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IMMIGRAZIONE, SCHIFANI “FI BATTA UN COLPO”

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“È vero che anche in questi giorni l’Europa sta dimostrando scarsa solidarietà e comprensione nei confronti del nostro Paese, che si è distinto come non mai sul salvataggio e relativa accoglienza degli immigrati. Una Europa più egoista nella tutela dei propri singoli interessi nazionali che non solidale come comunità di popoli. Sulla vicenda Diciotti il governo sta assumendo le proprie iniziative, con lo scarso successo sotto gli occhi di tutti, che dovrebbero coniugare la giusta esigenza di un’equa distribuzione europea degli immigrati con il rispetto della dignità umana”. Lo dichiara Renato Schifani, ex presidente del Senato e senatore di Forza Italia.

“L’articolo 1 dello statuto di Forza Italia – aggiunge – richiama i ‘valori universali di libertà, giustizia e solidarietà, a difesa del primato della persona in ogni sua espressione’. Siamo certi che sulla vicenda dei 150 immigrati trattenuti a bordo di una nave italiana, e quindi su territorio italiano, in condizioni precarie di vivibilità ed igiene, questi valori siano stati rispettati? Forza Italia, se ci sei batti un colpo”.

CHIUDE I BATTENTI IL MEETING DI RIMINI, NEL 2019 RIPARTE CON WOJTYLA

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RIMINI (ITALPRESS) – Il Meeting 2018 in tre brevi affermazioni. “Cosa ho visto a Rimini? Visitando la mostra su papa Francesco ho pianto di commozione tutto il tempo, e poi mi e’ successo lo
stesso con quelle dedicate a Brunelleschi e a Giobbe”. Parole di un intellettuale europeo, uno degli esponenti di punta dell’architettura contemporanea, Alberto Campo Baeza. “Essere
felici e’ essere abbracciati” ha detto la giovane scrittrice argentina Veronica Cantero Burroni, nel corso di una testimonianza che ha lasciato il segno sul Meeting di quest’anno. L’ultima e’ la
testimonianza di un giovane visitatore. “Il Meeting? Per me era il male assoluto. Oggi che l’ho visitato ho capito quanto sono stato stupido a non esserci mai stato. Il Meeting e’ un’esperienza, va vissuto, di qualsiasi pensiero, nazionalita’, religione voi siate”. Tre esperienze in apparenza fragili e non rilevanti: la commozione di fronte alla bellezza, la felicita’ come abbraccio, lo scoprire
se stessi nell’incontro con l’altro. Il Meeting nel 2018 fin dalla scelta del titolo ha scommesso sull’unico fattore che muove davvero la storia in modo positivo e duraturo, la persona. “Attenzione, non contrapponendo la felicita’ individuale a un mondo cattivo e ostile – spiega la presidente della Fondazione Meeting Emilia Guarnieri -, ma evidenziando una quantita’ impressionante di esperienze di realizzazione umana e costruzione sociale, nelle favelas di Salvador de Bahia come nella ricerca sulle cure palliative, nel pensare l’innovazione al di la’ della sola tecnologia o nel raccontare con occhi nuovi L’infinito di Leopardi”. “Non c’e’ formula o algoritmo che tenga – aggiunge Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarieta’ – per contrastare il declino occorre puntare sulla persona, dare spazio al racconto di chi diventa imprenditore di se stesso anche nella ricerca del lavoro, favorire il dialogo tra persone di diversa
religione, cultura, orientamento politico, come avvenuto con l’Intergruppo per la Sussidiarieta’. Otto giorni di Meeting dimostrano che tutto questo e’ pratica vissuta e contributo reale
alla vita del Paese, non utopia. Non a caso l’edizione di quest’anno ha rappresentato il segnale della ripartenza dopo la tragedia di Genova, attraverso la presenza del presidente Toti,
del sindaco Bucci, dei parlamentari, ma anche il momento di una riflessione organica su quanto accaduto, con le voci del Porto di Genova, dei terminalisti, di RFI e con i convegni sulle grandi
opere e il rapporto fra infrastrutture e mobilita’”. Il Meeting 2018 si era aperto con il messaggio di Papa Francesco e del presidente Sergio Mattarella, i quali, ciascuno dalla propria prospettiva, hanno ripreso il titolo della manifestazione. Papa Francesco in particolare ha sottolineato l’assonanza con l’esperienza di san Benedetto da Norcia: “Mentre nuovi popoli premevano sui confini dell’antico Impero – ha scritto – un giovane fece riecheggiare la voce del Salmista: ‘Chi e’ l’uomo che vuole la vita e desidera vedere giorni felici?'”. Il presidente Mattarella dal canto suo ha parlato della necessita’ dello spirito di pace e amicizia proprio del Meeting: “E’ dalla  consapevolezza che ciascuno, con il suo credo e le sue convinzioni, arricchisce il nostro essere persona – ha scritto il Capo dello Stato – che nasce la possibilita’ di rendere davvero umano il mondo”. Il “la” e’ stato dato poi dall’intervento inaugurale del nunzio negli Usa Christophe Pierre, quando ha ricordato che “La vera rivoluzione e’ la rivoluzione del cuore. Non possiamo costringere
nessuno a credere, soprattutto non i giovani”, perche’ la fede e’ una vita nuova che si comunica per grazia, e quindi solo “attraverso la testimonianza della nostra vita”. E’ stato anche il
Meeting di Giobbe, l’uomo che non vuole sfuggire alle domande drammatiche della vita, a cui sono stati dedicati la principale mostra e un grande incontro. In pieno accordo con lo spirito e il titolo del Meeting anche “Attraverso il mare del desiderio”, rappresentato domenica 19 sulla Piazzetta sull’Acqua al Ponte di Tiberio. “Uno spettacolo che lega il destino del singolo e le forze che muovono i mondo”, racconta il responsabile degli spettacoli del Meeting Otello Cenci. “Il testo, tratto da Paul Claudel nel 150mo anniversario della nascita, grazie anche alla nuova traduzione e’ stato rappresentato per la prima volta in Italia, per di piu’ valorizzando il rapporto con Rimini attraverso la spettacolare location del Ponte di Tiberio che ha attirato cinquemila persone”.
Quanto alle cifre, la XXXIX edizione mostra che il Meeting, nella sua formula rinnovata che ha scommesso su aree e spazi tematici, si consolida anche nei numeri. Foltissime la presenze (ne fa fede il numero di scontrini della ristorazione, superiore del 5% rispetto al 2017), il fundraising che tocca un nuovo record con 120mila euro di raccolta (centomila l’anno scorso), e naturalmente
i 234 incontri (quasi raddoppiati i 118 dell’anno scorso) con 528 relatori (327 nella scorsa edizione), le 14 esposizioni, i 18 spettacoli, le 32 manifestazioni sportive. Il tutto in 130mila
metri quadrati di Fiera (21mila dedicati alla ristorazione), con l’apporto di 2.927 volontari, il vero cuore pulsante della kermesse che ne mostra l’aspetto di gratuita’. Quanto al capitolo costi, il Meeting 2018, che percepisce scarsissimi contributi pubblici, ha un budget di 5 milioni 972mila euro, le entrate principali sono i servizi di comunicazione per le aziende (3 milioni 550mila euro) e gli introiti dalla ristorazione (1 milione 104mila). E cosi’, accompagnando e vivendo da tanti anni l’evoluzione e il travaglio del Paese, il Meeting si avvia a concludere il quarto decennio della sua storia. Il titolo della quarantesima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si terra’ nella Fiera di Rimini dal 18 al 24 agosto 2019, sara’ “Nacque il tuo nome da cio’ che fissavi”. “E’ un verso di una poesia di Karol Wojtyla – spiega Emilia Guarnieri -. E quindi nel 2019 avremo un titolo in piena continuita’ con i contenuti di quest’anno. Se nel 2018 abbiamo messo al centro la persona, l’uomo che cerca la felicita’ e fa esperienza di essa, l’anno prossimo andremo ulteriormente al fondo per scoprire da dove puo’ nascere il volto, la fisionomia della persona”.
(ITALPRESS).

