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PRODI “SERVE UNA COALIZIONE DI LEGISLATURA”

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“La fine prematura della legislatura è il riconoscimento di un fallimento, una ferita inferta alla vita democratica. Bisogna quindi fare il possibile per evitare tale evento”. Cosi’ Romano Prodi su Il Messaggero, secondo cui “bisogna perciò partire dalle ragioni che hanno portato al declino del governo attuale e preparare le basi di una maggioranza costruita attorno a un progetto di lunga durata, sottoscritto in modo preciso da tutti i componenti della coalizione. È un compito difficilissimo ma non impossibile. Un esercizio di questo tipo, come ho già più volte messo in rilievo nei giorni scorsi, è stato messo in atto in Germania”.

“Si dirà che l’Italia non è la Germania – aggiunge -, ma la necessità di un tentativo di questo tipo è maggiore a Roma che a Berlino perché non solo noi, ma tutti i nostri amici stranieri, si stanno chiedendo cosa faremo in futuro”. “Poiché le tensioni nel governo per ora in carica sono divenute ingestibili solo dopo la divisione fra Lega e 5Stelle sul voto europeo, è chiaro che l’accordo deve prima di tutto fondarsi sul reinserimento dell’Italia come membro attivo dell’Unione europea – sottolinea Prodi -. Forse bisognerebbe battezzare questa necessaria coalizione filo europea Orsola, cioè la versione italiana del nome della nuova presidente della Commissione europea. Non so se si possa chiamare una coalizione con un gentile nome femminile ma credo che, in questo caso, il gesto avrebbe un preciso significato politico”.

“In secondo luogo deve essere un accordo duraturo: non per un tempo limitato ma nella prospettiva dell’intera legislatura – prosegue Romano Prodi -. Perché questo sia credibile è innanzitutto necessario che contenga, in modo preciso e analitico, i provvedimenti e i numeri della prossima legge finanziaria. Quindi l’impegno deve essere per il lungo periodo e la garanzia che quest’impegno venga rispettato può arrivare solo dall’approvazione dettagliata, rigorosa e perfino pedante, delle misure da prendere già a partire dalla prossima Legge finanziaria che, secondo Salvini, avrebbe dovuto segnare la rottura con i nostri partner europei”.

“In terzo luogo – evidenzia Prodi – le condizioni del Paese obbligano all’adozione di politiche dedicate in modo organico a due fondamentali obiettivi: la riorganizzazione degli strumenti necessari per la ripresa economica e la messa in atto di una politica socialmente avanzata. Al perseguimento dei diritti civili bisogna infatti accompagnare, con più vigore di quanto avvenuto in passato, uno sforzo per il rafforzamento dei diritti sociali, partendo dalla lotta alle disuguaglianze, dalla difesa del welfare e da una nuova attenzione per la scuola e la sanità, messe pericolosamente a rischio dalla politica degli ultimi anni. Gli italiani non sono angosciati solo dalle migrazioni (in entrata e in uscita) e il problema deve essere riesaminato insieme ai partner europei sia per l’aspetto dell’accoglienza sia per quello dell’inserimento. Tutti noi abbiamo anche una crescente paura di essere sempre meno garantiti nel campo della scuola e in quello della sanità. Tutte queste paure sommate assieme stanno disgregando l’Italia”.

“Non sarà certo facile trovare – conclude Prodi – l’unità necessaria per definire questo programma fra partiti che si sono tra di loro azzuffati per l’intera durata del governo e che hanno perfino un diverso concetto del ruolo delle istituzioni nella vita del Paese. La definizione di una linea comune al loro interno deve quindi accompagnare (e forse precedere) l’accordo di governo. In genere, in questi casi, si deve pensare a qualcosa che possa perlomeno potersi paragonare a un congresso di partito. Non ho la minima idea di come possa svolgersi un congresso dei 5Stelle perché sono cresciuto con la convinzione che per confrontarsi sia necessario almeno guardarsi in faccia, ma ho un’idea ben chiara sulla necessità di aprire un dibattito nell’ambito del Partito Democratico così che la posizione prevalente possa portare avanti in modo credibile e fermo le decisioni prese, senza che esse vengano continuamente messe in discussione anche ponendo sul tavolo ipotesi di scissione. Un dibattito ancora più necessario per preparare una posizione unitaria sul grande problema delle autonomie che non possono essere lasciate all’iniziativa di alcune Regioni ma che debbono coinvolgere prima gli italiani e necessariamente tutti gli italiani come veri protagonisti”.

