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MELONI “L’UNICA STRADA SONO LE ELEZIONI”

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“Le elezioni sono oggi sono l’unico esito possibile dell’Italia”. Lo ha detto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, al termine delle consultazioni con il Presidente Mattarella. “Aggiungo anche che sono l’esito più rispettoso per la Costituzione” ha detto Meloni. “Andare a votare è l’unico modo di avere un governo stabile”, ma “se si dovesse affidare un mandato dovrebbe andare a un esponente del centrodestra perchè più affine alla volontà popolare”.

Per Meloni “se si andasse al voto avremo un governo coeso con numeri importanti, una visione compatibile che durerebbe 5 anni, tutto il resto è destinato a durare l’arco di qualche mese” ha proseguito.

Meloni conferma la contrarietà alla nascita di un governo Pd-M5S. “L’ipotesi di un governo Pd-M5S è oscena, non è quello che vogliono gli italiani. Credo che gente che fino a ieri si insultava difficilmente potrà andare d’accordo a lungo, la politica è una cosa seria”.

La leader di Fratelli d’Italia ha sentito Matteo Salvini. “L’ho sentito, penso che se si andasse al voto ci sarebbe sicuramente una compagine formata da FdI e Lega, vedremo cosa fa Forza Italia, e sicuramente sarebbe già maggioritaria”.

BERLUSCONI “GOVERNO DI CENTRODESTRA O VOTIAMO”

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“Occorre costituire in Parlamento una maggioranza di centrodestra che corrisponda al sentire degli italiani, qualora non sia possibile realizzarla la strada maestra è una sola: elezioni anticipate”. E’ la posizione di Forza Italia, rivendicata dal leader Silvio Berlusconi al termine del colloquio con Mattarella.

“Abbiamo manifestato al Capo dello Stato la nostra preoccupazione per questa crisi di governo, grave perchè aperta in un momento delicato per la nostra nazione. L’Italia dovrà affrontare una manovra pesante di almeno 30 miliardi per evitare l’aumento dell’iva e il crollo dei consumi come accaduto recentemente in Giappone. Un governo non può nascere in laboratorio, non può funzionare se basato un un contratto. Siamo davanti al rischio di una maggioranza che non rispecchia la volontà degli italiani” ha detto Berlusconi che ha rilanciato proponendo “il modello di  centrodestra, maggioranza naturale degli italiani, confermato dalle tornate elettorali dell’ultimo anno. In nessun caso Forza Italia è disponibile a partecipare ad alleanze con chi abbiamo contrastato in campo elettorale e che mostrano una visione diversa”.

Berlusconi ha anche definito non riferibili i giudizi di Merkel e Juncker sul governo dimissionario ed ha evocato alcuni rischi. “Un governo sbilanciato a sinistra sarebbe pericoloso per le imprese, la sicurezza, la garanzia e la liberta’ dei cittadini. Esiste il rischio concreto che di fronte a difficolta’ di bilancio si ricorra a una patrimoniale”.

 

 

ZINGARETTI “ESECUTIVO DI SVOLTA O ANDARE AL VOTO”

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“Abbiamo espresso al Capo dello Stato la disponibilità a verificare la formazione di una diversa maggioranza per dare vita a un governo nel segno della discontinuità”. Lo ha detto Nicola Zingaretti, segretario del Pd, al termine delle consultazioni con il Presidente Mattarella, ribadendo i punti non negoziabili già anticipati dopo la direzione.

“Non un governo a qualsiasi costo, quello che serve è un governo di svolta, alternativo alle destre, con un programma nuovo e solido e un’ampia base parlamentare che possa dare speranza agli italiani” ha detto Zingaretti.

