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LA CRISI DI GOVERNO DIVIDE IL PD

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“Andremo in Senato e ci confronteremo. E qui è in gioco l’Italia, non le correnti dei partiti. Chiederò di parlare e dirò che votare subito è folle per tre motivi. La priorità è evitare l’aumento dell’Iva”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera il senatore del Pd Matteo Renzi.

Il secondo motivo? “Salvini deve lasciare il Viminale, Conte deve lasciare palazzo Chigi. I due saranno i leader di Lega e Cinque Stelle alle elezioni? Auguri – spiega l’ex premier -. Ma, sfiduciati, non possono essere loro i garanti elettorali. Facciano la campagna, ma lascino gli uffici pubblici: si trovino un altro modo per pagare i loro mastodontici staff. Si voti con un governo di garanzia elettorale, non con questo”. Il MoVimento 5 Stelle prima vuole votare il taglio dei parlamentari. “E questo è il terzo punto – spiega il senatore dem -. Considero la riduzione dei parlamentari una riforma incompleta e demagogica. La nostra riforma modificava il bicameralismo, garantiva efficienza, assicurava stabilità. Tuttavia i cittadini hanno deciso, noi abbiamo perso e io mi inchino davanti alla democrazia. Oggi la cosa è semplice: i 5 Stelle hanno scommesso molto su questa riforma. A me non piace. Ma devo ammettere che hanno ragione loro quando dicono che sarebbe un assurdo fermarsi adesso, a un passo dal traguardo. Si voti in Aula in quarta lettura e si vada al referendum: siano gli italiani a decidere”.

Infine, sulla situazione del Pd, afferma: “Nell’ultima settimana sono stato attaccato più volte dai membri della segreteria. Leggo che il gruppo dirigente vorrebbe votare subito perché almeno si cambiano i parlamentari renziani: sono pronti a dare cinque anni di governo a Salvini pur di prendersi i gruppi parlamentari d’opposizione. Nobile motivazione, per carità, ma riduttiva. Stanno ancora una volta attaccando il Matteo sbagliato. Zingaretti dice: Renzi ci dia una mano. Accolgo volentieri l’appello, ma per me la mano va data al Paese più che alla Ditta”.

“Con franchezza dico no”, replica il segretario del Pd Nicola Zingaretti sull’Huffington Post.  “Tutto il Partito Democratico in questi lunghi mesi ha escluso con toni diversi qualsiasi ipotesi di accordo con il Movimento 5 stelle – scrive il presidente della Regione Lazio -. Io sono stato accusato ingiustamente, per mesi, di essere il fautore di questo progetto nascosto. Ricordo, non per polemica ma per ricostruzione storica,  il rifiuto assoluto anche solo di voler discutere di questo tema. In molti casi si è arrivati a teorizzare che in realtà con Lega e 5 stelle ci si trovasse di fronte a due destre, due facce della stessa medaglia entrambe pericolose e illiberali da sconfiggere.  Ho combattuto con tutte le mie forze questa analisi che però ha sicuramente contribuito a ridurre i margini di manovra della nostra iniziativa politica”.

“Di fronte a una leadership della Lega che tutti giudichiamo pericolosa e che si appella al popolo in maniera spregiudicata è credibile imbarcarsi in un esperienza di governo pd/5 stelle (perché di questo stiamo parlando)  per affrontare la drammatica manovra di bilancio e poi magari dopo tornare alle elezioni? Su cosa? Nel nome della salvaguardia della democrazia? Io con franchezza credo di no – spiega il governatore del Lazio -. E’ forte dire nel nome della democrazia non facciamo votare? Ho anzi il timore che questo darebbe a Salvini uno spazio immenso di iniziativa politica tra i cittadini. Griderebbe lui allo scandalo. Daremmo a lui la rappresentanza del diritto dei cittadini di votare e decidere. Davvero allora i rischi plebiscitari sarebbero molto seri”. Per Zingaretti “occorre dunque prepararsi con coraggio e passione alla battaglia politica. Non dobbiamo avere paura ma proprio nel nome dei rischi per la democrazia dobbiamo chiamare alla mobilitazione gli Italiani”.