 

 

DICIOTTI. VIMINALE DÀ OK A SBARCO

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C’è l’ok allo sbarco dei 137 migranti rimasti a bordo della nave ‘Ubaldo Diciotti’. Ad annunciarlo è stato, in serata, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini durante un comizio a Pinzolo. Lo sta bene da parte del Viminale è arrivato dopo sei giorni dall’approdo del pattugliatore della Guardia Costiera a Catania. I migranti saranno trasferiti in un centro di accoglienza a Messina e successivamente cominceranno le operazioni di distribuzione che coinvolgeranno anche la Chiesa italiana oltre che i Paesi di Albania e Irlanda. Intanto, il ministro Salvini é indagato per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Agrigento. Ad essere indagato è anche il capo di gabinetto del ministro. La decisione è arrivata al termine della missione romana del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio che ha trasmesso gli atti alla procura di Palermo per il successivo passaggio ‘al tribunale dei ministri della stessa città’. Tale procedura di ‘legge costituzionale 16/1/89 n. 1 – si legge nella nota della Procura di Agrigento – permetterà con tutte le garanzie e le immunità previste dalla medesima legge, di sottoporre ad un giudice collegiale specializzato le condotte poste in essere dagli indagati nell’esercizio delle loro funzioni, uno dei quali appartenente ai qualificati soggetti indicati all’articolo 4 della norma costituzionale. Ogni eventuale negativa valutazione delle condotte di cui sopra – si legge ancora nella nota – dovrà essere sottoposta alla autorizzazione della competente Camera dei Deputati’.
Ad Agrigento resta, dunque, la titolarità delle indagini mentre la procura di Palermo ha già aperto un’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata al traffico di uomini e quella di Catania un fascicolo di ‘atti relativi’ senza indagati. Restano ricoverati in ospedale, a Catania, i 13 migranti – 7 donne e sei uomini – sbarcati questo pomeriggio per ‘emergenza sanitaria’ (ITALPRESS).

