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BERGOGLIO: “ROMA SOFFRE DI DEGRADO E ABBANDONO”

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“E’ una Roma che soffre di degrado. La nostra è una città affamata di amore e di cura, che soffre di degrado e abbandono”.

Papa Francesco, a Casal Bertone, in occasione delle celebrazioni del Corpus Domini, non esita a dare un giudizio poco lusinghiero nel fotografare la situazione di Roma e di chi vive nella Capitale.

“Davanti a tanti anziani soli, a famiglie in difficoltà a giovani che stentano a guadagnarsi il pane e ad alimentare i sogni – ha auspicato Bergoglio nella sua omelia – tutti devono mettersi in gioco contro il ‘mi spiace, ma non mi riguarda’, contro il ‘non ho tempo, non posso, non e’ affare mio”.

ISTANBUL, VINCE IL RIVALE DI ERDOGAN

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Ekrem Imamoglu, il candidato espressione dell’opposizione a Erdogan è stato eletto sindaco di Istanbul. Anche se il dato non è al momento definitivo, l’esponente di Chp risulta ampiamente in vantaggio rispetto al rivale Binali Yildirim. I primi dati parlano di una distanza di quasi 9 punti rispetto all’avversario.

Imamoglu veleggia verso il 54% mentre lo sfidante sarebbe fermo poco sopra il 45. Quest’ultimo ha comunque riconosciuto la sconfitta. Per il candidato del Chp si tratta della seconda vittoria.

Lo scorso 31 marzo Imamoglu aveva vinto di misura con un risicattissimo scarto di 14 mila preferenze. Distanza così ridotta tanto da spingere, lo scorso 6 maggio, il Consiglio elettorale supremo (Ysk) ad annullare la consultazione, accogliendo in questo modo la richiesta dell’Akp che aveva denunciato brogli. Decisione che sollevò le proteste pacifiche dei sostenitori del Chp. A distanza di 3 mesi dalla prima consultazione, la ripetizione del voto ha confermato (stavolta in maniera netta) il successo di Ekrem Imamoglu.

Le prime rivelazioni della Cnn turca danno il candidato del partito repubblicano attorno al 53,6% ma non è escluso che il dato finale possa essere leggermete superiore. Il risultato emerso dalle urne rappresenta una pesante sconfitta per il premier turco Erdogan.

MATTARELLA “SOLIDARIETÀ È SCUOLA DI VITA”

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“Nel giorno in cui la nascita della Croce Rossa viene ricordata e celebrata da migliaia di persone, che ripercorrono insieme il cammino dei feriti soccorsi al termine della battaglia di Solferino del 1859, desidero rivolgere il saluto più cordiale a tutti gli operatori e i volontari di questa gloriosa associazione che nel tempo continua a esprimere i più alti valori di umanità, di solidarietà, di fraternità”. Cosi’ il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca.

“Oggi è una celebrazione speciale – aggiunge -. Ricorrono infatti i 160 anni dalle vicende di guerra da cui scaturì l’idea originaria della Croce Rossa, e nel contempo celebriamo il 100° anniversario della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Il gesto di aiuto, la condivisione popolare del soccorso, la mano tesa verso chi soffre e rischia di non farcela sono diventate pietre angolari della nostra civiltà e della stessa vita sociale, essendo ormai chiaro a tutti che senza uno spirito solidale non c’è vero progresso, né benessere. La professionalità degli operatori e la generosità dei volontari sono diventati uno straordinario patrimonio per il nostro Paese, e per il mondo intero”.

“Abbiamo il dovere di testimoniare ancora questi valori, affinché possano essere trasmessi alle generazioni più giovani. La solidarietà è cultura, è scuola di vita: rende migliore una comunità e restituisce alle persone molto più del sacrificio che è stato donato”, sottolinea il Capo dello Stato.

