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DICIOTTI, DI MAIO “LEGGIAMO CARTE E DECIDIAMO”

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“Noi siamo sempre stati contro l’immunità. Quella fu una decisione di tutto il governo, sul voto il nostro riferimento sono i senatori della Giunta. Prima ci leggiamo bene tutte le carte, poi il movimento deciderà, ma è legittimo che ogni senatore esprima la propria idea”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, a margine di un’iniziativa elettorale a Pescara, rispondendo alle domande sulle critiche del senatore pentastellato Nicola Morra alla linea tenuta finora dal M5S sul caso Diciotti.

 

REGIONALI, SI TORNA AL VOTO IN ABRUZZO

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Dalla mezzanotte è scattato il silenzio elettorale e la caccia all’ultimo voto utile. Chiusi i comizi, oggi pausa di riflessione. Domani si torna alle urne in Abruzzo per rinnovare il Consiglio regionale e scegliere il nuovo presidente della Regione. Si tratta di elezioni anticipate convocate a seguito delle dimissioni del presidente Luciano D’Alfonso che il 4 marzo dello scorso anno è stato eletto al Senato, in quota Pd.

I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23 per 1.211.204 elettori, di cui 591.635 di sesso maschile e 619.569 di sesso femminile, distribuiti sulle 1.633 sezioni istituite nei 305 comuni dell’Abruzzo. Il sistema elettorale è di tipo proporzionale, con soglia di sbarramento del 4% per liste non in coalizione e del 2% per quelle inserite all’interno di una coalizione.

Non c’è ballottaggio, pertanto sarà eletto presidente il candidato che al termine dello spoglio avrà ottenuto un voto in più degli altri. Previsto il premio di maggioranza: alla lista o alla coalizione che appoggia il presidente eletto sarà garantito un numero minimo di 17 seggi. Ma la lista che sostiene il vincitore non può essere superiore ai 19 seggi. In merito alle modalità di votazione non è previsto il voto disgiunto. Lo spoglio inizierà subito dopo la votazione.

Sono quattro i candidati alla carica di governatore: Marco Marsilio, sostenuto dalle liste di Lega Salvini Abruzzo, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Azione Politica e Unione di Centro-Dc-Idea; Giovanni Legnini, appoggiato da Pd, Abruzzo in Comune, Centristi per l’Europa-Solidali e Popolari per Legnini, Progressisti con Legnini-Sinistra Abruzzo-Leu, Avanti Abruzzo-Italia dei Valori, Abruzzo Insieme-Abruzzo Futuro, Legnini Presidente, +Abruzzo-Centro Democratico; Sara Marcozzi, sostenuta da M5S; Stefano Flajani di CasaPound Italia.

LAVORO, SINDACATI IN PIAZZA

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Manifestazione nazionale unitaria #FuturoalLavoro organizzata da Cgil, Cisl e Uil, a Roma. Inizialmente il corteo si sarebbe dovuto concludere a piazza del Popolo, ma già dalle prime ore gli organizzativi dei tre sindacati si sono resi conto che sarebbe stata una piazza troppo piccola. Quindi cambio di destinazione: da Piazza del Popolo a Piazza San Giovanni in Laterano.

La mobilitazione è stata indetta da Cgil, Cisl e Uil a sostegno del documento unitario che contiene le proposte sulla politica economica e sociale.

Le tre confederazioni avanzano le loro proposte per chiedere al Governo di aprire un confronto serio e di merito sulle scelte da prendere per il Paese. Creazione di lavoro di qualità, investimenti pubblici e privati a partire dalle infrastrutture, politiche fiscali giuste ed eque, rivalutazione delle pensioni, interventi per valorizzare gli assi strategici per la tenuta sociale del Paese, a partire dal welfare, dalla sanità, dall’istruzione, dalla Pubblica Amministrazione e dal rinnovo dei contratti pubblici, maggiori risorse per i giovani, le donne e il Mezzogiorno.

TRIA “L’ITALIA SIA AFFIDABILE”

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Oggi il principale interesse nazionale è “ristabilire la fiducia nei confronti dell’Italia, la fiducia dei cittadini e degli investitori, italiani e stranieri”. Così, in un’intervista a La Stampa, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che ribadisce l’importanza della Tav: “Non voglio entrare nel merito della questione costi-benefici, del resto ho detto più volte che ritengo sia un’opera utile da realizzare ed è chiaro che ci possono essere opinioni contrarie”.

