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SALVINI INDAGATO PER SEQUESTRO DI PERSONA

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La Procura di Palermo ha richiesto al Tribunale del capoluogo siciliano – Collegio speciale per i reati cosiddetti ministeriali “di procedere alle indagini preliminari nei confronti del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per il reato di sequestro di persona aggravato, commesso nel territorio siciliano fino al 25 agosto scorso, in pregiudizio di numerosi stranieri; ciò, in ossequio alle disposizioni di legge”. E’ quanto si legge in una nota della Procura della Repubblica presso il Tribunale Palermo, in merito alla vicenda della nave Diciotti. 

“Dell’avvio di tale procedura, sottolinea la nota, è stato dato avviso al senatore Salvini ed è in corso la notifica degli avvisi ai soggetti da ritenersi persone offese del reato ipotizzato, come previsto dalla Legge costituzionale”. Ai sensi delle disposizioni di legge, prosegue la nota, “la competenza a svolgere le indagini appartiene al cosiddetto Tribunale dei Ministri; nessun atto di indagine è stato quindi compiuto da questa Procura, che ha pertanto proceduto esclusivamente sulla base degli atti ricevuti e degli elementi, in fatto ed in diritto, allo stato dagli stessi ricavabili”. 

“Penso che la maggioranza degli italiani per bene abbia qualche perplessità. Un organo dello Stato indaga un altro ordine dello Stato. Con la differenza che un organo è eletto e l’altro no”, commenta il vicepremier Salvini.

“Sono una persona per bene. Non mollo di un millimetro, se domani dovesse arrivare un’altra nave carica di clandestini non sbarca. Dico grazie al procuratore di Palermo, al procuratore di Agrigento, al procuratore di Genova. Fate in fretta il vostro lavoro, mi date solo più forza”, ha aggiunto.

DI MAIO “SIAMO DALLA PARTE DELLE IMPRESE”

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“Confermeremo Industria 4.0 e il taglio del cuneo si farà, è parte della riforma fiscale. Ora che non siamo più antagonisti, abbiamo lavorato dalla stessa parte del tavolo anche per cercare insieme soluzioni concrete alla massa di scadenze, reiterazioni e adempimenti. Per le agevolazioni favoriremo in particolare l’accesso delle piccole imprese”. Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, parla delle misure cui sta lavorando per la legge di bilancio in una intervista al Sole 24 Ore, che arriva pochi giorni dopo l’intervista all’altro vicepremier e ministro degli Interni, Matteo Salvini.

Tra le altre cose, dice Di Maio che “già a settembre sarà introdotta la cigs di 2 anni per i lavoratori di aziende che chiudono”. Alitalia avrà “prevalente controllo pubblico”. Su Telecom: no alla vendita di Sparkle.

Di Maio interviene anche rispetto al messaggio del Papa contenuto nell’intervista al direttore del Sole 24 Ore, Gentili. Messaggio fondato sulla centralità del lavoro e dell’impresa. “È un messaggio importante che noi recepiamo con grande attenzione e facciamo nostro come governo”.

E sul reddito di cittadinanza: “Chi ottiene il reddito di cittadinanza è obbligato a essere preso in carico dai centri per l’impiego e deve assicurare otto ore di lavoro al comune di residenza. Se chi percepisce il reddito rifiuta tre proposte di lavoro perde il reddito”.

CONTE: “CONTI IN ORDINE MA SAREMO CORAGGIOSI”

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“So che c’è molto fermento e curiosità, non posso anticipare i dettagli della manovra economica, ma la curiosità sarà appagata a breve con la presentazione della legge di stabilità, ma voglio solo chiarire che siamo consapevoli che le prime vittime dell’instabilità finanziaria sono la produzione e i commerci che soffrono delle incertezze delle prospettive, dell’alto costo del denaro e della diffcoltà a reperirlo. Faremo una manovra seria, credibile, terremo i conti in ordine ma saremo molto coraggiosi”.
Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo alla Fiera del Levante.