ZINGARETTI “SALVINI ALZA VOCE PER CELARE DANNI”

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“Salvini alza la voce. Per ora questo atteggiamento piace, ma il costo di questo chiasso è immenso”. Cosi’, in un intervento sul Corriere della Sera, il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che aggiunge: “Non è vero che la Lega difende gli italiani: le sue politiche li rendono più deboli e vulnerabili. Ora stiamo entrando in una fase nuova: quella dei tagli ai servizi e dell’arretramento dello Stato. Alzano continuamente polveroni perché non vogliono assumersi la responsabilità di riparare i danni creati in questo anno di governo e ci sono almeno quattro omissioni da svelare per capire cosa sta succedendo”.

Secondo Zingaretti “il bilancio di un anno è disastroso: 50 miliardi di euro di debiti in più. Avevano detto che con le loro politiche ci sarebbe stato uno stimolo dell’economia tale da rendere sostenibili i debiti in più generati. Invece hanno azzerato la crescita. Diminuiscono fatturato e produzione industriale, aumentano le crisi aziendali che mettono a rischio il futuro di 300.000 lavoratori, è esplosa la cassa integrazione. Hanno indebitato gli italiani per distribuire qualche risorsa. Ma il Paese è entrato in una spirale che produce stagnazione, nuove diseguaglianze e disagio”.

“È iniziata ufficialmente la stagione delle forbici – prosegue Zingaretti -. Già deciso il taglio di due miliardi di euro ai servizi che colpirà le imprese (-631 milioni di euro), l’istruzione (-100 milioni), la difesa e la sicurezza (-150 milioni). Ma arriveranno ulteriori tagli alla sanità, alla scuola, agli investimenti, ai trasporti, alle pensioni per tentare di evitare l’aumento dell’IVA. Intanto, il tema del Mezzogiorno è semplicemente rimosso proprio da chi lì aveva raccolto voti, non capendo che il Paese non si muove se è spaccato in due”.

“Si rivela la vera identità della destra al potere: la Lega ha catturato voti soprattutto nei luoghi del disagio e tra le persone più fragili – sottolinea Zingaretti -. Ma tradisce quegli elettori, che sconteranno i tagli e le altre misure inique del governo. Vedremo quale sarà la proposta, ma la flat tax favorisce chi guadagna di più; il loro modello di autonomia regionale divide il Paese; quota 100 scarica sui giovani debito per miliardi. Stanno creando un’Italia diseguale, dove solo chi è ricco potrà curarsi dignitosamente, potrà garantire un’istruzione di qualità ai propri figli, potrà garantire la sicurezza sua e dei suoi cari”.

“La lettera della Commissione Europea, invece di farli riflettere sui loro errori ha avuto l’effetto opposto di accelerare la fuga dalle loro responsabilità – prosegue Zingaretti -. E la strategia della Lega di rilanciare con la flat tax in deficit è la prova di come il vero obiettivo sia far saltare il banco e dare all’Europa, o all’alleato di governo, la colpa dei propri fallimenti”. “Ecco il ruolo del PD, creare un’agenda alternativa – conclude Zingaretti -. Dare protezione e speranza all’Italia che soffre, sostegno e fiducia all’Italia che cresce. Ora è il tempo del ‘Piano per l’Italia’. Bisogna ricostruire credibilità e fiducia. Abbiamo già presentato un primo tassello della nostra idea di futuro, basata su tagli alle tasse sul lavoro, sviluppo sostenibile per creare occupazione, istruzione a costo zero per famiglie a reddito medio-basso. Ora è il momento di mettere insieme su queste nuove proposte tutte le migliori energie del Paese. Bisogna aprire un cantiere nuovo: sostenere e rilanciare il sistema produttivo, sburocratizzare l’Italia, ripensare il welfare, scommettere sulla conoscenza. Si facciano avanti tutti coloro che vogliono fermare questa deriva e costruire, insieme, un futuro migliore per l’Italia”.