“Quando si parla di infrastrutture, e dunque degli investimenti a lungo termine necessari all’Italia, c’è bisogno di certezze – aggiunge -. La realtà è che non si possono attirare investimenti se quando si firmano i contratti può essere ritenuto legittimo pensare che un governo, qualunque esso sia, li possa rimettere in discussione, magari modificando il quadro legale in modo retroattivo”.

“Dalla fiducia degli investitori dipende la competitività dell’Italia e la sua crescita reale. Dobbiamo essere attenti a queste dinamiche”, sottolinea Tria, secondo cui tra Italia e Francia c’è solo “una incomprensione passeggera dovuta a difficoltà di comunicazione”.

L’Italia non ha “nessun motivo economico di contrasto con la Francia”. “Certo – evidenzia -, loro hanno una politica industriale più aggressiva della nostra, ma questa è la caratteristica del sistema francese, è più compatto e organizzato”. “Nella mia esperienza delle nostre discussioni sul cambiamento delle politiche di fondo europee – spiega Tria – ci siamo sempre trovati su posizioni più vicine ai francesi rispetto ad altri Paesi, a partire dall’esigenza di avere convergenze fra Stati e non il contrario”.

Il ministro, poi, esclude che il governo possa ricorrere a una patrimoniale. La voce “secondo cui arriverà una patrimoniale al 10 per cento crea un allarmismo che può avere effetti destabilizzanti”, sottolinea Tria, che aggiunge: “A parte il fatto che non c’è alcuna intenzione di introdurre una patrimoniale, sarebbe una mossa suicida per il quadro economico. E’ una cosa senza senso. Un pò di solidarietà nazionale sarebbe utile quando si parla del futuro dell’economia”.

Sull’eventualità di una manovra aggiuntiva per il ministro “è chiaro che, se il quadro si aggravasse, i margini di negoziato ci sono e talvolta sono persino automatici”. “Spero di non doverli utilizzare, perchè significherebbe che le cose vanno peggio di quanto pensiamo – sottolinea -. Già nel discutere la manovra 2019 il rallentamento dell’economia è stato tenuto da conto”.

BUSSETTI “SUD? IMPEGNATEVI”, POI RITRATTA

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E’ polemica dopo le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti in visita alle scuole di Afragola e Caivano, in Campania: “Al Sud dico: non servono più fondi, ma dovete impegnarvi di più, lavoro e sacrificio».  Francesco Boccia, deputato PD, ha annunciato che presenterà “un’interpellanza urgente in Parlamento così il ministro, invece di offendere i cittadini del Sud, verrà in Aula a dirci cosa intende fare lui per la scuola italiana e per la scuola a tempo pieno al Sud che deve raggiungere gli stessi standard del resto d’Italia”.

Su facebook poi precisa: “Leggo post e commenti infiammati sulle mie parole di ieri ad Afragola, in Campania. Un video decontestualizzato che sta girando sul web viene usato per rappresentare un Ministro ostile al Mezzogiorno, alle sue donne e ai suoi uomini. E io non lo sono. Sarebbe ridicolo pensarlo. Una mia frase è stata estrapolata per farla sembrare un attacco. Faceva parte di un discorso più ampio.  Guardiamo ai fatti. Da giugno sto girando l’Italia e sono stato al Sud molte volte. In Sicilia, in Campania, in Puglia, in Abruzzo, in Basilicata, ad esempio. Ci tornerò ancora. Per valorizzare il lavoro di tanti, docenti, presidi, genitori, ragazzi, che ogni giorno, con il loro impegno, fanno la differenza, che meritano la nostra attenzione. Ieri ero lì per questo.
Tutto si può dire tranne che io sia un Ministro che guarda con disprezzo al Sud. Credo che i fatti parlino da soli”.

LIBIA, DI BATTISTA A NAPOLITANO “VILE ATTEGGIAMENTO”

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“Sono a Parigi per annusare la situazione”. Lo dice in collegamento dalla capitale francese Alessandro Di Battista in diretta su Raitre nella trasmissione di Lucia Annunziata. Di Battista spiega le ragioni del recente incontro con i gilet gialli. “Il M5S sta prendendo contatti per la creazione di un movimento europeo, siamo andati in altri Paesi incontrando movimenti in contrasto con i governi ma nessuno ha ritirato gli ambasciatori. Abbiamo avuto un incontro per comprendere questo movimento, nulla di piu’.Luigi Di Maio oltre a essere il vice premier e’ il capo politico di un movimento, poi se Macron lo ha visto come lesa maesta’ e’ un problema suo”.

