Home Politica Pagina 717

Politica

REDDITO CITTADINANZA, P. CHIGI “PER 5 MLN DI ITALIANI”

0

Sulle cifre e le stime legate al Reddito Cittadinanza giunge la nota di chiarimento da parte di Palazzo Chigi. “E’ opportuno – si legge nel comunicato – un chiarimento
sugli stanziamenti per il Reddito di Cittadinanza, perche’ continuano a girare fake news e voci di ogni tipo sul fatto che inseguito alle trattative con la Commissione europea avremmo tagliato i soldi per questa misura. E’ un falso! La misura del Reddito di Cittadinanza non ha subito alcuna variazione. Infatti nelle previsioni iniziali abbiamo stimato che, nell’arco di 12 mesi per ognuno dei prossimi tre anni, i costi del Reddito di Cittadinanza sarebbero stati i seguenti: per il 2019 9 miliardi”, 9 per il 2020 e altrettanti “per il 2021”. “La platea di coloro che hanno diritto al Reddito di Cittadinanza – continua la nota- e’ di oltre 5 milioni e la misura funzionera’ ad integrazione del
reddito familiare. Questo significa che chiunque vive con meno di 780 euro, e non ha (escluso la prima casa) ne’ un patrimonio immobiliare superiore a un certo valore oltre alla prima casa ne’
una ricchezza finanziaria accumulata, avra’ un’integrazione a 780 euro al mese: esattamente quello che abbiamo detto per 5 anni. Nel dettaglio, i beneficiari del Reddito di Cittadinanza potranno avere un’integrazione fino a 9360 euro all’anno”. Per Palazzo Chigi le modifiche attuali sono dovute a due ragioni. “La prima e’ una valutazione tecnico-statistica. Storicamente, le
misure di sostegno sociale non sono richieste da tutti coloro che fanno parte della platea degli aventi diritto: sulla base dell’esperienza recente, la percentuale di chi fa richiesta non e’
stata superiore all’80%. Ad esempio, le domande per il Rei sono state presentate da circa il 50% di chi ne aveva diritto. Rispetto alla stima iniziale dei costi presentata a settembre, che si
basava sull’ipotesi che tutti gli aventi diritto al Reddito di Cittadinanza ne facciano richiesta, le nostre nuove relazioni tecniche sono comunque molto prudenti perche’ si basano
sull’ipotesi che sia il 90% di chi ha diritto a fare richiesta. Si tratta ovviamente di una previsione, perche’ il diritto resta per tutti coloro che rispettano i parametri stabiliti, ma consente di
stimare con piu’ precisione lo stanziamento veramente necessario. Il secondo motivo per cui le nostre stime di costi cambiano e’ che nel 2019 non serviranno piu’ 9 miliardi, perche’ la misura
partira’ a fine marzo e dovra’ essere finanziata solo per nove mesi”.
Presto fatto il calcolo totale sulla misura: “Quindi – si legge nella nota – se dividiamo i 9 miliardi per 12 mesi e moltiplichiamo per il costo mensile per 9 mesi, si ottengono 6.75 miliardi all’anno. In base all’aggiustamento tecnico-statistico, il 90% di 6.75 miliardi fa 6.1 miliardi. Sommando a questa cifra 1 miliardo necessario per i centri per l’impiego otteniamo 7.1 miliardi, il costo definitivo del Reddito di Cittadinanza per il 2019. Negli anni successivi 2020 e 2021 non sara’ piu’ necessario 1 miliardo all’anno per i centri per l’impiego, ma soltanto 300 milioni per pagare gli stipendi ai nuovi assunti, e anche questi sono stati previsti. Riepilogando: 9 miliardi diviso 12 per 9mesi = 6.75 miliardi – 10% = 6.1 miliardi. Quindi nel 2019 abbiamo 6.1 miliardi + 1 miliardo centri per l’impiego = 7.1 miliardi. Nel 2020 9 miliardi – 10% di 9 miliardi = 8.1 miliardi. Nel 2021 9
miliardi – 10% di 9 miliardi = 8.1 miliardi”. “Il 10% – ribadiscono dalla Presidenza del Consiglio – e’ solo un aggiustamento tecnico statistico. Il diritto e’ lo stesso di prima”.
(ITALPRESS).

