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CANTONE LASCIA L’ANAC

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Raffaele Cantone lascia l’Anac, l’autorità anticorruzione. Lo fa con una lettera pubblicata sul sito della stessa authority.

“La mia è una decisione meditata e sofferta – scrive -. Sono grato dell’eccezionale occasione che mi è stata concessa ma credo sia giusto rientrare in ruolo in un momento così difficile per la vita della magistratura. Assistere a quanto sta accadendo senza poter partecipare concretamente al dibattito interno mi appare una insopportabile limitazione, simile a quella di un giocatore costretto ad assistere dagli spalti a un incontro decisivo: la mia indole mi impedisce di restare uno spettatore passivo, ancorché partecipe”.

“Lascio la presidenza dell’Anac – continua Cantone – con la consapevolezza che dal 2014 il nostro Paese ha compiuto grandi passi avanti nel campo della prevenzione della corruzione, tanto da essere divenuta un modello di riferimento all’estero”.

“Naturalmente – aggiunge – la corruzione è tutt’altro che debellata ma sarebbe ingeneroso non prendere atto dei progressi”. 

 

CONTE “FAREMO LA TAV”

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Il premier Giuseppe Conte prende posizione sulla Tav e non usa giri di parole: “Sono intervenuti dei fatti nuovi, elementi di cui dobbiamo tenere conto nella risposta che venerdi’ il governo dovra’ dare all’Inea per evitare la perdita dei finanziamenti europei. L’Europa, e questo è il primo elemento nuovo di cui tenere conto, si e’ detta disponibile ad aumentare il finanziamento della tratta transfrontaliera dal 40 al 55% e  questo comporterebbe un notevole risparmio per l’Italia”. 
Quindi “alla luce di questi nuovi finanziamenti comunitari non realizzare il Tav costerebbe molto piu’ che completarlo e dico questo pensando all’interesse nazionale che e’ l’unica stella polare che guida il governo. Questa è la posizione del governo ferma restando la piena sovranità, la piena autonomia del Parlamento”. Comunque, il presidemte del Consiglio non manca di ringraziare il ministro delle Infrastrutture e Trapsorti. “Ulteriori finanziamenti dell’Unione europea saranno disponibili grazie all’impegno del ministro Toninelli. Per questo lavoro che lui ha compiuto lo devo ringraziare pubblicamente”. Poi, spiega che “per bloccare l’opera non potremmo quindi confidare in un mutuo dissenso della Francia e dell’Europa. A queste condizioni solo il Parlamento potrebbe adottare una decisione unilaterale, viste anche le leggi di ratifica adottate a suo tempo proprio dal Parlamento su questo punto”.

A stretto giro arriva il commento del vice premier e leader della Lega Matteo Salvini: “La Tav si fara’, come giusto e come sempre chiesto dalla Lega. Peccato per il tempo perso, adesso di corsa a sbloccare tutti gli altri cantieri fermi”.

Da partua sua, invece, l’altro vice premier e capo politico del M5S, Luigi Di Maio, non nasconde una certa delusione: “Ho ascoltato attentamente le parole del presidente Conte, che rispetto. Il presidente è stato chiaro, ora è il Parlamento a doversi esprimere. Sarà il Parlamento, nella sua centralità e sovranità, che dovrà decidere se un progetto vecchio di circa 30 anni e che sarà pronto tra altri 15, risalente praticamente alla caduta del muro di Berlino, debba essere la priorità di questo Paese. Sarà il Parlamento ad avere la responsabilità di avallare un progetto prevalentemente di trasporto merci (e sottolineo trasporto merci) mentre non esiste ancora l’alta velocità per le persone in moltissime aree del Paese. Sarà il Parlamento a dover decidere se è più importante la tratta Torino-Lione, cioè se è più importante fare un regalo ai francesi e a Macron, piuttosto che realizzare, ad esempio, l’alta velocità verso Matera, capitale europea della cultura, o la Napoli-Bari”. Poi, rincara la dose: “qualcuno, adesso, vorrebbe farci credere che la priorità del Paese sia questa. Media, giornali, apparati, tutto il sistema schierato a favore. Non noi. Non il MoVimento 5 Stelle. Per noi la Torino-Lione era e resta un’opera dannosa. Il MoVimento 5 Stelle – sottolinea – presenterà un atto per dire che le priorità sono altre, un atto che non è altro che il cambiamento che abbiamo promesso. Non abbiamo paura di restare soli, siamo sempre stati soli davanti ai partiti ed è sempre stato motivo di orgoglio”. E per essera cnora pù chiaro, Di Maio chiosa: “Questo è un no forte, convinto, deciso. Uno di quei no che fanno bene. Sappiamo di stare dalla parte giusta della storia. Qui lo sviluppo non c’entra un bel nulla, qui gli interessi sono altri”.

