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MANOVRA, NUOVO RINVIO AL SENATO

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Slitta ancora l’approdo del maxiemendamento del Governo alla manovra nell’Aula del Senato ed è scontro tra la maggioranza e le opposizioni sul calendario dei lavori.

In base a quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo e poi approvato dall’Aula, il maxiemendamento sarà depositato sabato 22 dicembre alle 14, la discussione generale è in programma alle 16, se poi il governo confermerà l’intenzione di porre la fiducia seguiranno le dichiarazioni di voto a partire dalle 20.30 e poi la prima chiama. Saltato quindi il programma che prevedeva le dichiarazioni di voto la sera del 21 e il voto in notturna.

Il gruppo del Pd alla fine della seduta ha occupato l’Aula del Senato. Il capogruppo dem Andrea Marcucci ha denunciato “l’atteggiamento scandaloso del governo e della maggioranza sulla manovra” e ha anche sollevato la polemica sulla decisione di ospitare il 22 dicembre nella Sala Koch di Palazzo Madama la conferenza stampa di fine anno del premier. “Domani Conte sarà al Senato a parlarci di una manovra che nessuno ha visto? E’ ora di farla finita di umiliare le istituzioni. Non è accettabile questo calendario, è un attacco vergognoso alla democrazia”, ha detto Marcucci.

Critiche alla scelta di ospitare la conferenza stampa di Conte in Senato prima dell’esame del maxiemendamento anche dalla capogruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini, per la quale “sta avvenendo una cosa sconcia, questa è la Caporetto del governo, che non è in grado di produrre un maxiemendamento”. In serata il nodo si è sciolto, con la decisione della Presidenza del Consiglio, in accordo con Ordine dei Giornalisti e Associazione Stampa Parlamentare, di rinviare la conferenza stampa alla prossima settimana.

Quello delle opposizioni contro il calendario votato dalla maggioranza è un fronte compatto, che con toni diversi unisce anche Leu e Fdi, ma la proposta alternativa di votare domenica 23 per avere più tempo da dedicare all’esame del provvedimento è stata bocciata.

A M5S e Lega è arrivato anche un richiamo dalla presidente del Senato. “Pur comprendendo le difficoltà del Governo, anche nell’interlocuzione con l’Unione Europea, mi corre l’obbligo di invitare la maggioranza e il Governo ad avere un percorso legislativo più regolare, non con questa tempistica a singhiozzo. Un percorso rispettoso dell’Assemblea del Senato”, ha detto Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Poco prima, da Palazzo Chigi, il premier Giuseppe Conte si era detto “dispiaciuto per i parlamentari” che non hanno avuto il tempo di esaminare a fondo la manovra, “ma nessun imbarazzo né senso di colpa. L’importante era chiudere bene la trattativa” con l’Unione Europea.

In Aula la maggioranza non nasconde la complessità del momento, ma tiene il punto. “L’Europa appena mercoledì ha sciolto le riserve sulla procedura d’infrazione. Noi siamo riusciti a tenere insieme le esigenze di bilancio e quelle dei cittadini. Ho sentito parlare di Caporetto, ma questa non è una Caporetto, è una grande vittoria politica di questa maggioranza”, ha detto il capogruppo del M5S Stefano Patuanelli.

“Ci assumiamo la responsabilità e chiediamo scusa per il ritardo, giustificato per il negoziato europeo. Ma è forse la prima volta che la manovra la scrive il governo italiano, quindi ci vuole più tempo rispetto al copia-incolla della manovra di Bruxelles degli anni scorsi. La Ragioneria dello Stato non era abituata…”, ha detto il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo.

MANOVRA, VIA LIBERA DAL SENATO

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di Gianfranco D’Anna

Dopo l’approvazione al Senato, e in attesa del passaggio alla Camera il 28 dicembre per il via libera definitivo, è tempo di mettere a fuoco i contenuti della manovra del Governo giallo-verde. In mezzo al guado rimangono numerosi provvedimenti previsti dal maxiemendamento approvato a Palazzo Madama. La manovra prevede infatti la necessita’ di numerosi successivi decreti attuativi per l’operatività di singoli provvedimenti, in particolare per quanto riguarda il reddito di cittadinanza e quota 100. 