“Riteniamo utile provare a dare vita a un governo di svolta e abbiamo indicato al Presidente i primi non negoziabili principi a cui il nuovo governo dovrebbe rifarsi, tra cui la chiara e indiscussa scelta europeista e l’impegno a costruire una Europa profondamente rinnovata all’insegna dello sviluppo, lavoro e solidarietà, il pieno riconoscimento e difesa della democrazia rappresentativa a partire dal valore della centralità del Parlamento, una svolta radicale delle scelte economiche e di sviluppo, evitare ulteriori inasprimenti fiscali a partire da quello dell’Iva, una svolta infine con l’Ue nell’organizzazione e gestione dei flussi migratori rispetto ai decreti che si sono approvatio in questa legislatura”.

Zingaretti aggiunge che “se non dovessero esistere le condizioni per un governo di svolta lo sbocco naturale della crisi sarebbe il voto”.

Dare vita a un governo “per noi non è una scelta facile, anche a causa dell’eredità pesante che ci ha lasciato il precedente governo, della distanza politica che ci segna con alcune forze, in particolare il M5S protagonista dell’esperienza del governo Conte. Ma siamo preoccupati delle difficoltà enormi della nostra economia”.

 

SALVINI “NO GIOCHI PALAZZO, ELEZIONI VIA MAESTRA”

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La via maestra è quella del voto, anche se Matteo Salvini lancia ancora segnali di apertura verso il M5S. E’ questo l’esito delle consultazioni della Lega dal Presidente della Repubblica.

“Oggi la via maestra non sono i giochi politici e di palazzo, ma sono le elezioni. Fino a qualche legislatura fa si sarebbe fatto finta di niente, ma l’Italia non può permettersi di perdere tempo. Abbiamo letto ipotesi con il solo collante di tenere fuori Salvini e Lega” ha detto Salvini al termine dell’incontro con il Capo dello Stato.

“L’Italia non può avere un governo che litiga, i troppi no hanno portato allo stop di questa esperienza di governo, che tante cose buone ha fatto” le parole del leader leghista.

“Ho scoperto in questi giorni che qualcuno voleva fare una manovra economica coraggiosa. Aver scoperchiato il vaso è servito agli italiani per capire, ho raccolto una serie di insulti, me ne faccio carico volentieri. Ho detto al presidente della Repubblica che un accordo contro per tirare a campare, Pd- Cinquestelle è la vecchia politica” ha aggiunto Salvini, che lascia ancora aperte le porte per al M5S.

“Se qualcuno mi dice miglioriamo la squadra, miglioriamo il programma, diamoci un obiettivo, ho detto che sono uomo concreto, non porto rancore. Ma sarebbe irrispettoso far rientrare dalla finestra Renzi, Boschi e Boldrini. La voglia di chiarezza non era un mio capriccio, è orgoglio”.

 

DI MAIO “NON LASCIAMO LA NAVE AFFONDARE”

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“In queste ore sono state avviate tutte le interlocuzioni necessarie per trovare una  maggioranza solida che converga su dieci punti, noi non lasciamo la nave affondare e che a pagare la crisi siano gli italiani”. Lo ha detto il capo politico del M5S Luigi Maio al termine delle consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“I cittadini ci hanno votato per cambiare l’Italia e non per cambiare il M5S. La fine del Governo ha bloccato riforme importanti” ha aggiunto Di Maio. “Quella del voto è un’ipotesi che non ci intimorisce, ma non può essere una fuga dalle promesse fatte agli italiani. Al capo dello Stato abbiamo portato le nostre preoccupazioni per l’economia, c’è il rischio di tornare a una crisi come nel 2008” rivendicando di avere la “maggioranza in Parlamento”.

Quindi, elenca i dieci obiettivi: in testa il taglio dei parlamentari (“non la daremo vinta a chi vuole tenerseli”), quindi una manovra equa che preveda lo stop dell’Iva e il taglio del cuneo fiscale, il cambio di paradigma sull’ambiente con un’Italia 100% rinnovabile, una legge sul conflitto di interessi, la riforma della Rai, dimezzamento dei tempi della giustizia, autonomia differenziata e riforma degli enti locali, lotta alle mafie, piano straordinario di investimenti per il sud, riforma del sistema bancario e tutela dei beni comuni”.