CASELLATI “NECESSARIO INVESTIRE SULLA FAMIGLIA”

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“La politica e le istituzioni hanno il dovere di sostenere i luoghi centrali della comunità nelle quali la persona si qualifica e si definisce nella sua individualità e nella sua dimensione sociale. È necessario investire sulla famiglia che oggi sta vivendo un dramma epocale: l’inverno demografico. Un Paese che non genera figli è un Paese incollato a un eterno presente e incapace di aprirsi al futuro”.
Lo ha detto il presidente del Senato Elisabetta Casellati, aprendo a Rimini la XL edizione del Meeting per l’amicizia tra i Popoli dedicato quest’anno al tema “persona e amicizia sociale”. 

“All’Italia – ha proseguito – serve un intervento legislativo capace di trovare un equilibrio moderno e virtuoso tra la vita privata, famigliare e professionale delle donne, un piano per la conciliazione capace di valorizzare quello che viene definito ‘giacimento di Pil potenziale’ Secondo una ricerca della Banca d’Italia, se riuscissimo a portare al 60% la presenza delle donne nel mercato del lavoro, così come auspica il Trattato di Lisbona, il nostro Pil aumenterebbe del 7% e l’Italia sarebbe al riparo da nuove crisi economiche”.

Casellati ha aggiunto: “Famiglia e scuola devono essere protagoniste di una nuova centralità dei percorsi formativi umani, culturali e professionali dei nostri giovani. L’emergenza educativa si combatte anche garantendo la piena attuazione del diritto a un’istruzione equa ed efficace. E la libera iniziativa nel sistema dell’istruzione è una risorsa irrinunciabile. Perché senza la libertà di educare non c’è vera libertà. Scuole e università devono potersi qualificare come luoghi di libero insegnamento e libero apprendimento. Garantire ai privati la possibilità di istituire scuole di ogni ordine e grado significa riconoscere il valore del pluralismo scolastico”. 

“Anche nel mondo dell’economia e dell’imprenditoria la libera iniziativa è fonte di lavoro e di opportunità ed è il vero motore di un sistema sussidiario – ha continuato il Presidente del Senato – oggi serve una nuova concezione del lavoro e dell’impresa che sia sintesi tra i valori della nostra tradizione cristiana e la spinta innovativa del cambiamento globale in atto. In questo senso il terzo settore rappresenta un prezioso bacino cui attingere per dare nuova spinta e idee alle nostre economie. L’obiettivo è ridisegnare il futuro nell’ottica di un patto tra Stati e generazioni fondato sulla sostenibilità; un patto che sappia integrare in modo virtuoso sviluppo sociale, crescita economica e tutela dell’eco sistema nel rispetto di chi verrà dopo di noi” ha concluso.

VERTICE 5 STELLE DA GRILLO “SALVINI NON PIU’ CREDIBILE”

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“Salvini è un interlocutore non più credibile”. E’ quanto è emerso, attraverso una nota, al termine dell’incontro dei vertici del Movimento cinque stelle, convocati da Beppe Grillo nella sua villa di Marina di Bibbona, sulla costa tirrenica in Toscana, per discutere del futuro dell’attuale governo guidato da Giuseppe Conte e i possibili scenari che si apriranno da martedi’.