Dal fisco all’Iva, dalle pensioni d’oro, alle concessioni balneari queste nel dettaglio le misure-cardine del documento finanziario del Governo:

Saldo e stralcio delle cartelle tra 2000 e 2017 per chi è difficoltà economica, con Isee entro 20 mila euro. Il maxiemendamento prevede l’estinzione dei debiti per omessi versamenti di tasse e contributi, pagando il 16% con Isee non superiore a 8.500 euro, il 20% con Isee fino a 12.500 euro e 35% con Isee fino a 20mila euro. Il debito può essere pagato senza sanzioni e interessi, in un’unica soluzione, entro il 30 novembre del 2019 oppure in 5 rate con importi diversi rispetto alla prima versione.

 

Tassazione “modello Portogallo”. L’obiettivo e’ richiamare dall’estero chi è già in pensione e decide di spostare la sua residenza nel Sud Italia. Una flat tax al 7% per i pensionati residenti all’estero da almeno 5 anni che scelgano di venire, o tornare, nei piccoli Paesi sotto i 20mila abitanti di Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise, Puglia. Le entrate sono destinate all’istituzione di poli universitari tecnico-scientifici nel Mezzogiorno. 

Reddito di cittadinanza. E’ destinato a chi ha un Isee inferiore a 9 mila euro all’anno. Sarà escluso anche chi è proprietario di una seconda casa, mentre la titolarità di una prima casa incide sul sussidio, facendolo scendere da 780 a circa 500 euro. Altro motivo di esclusione è un conto corrente con più di 5 mila euro in contanti. Per evitare ‘furbate’ e prelievi dell’ultimo minuto verrà fatta una fotografia della posizione bancaria che risalga indietro nel tempo. Infine, ogni altra prestazione assistenziale, statale o comunale verrà detratta dal sussidio. Nella manovra ci sono i fondi, anche se tagliati a 7,1 miliardi, ma bisogna approvare le norme dell’attuazione. Il decreto legge, così come quello per quota 100, arriverà probabilmente ai primi di gennaio, mentre la partenza effettiva è prevista il 1° aprile, con una platea potenziale di 5 milioni di beneficiari.

Quota 100. Non ci saranno penalizzazioni ma l’assegno arriverà tre mesi dopo, che diventano sei per i dipendenti pubblici. In parte, perché il fondo per quota 100 è sceso a 4 miliardi per il 2018, grazie al fatto che una serie di finestre e disincentivi frenerà le uscite effettive. Le regole di quota 100, in ogni caso, devono ancora essere scritte in un decreto legge.

Tagliato il fondo per gli investimenti da 9 miliardi in tre anni che era stato preventivato: diventa un mini fondo da 3,6 miliardi nel triennio. Nel 2019 il fondo istituito presso il Mef ammontera’ ora a 740 milioni di euro (contro i 2.750 della versione originaria), nel 2020 a 1.260 milioni (da 3.000 milioni) e nel 2021 a 1.600 (da 3.300). In totale il taglio è di 5,4 miliardi

La norma sugli Ncc inserita nel maxiemendamento alla manovra è costituita da diversi commi, di cui uno solo ha un costo di 1 milione di euro, da destinare all’istituzione di un archivio informatico. E’ quanto si evince dalla relazione tecnica al testo. La prima parte della misura, che introduce la nuova regolamentazione contestata in piazza dagli Ncc, ha invece “carattere ordinamentale e, pertanto, alla stessa non si ascrivono effetti finanziari a carico della finanza pubblica”, specifica la relazione. Il governo ha tuttavia deciso di eliminare l’intero pacchetto, con uno stralcio

Iva. Nessun aumento, ma solo per il 2019, perché per il prossimo anno la manovra blocca le clausole di salvaguardia da 12,4 miliardi ereditate dalla legge di bilancio precedente, e di conseguenza evita aumenti dal 1° gennaio. Per far tornare i conti, però, la stessa manovra carica 51,9 miliardi di Iva aggiuntiva sul 2020 e 2021. Viene introdotta l’Iva agevolata al 4% per cracker e fette biscottate, si applicherà anche a pane e cracker contenenti destrosio, saccarosio, grassi e oli alimentari industriali ammessi dalla legge, cereali interi o in granella e semi, semi oleosi, erbe aromatiche e spezie di uso comune. Il testo prevede che non si rimborsano imposte già pagate né è consentita alcuna variazione prima dell’entrata in vigore della legge di bilancio fissata per il 1° gennaio 2019.