Ma la linea di Renzi viene osteggiata da altre anime del partito, tra cui l’ex ministro ed europarlamentare Carlo Calenda, che su Twitter scrive: “Governo tecnico per qualche mese, votato da Pd, 5 Stelle e Forza Italia, per fare cosa? La manovra più dura degli ultimi anni, prendere qualche mese per fare un partito? Bisogna fermare Salvini ora e farlo insieme, mobilitando il paese. È il momento del coraggio, non dei tatticismi”. Per il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi “illudersi di sconfiggere Salvini con un governo che avrebbe il Paese all’opposizione è un enorme errore di valutazione. Salvini all’opposizione finirebbe solo per potenziarsi giorno dopo giorno.  Solo in una battaglia in campo aperto, con i cittadini chiamati al voto, Salvini può essere sconfitto. La posizione giusta è quella di Nicola Zingaretti”.

L’ex ministro Dario Franceschini invita all’unità del partito, e su Twitter scrive: “Dopo l’intervista di Matteo Renzi invito tutti nel Pd a discutere senza rancori e senza rinfacciarsi i cambiamenti di linea. Io lo farò. Anche perché in un passaggio così difficile e rischioso, qualsiasi scelta potrà essere fatta solo da un Pd unito e con la guida del Segretario”.

 

 

GRILLO “VOLANO GLI AVVOLTOI”

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“Lo sceriffo è in fuga dalla città, attraversa a gran velocità gli stati del sud accolto da un oceano di fischi. ‘Ma come scappi dal tuo dovere cercando rifugio qui… per chi ci hai preso sceriffo?’. Molti hanno addirittura disseppellito il vaffanculo in Sicilia, così, senza passare dal suo ufficio, è in corsa a chiedere mezzi all’ex cavaliere disarcionato (del porco non si butta via niente)”. Lo scrive Beppe Grillo, che sul suo blog si definisce “Elevato Consigliere Supremo”, in merito alla crisi di Governo.

“Intanto volano degli avvoltoi di nuova generazione: gli avvoltoi persuasori – aggiunge -. E’ una nuova specie di sciacallaggio: invece di aspettare la fine cercano di convincerti che è già avvenuta. Non sono elevati, non volano neppure. In realtà strisciano veloci fra gli scranni: ma è soltanto un’illusione, nient’altro che un’illusione dovuta alla calura. Quando queste defezioni e quelle allucinazioni saranno passate basta farsi trovare uniti e parlare unicamente con gente elevata e non in caduta libera”.

 

CALENDA “IL PD È FINITO”

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“Il Pd è finito”. Lo ammette Carlo Calenda ai microfoni di Circo Massimo, su Radio Capital. “Così com’è è finito sicuramente. Dopodiché può decidere di andare oltre se stesso, rilanciarsi, ricostruirsi in qualcosa di diverso”, ragiona l’europarlamentare, che poi delimita i confini della scissione nel partito: “Ci sono due Pd: uno ha i gruppi parlamentari e un altro ha il partito. Nell’ultima Direzione ho proposto di creare una segreteria politica in cui la gente si guarda in faccia e prende una decisione comune. I primi a non volerlo sono stati i renziani. Renzi non si siede con nessuno, non prende la telefonata di nessuno e non discute con nessuno. Questa è la verità”, attacca l’ex ministro. “La scissione nel Pd già c’è. Ormai è un dato di fatto. Renzi ha fatto un’intervista, non solo facendo zompare per aria il Pd ma anche facendola diventare argomento di conversazione al posto della crisi di governo. Il tutto senza fare una telefonata a nessuno. E questo aveva detto che avrebbe fatto il senatore semplice e che non avrebbe parlato per due anni… pensa se parlava”.

