che sta attraversando questa regione”.

“Io credo – sottolinea Di Maio – che questa terra in passato abbia sempre dimostrato di avere gli anticorpi per fermare questo genere di pratiche. Se quegli anticorpi, anche nella gentilissima Umbria, sono venuti meno, evidentemente è ora di cambiare il modo d’intendere la politica. E per rigenerare il patto di fiducia cittadini-istituzioni, secondo me c’è bisogno che tutte le forze politiche di buon senso facciano un passo indietro e lascino spazio a una giunta civica, che noi saremmo disposti a sostenere esclusivamente con la nostra presenza in consiglio regionale, senza pretese di assessorati o altri incarichi. Ovviamente ci aspettiamo che tutti gli altri facciano lo stesso. Qualcuno parlerà di alleanze o coalizioni, ma non si tratta di questo. Ognuno correrà con il proprio simbolo in sostegno di un presidente civico e con un programma comune. Ma senza pretendere nulla sulla composizione della giunta e sulle dinamiche del governo regionale. Le forze politiche saranno solo in consiglio regionale con i propri gruppi”. “Il nostro candidato alla presidenza della Regione del 2015, Andrea Liberati – aggiunge Di Maio -, è al secondo mandato. Si è speso tanto in questi 4 anni, pur sapendo di non potersi ricandidare per le regole del Movimento”.

“Questo spirito di servizio, che Andrea ha saputo dimostrare con i fatti ogni giorno – evidenzia Di Maio -, vorrei potesse essere il punto di partenza di un patto innovativo per il bene comune dell’Umbria, come quando, con le marce Perugia-Assisi, stringemmo proprio qui un patto per il bene dell’Italia contro povertà e mancanza di lavoro, fenomeni crescenti in questa regione. Un patto civico, che veda un candidato presidente fuori dalle appartenenze partitiche e che possa mettere al centro un programma innovativo, di punti veri e realizzabili. Un programma che possa ispirare serietà, fiducia e competenza. Credo sia ora di dare una sterzata e cambiare del tutto le persone chiamate a gestire questa Regione”.

“Vorrei essere più chiaro – prosegue Di Maio -. Tutte le forze che credono nel bene comune di questa regione facciano un passo indietro, rinunciando ai propri candidati presidente, e mettano fuori dalle liste quei candidati che hanno avuto a che fare con il passato di questa regione e gli impresentabili. Chiediamo che sottoscrivano insieme a noi un appello ai cittadini, proponendo alle migliori risorse di questa regione di farsi avanti. Queste risorse ci sono. Chiedendo a una personalità all’altezza di proporsi come candidato presidente. Sosteniamolo e diamogli autonomia piena per formare una squadra di super-competenti, senza interferenze della vecchia politica. Noi svolgeremo il nostro ruolo in Consiglio regionale”, conclude il leader del M5s.

MATTARELLA “PREVALGA DIALOGO E RISPETTO”

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“In occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica desidero rivolgere il mio saluto più cordiale all’Unione delle Comunità Ebraiche, che organizza da vent’anni questo rilevante evento culturale”. E’ quanto si legge nel messaggio che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato alla Presidente della Unione Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni. 

“Il tema scelto per l’edizione 2019 è: ‘I sogni, una scala verso il cielo'”, sottolinea il Capo dello Stato, aggiungendo: “‘Il sogno è lo specchio dell’ebreo’, ha scritto di recente il Rav Roberto Colombo. Chi sogna desidera. E chi desidera progetta, costruisce il futuro. Non possiamo prevedere compiutamente, oggi, quali contorni assumeranno il mondo e la società di domani. Ma sappiamo che il futuro avrà un volto migliore se a prevalere saranno il dialogo, il confronto, l’apertura, nel pieno rispetto e nella valorizzazione della diversità, delle tradizioni e delle radici”.

“La cultura ebraica, con la sua specificità e le sue peculiari caratteristiche, è parte integrante della storia, della coscienza, della vita italiana – evidenzia Mattarella -. E’ un patrimonio di grande valore, che merita di essere preservato, diffuso e approfondito. Rivolgo pertanto ai promotori e a tutti i partecipanti alle iniziative organizzate in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica gli auguri di buon lavoro, sicuro che l’impegno profuso sarà coronato, anche quest’anno, da un grande successo”.

