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MANOVRA, SALVINI “NO NUOVO DOCUMENTO PER UE”

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“Non ci sarà un nuovo documento da mandare all’Ue, non credo giusto che ci siano sanzioni prima che ci sia la manovra”. Lo ha detto il vicepriemer e ministro dall’interno Matteo Salvini, a margine dell’inaugurazione del nuovo anno accademico della scuola di Perfezionamento per le forze di polizia.

CONTE: “CAMBIARE RICETTA ECONOMICA PER CRESCERE”

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“L’Italia deve crescere e per farlo deve cambiare ricetta economica”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri.

 

“Stiamo completando la fase dei dettagli per quanto riguarda le riforme che hanno maggior impatto sul piano sociale, e le relazioni tecniche ci consentiranno di calcolare fino all’ultimo euro, il costo di queste misure – ha sottolineato Conte -. Le risorse finanziarie che auspicabilmente riusciremo a recuperare ci consentiranno di avere un margine negoziale di manovra con le istituzioni europee”.

Per il premier “è giusto destinare agli investimenti le risorse aggiuntive che si recupereranno. Siamo un paese con solidi fondamenti, dal punto di vista economico, l’export va molto bene, ma siamo un paese che deve crescere”.

 

 

 

MANOVRA, TRIA: “SERVE OPERAZIONE VERITÀ”

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“Contestazione della manovra da parte della commissione europea? Le previsioni di crescita adottate dal governo in settembre, si basano su una stima metodologicamente corretta”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, parlando in aula in Senato. Per il ministro “serve una forte operazione di verità”. Comunque “oggi stiamo dialogando in modo virtuoso con la commissione europea per trovare miglioramenti condivisi, miglioramenti che il parlamento può apportare nella sua sovranità”.

Inoltre, ha spiegato, “con la manovra ci poniamo l’obiettivo di  affrontare temi concreti non certo organizzare un affronto all’Europa o organizzare un’uscita dall’euro.Tuttavia, dobbiamo tener conto dei timori dei nostri partner europei e dell’incertezza dei mercati”.

Secondo Tria “con l’Ue c’è un dialogo improntato a individuare una possibile soluzione condivisa, nel pieno rispetto delle priorità di politica economica delineate dal governo. Il disegno di legge di bilancio declina la strategia del governo per la crescita, dell’occupazione e di contrasto alla povertà, attraverso una manovra fiscale moderatamente espansiva”. In tal senso “la manovra ha due obiettivi: aumentare tasso di crescita e ridurre il rapporto debito-Pil. I pilastri, per raggiungere questi obiettivi, sono: il rilancio degli investimenti, l’avvio delle riforme fiscali, il rafforzamento delle politiche per il contrasto della povertà, per il lavoro, la riforma del sistema pensionistico”.

 

MANOVRA, SALVINI “OBIETTIVO CRESCITA”

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“Stiamo lavorando, gli esperti stanno lavorando giorno e notte, per valutare quanti soldi effettivamente serviranno nel 2019  per garantire il superamento della Fornero, la riduzione delle tasse, il reddito di cittadinanza. Quando ci sarà la somma totale investiremo i soldi che eventualmente avanzeranno per la tutela del territorio e andremo a Bruxelles a testa alta, portando rispetto e chiedendo rispetto con l’obiettivo d fare crescere il Paese , pieno di investitori sia in Italia che all’estero che non vedono l’ora che questa manovra sia approvata per comprare italiano e investire i Italia”. Così il ministro e vice premier, Matteo Salvini, parlando con i giornalisti fuori da Montecitorio.

DI MAIO: “TROVEREMO SOLUZIONE GLOBAL COMPACT”

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“Sicuramente dovremo trovare un accordo e per questo non si può prescindere dalla discussione parlamentare. Anche altri Paesi ne hanno discusso. Discuteremo in Parlamento per trovare la soluzione migliore nell’interesse degli italiani”. Lo ha affermato il vicepremier Luigi Di Maio, parlando con i giornalisti a Bruxelles.

“Non ne faccio assolutamente un mistero che le due forze politiche non hanno una visione identica sul tema, ma troveremo una soluzione come l’abbiamo trovata su altre cose molto più importanti – ha aggiunto Di Maio -. Questo è un atto non vincolante che abbiamo sempre tempo di sottoscrivere, ma ne discuterà il Parlamento”.

 

MANOVRA, CONTE: “PASSI AVANTI CON UE”

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“La procedura di infrazione non è auspicabile, ci porrebbe in difficoltà e può contribuire a creare fibrillazioni nei mercati. Non la auspichiamo affatto e lavoriamo per evitarla, fermo restando che riteniamo di essere nel giusto”. Con l’Ue “sono fiducioso su una soluzione, stiamo facendo dei passi avanti, lavoriamo in un clima molto proficuo e molto operativo. I numeri sono l’ultima cosa, ci sono tante varianti che stiamo considerando”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti a Buenos Aires a margine del G20.