CASALEGGIO “AFFRONTIAMO IL TEMA DEI DUE MANDATI”

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“Quello dei due mandati è sicuramente un tema di cui si sta parlando, come su altri molti temi, da diversi mesi, con l’area di ascolto. Noi continuiamo a verificare se le nostre regole siano attuali e questa è una cosa che continueremo a fare”. Lo ha detto Davide Casaleggio a Catania per la nona tappa del Rousseau City Lab.

“Penso che le persone che nel Movimento Cinque Stelle hanno partecipato attivamente alla politica e si sono prestate come cittadini alla politica hanno lavorato molto in questi mesi. Non a caso nove delle undici riforme che sono state fatte nel giro di un anno sono targate Movimento Cinque Stelle e questo è qualcosa che bisogna ribadire”, ha spiegato Casaleggio.

“E tutte le volte che si parla delle attività fatte dalle istituzioni – ha aggiunto – è perché sono fatti importanti e riforme importanti: dal decreto dignità, allo spazza-corrotti a cose che non erano mai state fatte prima in Italia e sono state fatte”.

 

 

SALVINI “NON USCIAMO DALL’EURO”

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“Vogliamo giocare con le carte che abbiamo in mano. Basta che non siano carte truccate da altri. Non abbiamo intenzione nè di uscire dall’Europa nè dall’euro. Ma se mi chiedono di dissanguare le imprese e di aumentare l’Iva, dovranno passare sul mio corpo”. Lo ha detto il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, dal palco del Festival del Lavoro al MiCo di Milano.

“Abbassare le tasse, non a tutti, ma a molti, non è un diritto di chi sta al governo, ma un dovere. La riforma fiscale deve esserci, anche in favore delle piccole e medie imprese”, ha spiegato Salvini.

 

MATTARELLA “IL CSM VOLTA PAGINA”

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“Oggi si volta pagina nella vita del Csm. La prima di un percorso di cui non ci si può nascondere difficoltà e fatica di impegno. Dimostrando la capacità di reagire con fermezza contro ogni forma di degenerazione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso della seduta straordinaria del plenum del Consiglio Superiore della Magistratura.

Il capo dello Stato ha espresso “grande preoccupazione. Quel che è emerso da un’inchiesta in corso ha disvelato un quadro sconcertante e inaccettabile”.

“Occorre far comprendere che la Magistratura italiana, e il suo organo di governo autonomo, previsto dalla Costituzione, hanno al proprio interno gli anticorpi necessari e sono in grado di assicurare, nelle proprie scelte, rigore e piena linearità”, ha evidenziato Mattarella, che ha chiarito: “Ad altre istituzioni compete discutere ed elaborare riforme. Il presidente della Repubblica potrà seguire e seguirà questi percorsi, ma la Costituzione non gli attribuisce la facoltà di avanzare proposte”.

 

UE, CONTE “ITALIA NON SI SOTTRAE A VINCOLI”

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“L’Italia, in quanto Paese fondatore della casa comune, avverte la piena responsabilità di coltivare un dialogo aperto e costruttivo con la Commissione europea. Lo ha dimostrato anche di recente, nel dicembre 2018, allorché un intenso negoziato ha consentito di chiarire i dettagli della nostra manovra economica, in linea con le regole previste nel Patto di stabilità e crescita. Adesso l’Italia viene nuovamente sollecitata a dare conto del rispetto di queste regole. Non intendiamo sottrarci a tali vincoli, né intendiamo reclamare deroghe o concessioni rispetto a prescrizioni che, finché non saranno modificate secondo le ordinarie procedure previste dai Trattati, sono in vigore ed è giusto che siano tenute in conto dai governi di tutti gli Stati membri”. Così il premier Giuseppe Conte, nella lettera inviata agli altri 27 Paesi membri Ue, al presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, e al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.