 

RENZI “NESSUN ACCORDO SEGRETO CON M5S”

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“Oggi i giornali sono pieni di retroscena su accordi segreti tra noi e i Cinque Stelle. Qualcuno già ipotizza che io possa votare la fiducia a Fico premier. E perché non Toninelli premier allora? O Di Battista? Sono ragazzi così preparati e competenti. Dai, ragazzi, non scherziamo”. Lo scrive su Facebook Matteo Renzi.

“La verità è un’altra: Salvini – Capitan Fracassa non digerisce il fatto che in questo Paese ci sia anche chi ragiona. Lui vuole i pieni poteri. Vuole decidere lui quando si vota, non Mattarella. Vuole decidere lui quando riunire il Parlamento, non la conferenza dei capigruppo. Vuole decidere lui tutto, dopo che da 26 anni lo stiamo pagando per non fare nulla se non diffondere odio e insicurezza – continua Renzi -. La crisi del peggior Governo della Repubblica andrà in Parlamento nei prossimi giorni, seguendo le regole costituzionali: in quella sede, e anche sui giornali, sui social, nelle piazze io dirò quello che penso sull’aumento dell’IVA, sulla riduzione del numero dei parlamentari, sul chi deve gestire le elezioni dal Viminale e da Chigi. Io non faccio accordicchi segreti, io parlo con interviste, con interventi, con post. Capitan Fracassa ha paura: paura di me, ma soprattutto paura di noi. E fa bene a essere impaurito perché l’Italia civile è più forte del suo odio e della sua macchina da propaganda rimasta senza soldi. Il ragazzo è su di giri per le notti in spiaggia. Si occupi di sicurezza finché non lo sfiduciamo (questione di giorni, comunque) e si dia una calmata: farà bene innanzitutto al suo stato d’animo”, conclude Renzi.

DI MAIO “DA LEGA SCELTA EGOISTICA”

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“Gli italiani stanno affrontando una crisi di Governo assurda voluta dalla Lega. Evidentemente in questo anno la Lega ha passato il tempo a controllare i numeri dei sondaggi. Noi invece pensiamo che ci siano numeri più importanti da guardare: quelli relativi alle persone che ora hanno un lavoro stabile, quelli sulle redistribuzioni di migranti, le persone aiutate con quota 100 o dei vecchi dinosauri che non prendono più il vitalizio grazie a noi. Così, hanno fatto cadere il primo Governo vicino al popolo dopo decenni di sanguisughe, portandoci a votare in autunno. Non si votava in autunno dal 1919, non so se lo sapevate. Esattamente da 100 anni”. Così in un lungo post su Facebook, il ministro e vice premier Luigi Di Maio. 

“Questo Governo ha fatto un mare di cose e non lo dico con arroganza, ma semplicemente considerando i dati. È stato retto per due terzi dal MoVimento 5 Stelle. E guidato da un presidente del Consiglio che non meritava il trattamento che gli hanno riservato. Anche l’inganno prima o poi si paga. Basta vedere che fine ha fatto quello dello ‘stai sereno’.  La Lega ha buttato giù l’unico Governo che in un anno ha resistito a lobbies e poteri forti. Che ha approvato la legge anticorruzione più punitiva d’Europa e ha iniziato ad aiutare pensionati, poveri e precari”, aggiunge il leader del M5S.