“Si può cambiare qualche impostazione e mantenere i numeri uguali, per noi è importante mantenere le riforme che sono essenziali. Bisogna invertire la rotta e serve una manovra diversa dal passato”, ha spiegato Conte.

FICO: “PRENDO DISTANZE DA DL SICUREZZA”

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L’assenza alla votazione finale del decreto sicurezza come presa di distanza dal provvvedimento “è stata interpretata bene, è una presa di distanza”. Lo chiarisce il presidente della Camera, Roberto Fico, a margine di un convegno all’Accademia dei Lincei. “Io sono il presidente della Camera, rispetto il mio ruolo fino i fondo, i diritti di maggioranza e opposizione, e mando avanti i provvedimenti che arrivano  in Aula con la collaborazione di tutti i capigruppo e rimango fedele al mio ruolo istituzionale. Se poi parliamo nel merito del provvedimento dopo che è stato approvato, quello è un altro discorso”, ha aggiunto. Quanto al Global Compact, “prima di parlare invito tutti a leggere bene il testo, invito ad approfondirlo perche’ se si legge bene il testo si vede che e’ una gestione globale fatta con gli altri Paesi e quindi un’affermazione del multilateralismo sull’immigrazione. Quindi serve all’Italia per non isolarsi sulla questione migranti”. Comunque “è la conferenza dei capigruppo che calendarizza e vedremo”, ha chiosato.

 

È MORTO GEORGE BUSH

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È morto a Houston all’età di 94 anni George H. Bush, 41^ presidente degli Stati Uniti. Alla Casa Bianca era stato in carica per un mandato, dal 1989 al 1993.

Veterano della Seconda Guerra Mondiale, esponente del Partito Repubblicano, nella sua lunga carriera politica era stato anche membro della Camera dei rappresentanti e direttore della Cia, oltre che vicepresidente degli Stati Uniti dal 1981 al 1989 sotto la presidenza Reagan.

Nato il 12 giugno del 1924 a Milton, nel Massachusetts, da una delle più influenti famiglie dell’aristocrazia finanziaria dell’Est degli Usa, studiò alla Phillips Academy di Andover e partecipò alla Seconda Guerra Mondiale come ufficiale pilota della Us Navy, ottenendo una decorazione. Nel 1945 sposò Barbara Pierce e alla fine del 1948 si laureò in economia alla Yale University.

Dopo diversi anni in Texas nell’industria petrolifera, cominciò la carriera politica e, dopo una prima sconfitta contro il senatore democratico Ralph Yarborough nel 1964, fu eletto alla Camera dei Rappresentanti nel 1966, primo repubblicano mai eletto a Houston. Sotto la presidenza Nixon è ambasciatore alle Nazioni Unite, dal 1971 al 1973, poi diventa presidente del Partito Repubblicano.

All’inizio del 1976 il presidente Gerald Ford nomina Bush direttore della Central Intelligence Agency, dove resta fino al gennaio 1977, giorno dell’insediamento del nuovo presidente, il democratico Jimmy Carter.

Sconfitto da Ronald Reagan alle primarie del Partito Repubblicano nel 1980, viene scelto da quest’ultimo come vicepresidente. Resta in questa carica per entrambi i mandati di Reagan alla presidenza.

Nel 1988 Bush viene eletto presidente. Mostra una particolare predilezione verso la politica estera. E’ ricordato soprattutto per l’intervento in Iraq dopo l’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein. La Guerra del Golfo inizia il 16 gennaio 1991, dopo l’approvazione da parte del Consiglio di sicurezza dell’ONU e la creazione di una forza multinazionale di una vastità senza precedenti, che comprendeva, oltre ai Paesi della NATO, alcuni Stati arabi e l’Urss.

A partire dalla primavera del 1991 Bush vede in forte calo la sua popolarità a causa della crisi economica cominciata nel 1990, alla quale risponde con un aumento delle tasse. Per l’economista Milton Friedman il presidente aveva tradito la Reaganomics.

Nel 1992 è sconfitto da Bill Clinton e non ottiene il secondo mandato alla presidenza.

Appassionato di paracadutismo, fa scalpore il suo lancio dell’11 novembre 2007, all’età di 83 anni. Il 12 giugno 2014, in occasione del suo novantesimo compleanno, ha compiuto un nuovo lancio assistito dalla moglie e dal figlio George. Da diversi anni soffriva del morbo di Parkinson, che lo ha costretto su una sedia a rotelle.