“Presenti Luigi Di Maio, Beppe Grillo, Davide Casaleggio, Roberto Fico, Alessandro Di Battista, Paola Taverna e i capigruppo Patuanelli e D’Uva. Tutti i presenti  – recita la nota – si sono ritrovati compatti nel definire Salvini un interlocutore non più credibile. Prima la sua mossa di staccare la spina al Governo del cambiamento l’8 agosto tra un mojito e un tuffo. Poi questa vergognosa retromarcia in cui tenta di dettare condizioni senza alcuna credibilità, fanno di lui un interlocutore inaffidabile, dispiace per il gruppo parlamentare della Lega con cui è stato fatto un buon lavoro in questi 14 mesi. Il Movimento sarà in Aula aula al Senato al fianco di Giuseppe Conte il 20 agosto”.

SALVINI ” TRUFFA MANDARE AL GOVERNO GLI SCONFITTI”

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“Io martedì voglio ascoltare quello che dirà il presidente del Consiglio. Se il mood sarà quello delle ultime settimane non so. Deciderà poi Mattarella, certo sarebbe una truffa mandare al governo gli sconfitti. Un governo Pd-Cinquestelle è un problema per l’Italia e per le imprese”. Lo ha detto il ministro e vice premier Matteo Salvini, ospite al Festival della Versiliana a Marina di Pietrasanta in provincia di Lucca. “Oggi il Movimento 5 Stelle ha detto che sono inaffidabile. Lo dicono quelli che sono pronti a governare con Boschi, Renzi e Prodi. Pensando a un governo M5S-Pd, immaginerei, dopo tutto quello che ha detto Di Maio al Partito democratico, una prima seduta del Cdm a Bibbiano”, ha aggiunto. 

Per Salvini “i soldi con cui abbassare le tasse agli italiani ci sono, sono i soldi degli italiani che ci costringono di non potere utilizzare. Se facciamo una manovra economica su investimenti, opere pubbliche e taglio delle tasse, potremmo andare a Bruxelles a trattare. O l’economia italiana parte adesso oppure c’è il rischio che qualcuno voglia andare al governo per terminare l’opera di svendere il Paese”. Quindi “la via maestra in un momento di crisi non è un governo raffazzonato, che si fondi sul tirare a campare o per fare le nomine. Se fanno un accordo fondato sulla spartizione, non ho i numeri per fermarli in Parlamento, ma eventualmente se si prendono la maggioranza dei palazzi, noi andremo pacificamente nelle piazze del Paese”. 

Nel primo pomeriggio, nel corso di una diretta Facebook, a proposito della crisi di governo aveva detto: “Se qualcuno ha deciso ribaltoni e inciucioni lo dica ad alta voce. Se non c’è un governo la via maestra sono le elezioni, altrimenti si ci risiede al tavolo e si lavora. Renzi e Boschi sono il passato perché lo hanno detto gli italiani. Farò di tutto per evitare che gli italiani anneghino in un governo di sinistra, di gente di sinistra bocciata a tutte le ultime elezioni. Sarebbe una vergogna. Qui gli unici traditori sarebbero coloro che dovessero tradire il voto popolare per riesumare mummie alla Renzi e alla Boschi. Non darò mai la soddisfazione di aprire i portoni a Renzi e ai signori del Partito democratico”, ha aggiunto.

“Mi sto preparando al discorso che farò martedì al Senato – ha sottolineato -, parlerò ai 60 milioni di italiani su quanto sta accadendo: il re è nudo. Le trattative sottobanco che si facevano nel buio delle stanze, ora si fanno alla luce. Renzi e Prodi, e la Boschi, e Lotti, pensano ad un governo Pd-Cinquestelle, un governo con porti aperti, che cancelli il dl Sicurezza. Ma gli italiani non si meritano il ritorno di un Renzi qualunque…. Il presidente Mattarella ha tutti gli elementi per valutare qual è il percorso più utile per rilanciare questo Paese”, ha aggiunto Salvini, che prima di chiudere la diretta ha rivendicato la sua politica sull’immigrazione: “Sono solo nei palazzi romani ma sono insieme a milioni di italiani nella difesa della nostra storia, economia e futuro”.