“Reddito cittadinanza e riforma fiscale saranno due pilastri con cui lavoreremo per sagomare una manovra economica che realizzi anche misure di equita’ sociale”, ha aggiunto.

Il premier, ricordando la data dell’8 settembre, ha sottolineato come “l’Esecutivo che presiedo ha l’ambizione di ricreare nei cittadini la stessa fiducia verso il futuro che allora animava i nostri genitori e che gli ha dato la forza di compiere le scelte fondamentali per la crescita dell’Italia e di superare momenti difficili, costruendo le basi del nostro sviluppo di cui oggi godiamo gli affetti”.

Quindi “noi siamo un governo di cambiamento e dobbiamo cambiare questa percezione e la realtà delle cose. Abbiamo messo il cittadino al centro della nostra azione, vogliamo rianimare quella fiducia, quello spirito di intraprendenza, quella forza morale che nel secondo dopoguerra ha fatto grande questo Paese”.

MATTARELLA “RIAFFERMARE VALORI NASCITA UE”

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“Una casa comune solida e ben gestita costituisce il più efficace antidoto contro antistoriche spinte dissociative. E’ quanto ci chiede la società civile dei paesi europei: più sicurezza, in un contesto internazionale così profondamente perturbato, più equità, più condivisione delle responsabilità”. Con queste parole, nel suo videomessaggio indirizzato ai partecipanti al Forum Ambrosetti di Cernobbio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato l’importanza delle prossime elezioni europee previste nel mese di maggio 2019.

“L’Unione Europea si appresta a passaggi rilevanti della sua esistenza – ha aggiunto -. Siamo in vista delle elezioni del Parlamento Europeo nel prossimo anno, massimo momento della sovranità dei popoli dell’Unione e dobbiamo compiere scelte fondamentali su politiche e istituzioni: dal bilancio comune alla governance economica dell’area euro. Per ben custodire il futuro dei nostri popoli, è indispensabile riaffermare i valori fondamentali alla base delle libere scelte che hanno portato all’Unione Europea: libertà, stato di diritto, democrazia, uguaglianza, solidarietà, rispetto della dignità umana. E’ questa la prospettiva in cui è saldamente collocata l’Italia. Rendere attuali questi valori, declinarli in iniziative concrete, richiede un coerente sforzo, che sappia durevolmente legittimare la ragion d’essere profonda dell’appartenenza all’Unione, che va ben oltre la semplice partita del dare/avere”.

“Occorrono ambizioni all’altezza dei tempi e delle sfide, a partire dal rafforzamento dei progetti fondamentali dell’integrazione, come l’Eurozona, alle questioni delle politica estera e di difesa, al potenziamento delle politiche di coesione e crescita, con strumenti che consentano di gestire con efficace solidarietà le trasformazioni produttive e le sofferenze sociali, alla predisposizione di regole che sappiano affrontare in modo adeguato la questione migratoria – ha detto ancora il Capo dello Stato -. I governi hanno l’onere di contribuire con atteggiamenti e proposte costruttive a garantire il miglior funzionamento dell’Unione, aggiornandone le priorità”.

“La posta in gioco è molto elevata: l’Europa è la soluzione adeguata per evitare ai singoli paesi di scivolare nell’irrilevanza e per consentire loro, invece, di partecipare autorevolmente alla stesura di nuove e più appropriate regole internazionali – ha concluso Mattarella -. Le Istituzioni europee e nazionali debbono lavorare insieme per rispondere alle esigenze dei cittadini e soggetti economici e sociali, garantendo libertà in un mondo aperto e, allo stesso tempo, coesione e solidarietà, presupposti per proseguire il cammino di pace, democrazia e sviluppo assicurato dall’integrazione del continente in questi 60 anni, estendendolo, auspicabilmente oltre i suoi confini”.

