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CONTE “SU MIGRANTI SERVE CONDIVISIONE”

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“Se si continua a procedere secondo convenienze nazionali” sul tema dell’immigrazione “non si avrà più un meccanismo di solidarietà, l’Italia è stata lasciata sola, da giugno a dicembre non si trova una soluzione concreta” sulla redistribuzione dei migranti “ma intanto l’Italia il problema, da sola, lo ha risolto, attenzione un domani le rotte saranno terrestri, pensare oggi al proprio orticello non si può, le cose si evolvono”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso della registrazione di “Porta a Porta”. “L’Italia non viene meno alla richiesta di applicare un meccenismo condiviso” di redistribuzione dei migranti “ma deve coinvolgere tutti i paesi europei”, ha aggiunto Conte.

 

GILET GIALLI, DI MAIO “QUANTA IPOCRISIA”

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Dopo l’intervento di ieri a sostegno della protesta dei Gilet Gialli, con un lungo post sul Blog delle Stelle, il leader del M5S Luigi Di Maio stigmatizza su Facebook la presa di posizione della ministra francese per gli Affari europei Nathalie Loiseau, che ha dichiarato: “La Francia si guarda bene dal dare lezioni all’Italia. Salvini e Di Maio imparino a fare pulizia in casa loro”.

“Forse si dimentica di quando il suo presidente, Macron, parlando del nostro governo ci aveva paragonato alla lebbra: ‘Li vedete crescere come una lebbra, un po’ ovunque in Europa, in Paesi in cui credevamo fosse impossibile vederli riapparire’. Quanta ipocrisia. Il popolo francese chiede il cambiamento e un maggiore ascolto delle loro esigenze”, sottolinea il ministro e vice premier in un post. “Non posso non condividere questi desideri, nè penso di dire nulla di offensivo verso i cittadini francesi. E’ chiaro che qualcosa deve cambiare. Come ad esempio è ora di smettere di impoverire l’Africa con politiche colonialiste, che causano ondate migratorie verso l’Europa e che l’Italia si è trovata più volte a dover affrontare da sola”, conclude.

SVOLTA PER I 49 MIGRANTI AL LARGO DI MALTA

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C’è l’accordo per lo sbarco dei 49 migranti a bordo delle navi Ong Sea Watch e Sea Eye, al largo delle coste maltesi. “Lo sbarco è questione di ore”, ha annunciato nel corso di una conferenza stampa il premier maltese Joseph Muscat. Lo sbarco avverrà a Malta, poi i 49 saranno distribuiti tra otto paesi Ue, tra cui l’Italia.

“Noi rispettiamo le regole”, ha spiegato Muscat, che ha aggiunto: “I migranti dovranno aspettare ancora un po’, ma non siamo stati noi a creare il problema. Noi non facciamo una guerra alle Ong, facciamo un appello a tutti a rispettare le regole”.

“I migranti verranno qua e distribuiti in otto paesi, Germania, Francia, Portogallo, Irlanda, Romania, Lussemburgo, Olanda e Italia, che hanno informato la Commissione Ue per l’adesione al meccanismo di redistribuzione – ha detto il premier -. La questione non riguardava Malta né sul piano politico né sul piano legale. La crisi non è stata creata da noi. Noi nel frattempo abbiamo soccorso altre 249 persone, e dalla Commissione Europea ci aspettavamo che la maggior parte di loro venisse inclusa nel meccanismo di relocation”.

 

 

SALVINI “SBAGLIATO CEDERE A RICATTI ONG”

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“Mentre col premier e col ministro dell’Interno polacco parliamo di protezione delle frontiere esterne dell’Europa e di sicurezza, leggo che a Bruxelles fanno finta di non capire e agevolano il lavoro di scafisti e Ong. Sono e rimarrò assolutamente contrario a nuovi arrivi in italia. E continuo a lavorare per espellere i troppi clandestini già presenti sul nostro territorio. Cedere alle pressioni e alle minacce dell’Europa e delle Ong è un segnale di debolezza che gli italiani non meritano”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

“L’obiettivo è proteggere le frontiere esterne, non distribuire all’interno fra i vari Paesi quello che rischia di essere un enorme problema, come dimostrano gli arresti di oggi in Italia, con un pentito che parla di rischio kamikaze”, spiega Salvini nel corso della conferenza stampa a Varsavia dopo l’incontro con l’omologo polacco Joachim Brudzinski.