SALVINI “GOVERNO FIGLIO DI UN GRANDE IMBROGLIO”

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“Questo governo è figlio di un grande imbroglio e Renzi ne è uno dei protagonisti, e penso che ne’ il Pd ne’ i 5 Stelle avranno gran fortuna”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a Pontida, che sul palco ha sottolineato “Non cambierei la mia vita con un Renzi, un Conte o un Di Maio comunque. Tenetevi la poltrona, noi ci teniamo la dignità”.

“La politica senza cuore e senza passione non è politica, ma una cosa da poltronari e qua ci sono valori”, ha dichiarato Salvini, che ha aggiunto: “Lo abbiamo detto in tutte le lingue: il popolo italiano non è servo di nessuno. I sussurri con la Merkel e Macron li lasciamo ai traditori del popolo italiano”.

“C’è un servitore di due padroni e presidente buono per tutte le poltrone”, ha detto, riferendosi al premier Giuseppe Conte, il leader della Lega, Matteo Salvini, che poi ha ribadito: “Noi lo diciamo e lo ribadiamo da qui: mai con il Pd”. “Enrico Berlinguer si rivolterebbe nella tomba a sentire parlare certe persone di comunismo. Allora i comunisti parlavano agli operai, oggi parlano alle banche”, ha aggiunto.

E poi ancora, “quelli di sinistra sono schiavisti e razzisti, sfruttatori di donne e di uomini”, ha sottolineato Salvini accusando la nuova linea del governo sugli sbarchi. Infine, dopo avere parlato di immigrazione, fisco, flat tax Salvini ha concluso il suo intervento invitando tutti “il 19 ottobre a Roma, sarà la festa dell’orgoglio nazionale”.

PD, ZINGARETTI “DIVIDERSI SAREBBE UN ERRORE”

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“Io vedo come un mio successo, un successo di un ministro del M5S”. Nicola Zingaretti guarda con questo spirito alle alleanze per le imminenti regionali in Umbria, unico modo per fermare “una delle destre piu’ pericolose d’Europa”.  Senza il governo giallorosso, “Salvini adesso sarebbe presidente del consiglio della Repubblica italiana”, ricorda ai circa mille spettatori del suo intervento alla festa del Pd a Torino. Questa e’ la ragion d’essere del Conte Bis, perche’ con il Movimento “non siamo amici, siamo ex avversari, che non faranno gli errori che hanno fatto gli altri”.
Le insidie ovviamente non mancano per il leader del Pd: “Siamo tutti in discussione”, ma “sarebbe stato da ottusi bloccare tutto in nome di idee del passato. Siamo all’inizio, nessuna pigrizia, tanta umilta’, diamo al Paese l’idea che stavolta stiamo facendo sul serio”. Se a Palazzo Chigi la quadra e’ stata trovata, dentro il partito “e’ durissima”. Il rischio scissione esiste, non solo sui giornali: “Dividersi sarebbe un errore gravissimo, l’Italia non capirebbe. Il Pd unito rende chiara l’esistenza di un altro soggetto politico che vuole combattere” e “quando facciamo cosi’ non ce n’è per nessuno”.

CONTE “LA COSTITUZIONE È LA STELLA POLARE”

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“Volevo ringraziarvi per la disponibilità e darvi il benvenuto nella squadra di governo, abbiamo una grande responsabilità, siamo qui per un ufficio pubblico e dobbiamo realizzarlo con disciplina e onore come ci impone la costituzione, che sarà la nostra stella polare. Noi ci metteremo cuore, passione e impegno perché l’occasione di servire il paese capita tutti i giorni e dobbiamo fare il massimo per dare delle risposte alle urgenze e ai bisogni del paese”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte nel corso della cerimonia di giuramento dei sottosegretari e viceministri.