“E, tuttavia, con la medesima determinazione, avvertiamo l’urgenza e la necessità di stimolare una discussione che miri a ridefinire la governance economica dell’Eurozona e dell’Unione, che non si è dimostrata adeguata ad assolvere i compiti per i quali era stata pensata. È necessaria – aggiunge – una profonda revisione, forse anche un’autentica conversione, delle regole euro-unitarie per pervenire a un sistema integrato di governo che possa perseguire effettivamente, in modo stabile e duraturo, il benessere economico e sociale dei popoli”.

Il premier nella missiva spiega che “il Governo italiano, secondo gli indirizzi condivisi dalle forze politiche di maggioranza, intende proseguire nel dialogo con le Istituzioni europee. Con lealtà e consapevolezza, esporremo le nostre ragioni, che – ne sono convinto – contribuiranno, se ascoltate senza pregiudizi, a evitare una decisione del Consiglio sull’apertura della procedura per disavanzo eccessivo. Il quadro di finanza pubblica dell’Italia è coerente con il rispetto, per il 2019, delle regole del braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita. Ho già avuto modo di spiegare pubblicamente come, sulla base delle più recenti informazioni, sia oggi possibile prevedere, per l’anno in corso, un saldo di bilancio sensibilmente migliore rispetto alle previsioni formulate dalla Commissione e dallo stesso Governo italiano nel Programma di stabilità. Questo risultato verrà conseguito, nonostante il quadro macroeconomico si sia rapidamente deteriorato rispetto quanto era prevedibile alla fine del 2018. Nelle competenti sedi tecniche forniremo i riscontri documentali necessari a comprovare questa valutazione aggiornata. Mi limito qui ad anticipare che la ragione fondamentale dell’andamento positivo dei saldi di bilancio, risiede nella prudenza alla quale sono state ispirate le nostre previsioni per le entrate e le uscite di bilancio”. 

“Constatiamo con soddisfazione che, anche grazie alle misure adottate per accrescere la fedeltà fiscale, le entrate sono migliori del previsto. Parimenti registriamo, per le spese, una dinamica più moderata di quella originariamente prevista. Per il 2020 – sottolinea Conte -, il Governo ha ribadito che intende conseguire un miglioramento di 0,2 punti percentuali nel saldo strutturale di bilancio. In linea con la legislazione vigente, il Programma di stabilità prevede un aumento delle imposte indirette pari a quasi l’1,3 per cento del PIL, che entrerebbe in vigore nel gennaio 2020. Il Parlamento ha invitato il Governo, in primo luogo, a riformare l’imposta sul reddito delle persone fisiche nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo, per il periodo 2020-2022, definiti nel Programma di stabilità. In secondo luogo, lo ha invitato a evitare gli aumenti delle imposte indirette per il 2020, individuando misure alternative idonee a garantire il miglioramento strutturale. Di conseguenza, in vista dell’approvazione del Documento programmatico di bilancio per il 2020 e alla luce delle più aggiornate previsioni macroeconomiche, il Governo, anche nel rispetto delle indicazioni poste dal Parlamento, sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche non tributarie”.

“Consapevole dei rischi derivanti da un debito molto elevato, l’Italia ha intrapreso questo percorso per ridurne progressivamente il peso sul Pil, adottando una politica di bilancio finalizzata a coniugare il sostegno alla crescita con la riduzione del costo del debito, che oggi assorbe quasi il 3,6% del Pil. La credibilità di questa strategia risiede, primariamente, nella consapevolezza della sua utilità a realizzare gli interessi dei cittadini italiani. Siamo peraltro consapevoli che questa strategia tornerà utile per la stabilità di tutta l’Eurozona. L’equilibrio dei conti pubblici è certamente un punto cardine della complessiva architettura economica e finanziaria europea. Vero è che non può essere il fine di questa nostra architettura e, soprattutto, non può costituire l’unico parametro di riferimento di qualsiasi misura di politica economica e sociale”.