CHIUSA PRIMA GIORNATA DI CONSULTAZIONI

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Concluso il primo giorno di consultazioni al Quirinale da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’obiettivo è di verificare se vi sia la possibilità di trovare una nuova maggioranza di governo o se prevarrà la volontà di andare a elezioni. Essenziale il fattore tempo per queste consultazioni rapide, iniziate alle 16 e che dureranno poco più di 24 ore.

Quello che è emerso al termine della prima giornata è un Presidente che attende di conoscere in tempi brevi la volontà chiara delle forze politiche prima di prendere le sue decisioni, ma attende anche un nome. Un esecutivo che non sia semplicemente per evitare il voto, ma che dovrà avere delle basi solide, in caso contrario potrebbe essere formato un governo di garanzia che servirebbe per gli affari correnti e per guidare il Paese verso nuove elezioni.

Mattarella ha sentito telefonicamente il Presidente Emerito, Giorgio Napolitano, ha incontrato il Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Presidente della Camera, Roberto Fico, quindi il Gruppo per le Autonomie SVP-PATT,UV del Senato che ha definito “irresponsabile” la prospettiva di un voto subito e si è detto anche disponibile ad un “Conte bis ma con una maggioranza diversa”.

A seguire, è stato il turno del gruppo parlamentare misto del Senato. “Abbiamo esposto al Presidente le nostre preoccupazioni su una precipitazione del Paese al voto. Si rischierebbe
per molte forze politiche di non potere neanche presentare le liste. Riteniamo questa idea di voto anticipato pericolosa per il Paese” le parole di Loredana De Petris, presidente del gruppo, mentre Emma Bonino ha parlato di un eventuale nuovo governo che “avrà il compito di fare ma anche di disfare alcune delle piu’ inaccettabili iniziative e leggi prese da questa maggioranza, mi riferisco al dl Sicurezza bis, alla questione migranti, allo sperpero dei fondi pubblici che ci portera’ in una finanziaria difficile. Serve un autorevole governo del fare e del disfare”. L’ex presidente del Senato Pietro Grasso ha invece chiesto “coraggio” ai due maggiori partiti cioe’ M5S e Pd.

Quindi, è stato il turno del gruppo parlamentare misto della Camera che per lo più ha chiesto un governo di legislatura, così come Leu che per bocca del presidente Federico Fornaro ha parlato di “governo di svolta” come necessario per il Paese. La maggior parte dei rappresentanti dei Gruppi ascoltati oggi da Mattarella, dunque, ha dichiarato la propria disponibilita’ a sostenere un governo di ampio respiro, di lunga durata e solido.

Ma la giornata cruciale sarà domani quando al Colle saliranno in mattinata i Gruppi di Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Forza Italia, mentre nel pomeriggio i Gruppi della Lega e del M5S.

DIREZIONE PD UNANIME, ZINGARETTI “NO A CONTE BIS'”

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“Il fallimento di quell’esperienza” di governo “e’ la dimostrazione empirica delle difficolta’ di fare i conti con la complessita’ sociale e di affrontare i nodi non sciolti della crisi italiana. Discontinuita’, dunque, e’ cio’ che chiediamo ma questo impegna e riguarda anche noi a produrre una corrispondente capacita’ di cambiamento. Nelle politiche e negli assetti. Sulla discontinuita’ “non possiamo e non vogliamo entrare in un Conte bis, un governo in prosecuzione con quello che abbiamo combattuto”. Lo ha detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, aprendo la direzione nazionale nel primo giorno della crisi di governo e alla vigilia delle consultazioni al Quirinale. “Lo scopo deve essere quello di chiudere la strategia del populismo ed affermare con chiarezza le ragioni della democrazia liberale e l’orizzonte europeo”, ha aggiunto Zingaretti.
 