“Da ministro non sarò mai d’accordo su nuovi arrivi, con i colleghi polacchi condivisiamo la necessità di velocizzare le espulsioni”, prosegue il ministro, che parla di “condivisione” con la Polonia anche su “un diverso approccio in Europa, con la possibilità per i singoli Stati di difendere i propri confini senza intrusioni dell’Ue, da qui la comune decvisione di Italia e Polonia di non firmare il Global Compact”.

Il vicepremier pensa a un’Europa “con meno finanza, più lavoro, più valori, più famiglia e più sicurezza. Chiunque ceda ai ricatti di Bruxelles o delle Ong non fa un servizio alla sicurezza non solo degli italiani ma degli europei tutti”.

 

 

 

MANOVRA, INAMMISSIBILE IL RICORSO PD

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La Corte costituzionale si è pronunciata sull’ammissibilità del conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato, promosso dal Pd e sollevato da 37 senatori, sulle modalità con cui il Senato della Repubblica ha approvato il Disegno di legge di bilancio 2019.

Il ricorso denunciava la grave compressione dei tempi di discussione del Ddl, che avrebbe svuotato di significato l’esame della Commissione Bilancio e impedito ai singoli senatori di partecipare consapevolmente alla discussione e alla votazione.

La Corte ha anzitutto ritenuto che “i singoli parlamentari sono legittimati a sollevare conflitto di attribuzioni davanti alla Corte costituzionale in caso di violazioni gravi e manifeste delle prerogative che la Costituzione attribuisce loro”. Il ricorso è stato però dichiarato inammissibile.

“La contrazione dei lavori per l’approvazione del bilancio 2019 – sottolinea la Consulta – è stata determinata da un insieme di fattori derivanti sia da specifiche esigenze di contesto sia da consolidate prassi parlamentari ultradecennali sia da nuove regole procedimentali. Tutti questi fattori hanno concorso a un’anomala accelerazione dei lavori del Senato, anche per rispettare le scadenze di fine anno imposte dalla Costituzione e dalle relative norme di attuazione, oltre che dai vincoli europei”.

In queste circostanze, la Corte non riscontra nelle violazioni denunciate “quel livello di manifesta gravità che, solo, potrebbe giustificare il suo intervento”. “Resta fermo che per le leggi future simili modalità decisionali dovranno essere abbandonate altrimenti potranno non superare il vaglio di costituzionalità”, conclude la Consulta.

 

MIGRANTI, TORNA IL SERENO NEL GOVERNO

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“Manteniamo l’impegno ad accogliere donne bambini senza dividere nuclei familiari, li affideremo alla chiesa Valdese che si è offerta di accoglierli senza oneri per lo Stato”. Lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi, dopo la riunione di mercoledì 9 gennaio sera tra il premier Giuseppe Conte e i due vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, sull’immigrazione e l’accordo per la distribuzione dei migranti della Sea Watch 3 e della Sea Eye, approdati ieri a Malta.

“In attesa dei trasferimenti da Malta di queste poco più di 10 persone, il premier Conte chiederà un incontro urgente con Avramopoulos per far eseguire la ricollocazione degli oltre 200 migranti che da agosto l’Italia aspetta che siano accolti dalla Germania, Olanda e altri 7 paesi europei che non hanno dato seguito agli impegni”, proseguono le stesse fonti.

“Il vertice è durato tre quarti d’ora, è stato un incontro molto cordiale come sempre tra me, Giuseppe e Matteo. Come sempre riusciamo a trovare una soluzione, finché ci sarà un accordo tra noi tre il Governo durerà a lungo”, ha affermato Di Maio ai microfoni di “Radio Anch’io”.

“Abbiamo dato mandato al premier Conte di dare seguito all’impegno sui migranti da accogliere adesso in quota parte, ma anche di incontrare il commissario europeo per le Migrazioni – ha aggiunto Di Maio -, per parlare della questione della redistribuzione dei migranti che altri Paesi avevano detto di prendere e che non hanno preso. Solo la Francia ha mantenuto quegli impegni”. 