CASELLATI “SUI CONTI PUBBLICI SERVE PRUDENZA”

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“Sul piano economico generale non mancano, a livello internazionale, segnali positivi che possono far ben sperare per il prossimo futuro. Permangono però elementi di oggettiva incertezza, sia sul piano economico che su quello finanziario, rispetto ai quali è giusto e doveroso mantenere una linea di prudenza”. Lo ha detto il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, nel suo intervento alla Cerimonia del Ventaglio.

“Se le ultime rilevazioni nazionali ci dicono che l’andamento del mercato del lavoro è stato particolarmente positivo – mi riferisco all’andamento dei contratti a tempo indeterminato – è altrettanto vero che le dinamiche della crescita ci vedono ancora in forte ritardo – ha aggiunto -. La necessità di un’azione di rilancio dei fattori produttivi andrà quindi ancora accompagnata ad una gestione dei conti che consenta una fase espansiva senza mettere in discussione gli impegni presi”.

 

“PER SAVOINI MAI INCARICHI DI GOVERNO”

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“Il signor Savoini non riveste e non ha rivestito incarichi formali per componenti di questo governo, risulta presente a una missione ufficiale a Mosca”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, riferendo in Senato sul caso Russia-Lega.

“La nostra politica internazionale e la nostra collocazione non sono state mai guidate da relazioni di singole forze politiche con forze politiche di altri paesi. La nostra relazione con la Russia e’ stata definita dai nostri interessi nazionali, interessi che tengono conto della nostra appartenenza alla Nato e all’Unione Europea”, ha aggiunto il premier, precisando che, tuttavia, “allo stato non ci sono elementi che possono incrinare la fiducia che nutro nei componenti del governo”. 

 

“LE PAROLE DI CONTE MI INTERESSANO MENO DI ZERO”

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“Mi alzo la mattina per andare al ministero, mi pagano lo stipendio per risolvere le cose. Mi è sembrato strano che il presidente Conte, senza che nessuno glielo avesse chiesto, sia andato in Aula come se ci fosse la necessità di trovare degli Scilipoti di turno per non andare a casa”. 
Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’ Interno, Matteo Salvini, ospite di “Radio anch’io” su Radio1 Rai, tornando su un passaggio dell’intervento di ieri del premier Giuseppe Conte al Senato, quando si è detto pronto a tornare in Aula se matureranno le condizioni per la cessazione dell’incarico.

“Non è un problema che mi tocca, io finché posso fare le cose sto al governo. Le parole di Conte? Si offende se dico che mi interessano meno di zero? Allora la mia risposta è questa”, ha aggiunto Salvini rivolgendosi al conduttore che gli chiedeva se si sentisse rassicurato dalle parole del premier.

Sulle dichiarazioni del premier Salvini ha osservato che “ieri è stata una giornata importante perché sono state sbloccate opere pubbliche come non accadeva da anni, ma rispondo volentieri a domande sui fantasy e su spionaggi del Russiagate: ho ascoltato il presidente Conte che ha ribadito ciò che avevamo già detto, mai preso un rublo. Sono stato in Russia, Stati Uniti e altri paesi, è il mio lavoro incontrare ministri, non per fare affari ma per l’interesse nazionale italiano”, ha chiosato.

MATTARELLA “QUIRINALE NON FA SCELTE POLITICHE”

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“Il Quirinale non compie scelte politiche. Queste competono alle formazioni politiche presenti in Parlamento, necessariamente all’insegna della chiarezza, nel rispetto della Costituzione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia del Ventaglio al Quirinale. “Il presidente della Repubblica è chiamato dalla Costituzione al dovere di garantire funzionalità alla vita istituzionale nell’interesse del nostro Paese.  L’arbitro non può non richiamare al rispetto del senso delle istituzioni e ai conseguenti obblighi, limiti e doveri”, ha aggiunto.