“Sarà molto importante curare con la massima attenzione il rapporto con le forze politiche rappresentate in Parlamento – ha proseguito -. Abbiamo l’obbiettivo di realizzare l’azione di governo ma dobbiamo farlo sempre con il dialogo con le forze politiche in Parlamento, tendendo sempre l’orecchio alla comunità nazionale. Cerchiamo di mantenere un filo diretto perché sarà determinante per la massima efficacia dell’azione di governo”.

RENZI DICE ADDIO AL PD

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“I gruppi autonomi nasceranno già questa settimana. E saranno un bene per tutti: Zingaretti non avrà più l’alibi di dire che non controlla i gruppi Pd perché saranno ‘derenzizzati’. E per il governo probabilmente si allargherà la base del consenso parlamentare, l’ho detto anche a Conte. Dunque l’operazione è un bene per tutti. Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Il ragionamento è più ampio e sarà nel Paese, non solo nei palazzi”. Così, in un’intervista a la Repubblica, l’ex segretario del Pd Matteo Renzi formalizza lo strappo nel partito.

Poi, spiega: “Abbiamo fatto un capolavoro tattico mettendo in minoranza Salvini con gli strumenti della democrazia parlamentare. Ma il populismo cattivo che esprime non è battuto e va sconfitto nella società. E credo che le liturgie di un Pd organizzato scientificamente in correnti e impegnato in una faticosa e autoreferenziale ricerca dell’unità come bene supremo non funzionino più”. Quanto all’invito all’unità richiesto da Zingaretti, Renzi osserva: “Non ho un problema personale con Zingaretti, né lui ha un problema con me. Abbiamo sempre discusso e abbiamo sempre mantenuto toni di civiltà personali. Qui c’è un fatto politico. Il Pd nasce come grande intuizione di un partito all’americana capace di riconoscersi in un leader carismatico e fondato sulle primarie. Chi ha tentato di interpretare questo ruolo è stato sconfitto dal fuoco amico. Oggi il Pd è un insieme di correnti. E temo che non sarà in grado da solo di rispondere alle aggressioni di Salvini e alla difficile convivenza con i 5 Stelle”. Per il senatore del Pd “c’è una corrente culturale nella sinistra italiana per la quale io sono l’intruso”, ma “mi fa uscire la mancanza di una visione sul futuro”. Comunque, assicura che non è una vendetta. “Ho votato la fiducia persino al governo coi grillini, figuriamoci se mi preoccupano i risentimenti o le vendette. Mi hanno sempre trattato come un estraneo, come un abusivo, anche quando ho vinto le primarie”. Poi, chiarisce: “A Zingaretti lasciamo la maggioranza dei parlamentari. Mi avrebbe fatto comodo godere della rendita di queste ultime settimane per avere un potere d’interdizione nel Pd. Ma bisogna dire, non interdire. Fare, non bloccare. Proporre, non contrattare. E io credo che ci sia uno spazio per una cosa nuova. Che non è di centro o di sinistra, ma che occupa lo spazio meno utilizzato dalla politica italiana: lo spazio del futuro”. 

Su quanti lo seguiranno in questa nuova avventura, Renzi dice: “I parlamentari saranno trenta, più o meno. Non dico che c’è un numero chiuso, ma quasi. La vera sfida saranno le migliaia di persone che sul territorio faranno qualcosa di nuovo e di grande. E la Leopolda sarà un’esplosione di proposte. Ci riconoscerete dal sorriso, non dal rancore. Voi la chiamate scissione, io la chiamo novità. E non mi sentirete mai parlare male di Zingaretti o Orlando o Franceschini: a loro mando un abbraccio e auguro buon lavoro. Quando una storia finisce, finisce”. Sul perché un Pd diviso dovrebbe essere più efficace contro il centrodestra, Renzi chiosa: “Io voglio fare la guerra a chi semina odio. I prossimi anni li voglio passare in contrapposizione frontale contro il populismo di Salvini. Voglio sperare che anche il Pd si preoccupi di lui e non di Matteo Renzi. Non ci sono più alibi, non c’è più il parafulmine, ognuno cammini libero per la sua strada. In mezzo alla gente, non solo nei gruppi parlamentari. La guerra voglio farla a Salvini, non a Zingaretti. Lascio la comodità e mi riprendo la libertà. Ma c’è da costruire un nuovo modello di comunità politica, innovativo, non legato agli schemi ottocenteschi. Io ci proverò con tutto il mio entusiasmo e la mia determinazione. Saremo in tanti”.