Pensioni d’oro. Confermato il taglio. La manovra prevede un contributo di solidarietà fra il 15 e il 40% per le quote di pensione sopra 100mila euro lordi all’anno. Ma i profili di rischio di incostituzionalità non sono pochi, perché la tagliola non fa differenze fra le somme calcolate con il metodo contributivo e quelle col sistema retributivo.

Aumento pensioni minime e di invalidità. Incerto e posticipato. C’è il fondo destinato al reddito di cittadinanza che nelle intenzioni del governo servirà anche a finanziare l’aumento delle pensioni più basse. A passare ai fatti, però, dovrà essere un decreto successivo. Stessa cosa per l’aumento delle pensioni di invalidità.

Indennizzi risparmiatori truffati. Confermato il miliardo e 500 milioni di euro stanziati per gli indennizzi a favore dei truffati dalle banche.

Web tax. Si applica a coloro che prestano servizi digitali e che hanno un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni di euro e di ricavi derivanti dalla prestazione di servizi digitali non inferiore a 5,5 milioni. L’imposta prevede un’aliquota del 3% sui ricavi e viene versata entro il mese successivo a ciascun trimestre. Con la web tax l’Italia dovrebbe incassare 150 milioni di euro nel 2019, 600 nel 2020 e altri 600 nel 2021.

Dimezzamento Imu sui capannoni industriali. A cambiare è la percentuale di deduzione dall’Ires e dall’Irpef, che passa dal 20 al 40%. Era stato presentato un emendamento ulteriore per salire al 50%, ma è stato dichiarato inammissibile al Senato. La deduzione toglie somme dal reddito imponibile, su cui poi si applica l’aliquota: togliere il 40%, quindi, produce un beneficio effettivo in termini di Ires del 9,6% (l’aliquota Ires è il 24%).

Esclusione Bolkestein. Solo in parte perché l’ultima versione degli emendamenti esclude esplicitamente dalla direttiva Ue che obbliga la messa a gara delle concessioni solo i venditori ambulanti. Per i balneari c’è invece una proroga del quadro attuale da 5 anni a 15 anni, con il periodo più lungo riservato però a chi ha subito danni nelle ultime emergenze maltempo. Va ricordato che nel 2016 una sentenza della Corte di Giustizia Ue ha dichiarato illegittimo il meccanismo tutto italiano delle proroghe automatiche.

Abolizione del Sistri per le imprese. Confermata. Il decreto semplificazioni abolisce dal 1° gennaio 2019 il sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali, Sistri, prevedendo comunque un meccanismo alternativo che dovrà essere messo a punto e gestito direttamente dal ministero dell’Ambiente. Nel frattempo le imprese dovranno rispettare i vecchi adempimenti cartacei

Rinviate al 15 novembre 2019 le assunzioni a tempo indeterminato: presso la Presidenza del Consiglio, ministeri, enti pubblici non economici, agenzie fiscali e università non potranno assumere personale a tempo indeterminato prima del 15 novembre 2019. Quelle nelle università vengono posticipate al primo dicembre, con l’eccezione dei ricercatori a contratto che potranno essere quindi assunti come professori nel corso del 2019.

Gli sconti per l’acquisto dei seggiolini antiabbandono saranno estesi anche nel 2020 con uno stanziamento di 1 milione di euro, analogo a quello introdotto per il 2019 nel corso dell’iter della manovra alla Camera. Lo prevede il maxiemendamento alla legge di bilancio bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato.

Sale a 151 milioni il contributo alle famiglie che, a partire dal prossimo anno e fino al 2022, cambieranno tv o decoder per adeguarsi al nuovo standard DVB-T2 in vista dello switch off del digitale terrestre attualmente in uso, dovuto al trasferimento delle frequenze per il servizio di telefonia mobile 5G. Un simile incentivo era stato previsto anche nel passaggio al digitale concluso nel 2012.