“Io – rimarca Di Battista- non dimentico alcuni epiteti di personaggi del governo francese che hanno definito il nostro governo come lebbra, credo che dovrebbero esserci degli incontri tra i vertici istituzionali italiani e regionali per discutere su alcuni punti politici. Io non sono contro la Francia. Magari ci fossero dei sindacalisti francesi in Italia, abbiamo molto da imparare dalla Francia. Il richiamo dell’ambasciatore e’ avvenuto solo perche’ noi avevamo chiesto chiarimenti sul controllo della Francia sull’Africa. Anzi chiederemo la costituzione di una commissione d’inchiesta sugli accordi di decolonnizzazione della Francia. Abbiamo tirato fuori il discorso delle ingerenze della Francia nel 2011 sulla Libia. La verita’ e’ che per la prima volta l’Italia sta trattando la Francia non con il capo chino ma alla pari”.

Sulle indicrezioni che parlano di un ritiro di Air France dalla trattativa per Alitalia, Di Battista chiarisce: “Air France si  era gia’ sganciata dalla trattativca di Alitalia gia’ da mesi. Anticipo che il Governo ha gia’ pronto un dossier in cui si parla di nuovi partner internazionali”. Per l’esponente del M5s “la Francia dovrebbe chiedere scusa per quell’intervento scellerato del 2011 in Libia che ha causato morte e fuga di miglia di cittadini, sarebbe un passo in avanti. Il dramma della migrazione e’ scaturista da quell’intervento francese”. Di Battista definisce “vile” l’atteggiamento tenuto “dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e doppiamente vile da parte di Berlusconi”. Infine, a chiudere l’intervista di Lucia Annunziata, Di Battista argomenta su due temi: Venezuela e il Sanremo. “Mai stato dalla parte di Maduro, ma credo chelegittimare un signore autoproclamatosi e’ un soffiare sul fuoco. L’Europa dovrebbe sganciarsi dalle posizioni americane. Molti Paesi hanno posizioni differenti, dovremmo guardare verso Paesi emergenti come India e Cina. Dovremmo guardare oltre la fine della Seconda guerra mondiale”. E sul festival afferma: “A me scaldalizza che la politica sia entrata a Sanremo, mi scandalizza che oggi ci sono molti tipi di razzismo, esistono pure dei razzisti che utilizzano la vittoria di un cittadino italiano per ragioni elettorali”.

CENTINAIO “PASTORI SARDI? HANNO RAGIONE”

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“Hanno perfettamente ragione. Poi le modalita’ le lascio commentare a voi”. Lo ha detto il ministro per le Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio, a margine dell’iunaugurale taglio del nastro alla Borsa Italiana del Turismo (Bit), apertasi oggi al MiCo, milano
Congressi. Sul tema “mercoledi’ e giovedi’ al Ministero ci saranno riunioni – ha aggiunto Centinaio – peraltro gia’ previste, indipendentemente dalla protesta. Sabato invece saro’ in Sardegna,
perche’ voglio capire da loro se quello che decideremo nelle riunioni e’ una cosa che puo’ essere accettata. Non posso pensare che ci siano operatori che vengono pagati cosi’ poco, mentre il
prezzo del latte in grande distribuzione e’ quasi il triplo. In questo caso si tratta dei pastori, ma in Italia questa problematica e’ a 360 gradi, da Bolzano a Lampedusa” ha concluso Centinaio.

BANKITALIA, TRIA “INDIPENDENZA VA DIFESA”

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L’indipendenza della Banca d’Italia e’ un fatto istituzionale”. A precisarlo nel corso della giornata la portavoce del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. “Il ministro – e’ la precisazione giunta dallo staff del responsabile del dicastero dell’Economia e delle Finanze- non ha voluto dichiarare contro
nessuno, ma ha fatto un’affermazione istituzionale ovvia. Le sue parole non sono indirizzate contro nessuno”.

Una precisazione giunta dopo che nel pomeriggio Tria aveva sostenuto l’importanza di difendere “l’indipendenza di Bankitalia”. Precisazione necessaria a disinnescare possibili divergenze nel Governo dopo la netta posizione di Di Maio e Salvini che hanno manifestato l’intenzione di azzerare i vertici di Bankitalia e Consob.