“E forse lo ha fatto cadere proprio per questo: quando i sondaggi gli hanno detto che poteva staccare, lo hanno fatto. Così la Lega potrà tornare a difendere gli interessi di Autostrade e simili. In queste ore mi sembra che siano proprio in preda al panico, provano ogni giorno in tutti modi ad arrampicarsi sugli specchi per giustificare una scelta che è stata fatta per puro egoismo. È così, senza giri di parole. Così egoistica da fargli rivoltare contro i loro stessi sostenitori, che da giorni sulle loro pagine social hanno iniziato ad attaccarli. Queste cose nella storia si pagano, l’ho detto anche nell’ultima telefonata a Salvini prima della fine. La superbia non ha mai portato lontano nessuno. Qualcuno mi dirà: ‘te l’avevamo detto’. Io rispondo che avevamo formato questo Governo per fare cose per gli italiani. E infatti – spiega Di Maio – quando stavamo per abolire la prescrizione, riformare la giustizia e far saltare le concessioni ai Benetton, guarda caso hanno fatto cadere tutto. Questi palazzi sono un mondo in cui ti dicono che se non sei malvagio non vai da nessuna parte. Potranno ripetercelo all’infinito, ma non riusciranno a convincerci mai. Mai. Siamo brave persone e lo resteremo sempre. Ora, siccome la Lega è in difficoltà, ha iniziato a buttarla in caciara con un fantomatico inciucio Pd-M5S. È sempre stato così, credo ve lo ricordiate. Lo hanno sempre fatto, per tentare di screditarci agli occhi delle persone deluse da loro. La destra diceva che eravamo di sinistra, la sinistra diceva che eravamo di destra. Non avevano null’altro da fare o da proporre e provavano a colpirci con questi mezzucci. Oggi – osserva ancora Di Maio – non è cambiato nulla e, come al solito, da ieri qualche quotidiano (non tutti, per fortuna) in malafede dà respiro alla nuova bufala del dialogo con il Pd. Del resto basta andare a ritroso di 24-48 ore per capire chi la sta diffondendo. A ogni modo, noi siamo stati chiari. Il M5S non ha paura delle elezioni, anzi. Anzi, in questo momento siamo ancora più uniti, con Alessandro, Davide, Max Bugani, Paola Taverna, Nicola Morra, i capigruppo, i nostri ministri e tutti coloro che per il MoVimento hanno dato l’anima. Andiamo a votare subito”.

Poi, Di Maio dice: “Facciamo subito un’altra cosa: tagliamo 345 poltrone di parlamentari e i loro stipendi. Possiamo farlo subito, manca solo un voto. Ci vogliono al massimo due ore per eliminare definitivamente 345 poltrone e risparmiare mezzo miliardo di euro. Sono tanti soldi. E si possono investire in modo più utile: in strade, scuole, ospedali. Non in stipendi di politici. Nessun partito aveva mai avuto il coraggio di portare avanti una riforma come questa ed ora è lì, basta un piccolo passo”. Cosi’ in un post su Facebook, il ministro e vice premier Luigi Di Maio. Per il leader del M5S “che sia la Lega, il Pd, Forza Italia o chiunque altro ad appoggiarla non ci importa. Ci importa che si faccia. E che si faccia prima delle dichiarazioni di Conte alle Camere. Questo è anche il segno di un nuovo modo di fare politica che noi vogliamo lasciare a questo paese prima che si sciolgano le Camere. Il nostro appello è a tutte le forze politiche. Stamattina inizieremo a raccogliere le firme tra i parlamentari per chiedere la calendarizzazione d’emergenza alla Camera del taglio dei parlamentari. Contano i fatti, non le parole. E i fatti si possono dimostrare subito, non tra due mesi o tra due anni. Adesso. Poi subito il voto. Gli italiani non volevano e certamente non meritavano una crisi di governo a Ferragosto”, chiosa.

 

 

SALVINI “LAVORIAMO A GOVERNO CHE DURI 10 ANNI”

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“Lavoriamo per un Governo che vada avanti per dieci anni”. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, a Policoro. “Le provocazioni e gli insulti non mi interessano – ha aggiunto Salvini -. In questo momento quello che mi interessa e’ sapere quando gli italiani andranno a votare. Un nuovo Parlamento e un nuovo governo che duri cinque anni e faccia la manovra economica”.