MATTARELLA: “FERMARE DERIVA UNILATERALISMO”

0

“L’alternativa al multilateralismo – che vede nella composizione degli interessi e nel rispetto delle procedure la sua ragion d’essere – è soltanto l’unilateralismo, che si illude di poter vivere in splendido isolamento, nell’assenza di regole e nell’affermazione – o nel tentativo di affermazione – di interessi esclusivi. Un mondo dominato dall’unilateralismo è un mondo senza amici e non può che condurre a diffidenze crescenti, a frizioni e a nuovi conflitti. Conflitti che rischiano, in considerazione della marcata e irreversibile interdipendenza fra Paesi e Continenti, di colpire tutti in maniera inaccettabile”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento al Quirinale in occasione della cerimonia di presentazione degli auguri di Natale e per il nuovo anno da parte del Corpo Diplomatico.

“È una deriva che va fermata: per ogni accordo sul controllo degli armamenti, specie se nucleari, che viene messo in discussione, occorre dare vita a un nuovo trattato, aggiornato sul terreno degli intervenuti mutamenti strategici e tecnologici”, ha aggiunto il capo dello Stato.

“Talvolta si odono critiche rivolte all’inefficacia delle regole dell’ordine multilaterale. Queste possono essere utilmente aggiornate o sostituite ma non rimosse: l’appartenenza alla comunità internazionale non può essere parziale o a intermittenza – ha detto ancora Mattarella -. La fine del ventesimo e l’inizio del ventunesimo secolo ci ha visto spesso impegnati in sfide localizzate, in qualche modo ‘arginabili’ attraverso azioni puntuali e mirate. Il presente e il futuro, al contrario, ci pongono di fronte a sfide trasversali e a interrogativi di amplissima portata, alcuni di improcrastinabile urgenza come, ad esempio, i cambiamenti climatici. Essi potrebbero trasformare radicalmente il rapporto fra l’umanità e il pianeta e dunque non è possibile accontentarsi di timide intese. Occorrono, invece, scelte coraggiose e condivise – scelte autenticamente multilaterali – che segnino un percorso da seguire fedelmente, per il bene di tutti. Il progresso tecnologico – e l’esponenziale dilatazione delle possibilità e dei rischi ad esso sottesi – incide profondamente sui diritti fondamentali di ciascuno, sul rapporto stesso tra Stato e cittadino oltre che sul rapporto tra gli Stati, realizzando, insieme a insperati avanzamenti, anche effetti profondi e irreversibili specialmente nel mondo del lavoro”.

“Si tratta di effetti che rischiano di determinare nuove, profonde cesure all’interno delle società, favorendo l’insorgere di nuove sacche di povertà. Anche in quest’ambito, dunque, occorre un impegno costante e corale, per evitare che fenomeni, di per sé positivi, si risolvano in una indebita compressione di diritti, ciascuno dei quali rappresenta una straordinaria conquista di civiltà”, ha concluso Mattarella.

 

ZAIA: “NO AD AUTONOMIA ANNACQUATA”

0

“Sono convinto che con questo governo ci sia davvero la possibilità di segnare un cambiamento di passo. Anche tra i 5 Stelle in tanti si sono detti favorevoli. È venuto il momento di trasformare i tanti buoni propositi in pratica”. Lo dice al Corriere della Sera il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in merito all’Autonomia.

“Ogni tanto leggo dichiarazioni che non mi tornano… Da un lato abbiamo Salvini che è un inguaribile sostenitore dell’autonomia. A lui aggiungo Di Maio, penso a ciò che ha detto qui in Veneto una quindicina di giorni fa: lui ha indicato la via. Dall’altra parte, vedo ancora qualcuno nel mondo grillino che pensa che questa autonomia sia un regalo al nord – aggiunge -. A Lezzi posso dire che io conosco un sacco di amministratori che sono convinti che l’Autonomia sia una chance vera di ammodernamento anche per il Sud. A lei, come a tutti, ricordo che non è affatto una questione di Nord contro Sud. Il siciliano Sturzo ha detto: ‘Sono un federalista impenitente’. E a tutti loro, ripeto, chiedo di essere coerenti”.

Per Zaia “i 5 Stelle rappresentano un movimento che ha sempre fatto della volontà dei cittadini il suo stesso senso politico: e qui sulla volontà popolare non mi pare ci siano dubbi. Poi loro stessi, prima del referendum, hanno fatto campagna per il Sì. Infine, pochi mesi fa hanno firmato un contratto di governo in cui è esplicitamente prevista l’autonomia. Questo, ovviamente, non è un fatto tecnico, ma di coerenza politica”.

Alla domanda se non tema che passi una versione annacquata dell’Autonomia, il governatore del Veneto risponde così: “Noi abbiamo un progetto articolato sulle 23 materie, in linea con la Legge e con la Costituzione, con competenze serie e una visione prospettica per il futuro. Far passare un progetto non in linea con tutto questo significa prendere in giro i cittadini”.