BASSETTI “AFFRONTARE CRISI CON TUTTE LE FORZE”

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“La crisi c’è e va affrontata con tutte le forze”. Lo dichiara il presidente della CEI, il cardinale Gualtiero Bassetti poco prima di intervenire al convegno del Meeting di Rimini. “Ho detto tante volte che bisogna incentivare l’industria, incentivare i posti di lavoro – aggiunge- Ci vuole un po’ di coraggio a partire, se non si mette in moto la macchina fra tre anni siamo ancora qui a dire ‘la crisi’. Bisogna mettere in moto – conclude – una grossa macchina perché si possa lavorare e produrre. Deve insomma ripartire un treno”.

PAPA “TANTI TRATTATI DA NUMERI MA SONO PERSONE”

“Tanti nostri contemporaenei cadono sotto i colpi delle prove della vita e si trovano soli e abbandonati e spesso sono trattati come numeri di una statistica. Pensiamo alle migliaia di individui che ogni giorno fuggono da guerre e povertà: prima che numeri, sono volti, persone, nomi e storie. Mai dobbiamo dimenticarlo, specialmente quando la cultura dello scarto emargina, discrimina e sfrutta, minacciando la dignità della persona”. Così Papa Franscesco nel suo messaggio in occasione del quarantesimo Meeting per l’amicizia fra i popoli al via domani a Rimini, firmato dal Segretario di Stato vaticano card. Pietro Parolin e indirizzato al vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi. Il Pontefice auspica che il Meeting di Rimini “sia sempre un luogo ospitale, in cui le persone possano ‘fissare dei volti’, facendo esperienza della propria inconfondibile identità. È il modo più bello per festeggiare questo anniversario”. Francesco legge il titolo del Meeting, “Nacque il tuo nome da ciò che fissavi”, con le parole di sant’Agostino: “Fu guardato e allora vide, se non fosse stato guardato, non avrebbe visto”. “Come l’uomo può ritrovare sé stesso e la speranza?”, scrive Papa Francesco. “Non può farlo solo attraverso un ragionamento o una strategia. Ecco allora il segreto della vita, quello che ci fa uscire dall’anonimato: fissare lo sguardo sul volto di Gesù e acquistare familiarità con Lui. Guardare Gesù purifica la vista e ci prepara a guardare tutto con occhi nuovi”. Nel suo messaggio il Papa cita l’Innominato di Manzoni e gli episodi evangelici di Zaccheo e della Veronica, da cui la poesia di Karol Wojtyla che ha ispirato il titolo di questa edizione. “In un’epoca dove le persone sono spesso senza volto, figure anonime perché non hanno nessuno su cui posare gli occhi, la poesia di San Giovanni Paolo II ci ricorda che noi esistiamo in quanto siamo in relazione”, scrive.

SALVINI APRE AI 5 STELLE “OK TAGLIO PARLAMENTARI”

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E’ bastata la giornata di Ferragosto per rimescolare le carte in tavola. Ventiquattro ore prima Salvini sembrava irremovibile nel “rompere” con i cinque stelle, poi il ripensamento e l’apertura verso i soci di maggioranza. “Sono orgogliosamente ministro dell’Interno e spero di esserlo ancora a lungo” aveva fatto sapere nella serata di ieri il vice premier, aprendo in questo modo spiragli per rinsaladare l’alleanza gialloverde. Ma il tentativo di ricucire non sembra, almeno fino al pomeriggio, avere sortito grossi effetti nel Movimento cinque stelle. Luigi Di Maio, che ieri aveva commentato la rottura del leader leghista con un’amara riflessione (“la frittata è fatta”), oggi è apparso ancora più rigido e pronto allo “scontro”. Su Facebook lancia la sfida ai leghisti: “Aspettiamo le forze politiche il 20 agosto in aula. Chi sfiducerà Conte lo farà per evitare che si voti il taglio dei parlamentari. Questa è la verità”. Sfida accettata da Salvini che attraverso un tweet si è detto disposto a votare in aula il taglio dei parlamentari, dimostrandosi in questo modo disponibile a rinviare la crisi. “A differenza del Pd – ha osservato il ministro degli Interni – la Lega ha già votato e voterà ancora per il taglio dei parlamentari”.