CASELLATI: “RIFORMARE SISTEMA-PAESE”

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Le imprese italiane riescono ad eccellere nel mondo malgrado le tante e irrisolte criticità del sistema-Paese, ma questo dato di fatto, più che un vanto, dev’essere «un monito» per chi ha responsabilità istituzionali e di governo. E’ la riflessione che il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha condiviso oggi con la platea del Forum Ambrosetti di Cernobbio. «Abbiamo il compito di pensare e realizzare politiche di medio e lungo periodo, nella prospettiva di attutire le ciclicità sempre più stringenti dei mercati e favorire le espansioni», ha puntualizzato la seconda carica dello Stato, aggiungendo che «il sistema è troppo burocratizzato e tra decisione e realizzazione il gap è troppo ampio».

Il presidente del Senato, che ha posto l’accento sul «lavoro come emergenza nazionale», ha parlato quindi di un «Paese che, avvitato su troppe norme e infiniti passaggi di mano e di competenze, risulta alla fine troppo complicato e poco attrattivo».

Alberti Casellati ha poi invocato la concretizzazione delle «riforme necessarie a liberare le tante energie e risorse strette nella morsa della burocrazia e a portare ad una significativa ripresa economica» e cioè: riforma fiscale, efficienza del sistema giudiziario, mappatura e ammodernamento della rete infrastrutturale strategica, riassetto della autonomie locali.

 

DI MAIO: “ROTTA SI PUÒ INVERTIRE”

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“Con Conte stiamo facendo un buon lavoro di squadra. Il Governo va avanti, compatto, continuiamo a seguire la strada dei fatti. Abbiamo dimostrato che la rotta si poteva invertire, e gli italiani ci chiedono di fare, non di parlare”. Lo ha detto il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, parlando con i giornalisti a margine della sua visita alla Fiera del Levante, a Bari.

 

TRENTA INCONTRA I DUE MARÒ

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“Il 15 febbraio del 2012 è un giorno che va tenuto bene a mente, perché è il giorno in cui inizia il calvario dei nostri due maro’, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Dopo quasi 7 anni la loro storia non è ancora finita. Il 22 ottobre si aprirà davanti ai giudici dell’Aja l’arbitrato per stabilire chi tra Italia e India dovrà giudicare i militari. Oggi li ho incontrati, separatamente come previsto, per esprimergli non solo la vicinanza di questo governo, ma di tutto il Paese, perché in questi casi occorre che tutte le forze politiche e civili, indistintamente, si mostrino unite e compatte intorno ai nostri due fucilieri di Marina!”. Lo afferma in una nota il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta.

 

CONTE RINUNCIA A CONCORSO “LA SAPIENZA”

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“Non c’è nessun conflitto di interessi. Ho partecipato al concorso da libero cittadino e avevo presentato domanda prima di diventare premier, ma rinuncio per ragioni di personale sensibilità. Non voglio che solo il sospetto possa offuscare la mia carriera e possa creare un sentimento negativo”. Così in diretta Facebook il premier Giuseppe Conte annuncia di rinunciare al concorso per un incarico di professore ordinario all’Università La Sapienza.

“Non si trattava di una promozione, sono ordinario da tanti anni. Partecipando a questo bando concorsuale avrei avuto la possibilità di trasferirmi da Firenze a Roma, dove c’è mio figlio. Il colloquio di inglese era una prova accessoria, noi professori siamo giudicati per titoli”, ha aggiunto, spiegando che “non c’è formalmente nessun conflitto di interessi. Io non ho mai pensato di ottenere da questo incarico una poltrona a vita. Era la ragione per cui mi piaceva partecipare da cittadino al concorso. Ma non voglio che anche solo il sospetto di lucrare un vantaggio personale da questa mia posizione possa offuscare la mia carriera personale e creare da parte dei cittadini che ci hanno votato un sentimento negativo”.

“E’ stato detto che io cercavo un dopo lavoro, non confidando sulla durata di questo Governo. Fatevene una ragione, lo dico a tutti gli oppositori: questo Governo durerà cinque anni”, ha sottolineato il premier