 

TONINELLI: “A FINE 2019 PONTE GENOVA IN PIEDI”

0

“Abbiamo nominato commissario di Governo Bucci che dovrà assumersi la responsabilità. Da ieri è iniziata fase demolizione, a marzo la fase di ricostruzione, a fine 2019 il ponte sarà in piedi e a inizio 2020 sarà inaugurato”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ai microfoni di “Radio Anch’io”, in merito al crollo del Ponte Morandi a Genova.

“Comprendo il malcontento tra i genovesi – ha aggiunto -, ma dovevamo costruire le condizioni per poter partire bene e soprattutto aspettare il dissequestro da parte della Procura”. Quanto al decreto Genova, il ministro ha spiegato: “Abbiamo creato una struttura giuridica che blinda la fase di ricostruzione. Qualsiasi ricorso, che sarebbe comunque immorale, avrà come conseguenza un lasso temporale che ci permetterà di ridare a Genova il nuovo ponte”.

MANOVRA, CONTE: “MAI ARRETRATO SU OBIETTIVI”

0

“Abbiamo pienamente salvaguardato la nostra impostazione della manovra e non abbiamo ceduto sui contenuti”. Cosi’ il premier Giuseppe Conte, nelle comunicazioni al Senato sulla manovra. “In queste settimane durante le quali i canali del dialogo non si sono mai interrotti, abbiamo lavorato per avvicinare le posizioni senza mai arretrare rispetto agli obiettivi che ci hanno chiesto gli italiani con il voto del 4 marzo”. “Le relazioni tecniche che hanno richiesto tempo – aggiunge – hanno valutato che le risorse effettivamente necessarie sono inferiori a quelle inizialmente previste. Ciò ha permesso di ridurre il disavanzo dal 2,4 al 2,04% senza modificare contenuti, platea e tempi di attuazione”.

 

TONINELLI: “NEL 2020 PONTE GENOVA”

0

“Abbiamo una squadra che da una parte sta demolendo e dall’altra ricomincerà a costruire il ponte Morandi. Vedremo il nuovo ponte a fine anno prossimo e a inizio 2020 lo inaugureremo”. Lo ha detto il ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Danilo Toninelli, ospite di Radio Capital. “Le tempistiche per la demolizione le detta il commissario” ha aggiunto Toninelli “penso si tratti delle prime settimane dell’anno nuovo”.

MANOVRA, DI MAIO: “MANTENUTE LE PROMESSE”

0

“Manovra scritta da Bruxelles? Ha dentro quota 100, reddito e pensioni di cittadinanza, rimborsi ai truffati delle banche. L’unico accordo che si poteva fare era per mantenere le promesse e l’abbiamo fatto”. Lo ha detto il vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, ospite di Radio Capital. “Non c’è aumento di Iva quest’anno e non ci sarà l’anno prossimo,  abbiamo disinnescato le clausole per quest’anno e le disinnescheremo anche l’anno prossimo” aggiunto Di Maio “deve cambiare questo modo di fare contabilità pubblica. Sono contento di aver evitato la procedura d’infrazione, ma quest’Europa deve cambiare”.

GOVERNO, DI MAIO “MATTARELLA ANGELO CUSTODE”

0

“Il presidente Mattarella, dal punto di vista della garanzia costituzionale e istituzionale, come sempre è stato fondamentale. Il presidente in questi mesi è stato un po’ l’angelo custode del governo, non nel senso politico ma di garante della Costituzione. Ha seguito con attenzione e in maniera imparziale tutto l’iter di formazione della legge di bilancio”. Lo ha detto il vicepremier e ministro, Luigi Di Maio, ospite ad Agorà su Rai3. 

Quanto alla manovra, Di Maio ha sottolineato: “avevo promesso di non aumentare l’Iva e non è aumentata. La stessa promessa la faccio anche quest’anno per due ordini di ragioni: da gennaio parte il team ‘mani di forbici’ che comincia a tagliare tutto quello che non serve allo Stato. Secondo, questa storia delle clausole di salvaguardia è figlia di una contabilità europea che va cambiata e a maggio ci sarà un grande segnale; ho molta fiducia perchè si possano cambiare alcune regole europee. Le clausole ci sono ogni anno e le dobbiamo disinnescare”.

Inoltre, con il reddito di cittadinanza “il 1 aprile non partirò mai perchè è un pesce d’aprile, io partirò a marzo e si parte non solo con il reddito di cittadinanza: 6 miliardi non sono pochi, noi facciamo re cose: le pensioni minime a 780 da marzo, le pensioni per gli invalidi che andranno a 780 e poi tutto il programma di reinserimento”. Infine, il vice premier ha assicurato che “lavoreremo tra Natale e Capodanno, siamo pagati profumatamente per farlo”.