 

MANOVRA, SALVINI “VOTO 7, MA E’ INIZIO DI UN PERCORSO”

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MILANO (ITALPRESS)- “Alla manovra do 7 perche’ e’ solo l’inizio del percorso”. Lo ha detto il vice premier Matteo Salvini a margine della sua visita al Pio Albergo Trivilzio, storica casa di riposo milanese. “Sono molto soddisfatto – ha aggiunto-. Sono stanco ma felice perche’ finalmente si passa alla vita vera, ai fatti dopo settimane di parole. Nella vita vera finalmente si
cambia”. A proposito invece delle scene a cui si e’ assistito ieri in Senato, Salvini ha aggiunto: “Bado alla sostanza poi le opposizioni fanno il loro lavoro, lanciano libri, tirano su cartelli, se ne vanno a casa. Ci sta, a me interessa mantenere gli impegni presi con gli italiani”.

Sul tema aumentoIres per no profit il vice ministro ha spiegato: “La fine del regime agevolato nel pagamento dell’Ires per il terzo settore “e’ stata una scelta”, vedremo di aiutare chi effettivamente ha bisogno. Nella manovra pero’, ci sono tanti di quegli investimenti per i disabili, per la scuola, per l’universita’, per la ricerca, che sono assolutamente contento di questa manovra. Che sia perfetta
no, ma sono contento” ha aggiunto.

Mentre sul provvedimento fiscale “saldo e stralcio” inserito nella manovra, Matteo Salvin ha commentato: “Dire che abbiamo fatto la manovra per il papa’ di Di Maio mi sembra un po’ eccessivo”.

Sul terreno delle pensioni il ministro degli Interni ha chiarito: “Il mancato adeguamento delle  pensioni sopra i 1.500 euro costera’ un euro in piu’ ai pensionati. Verranno aumentate perdendo 1 euro. Mi spiace per quell’euro, vedremo di recuperarlo”. A proposito invece della clausola di salvaguardia sull’Iva, Salvini ha aggiunto: “Un’altra genialata come la fatturazione elettronica che abbiamo ereditato dai governi precedenti. Vedremo di mettere delle toppe ai danni fatti da altri. Abbiamo fatto piu’ noi in questi sei mesi che gli altri in sei anni”.

(ITALPRESS)

MANOVRA, SALVINI “ABBIAMO COMBATTUTO CON UE”

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“Perchè approveremo la manovra il 29 dicembre? Perchè dopo anni c’è un Governo che ha trattato e combattuto con l’Europa. In passato le approvavano prima perche’ tagliavano e Bruxelles era contenta. Invece noi con questa manovra rimettiamo quasi 20 miliardi di euro nelle tasche degli italiani”. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini nel corso di una diretta su Facebook.

CONTE: “SU IRES NO PROFIT INTERVERREMO A GENNAIO”

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“Le iniziative di solidarietà degli enti non profit, anche alla luce del principio di sussidiarietà, rappresentano uno strumento essenziale per un’efficace politica di inclusione sociale e di effettiva promozione della persona. Il Governo ha ben presente tutto questo e al Terzo settore sin dall’inizio ha dedicato grande attenzione. Per questo in merito alla norma sull’Ires formulata nella legge di Bilancio attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale”. Lo scrive su Facebook il premier Giuseppe Conte.

“Quella norma va cambiata nel primo provvedimento utile – aveva affermato poco prima il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio -. Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato e ne è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli. Non possiamo intervenire nella Legge di Bilancio perché si andrebbe in esercizio provvisorio. Ma prendo l’impegno di modificarla nel primo provvedimento utile. Inoltre, abbiamo sentito la comunità dei Frati di Assisi, che ringraziamo per il loro instancabile impegno, e li incontreremo quanto prima”.

“Dopo aver incontrato e ascoltato tanti presidenti ed associazioni, garantisco l’impegno del governo ad intervenire per aiutare le tante associazioni di volontariato che utilizzano solo a scopi sociali i loro fondi, ci sarà invece massimo rigore con i ‘furbetti’ che fanno altro”, spiega l’altro vicepremier Matteo Salvini.