CONTE “RAFFORZARE COOPERAZIONE CON LA LIBIA”

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha incontrato oggi a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio di Presidenza del Governo di Accordo Nazionale della Libia, Fayez al Serraj.

La crisi libica rimane fonte di grande preoccupazione per il Governo italiano e la sua soluzione rappresenta un cruciale interesse nazionale, riferiscono fonti di Palazzo Chigi dopo l’incontro, spiegando che la stabilizzazione del Paese e dell’intera Regione, il benessere del popolo libico erano, sono e saranno al centro dell’azione di Governo del presidente Conte.

Conte ha ribadito il sostegno italiano al Governo di Accordo Nazionale e nel contempo l’invito a continuare a farsi parte attiva per un ritorno ad un processo virtuoso e pacifico.

Il terrorismo è una preoccupazione internazionale. Il presidente Conte, come in precedenti occasioni, ha invitato Serraj a fare uno sforzo importante per contrastare le frange estremiste annidate tra le milizie.

L’Italia ritiene che non vi possa essere alcuna soluzione militare e che la soluzione politica sia l’unica davvero sostenibile. Con questo obiettivo abbiamo ripetutamente esortato tutte le parti in causa ad invertire la spirale di violenza e adoperarsi in buona fede per un cessate il fuoco duraturo.

 

“Promuoviamo un approccio inclusivo sia con le componenti libiche, sia con la Comunità internazionale – sottolineano da Palazzo Chigi -. L’Italia sostiene con coerenza il Governo di Accordo Nazionale quale Governo legittimo ed internazionalmente riconosciuto; nel contempo non possiamo non considerare la Cirenaica e le altre rappresentanze libiche come interlocutori nella ricerca di una soluzione politica”.

Segnalata la fortissima sensibilità dell’opinione pubblica italiana sulle gravi condizioni umanitarie, le questioni migratorie e la gestione dei centri di detenzione. “Esortiamo da tempo una sinergia più forte con le agenzie ONU sul terreno e siamo promotori di un rinnovato sostegno a tutti i livelli, nazionale e con le organizzazione internazionali – proseguono dalla Presidenza del Consiglio -. Auspichiamo che Serraj possa garantire un forte senso di responsabilità e confidiamo molto nella cooperazione esistente tra le Autorità competenti dei due Paesi”.

 

“Continuiamo a sollecitare tutte le parti in causa ad adottare tutte le necessarie misure per proteggere la popolazione civile nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Operiamo di concerto con i partner internazionali e in stretto coordinamento con Salamè per porre fine al conflitto e rilanciare il processo politico. In questo senso, pensiamo che le iniziative diplomatiche in corso di organizzazione potranno rappresentare un prezioso aiuto per mantenere alta l’attenzione e promuovere una reale de-escalation. E’ chiaro che ognuno dovrà fare la sua parte – dicono ancora da Palazzo Chigi -. Il riferimento va all’ipotesi di Ministeriale sulla Libia ai margine dell’UNGA ed alla Conferenza internazionale che Berlino intende ospitare in autunno. In questa roadmap ideale si pone anche la conferenza intra-libica quale testimonianza di una vostra concreta ownership nazionale”.

L’iniziativa a New York, favorita da Italia e Francia congiuntamente sotto egida ONU, può fornire un segnale importante di coesione internazionale e fare chiarezza su un percorso che vogliamo effettivamente condiviso. Nell’incontro di stasera con il presidente Macron, la Libia sarà parte centrale del colloquio. Si tratta di elaborare seguiti utili per la preparazione dell’evento internazionale successivo.

Questa operazione di coordinamento ha già avuto avvio ieri, in occasione della riunione tenutasi a Berlino a livello di Inviati Speciali, da cui è emerso un chiaro segnale che la Comunità internazionale intende spingere per un cessate-il-fuoco e la ripresa del percorso interrotto dopo Abu Dhabi.