Il capo dello Stato ha parlato anche di Unione Europea. “Si è registrata una grande partecipazione” alle ultime elezioni europee, “la più alta di questo secolo, con quel voto si apre una fase nuova, con una diffusa richiesta di cambiamento neo confronti dell’Europa”. E ha ammonito: “Non c’è futuro al di fuori dell’Unione Europea”.

 

DECRETO SICUREZZA BIS, OK DALLA CAMERA

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L’Aula della Camera ha approvato il decreto sicurezza bis con 322 voti favorevoli, 90 contrari e un astenuto. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.

Soddisfazione è stata espressa dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “La Camera approva il Decreto Sicurezza Bis: pene più dure contro gli scafisti e i trafficanti di esseri umani, centinaia di assunzioni per combattere mafia, camorra e ‘ndrangheta, tolleranza zero per chi aggredisce le Forze dell’Ordine. Ora entro i primi di agosto tocca al Senato. Dalle parole ai fatti”.

CONTE “SERVE UN CAMBIO DI PASSO IN EUROPA”

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“Fin dal primo Consiglio europeo ho operato per cercare di imprimere un nuovo passo, un cambio di prospettiva rispetto alle principali sfide che l’Ue ha di fronte. Il cambio di passo dell’Ue rimane incompiuto ma sempre più indispensabile”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte intervenendo alla XIII Conferenza degli Ambasciatori alla Farnesina, sottolineando come di questo sia consapevole anche la neo-presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. “Non è differibile oltre un effettivo riequilibrio in seno all’Ue a favore di un’equa condivisione responsabilità e piena coesione politica e sociale – ha proseguito Conte -. Le divergenze all’interno della Ue sono il frutto di una perdurante mancata convergenza, quella di una Europa più vicina ai cittadini, obiettivo che l’Ue ha più annunciato che attuato, soprattutto se lo osserviamo attraverso le lenti di politiche economiche e migratorie”.

“Un approccio sbilanciato verso l’austerity e la riduzione dei rischi che finirà per premiare la logica transattiva dei singoli Stati membri dei confronti dell’Europa – ha avvertito – ma, soprattutto con l’insistenza di politiche pro-cicliche, si alimenterà la disillusione dei cittadini a vantaggio delle spinte centrifughe volte a disintegrare l’Unione europea”. Secondo il presidente del Consiglio l’avvio della legislatura europea “è un’opportunità da non mancare per rilanciare l’Europa nella direzione della responsabilità e della solidarietà per aggiornare con coraggio regole e assetti, ad esempio per quanto concerne la governance economica dell’eurozona e dell’Unione”. Rivolgendosi agli ambasciatori presenti in sala ha spiegato come dalla loro funzione ci si attende a Bruxelles la rappresentazione della spinta propulsiva che l’Italia intende imprimere per una Europa più equa e coesa. “Il chiaro mandato assegnato dai cittadini italiani al governo, è che lavorasse affinchè dall’Ue giungano soluzioni concrete alle questioni complesse dell’era globale è stato confermato anche su scala continentale, seppur espresso in forme diverse, dal voto del 26 maggio scorso”.

Continuando a parlare della questione europea, Conte ha affrontato il tema della Brexit, dove l’Ue ha concesso una proroga a Londra per trovare un nuovo accordo e uscire entro e non oltre il 31 ottobre 2019, ha assicurato che “nonostante le difficoltà, l’Italia continuerà a mantenere una linea equilibrata tra difesa dei nostri interessi e ascolto dei nostri amici britannici. Vogliamo che la Gran Bretagna resti un partner importante della Ue anche dopo Brexit e lavoreremo con il nuovo premier”. Rivolgendo, infine uno sguardo agli scenari internazionali, il presidente del Consiglio ha sottolineato che “la Russia è un player centrale, non possiamo prescindere da Mosca per perseguire soluzioni alle crisi internazionali, nel dialogo con la Russia dobbiamo fare leva su ciò che ci accomuna”, ma “la scelta Atlantica dell’Italia e l’appartenenza alla Nato non sono in discussione e restano l’architrave della nostra politica estera”, ha concluso.