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GIORGETTI “MI ASPETTO ATTACCO MERCATI”

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“Sono preoccupato il giusto, ma l’attacco io me lo aspetto”. Lo dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti (Lega), intervistato da Libero.
“I mercati – aggiunge – sono popolati da affamati fondi speculativi che scelgono le loro prede e agiscono. Abbiamo visto cos’è accaduto a fine agosto nel ’92 e sette anni fa con Berlusconi. In estate ci sono pochi movimenti nelle Borse, è un periodo propedeutico a iniziative aggressive nei confronti degli Stati, guardi la Turchia”. Per il sottosegretario il governo è pronto a reagire: “Se arriva il temporale, apriremo l’ombrello. L’Italia è un grande Paese e ha le risorse per reggere, anche grazie al suo grande risparmio privato. Quello che mi preoccupa è che, nel silenzio generale, gran parte del risparmio italiano è stato portato all’estero e quindi la gestione dei nostri titoli non è domestica”. “Il governo populista -aggiunge- non è tollerato. La Ue teme che, se funziona in Italia, altri Paesi possano imitarci. Quello che sarà però più pesante è il fuoco amico: le opposizioni sono ridotte ai minimi termini. Non hanno forza popolare dietro e ricorreranno a ogni strumento per metterci in difficoltà”.

TAJANI “LEGA PERDE SENZA FI”

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«Io credo che il centrodestra vince se unito. Salvini e la Lega restano nostri alleati, noi almeno vogliamo andare uniti in tutta Italia. Speriamo lo vogliano anche loro”. Lo dice il presidente del Parlamento europeo e numero due di Forza Italia Antonio Tajani, intervistato da La Repubblica. “Dividerci – aggiunge – vorrebbe dire far vincere il M5S e il Pd. È quel che vuole Salvini? A dispetto delle sue insinuazioni, noi restiamo alternativi ai dem, gli ricordo». “Se lo facesse – aggiunge – Salvini perderebbe buona parte dei suoi voti. Mi auguro che faccia chiarezza. Voglio pensare che non sia così, che non voglia aiutarli a vincere».
A proposito di Forza Italia precisa: «Noi non siamo una candela che si sta spegnendo, abbiamo 170 parlamentari, decine di sindaci, centinaia di amministratori locali. Non c’è alcun esodo, altri parlamentari stanno anzi transitando con noi. Non vedo rischi. Godiamo di buona salute». Tajani spiega il nuovo progetto Altra Italia: “È un cantiere col quale intendiamo coinvolgere tutti gli elettori che si muovono tra la Lega e il Pd, l’Italia moderata, la maggioranza silenziosa fatta di gente che lavora, che produce, il popolo delle partite Iva, la colonna vertebrale del nostro Paese che non si riconosce nel governo giallo-verde. Non è un nuovo partito e non sostituirà Fi».

Il vicepresidente di Forza Italia si dice “preoccupato per la situazione del Paese, per le reazioni dei mercati, perché non offrono una via d’uscita dalla crisi» e riguardo alle grandi opere: “La Lega deve sapere che questa sfida si può vincere e avrà Forza Italia al suo fianco. Come credo Fratelli d’Italia e il Pd”. “Se la decisione sarà sottoposta alla valutazione del Parlamento – aggiunge – allora c’è una maggioranza parlamentare assai ampia in favore della Tav e delle altre opere, che rispecchia la maggioranza degli italiani. Con buona pace del M5S. Salvini dovrà tenerne conto».

GOVERNO, DI MAIO: “NON SIAMO RICATTABILI”

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“Non credo che avremo un attacco speculativo. Io non vedo il rischio concreto che questo governo sia attaccato, è più una speranza delle opposizioni. E se qualcuno vuole usare i mercati contro il governo, sappia che non siamo ricattabili. Non è l’estate del 2011 e a Palazzo Chigi non c’è Berlusconi, che rinunciò per le sue aziende”. Così il ministro e vice premier, Luigi Di Maio, in un’intervista al Corriere della Sera, sottolineando che “i provvedimenti fondamentali del contratto li faremo col massimo rispetto degli equilibri di bilancio, ma anche chiedendo all’Europa di farci fare le riforme che ci permetteranno di abbattere il debito pubblico”. In tal senso ribadisce che non sarà sforato il tetto del 3% di deficit. “Non ci sarà bisogno di sforarlo. Con Conte e Tria convinceremo la Ue a farci fare riforme che porteranno all’abbassamento del debito e all’aumento della domanda interna. Inoltre, come abbiamo già fatto, porteremo avanti una lotta senza quartiere a tutti gli sprechi e tagliandoli troveremo risorse da poter utilizzare”. 

AUTOSTRADE, DI MAIO: “RECEDEREMO SENZA PENALI”

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“Le penali si pagano quando si straccia un contratto senza motivazione. Per noi gli obblighi di Autostrade per l’Italia non sono stati rispettati, se la motivazione è giusta non credo che si debbano pagare penali. Ci sono tutte le ragioni per recedere dal contratto senza penali”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, intervistato su Radio 24.