 

 

 

CONTE: “MANOVRA NON È STATA SCRITTA DA BRUXELLES”

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Il governo durerà cinque anni e al termine della legislatura il premier Giuseppe Conte tornerà a fare il professore. Lo ha assicurato lo stesso presidente del Consiglio nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno.

“Sono felicissimo di trovarmi a capo di questa esperienza di governo che è ben determinata nei 5 anni, poi libero la poltrona”, ha detto rispondendo alla domanda se consideri ancora “una parentesi” il suo impegno politico.

“Non è il governo di comitati d’affari, in agenda ci sono i bisogni dei cittadini – ha assicurato il premier -. Abbiamo fatto tutto alla luce del sole, in modo trasparente, questo non è il governo delle lobby, io non ricevo a Palazzo Chigi personaggi che rappresentano interessi particolari, e rivendichiamo di essere populisti, perché vogliamo garantire la continuità tra le promesse elettorali e i nostri atti di governo”.

Mentre in aula alla Camera scoppia la bagarre sul voto finale alla legge di Bilancio, Conte elenca i successi raggiunti in questi sei mesi, e gli obiettivi per il futuro. Sulla manovra, dopo aver chiarito che “non è stata scritta da Bruxelles”, ha spiegato che “è la prima tappa significativa di un ampio progetto di riforma, non ci fermiamo, vogliamo fare ancora meglio, possiamo fare ancora meglio e siamo determinati a farlo, il  nostro obiettivo è è quello di rispondere sempre agli interessi dei cittadini”.

 

Entrando nel merito ha aggiunto: “Faremo grande attenzione al taglio degli sprechi, occorre impiantare una task force. In pochi mesi abbiamo dovuto recuperare 12,5 miliardi per neutralizzare l’incremento dell’Iva, continueremo nel 2020 e 2021 con questa modalità e ci impegniamo ancora a impedire questo incremento. Per Conte “i fondamentali del sistema economico sono validissimi, e questo – ha aggiunto – è uno dei punti che ho fatto valere nel corso della trattativa con l’Europa, certo il debito pubblico incute un po’ di timore, ma è una cosa che gestiamo da anni e che non è così spaventosa. Abbiamo dovuto rivedere la crescita all’1%, ma questo non significa che siamo rassegnati a una crescita bassa. Abbiamo una manovra economica che si svilupperà nel segno della crescita”. Poi ha smentito che l’aumento delle tasse colpisca le fasce deboli: “Non stiamo aumentando la pressione fiscale sui cittadini, la pressione fiscale noi per i cittadini l’abbiamo alleggerita, è questa la politica economica sociale che un governo deve esercitare”.

Il presidente del Consiglio ha parlato di “un robusto e poderoso impianto di investimenti, riforme strutturali che realizzeranno una leva economica incredibile”.

 

E su una delle due riforme bandiera del governo, quella del reddito di cittadinanza, ha difeso il vicepremier Luigi Di Maio: “E’ stato crocifisso per essersi battuto per una misura di equità sociale. Lo avete crocifisso perché si è affacciato al balcone e avete rievocato figure oscure del nostro passato che non vogliamo ritornino: io plaudo alla forza con cui Di Maio ha portato avanti questa battaglia quando tutti erano contrari, l’ha portata nel contratto di governo, è una misura che ho apprezzato, di cui il Paese ha bisogno e di cui sono orgoglioso”.

Altro punto forte del contratto di governo è la riforma delle pensioni, con il superamento della legge Fornero. “Reddito di cittadinanza e quota 100 partiranno a fine marzo e quindi saranno a pieno regime da aprile, confidiamo che l’incremento della produttività del paese scaturirà anche da quota 100, anche se per ora nessuno è in condizioni di valutare che impatto avrà sul ricambio generazionale della forza lavoro”.

Sulla Tav, progetto che vede alcune frizioni tra gli alleati di governo, Conte ha ricordato che si “applica un metodo molto trasparente, come successo con la Tap e il Terzo Valico. Non alimentiamo una univoca lettura: questo governo è contro le grandi opere, questo governo valuta le grandi opere, realizzerà  il più poderoso piano infrastrutturale mai realizzato. Siamo nell’ambito di una procedura istruttoria, questa commissione di tecnici ha anticipato che a fine dicembre consegnerà il lavoro svolto e il governo esaminerà”.