Poi, su Twitter, scrive: “Non siamo più negli anni Trenta, nel nostro Paese non ci sono Hitler all’orizzonte e chi governa in Italia lo decidono gli italiani”. 

Nel pomeriggio, da Isola Capo Rizzuto, altra tappa del suo tour in Calabria, il leader della Lega dice: “Per parlarne c’è bisogno di un governo, noi siamo pronti. I parlamentari della Lega sono a Roma già da lunedì. L’importante e’ che le elezioni ci siano, poi se le gestisce qualcun altro sono contento perche’ avro’ piu’ tempo”, sottolinea in merito alle polemiche per il suo doppio ruolo di candidato premier e di ministro dell’Interno in vista delle prossime elezioni.

GOVERNO, È CRISI. CONTE “SALVINI ADESSO SPIEGHI”

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Il ministro Salvini, nella sua veste di senatore, “dovra’ spiegare al Paese le ragioni che lo hanno portato a interrompere bruscamente l’azione del governo”. A Palazzo Chigi, questa sera, il premier Giuseppe Conte, ha usato toni duri contro il leader leghista che ha di fatto aperto la crisi di Governo. 

“Mi riservo di contattare i presidenti del Senato e della Camera – ha detto Conte – perché adottino iniziative per permettere alle Camere di riunirsi. Questo passaggio istituzionale dovrà svolgersi davanti ai parlamentari, rappresentanti di tutti i cittadini. Avevo promesso che la trasparenza sarebbe stato il tratto distintivo di questo Governo” e “vigilerò affinché questi valori siano rispettati fino all’ultimo giorno”. 

“Non spetta al ministro dell’Interno convocare le Camere, né decidere i tempi di una crisi politica nella quale intervengono altri attori istituzionali”, ha continuato ancora il presidente del Consiglio. In ogni caso, ha sottolineato, “non permetterò piu’ di alimentare la narrativa di un governo che non opera. Questo governo ha sempre parlato poco e lavorato molto. Questo governo non era in spiaggia. Non accetterò che venga sminuita la dedizione con cui ministri, viceministri, sottosegretari, insieme a me, hanno lavorato”. 

“Faro’ in modo – ha chiarito Conte – che questa crisi innescata dal ministro Salvini sia la piu’ trasparente della storia repubblicana” del Paese.

 

“IL SOVRANISMO PORTA ALLE GUERRE”

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“Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento. Sono preoccupato perché si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. ‘Prima noi. Noi… noi…’: sono pensieri che fanno paura. Il sovranismo è chiusura. Un paese deve essere sovrano, ma non chiuso. La sovranità va difesa, ma vanno protetti e promossi anche i rapporti con gli altri paesi, con la Comunità europea. Il sovranismo è un’esagerazione che finisce male sempre: porta alle guerre”. Lo afferma Papa Francesco in un’intervista al quotidiano La Stampa.

E i populismi? “Stesso discorso. All’inizio faticavo a comprenderlo perché studiando Teologia ho approfondito il popolarismo, cioè la cultura del popolo: ma una cosa è che il popolo si esprima, un’altra è imporre al popolo l’atteggiamento populista. Il popolo è sovrano (ha un modo di pensare, di esprimersi e di sentire, di valutare), invece i populismi ci portano a sovranismi: quel suffisso, ‘ismi’, non fa mai bene”.

Alla domanda sul quale sia la via da percorrere sul tema migranti, il Pontefice risponde: “Innanzitutto, mai tralasciare il diritto più importante di tutti: quello alla vita. Gli immigrati arrivano soprattutto per fuggire dalla guerra o dalla fame, dal Medio Oriente e dall’Africa. Sulla guerra, dobbiamo impegnarci e lottare per la pace. La fame riguarda principalmente l’Africa. Il continente africano è vittima di una maledizione crudele: nell’immaginario collettivo sembra che vada sfruttato. Invece una parte della soluzione è investire lì per aiutare a risolvere i loro problemi e fermare così i flussi migratori”.