“Non mi sento umanamente di incontrare i vertici della holding dei Benetton. La situazione fa molta rabbia, la verità è che gli utili netti che fanno queste società in regime di monopolio fanno arrabbiare tutti – ha spiegato Di Maio -. Molti soldi potevano essere investiti in sicurezza, mentre sono andati in dividendi. Significa che quando si mette in mano a un privato e a delle finanziarie le nostre strade e la sicurezza delle nostre famiglie si preferisce il profitto. I Benetton li incontreremo virtualmente nella fase di contraddittorio quando gli ritireremo la licenza”.

“Non penso a una nuova Iri, penso che in questo Paese ci siano già tutti gli strumenti perchè lo Stato possa gestire un asset strategico”, ha proseguito.

 

TERRORISMO, MATTARELLA: “TUTELARE SICUREZZA”

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“Nel triste anniversario del brutale attentato di Barcellona che un anno fa ha colpito la Spagna, desidero rinnovare a Vostra Maestà il più sentito cordoglio della Repubblica Italiana e l’espressione della mia vicinanza. Con quell’atto di barbarie vili terroristi ancora una volta hanno colpito persone inermi, provocando numerose vittime, anche fra cittadini italiani. E’ a coloro che hanno perso la vita – oltre che a quanti sono rimasti feriti – che rivolgiamo oggi il nostro pensiero, con sentimenti di sincera partecipazione al dolore delle loro famiglie”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Re di Spagna, Sua Maestà Filippo VI.
“Il ricordo di fatti così drammatici rafforza in tutti noi la ripulsa verso ogni forma di estremismo fondamentalista e la fermezza nel tutelare la sicurezza delle nostre comunità nella sempre più convinta adesione ai principi di libertà, tolleranza e non violenza che ispirano la convivenza delle società democratiche”, conclude il capo dello Stato.

AUTOSTRADE, SALVINI: “CONCESSIONI ASSURDE”

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“In Consiglio dei Ministri abbiamo approvato l’avvio dell’iter per la revoca della concessione, punto”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ai microfoni di Tgcom24, in merito al crollo del Ponte Morandi a Genova.

“Poi non durerà 15 giorni, ci saranno le controdeduzioni di Autostrade, ci saranno pareri, contropareri, passeranno alcune settimane se non alcuni mesi. Questo è l’iter giudiziario, poi ci sono i fatti: 400 metri di autostrada crollata, 38 morti, altri dispersi, una città divisa in due – ha aggiunto -. Sono evidenti le colpe fattuali della società che ha incassato centinaia di milioni di utili, che ha incassato l’anno scorso 3,5 miliardi di pedaggio dagli italiani e non ha fatto quel che doveva. Mi sembra il minimo avviare le pratiche per rescindere il contratto così come mi sembra il minimo che in attesa dei pareri dei giudici la società Autostrade metta a disposizione subito tutto quello che può mettere a disposizione per le vittime e per la ricostruzione”.

“Qua c’è qualcuno che non ha rispettato il contratto e qualche mio predecessore che ha firmato una concessione assurda, con delle clausole assurde, dove i controllori erano controllati e si facevano tutto in casa – ha sottolineato Salvini -. Mi domando se chi ha firmato questi atti che sono a vantaggio dei privati e a svantaggio degli italiani lo abbia fatto per distrazione, per incapacità o per altro”.

 

 

CROLLO PONTE, GOVERNO AVVIA REVOCA CONCESSIONE

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“Oggi il Governo, tramite la competente Direzione del Ministero delle Infrastrutture, ha formalmente inoltrato a ‘Autostrade per l’Italia’ la lettera di contestazione che avvia la procedura di caducazione della concessione”. Lo afferma in una nota il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in merito al crollo del Ponte Morandi a Genova.

“Il Governo contesta al concessionario che aveva l’obbligo di curare la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’autostrada A10, la grave sciagura che è conseguita al crollo del ponte – prosegue Conte -. Il concessionario avrà facoltà di far pervenire le proprie controdeduzioni entro 15 giorni, fermo restando che il disastro è un fatto oggettivo e inoppugnabile e che l’onere di prevenirlo era in capo al concessionario su cui gravavano gli obblighi di manutenzione e di custodia”.

“Si è diffusa la notizia che Autostrade per l’Italia sarebbe disponibile a ricostruire il ponte a sue spese. Se questa proposta verrà formalizzata il Governo la valuterà, ma non come contropartita della rinuncia a far valere la voce di tutte le vittime di questa immane tragedia – spiega il premier -. Se questa iniziativa di ricostruzione del ponte verrà addebitata a ‘Autostrade per l’Italia’ sarà solo a titolo di provvisorio risarcimento del danno, fermo restando che la ferita inferta alle vittime, ai loro familiari e al Paese è incommensurabile e non potrà certo essere rimarginata in questo modo”.

