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MORTO BORRELLI, GUIDÒ POOL DI MANI PULITE

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E’ morto all’età di 89 anni il magistrato Francesco Saverio Borrelli. Fu capo del pool di ‘Mani Pulite’ quando era procuratore della Repubblica a a Milano e fu tra i protagonisti delle inchieste di Tangentopoli. Era ricoverato nell’hospice dell’Istituto dei Tumori. Borrelli era nato a Napoli il 12 aprile del 1930. Laureato in giurisprudenza, entrò in magistratura nel luglio del 1955 come pubblico ministero. 

Nel dicembre del 1983 divenne Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano, dove rimase fino a maggio del 1988, quando fu nominato capo dello stesso ufficio. Dal marzo 1999 alla pensione, nell’aprile 2002, è stato procuratore generale della Corte d’appello milanese. La quasi totalità della sua carriera giudiziaria si è svolta nel capoluogo lombardo, dove è stato giudice presso il Tribunale, consigliere della Corte d’appello, presidente di sezione del Tribunale, per poi passare all’ufficio del Pm. Nel febbraio 1992, con l’inizio dell’inchiesta sul Pio Albergo Trivulzio cominciò l’era di ‘Tangentopoli’ e diresse il pool di magistrati che indagò sullo scandalo politico di ‘Mani Pulite’ insieme ad Antonio Di Pietro, Ilda Boccassini, Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo. Fu lui a spedire al leader socialista Bettino Craxi il primo avviso di garanzia. Dal 1999 al 2002, per sua stessa richiesta, fu nominato procuratore generale presso la Corte d’Appello di Milano. Nel 2002, all’inaugurazione dell’anno giudiziario in Corte d’appello, coniò il celebra slogan “resistere, resistere, resistere”. Borrelli nel 2006 fu nominato capo dell’ufficio indagini della Figc dal commissario straordinario Guido Rossi, dopo lo scandalo che coinvolse pesantemente il mondo del calcio italiano.

 

MELONI “CONTE SI DIMETTA IL PRIMA POSSIBILE”

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“Conte si dimetta il prima possibile”. Cosi’ in un’intervista a La Verità la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che vede il governo in una “situazione di estrema  difficoltà, di sostanziale immobilismo e di tali divisioni talmente conclamate da non consentire di fare le grandi cose di cui l’Italia ha bisogno”.

“L’Italia del reddito di cittadinanza, della decrescita felice, del politicamente corretto è un Paese molto diverso dall’Italia della flat tax, della crescita possibile e del coraggio”, sottolinea, osservando: “Non faccio né il commentatore né il veggente. Mi limito a considerare che la scelta di andare avanti sarebbe sbagliata perché graverebbe sulla pelle dei cittadini”.

“Se Conte dovesse mollare, sarebbe molto difficile per il presidente della Repubblica dire che gli italiani non devono scegliersi il prossimo governo – aggiunge -. Ci sono i tempi per votare, fare un nuovo governo e aprire la sessione di bilancio. Tutti i sondaggi dicono che dalle urne uscirebbe una maggioranza chiara. Sarebbe un’occasione storica per dare all’Italia uno dei pochissimi governi capaci di durare cinque anni”.

Quello con Lega e Fratelli d’Italia “sicuramente”, secondo Giorgia Meloni, sarà “un governo coeso, compatto e con numeri schiaccianti, che può fare le cose coraggiose che servono all’Italia. Gli altri scenari sono tutti preoccupanti”.

“Se Conte rimane – prosegue -, non è uno scenario buono. Se il  governo cadesse fuori tempo massimo per votare, ci sarebbe  l’ipotesi di un accordo tra Pd e 5 stelle, oppure addirittura di un governo tecnico sostenuto da una specie di Patto del Nazareno  allargato ai  grillini, cioè lo schema che abbiamo visto in Europa la settimana scorsa. Non starei serena in nessuno di questi casi”. “Bisogna consentire il voto immediatamente – prosegue la leader di Fdi -. Oppure il governo si assuma la responsabilità di fare la legge di bilancio. Noi siamo  disponibili a dare una mano come abbiamo già fatto su diverse  proposte”.

SALVINI “ITALIA NON È CAMPO PROFUGHI D’EUROPA”

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“L’Italia non è più disposta ad accogliere tutti gli immigrati in arrivo in Europa. Francia e Germania non possono decidere le politiche migratorie ignorando le richieste dei Paesi più esposti come noi e Malta”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini, annunciando una lettera inviata al collega francese Christophe Castaner, ministro del Governo Macron.

“Intendiamo farci rispettare e ribadire che non siamo più il campo profughi di Bruxelles, Parigi e Berlino – aggiunge Salvini -. L’ho spiegato a Helsinki e l’ho messo nero su bianco al mio omologo francese Castaner. L’Italia ha rialzato la testa”.

 

 

AUTONOMIA, SI ACCENDE LO SCONTRO

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È ancora scontro sull’autonomia fra il premier Giuseppe Conte e i governatori di Lombardia e Veneto Fontana e Zaia.

In mattinata Conte, in una lettera-appello indirizzata ai cittadini lombardi e veneti aveva avvertito: “L’autonomia non è una bandiera, ma una riforma che farà bene a voi e all’Italia intera. Le vostre richieste stanno a cuore anche a noi”. Aggiungendo: “Ai vostri governatori chiedo rispetto per me e per tutti i ministri che stanno lavorando con me, indistintamente, della Lega e del Movimento 5 Stelle”.