“Io non cambio idea, anzi faccio due passi in avanti – commenta Salvini -. Non ci sarà nessun arrivo in Italia finché l’Europa non rispetterà gli impegni presi (a parole) con l’Italia, accogliendo i 200 immigrata sbarcati in estate tra Pozzallo e Catania che dovevano già essere ricollocati. Il governo è compatto sulla linea rigorosa, porti chiusi, lotta agli scafisti e alle ONG. Aggiungo che ogni nuovo eventuale arrivo dovrà essere a costo zero per i cittadini Italiani”.

 

CONTE DIFENDE RINVIO REDDITO CITTADINANZA

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“Le ragioni del differimento, è che teniamo a fare le cose per bene, è una riforma che vogliamo concedere non perchè è stata frutto, secondo alcuni, di una estemporanea promessa elettorale, ma è un manifesto politico per questo governo, qualcosa di più di una semplice riforma, un meccanismo per valorizzare il capitale umano oggi disperso in Italia e che vogliamo recuperare”.
Così il premier Giuseppe Conte, intervenendo agli Stati Generali dei Consulenti del Lavoro, in merito al rinvio della riunione del Cdm su reddito di cittadinanza e quota 100.

Poi, spiega che lo slittamento del reddito di cittadinanza è “dovuto al fatto che è un provvedimento molto complesso, ci stiamo lavorando da mesi, vogliamo farlo bene. Stiamo prevedendo un sistema integrato abbiamo differito la settimana prossima perche stiamo acquisendo il parere della ragioneria, non significa che ci sia nessun problema”.

Secondo il premier, inoltre, “stiamo impostando quota 100 non solo perchè era giusto intervenire in se ma anche per avere un ricambio generazionale. L’Eni mi ha anticipato, ma non è la sola, che nel 2019 per un lavoratore che andrà in pensione ci saranno 2-3 occupati”. 

 

TAV, MIGLIAIA IN PIAZZA A TORINO PER DIRE SI’

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Erano oltre trentacinquemila, secondo le organizzatrici, in piazza San Carlo a Torino questa mattina per dire sì alla Tav. Stavolta erano presenti 100 sindaci del Nord Italia che rappresentavano circa 4 milioni di cittadini. Non solo, la manifestazione odierna ha portato a schierarsi anche il mondo politico. Presenti i governatori di Piemonte e Liguria, Sergio Chiamparino e Giovanni Toti, e un nutrito gruppo di parlamentari di tutte le forze politiche tranne il M5S. Compresa la Lega, con il capogruppo Riccardo Molinari, che ha spiegato “come noi rispettiamo il contratto di Governo, che prevede l’analisi costi-benefici della Tav. Questa piazza non è contro il Governo ma a favore dello sviluppo delle grandi opere, come era scritto nel programma elettorale con cui siamo stati eletti”. La deputata leghista, Elena Maccanti, è più chiara: “Se l’analisi darà esito negativo, chiederemo il referendum”.

Tanti, secondo la deputata torinese i leghisti presenti, “oggi è stato mandato un messaggio al Governo”. Claudia Porchietto, di Forza Italia, rincara la dose: “Nel 2019 sarà presa l’ultima decisione sulla Ta , e sono ottimista. Chi dice di fermarla, si è dimenticato del Parlamento, che è chiamato a votare. Ci sono ancora degli strumenti democratici e li useremo”. Come già il 10 novembre al flash mob hanno aderito le 35 sigle delle associazioni di categoria imprenditoriali e dei sindacati. “Se Toninelli mantiene le proprie promesse e consegna costi benefici entro gennaio il consiglio regionale ha tutto il tempo per indire il referendum, in base alla norma che anche in Piemonte prevede la consultazione popolare” annuncia Chiamparino. In piazza anche il candidato alla segretaria Pd, Maurizio Martina ribadendo che “noi siamo qui per coerenza: siamo da sempre a favore della Tav, abbiamo sbloccato l’opera, l’abbiamo finanziata integralmente, abbiamo costituito con la Francia il soggetto che gestisce i cantieri”. Toti invece è sicuro “che la Tav si farà”.