All’unanimita’, la direzione ha approvato l’odg che riassume la linea e la relazione del segretario. “La direzione nazionale del Partito Democratico, giudica la caduta del governo lo sbocco naturale e necessario del fallimento della maggioranza gialloverde responsabile di una paralisi dell’economia, di un impoverimento diffuso, un tessuto imprenditoriale ulteriormente provato e di un isolamento senza precedenti dell’Italia sulla scena europea e internazionale”. Il Pd “ripone massima fiducia nell’azione del presidente Mattarella, che ringraziamo per l’opera incessante di tutela delle istituzioni e delle procedure democratiche. Ritiene che in assenza di una chiara e solida maggioranza espressione del Parlamento attuale lo sbocco naturale della crisi siano nuove elezioni”.
 
Nell’odg approvato alla Direzione nazionale, il Partito Democratico detta i punti sui quali i dem possono dare l’ok ad una nuova maggioranza: Impegno e appartenenza leale all’UE; Pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa; L’investimento su una diversa stagione della crescita fondata sulla sostenibilità ambientale e su un nuovo modello di sviluppo; Una svolta profonda nell’organizzazione e gestione dei flussi migratori; Una svolta delle ricette economiche e sociali. 
 
“Sono molto contento e molto soddisfatto per il livello di unita’ e compattezza che abbiamo trovato nella direzione del partito che per la prima volta dopo moltissimi anni ha votato dandomi un mandato all’unanimita’. Noi siamo pronti per riferire al presidente Mattarella la nostra piena disponibilita’ a verificare le condizioni per un governo di svolta utile al Paese in un momento difficile”. L’ha detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, al termine della direzione del partito parlando con i gornalisti. “Nessun accordicchio sottobanco ma alla luce del sole la verifica per costruire un programma possibile, condiviso da un’ampia maggioranza parlamentare. Verificheremo queste condizioni che, se non si realizzeranno, porteranno il Paese a elezioni anticipate. Oggi si e’ fatto un importante passo in avanti, perche’ tutto il Pd unito si e’ ritrovato in questa posizione”, ha aggiunto.

RENZI “SE NASCE UN NUOVO GOVERNO NON CI SARO'”

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“Non so se voteremo in futuro un governo insieme, ove questo avvenisse, di questo governo io non ne faro’ parte in modo orgoglioso”. Lo ha detto l’ex premier Matteo Renzi, nel suo intervento al Senato dopo le annunciate dimissioni del premier Conte e dopo la replica del vice premier Matteo Salvini. “L’aumento Iva porterebbe una crisi dei consumi che solo l’irresponsabilita’ dell’ambizione personale non puo’ vedere, e’ un colpo di sole aprire una crisi in questo momento, questo e’ il Parlamento non il Papeete” le parole del senatore Pd.

In precedenza, aveva parlato sull’operato del presidente Conte:”Il suo governo ha fallito ma il presidente del consiglio lascia con stile. Abbiamo apprezzato le sue parole sullo stile istituzionale, ma avremmo apprezzato che fossero state pronunciate prima. In questo Paese si e’ creato un clima di odio frutto anche del linguaggio della politica. Avete servito il paese ma i vostri risultati economici sono un fallimento” le parole di Renzi.

A stretto giro, arriva anche la posizione del segretario del Pd Nicola Zingaretti, duro con l’operato del governo Conte giunto al capolinea.

“Tutto quanto detto sul ministro Salvini questo pomeriggio dal presidente Conte, non puo’ che essere condiviso. Ma attenzione anche ai rischi di autoassoluzione. In questi 15 mesi e’ stato il presidente del Consiglio, anche del ministro Salvini, e se tante cose denunciate sono vere perche’ ha atteso la sfiducia per denunciarle? E all’elenco delle cose fatte non puo’ non seguire l’elenco dei disastri prodotti in economia, sul lavoro, sulla crescita, sullo sviluppo. Questo e’ il vero motivo del pantano nel quale l’Italia e’ finita. Per questo, qualsiasi nuova fase politica non puo’ non partire dal riconoscimento di questi limiti strutturali di quanto avvenuto in questi mesi” le parole di Zingaretti.