Una iniziativa che non è piaciuta ai due governatori che nel pomeriggio, in una lunghissima lettera rivolta al premier, sono tornati a manifestare il loro dissenso. “Avremmo voluto – hanno scritto – che il Presidente del Consiglio fosse davvero il garante della Costituzione vigente, denunciando le false notizie diffuse con malizia e cattiva fede. Favole come quella dei cattivi del Nord, ricchi ed ingordi, che vogliono rubare ai poveri del Sud. Nessuno vuole aggredire l’unità nazionale, nessuno vuole secessioni. Per questo – ragionano i governatori – ci sentiamo tutti profondamente feriti quando leggiamo le sue esternazioni”.

Nella lettera Fontana e Zaia aprono al confronto ma con un avvertimento: “se si continua con la farsa, come accaduto finora, è evidente che non firmeremo nulla”.

SALVINI CONTRO TONINELLI

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“Ci sono troppe infrastrutture bloccate dal ministero dei Trasporti. Il Mit deve aiutare la gente a viaggiare e non bloccare porti, aeroporti, ferrovie, tunnel, autostrade. Il vero problema credo sia il blocco di centinaia di opere pubbliche”. Lo ha detto il ministro e vice premier, Matteo Salvini, a margine di un’iniziativa in prefettura a Firenze.

“Se il solo atto del ministro Toninelli è licenziare l’unico professore (Pierluigi Coppola, ndr) a favore della Tav mi sembra che non ci siamo”, aggiunge Salvini che si è recato a Rovezzano, alla periferia sud di Firenze, dove questa mattina è stato appiccato un incendio doloso a una cabina elettrica lungo la ferrovia bloccando il traffico dei treni.

 

ZAIA: “M5S ACCETTI LA SFIDA DELL’AUTONOMIA”

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“Nessuno cerca l’incidente, ma l’autonomia può essere il Big bang del governo. Ma non sarà il Big bang dell’autonomia perché il Veneto la chiederà sempre”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

Per Zaia “si parte da un’inadempienza del governo. La Costituzione dice che è l’esecutivo che deve proporre alle Regioni una bozza d’intesa. Noi la nostra l’abbiamo presentata nell’ottobre 2018. E dai referendum sono passati oltre 600 giorni, non so se mi spiego”. E aggiunge: “I Cinque Stelle sono a un bivio. Devono decidere se continuare a fare la lobby del Sud, un ruolo anacronistico, oppure accettare la sfida”.

“Se servono dei correttivi parliamone, ma niente aria fritta. Se l’assistenzialismo è l’unico mantra, significa che il Paese non funziona più – spiega il governatore veneto -. E poi, se qualcosa non dovesse funzionare, l’autonomia si può sempre revocare. Molti si dimenticano di questo aspetto e preferiscono dipingerci come gli ‘spacca-Italia’. Toni che non mi sarei mai immaginato”.

“Chiediamo quello che prevede la Costituzione – sottolinea Zaia -. Se la vogliono cambiare e dare vita a uno Stato rigidamente centralista, presentino una proposta. Alla nostra, hanno lavorato fior di costituzionalisti”.

 

DI MAIO ALLONTANA LA CRISI DI GOVERNO

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“Su questa vicenda serve il massimo della chiarezza, ma non ho ragioni per dubitare di Salvini, lavoriamo bene insieme e portiamo a casa i risultati”. Lo ha detto il vicepremier e ministro Luigi Di Maio, a margine del suo intervento al Giffoni Film Festival, rispondendo alle domande dei giornalisti sul caso Siri.
“A settembre portiamo a casa il taglio definitivo di 345 poltrone, una riforma storica con parlamentari che approvano l’abolizione di se stessi. È una grande riforma ma che spaventa molti. Molti che stanno provando a buttarci giù come governo”.

 

SALVINI A BIBBIANO “RIVEDERE IL DIRITTO DI FAMIGLIA”

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“In un paese civile prima di portare via un bimbo da casa le devi avere provate tutte. Solo negli ultimi anni sono 10 mila i bambini portati via ai genitori in Emilia Romagna. È un numero che non esiste. Su questi diecimila bimbi andremo fino in fondo. Chi è stato portato via con l’inganno e con la truffa a mamma e papà deve tornare a mamma e papà”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in piazza del Municipio a Bibbiano, la cittadina in provincia di Reggio Emilia finita al centro di forti polemiche politiche in questi giorni in merito all’inchiesta “Angeli e demoni” su presunti affidi illeciti di minori.

“Temo che con la commissione di inchiesta emergeranno altri casi, ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Quando visito i campi rom mi chiedo perché il tribunale dei minori non intervenga lì a togliere i minori ai genitori. Spero che nei prossimi mesi Bibbiano torni a essere un Comune che uno cerca per i valori, per il lavoro, per come vengono su bene i giovani. Non meritate di essere conosciuti per la comunità degli orchi, ma se qualcuno ha sbagliato sulla pelle di un bambino per me deve pagare doppio”.

“Entro questa estate verrà approvata la proposta della Lega sulla commissione d’inchiesta sulle case famiglia. Andremo fino in fondo, è inaccettabile che ci sia chi fa business sulla pelle dei bambini”, ha poi detto Salvini parlando con i giornalisti. 

“Lo dobbiamo anche alle case famiglia che fanno bene il loro lavoro. Spero che su questo la politica si unisca. Non so se c’è un sistema, so che mi arrivano segnalazioni di abusi da diverse parti d’Italia, non è un problema di colore politico, va rivisto il diritto di famiglia”, ha aggiunto.