MIGRANTI, DI MAIO “SALVINI NON DEVE DIMETTERSI”

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“Ci assumiamo tutta la responsabilità sugli atti che abbiamo portato avanti sulla Diciotti e su tutti quelli che porteremo avanti nei prossimi mesi”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio in una diretta Facebook.

“Il ministro dell’Interno Salvini è indagato. Sono contestati alcuni reati dal pubblico ministero, io credo che sia un atto dovuto in quanto ministro dell’Interno – ha proseguito Di Maio -. Ricorderete che questa cosa l’abbiamo vista anche a carico di nostri sindaci in passato. Come ci si comporta in questi casi? Prima di tutto, ricordiamoci che nel nostro contratto di Governo c’è anche il codice etico dei ministri, e secondo il codice etico dei ministri e anche quello del M5S il ministro dell’Interno deve continuare a fare il ministro in questo momento. Ma deve essere chiaro che è nostro dovere attuare il programma elettorale, è nostro diritto esternare politicamente la volontà di andare avanti sul nostro programma, ma è anche diritto-dovere della magistratura portare avanti i procedimenti giudiziari – ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio -. Pieno rispetto per la magistratura e non facciamo piombare di nuovo questo Paese negli scontri tra procure e politica. Noi ci assumiamo le nostre responsabilità, come Governo, coscienti del fatto che abbiamo difeso l’interesse nazionale, e ci difenderemo. Questo non significa attaccare i pm”.

 

DICIOTTI, CEI “SBARCO URGENTE”

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“C’è stato un felice incontro tra noi e le istituzioni civili che ha permesso di sbloccare quella situazione terribile, segnata da separazione tra minori e genitori e da disagi di ogni tipo”. Lo dice, in un’intervista al Corriere della Sera, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, commentando l’accordo per accogliere in strutture della Chiesa un centinaio di migranti della Diciotti.
«Nel dare la nostra disponibilità- aggiunge- non abbiamo fatto calcoli di convenienza e non vogliamo farne ora che il buon incontro c’è stato. Non solo non calcoliamo, ma ringraziamo le istituzioni che ci sono venute incontro. Comprendiamo la complessità della situazione e apprezziamo che sia stato possibile semplificarla a fin di bene». “Dico solo – aggiunge – che c’è stato un desiderio comune e la comune avvertenza dell’urgenza di sgombrare la nave».

SALVINI: “NO IMMUNITÀ, INCHIESTA BOOMERANG”

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“Se il Tribunale dirà che devo essere processato andro’ davanti ai magistrati a spiegare che non sono un sequestratore. Voglio proprio vedere come va a finire…”.  Lo dice il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in un’intervista a Libero. Alla domanda se chiedera’ al Senato di dire no all’autorizzazione a procedere, risponde: “Assolutamente no!”. “Io ho fatto solo il mio lavoro di ministro e sono pronto a rifarlo”.
“Da Agrigento verranno tante cose positive e quindi ringrazio il pm perchè sarà un boomerang”, afferma il ministro in un’intervista al Messaggero. Per Salvini la riforma della giustizia va fatta «ma non per l’inchiesta su Salvini, ma perchè abbiamo milioni di processi arretrati e questo è uno dei problemi che frenano gli investimenti in Italia. Una riforma dei tempi della giustizia serve”.

TONINELLI: “PIANO MANUTENZIONE INFRASTRUTTURE”

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“Il crollo di Genova non è dovuto a una tragica casualità, ma è un evento che conferma drammaticamente quello che questo governo ha sostenuto fin dal suo insediamento: la prima grande opera di cui ha bisogno il paese è un imponente piano di manutenzione ordinaria e straordinaria del nostro territorio e delle nostre infrastrutture, si deve smettere di inseguire le emergenze”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, nel corso dell’audizione nelle commissioni riunite Ambiente di Camera e Senato sul crollo del ponte Morandi a Genova.

DI MAIO: “TETTO 3% SI PUÒ SFORARE”

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La fuga di capitali esteri dall’acquisto di titoli di Stato italiani “è frutto di una narrazione, che ci dipinge come barbari. È la stessa descrizione che davano dell’Amministrazione Trump, che però poi negli Stati Uniti ha fatto crescere il Pil del 4 per cento”. Lo dice in un’intervista al Fatto Quotidiano il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio.

Alla domanda se sia possibile sforare il parametro del 3% del rapporto deficit/pil, Di Maio risponde così: “Non lo escludo, tutto può essere. Ma non possiamo dirlo ora, stiamo lavorando alla legge di Bilancio. Se per raggiungere i nostri obiettivi servirà, accederemo agli investimenti in deficit”. E aggiunge: “Io voglio realizzare subito le tre misure principali del contratto di governo: superamento della legge Fornero, reddito di cittadinanza e flat tax”.

Poi il vicepremier risponde a una domanda sull’incontro di oggi tra il suo collega di governo Matteo Salvini e il premier ungherese: “Con Orban non vogliamo avere niente a che fare. Ma la sua posizione esplicitamente contraria alla revisione del Trattato di Dublino di fatto è la stessa di Germania e Francia”.