 

In agenda anche l’autonomia regionale: “E’ nel contratto di governo, siamo tutti impegnati a realizzare l’autonomia rafforzata nel migliore dei modi – ha assicurato Conte – Ci sono stati referendum plebiscitari, qualcuno è preoccupato e lo capisco, ma ricordo che attuiamo il progetto dell’articolo 116 della Costituzione e ci muoveremo nel binario costituzionale”.

Sul rapporto con gli alleati di governo e i due vicepremier Di Maio e Salvini, il presidente del Consiglio ha parlato di “perfetta sintonia, i due leader sono molto ragionevoli, non c’è mai stato un vertice in cui abbiamo avuto una seria litigata o un contrasto dialettico veramente vivace, forse siamo anche un po’ noiosi, vogliamo fare del bene al paese”. Escluso un rimpasto di governo, “è un discorso che un po’ esula dalla visione del presidente del Consiglio, l’esigenza di un eventuale rimpasto maturerà in seno a una delle forze politiche. Se ci fosse una soluzione prospettata auspico che avvenga in modo molto partecipato e condiviso e non destabilizzi il governo”. Per il premier non è invece da escludere l’ipotesi di un “tagliando” sul contratto di governo “per vedere cosa fare meglio”.

 

All’inizio della conferenza stampa, Conte ha consegnato al presidente dell’Associazione Stampa Parlamentare, Marco Di Fonzo, una targa per celebrare i cento anni dell’organismo, e il tema dei rapporti con l’informazione è tornato più volte nel corso dell’incontro con i giornalisti. “Non credo che l’idea del M5S di rivedere il sistema di finanziamento all’editoria sia un attentato alla libertà di informazione. C’è massimo rispetto da parte del governo per la libertà di stampa e di informazione, che sono valori sacrosanti”, ha sottolineato il premier.

 

PD: “MAGGIORANZA CALPESTA COSTITUZIONE”

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Si è svolto un sit-in del Partito Democratico davanti Montecitorio per protestare contro la manovra. “E’ importante denunciare come si è scelto di approvarla – ha detto il presidente del Pd Matteo Orfini parlando ai manifestanti -. Dei cialtroni incapaci si sono affacciati al balcone di Palazzo Chigi, annunciando di aver abiolito la povertà e di avere risolto tutti i problemi del paese. Ora scopriamo che la manovra non solo non abolisce la povertà ma punisce quelli che della povertà si occupano, aumentando le tasse sul terzo settore. Dietro il modo in cui si è deciso di procedere c’è un’idea del rapporto tra le istituzioni. Nella scorsa legislatura salivano sui tetti per difendere la Costituzione e oggi la calpestano”. Da Orfini poi una critica al presidente della Camera, Roberto Fico: “Gli abbiamo chiesto di svolgere un ruolo di garanzia, ma ha scelto di essere braccio armato della maggioranza”.

TAJANI: “GOVERNO VIVE DI CONTRADDIZIONI”

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“La difesa della dignità e centralità del Parlamento in tutti i sistemi democratici, a cominciare da quello europeo, è centrale. È una questione di principio che non può essere considerata secondaria”. Lo ha detto il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, nel corso di una conferenza stampa del partito a Montecitorio contro la manovra economica.

“Il Governo non è stato eletto dai cittadini, è frutto di un accordo tra due forze politiche che si erano combattute in campagna elettorale. È un Governo che vive di contraddizioni”, ha aggiunto.

“Questa manovra a noi non piace perché aumenta le tasse, mette le mani nelle tasche dei cittadini e colpisce i più deboli, tagliando le risorse per gli insegnanti di sostegno e aumentando le tasse al terzo settore”, ha aggiunto il presidente del Parlamento Europeo, per il quale “dal 2020 l’aumento dell’Iva è inevitabile con questa manovra” e “non c’è nulla per la crescita”. “Faremo un’opposizione durissima, in Parlamento e nelle piazze”, ha concluso.