“Questa sciagura ci impone di adottare nuove iniziative, ben più rigorose di quelle pensate dai Governi precedenti – sottolinea Conte -. A) Dobbiamo configurare una banca dati, a livello centrale, che possa acquisire tutte le informazioni riguardanti lo stato e la manutenzione di tutte le nostre infrastrutture. Per ogni infrastruttura dovremo avere certezza dell’intervento di manutenzione da ultimo adottato e di quelli programmati – prosegue -. Dovremo essere in condizione di poter operare tempestivamente nella segnalazione degli interventi di riammodernamento del nostro patrimonio infrastrutturale, graduandoli secondo un preciso ordine gerarchico di importanza e urgenza. B) Potenzieremo il servizio ispettivo che è istituito presso il Ministero delle Infrastrutture, in modo da assicurare una rigorosa e puntuale vigilanza sull’operato dei concessionari e sul rispetto dei vincoli che la legge e le convenzioni pongono a loro carico. C) A partire da settembre convocheremo tutti i concessionari delle infrastrutture, costringendoli a consegnarci un programma dettagliato degli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, con specifica quantificazione delle risorse destinate a questo scopo – sottolinea il premier -: li costringeremo a impegnarsi in un programma di riammodernamento delle infrastrutture destinando ad esso risorse più proporzionate e adeguate agli utili che ne ricavano”.

“Purtroppo arriviamo al Governo un po’ tardi – aggiunge il presidente del Consiglio -. Il processo di privatizzazioni che riguarda le nostre infrastrutture è stato avviato molti anni fa, secondo una logica che ha favorito la gestione finanziaria delle stesse e ha oscurato la logica industriale che invece dovrebbe caratterizzarle. Adesso ci ritroviamo con rapporti di concessione e contratti di servizio ormai in essere, alcuni dei quali scadono in un futuro non prossimo, e che contengono condizioni e clausole molto sbilanciate a favore dei concessionari”.

“Questo Governo farà di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni e man mano che esse scadono ne approfitterà per impostare queste operazioni sulla base di nuovi princìpi e di più soddisfacenti equilibri giuridico-economici. Questo Governo intende dare un segnale di svolta ben preciso – prosegue Conte -: d’ora in avanti tutti i concessionari saranno vincolati a reinvestire buona parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture che hanno ricevuto in concessione, dovranno rispettare in modo più stringente gli obblighi di manutenzione a loro carico e, più in generale, dovranno comprendere che l’infrastruttura non è una rendita finanziaria, ma un bene pubblico che il Paese e, quindi, i cittadini sono disposti ad affidare alle loro cure solo a patto che il lucro che ne viene ricavato sia ampiamente compensato dalle garanzie di una ‘assoluta tutela e sicurezza’ delle vite degli utenti e di una ‘gestione realmente efficiente’ del servizio”.

 

CROLLO PONTE, TONINELLI “SISTEMA VA RIPENSATO”

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Nessun ripensamento: Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, conferma in un’intervista a La Stampa che la società Autostrade rimane nel mirino del Governo. Anzi, la procedura di decadenza è già stata avviata. Trenta giorni per accertare le responsabilità del disastro: è il termine dato alla Commissione ispettiva.

“La risoluzione – spiega – rimane l’obiettivo centrale perché è inconcepibile che una tragedia del genere rimanga senza sanzioni esemplari. Ma è tutto il sistema delle concessioni che va ripensato alla radice, in quanto si è fondato su un vergognoso scambio di favori tra vecchia politica e grandi potentati economici, a danno dello Stato e dei cittadini”. “Ci sono finanziamenti ai partiti alla luce del sole di cui tutti sanno e valzer di poltrone che hanno interessato gli ultimi governi – aggiunge -. Ma poi ci sono i bilanci segreti di molte fondazioni politiche, in cui sarebbe interessante andare a mettere il naso. Dall’altra parte è evidente che è saltata la giusta proporzione tra tariffe imposte ai cittadini e livelli degli investimenti”.

Toninelli sottolinea che “ci sono varie ipotesi sul tavolo riguardo allo schema da adottare, ma è difficile che lo Stato possa far peggio di quello che abbiamo visto accadere a Genova”. Ed in merito al progetto della Gronda, dichiara: “E’ un tema che non ha alcuna connessione con la tragedia. Una speculazione meschina”. “La Gronda, nella migliore delle ipotesi, sarebbe finita non prima del 2029. Come può alleggerire un ponte che è crollato nel 2018? Peraltro il Ponte Morandi sarebbe rimasto in esercizio anche con la Gronda”.

“Il tema delle grandi opere, su cui è in corso l’analisi costi-benefici – secondo il Ministro -, non ha nulla a che fare con questo dramma, evidentemente figlio di altri problemi, a partire da una scarsa manutenzione ordinaria e straordinaria”. Poi, in merito ai rilievi Consob rispetto a possibili turbative del mercato, secondo Toninelli la reazione del Governo non è stata dettata dall’emotività: “Si è trattato solo di lucida indignazione di fronte a una strage assurda che poteva e doveva essere evitata e che faremo in modo non accada mai più”.

E sulla decisione di diverse famiglie di non partecipare ai funerali di Stato, commenta: “Il giusto sentimento di indignazione delle persone è anche il nostro. Sappiamo quali sono le colpe della vecchia politica complice dei concessionari in un do ut des indecente ai danni degli italiani. Io ci sarò in modo discreto per testimoniare la vicinanza alla città di un governo che finalmente sta cambiando le cose”.