Sul clima generale all’interno della maggioranza pesano però come macigni le parole utilizzare ieri dal premier Conte in una lettera inviata a Salvini. Il presidente del Consiglio, ha usato parole dure e dirette nei confronti del suo vice, accusandolo di “ossessiva concentrazione nell’affrontare il tema dell’immigrazione riducendolo alla formula porti chiusi” e rimproverandogli di avere “operato slabbrature istituzionali, che a tratti sono diventati veri e propri strappi istituzionali”. Intanto il leader leghista deve fare i conti con le perplessità interne alla Lega manifestate dal suo vice Giancarlo Giorgetti. A commentare il riavvicinamento degli alleati, fino a ieri ad un passo dal divorzio, Matteo Renzi. “Salvini – scrive sui social- sente scivolarsi via la poltrona e sa che solo con il potere potrà avere ancora un (breve) futuro. Il capitano si è impaurito di brutto. E dunque offre tutto a Di Maio. Scene da far impallidire il calciomercato. Adesso vedremo che cosa farà il Movimento Cinque Stelle: può davvero accadere di tutto”. Renzi ha riconfermato l’intenzione di dare vita ad un nuovo esecutivo: “Siamo pronti a un governo istituzionale per salvare le famiglie dall’aumento dell’Iva e per evitare che l’Italia sia isolata in Europa”.

Prospettive su accordi prossimi che non appassionano il segretario del Pd Nicola Zingaretti che anzi sembra prendere le distanze dalle posizioni renziane. “Continuo a pensare che aprire dibattiti su Governi futuri prima che quello in carica cada sia un errore. L’esperienza del governo populista è fallita. Il Pd è pronto per andare alle elezioni e proporre un’idea diversa rispetto al Paese dell’odio. Diciamo no a qualsiasi ipotesi di Governo pasticciato e di corto respiro. Solo nello sviluppo dell’eventuale crisi di Governo sotto la guida autorevole del presidente Mattarella – aggiunge – si potranno verificare le condizioni numeriche e politiche di un Governo diverso con una larga base parlamentare che nasca non tutti i costi ma dalla reale possibilità di trasformare l’Italia”.

RENZI “SERVE UN GOVERNO ISTITUZIONALE”

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“La stella polare delle persone serie è il rispetto delle istituzioni e il bene degli italiani. Non gli interessi dei partiti o dei presunti leader. Andare a votare a ottobre con l’effetto di aumentare l’IVA al 25% è folle. Non possono essere le famiglie a pagare le ambizioni di qualche aspirante leader. E non possiamo condannare l’Italia alla recessione. Per questo serve un Governo Istituzionale che pensi al Paese e non ai destini dei singoli partiti”. Lo scrive su Facebook il senatore del Pd Matteo Renzi. “Un Governo Istituzionale – prosegue l’ex premier – che come prima cosa abbia un ministro dell’Interno degno di questo nome (chi vuole firmare la mozione di sfiducia a Salvini, lo faccia qui: http://bit.ly/SfiduciaperSalvini, siamo più di 60 mila). E un Governo che pensi a fare il bene degli italiani, non a litigare tutti i giorni. Sono uomini delle Istituzioni coloro che mettono da parte i propri risentimenti personali e pensano a come evitare la crisi economica”. “Poi – sottolinea Renzi – torneremo a discutere, litigare, dividerci. Ma prima viene l’Italia, poi vengono gli interessi dei singoli partiti. Ci hanno buttato addosso odio e fango: noi non replichiamo allo stesso modo, ma rispondiamo pensando al bene comune e ai risparmi delle famiglie”.

Di diverso avviso Carlo Calenda, che minaccia di lasciare il Pd in caso di accordo con il Movimento Cinque Stelle. “Come ho sempre detto, io non saro’ nel Pd se si alleera’ con il M5S. Vorrebbe dire che il Pd disconosce i suoi valori, non ci sarebbe nessun coerenza. Lo dissi dal primo giorno, fare un governicchio con il M5S non mi interesserebbe. Se uscirei dal partito per formarne un altro? Si’, ma mi auguro di poter rimanere nel Pd”.