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CALENDA: “GOVERNO DI TRANSIZIONE CON TUTTI”

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“Il Pd dovrebbe proporre la costituzione di un Governo di transizione sostenuto da tutte le forze politiche e, parallelamente, la formazione di una commissione bicamerale sulle riforme istituzionali che risolva tre questioni fondamentali: la possibilità di formare esecutivi stabili in un sistema politico tripolare, il rapporto tra autonomia delle regioni e interesse nazionale, i tagli ai costi della politica e soprattutto la trasparenza nella gestione dei partiti. Una Commissione la cui presidenza possa essere del M5S che rappresenta oggi il primo partito e potrebbe proporre alle altre forze la sua idea sulla Terza Repubblica”. Così, in un’intervista a la Repubblica, il ministro uscente dello Sviluppo economico Carlo Calenda.

“Io non chiedo un governo politico. Su questo sono assolutamente d’accordo con Renzi. Dobbiamo però fare una proposta”, quindi “non possiamo rinchiuderci nel recinto delle nostre infinite polemiche interne su assemblee, primarie e caminetti o nel ‘tanto peggio tanto meglio’ arrivando ad auspicare un Governo Salvini-Di Maio”.

Secondo Calenda “in questo momento bisogna in primo luogo verificare se c’è la disponibilità a una prospettiva più larga rispetto a quella di cui si discute in questi giorni”, dicendosi convinto che un passo indietro converrebbe anche a Lega e M5S: “Salvini e Di Maio hanno dimostrato di essere politici capaci, ma la loro esperienza di Governo è fragile ed è il momento meno indicato per compiere salti nel buio. Il rischio di bruciarsi insieme al Paese sarebbe altissimo anche per loro”.

GENTILONI: “NON SPRECARE LAVORO FATTO”

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“In questo settore, ma anche in altri, l’Italia dimostra che non è seconda a nessuno”. Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni, intervenendo al Vinitaly.

“Per noi è una priorità sostenere il lavoro di penetrazione dei mercati – ha aggiunto Gentiloni -. La scommessa sull’Asia la possiamo migliorare, abbiamo fatto passi avanti ma abbiamo ancora terreno da recuperare rispetto ai nostri competitor”. 

“‘Uno dei proverbi più famosi è ‘in vino veritas’, e se c’è una veritas è che questa realtà ha bisogno di un contesto in cui il lavoro fatto in questi anni non venga disperso, senza incognite geopolitiche, senza dazi, chiusure e tariffe, ma con la tutela dei prodotti originali – ha proseguito Gentiloni -. Abbiamo bisogno che gli sforzi fatti in questi anni dalle nostre famiglie, dalle nostre imprese e dalle nostre comunità per rimettere in piedi un Paese dopo una crisi difficilissima non vengano dispersi. Questa Italia ha bisogno di non sprecare il lavoro fatto e di proseguire in un cammino positivo che ci rende forti e competitivi nel mondo”.

SIRIA, GENTILONI: “ITALIA NON È NEUTRALE”

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“In questi giorni la Siria ha riproposto a tutti noi un dilemma angoscioso: se possiamo noi, se può la comunità internazionale, a 100 anni dalla conclusione dalla prima guerra mondiale  adattarsi con l’idea di convivere di nuovo con le armi chimiche, la risposta è che non possiamo accettare che si torni alla legittimazione dell’uso delle armi chimiche”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, riferendo in Aula alla Camera sulla situazione in Siria.

“Da presidente del Consiglio ho definito come motivata la risposta del 14 aprile da parte di Stati Uniti, Francia e Regno Unito motivata, mirata e circoscritta, non ci sono indicazioni di vittime civili o di significativi danni collaterali”, ha sottolineato il premier.

“L’Italia non ha partecipato all’attacco, abbiamo condizionato la nostra attività di supporto logistico, che si è svolto in particolare dalla base aerea di Aviano, la condizione era che dal nostro territorio non partissero azioni dirette a colpire il territorio siriano, e così è stato – ha aggiunto Gentiloni -. Abbiamo chiarito la nostra contrarietà all’escalation”.

“L’Italia non è un paese neutrale, non sceglie di volta in volta se schierarsi con la Nato o con la Russa. L’Italia è un coerente alleato degli Stati Uniti, e non di questa o quella amministrazione americana. È la nostra scelta di campo – ha detto ancora il premier -. In gioco non c’è solo la riconoscenza per la liberazione dal nazifascismo, non c’è solo la difesa del nostro Paese, ci sono in gioco i valori di libertà, democrazia, libero commercio. Nessuna stagione sovranista può portare al tramonto dell’occidente e dei suoi valori”.

“In questi anni in Siria ho visto solo l’irragionevole logica dell’orrore, siamo di fronte alla tragedia di una guerra orribile e un regime orribile, eppure di fronte a questo regime l’Italia ripete da anni che il negoziato è inevitabile – ha evidenziato il presidente del Consiglio -. Oggi il problema è evitare altre stragi, ci sono ancora zone della Siria occupate da ribelli, che possono diventare, nelle prossime settimane, teatro di nuove stragi. La situazione siriana continua a interpellare tutti noi, e noi sfidiamo su questo terreno la Russia alla soluzione negoziale di questa questione, c’è un lavoro che si può fare con il contributo di tutti, e bisogna farlo ora”.

PROVE DI DIALOGO M5S-PD SU PROGRAMMI

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“In Parlamento e nel Paese facciamo vivere le nostre battaglie e il nostro impegno quotidiano per un’Italia migliore. Ripartiamo dalle nostre proposte concrete, confrontiamoci con i cittadini a partire dai loro bisogni e dalle loro aspettative. Lasciamo ad altri tatticismi, scontri personali e di potere”. Così su Facebook il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina.

“Noi pensiamo all’Italia. Ecco le prime tre proposte PD: POVERTÀ. Allargare il Reddito di Inclusione per azzerare la povertà assoluta in tre anni e potenziare le azioni contro la povertà educativa; FAMIGLIE – aggiunge -. Introdurre l’assegno universale per le famiglie con figli, la carta dei servizi per l’infanzia e nuovi strumenti di welfare a favore dell’occupazione femminile, per ridurre le diseguaglianze e sostenere il reddito dei ceti medi; LAVORO. Introdurre il salario minimo legale, combattere il dumping salariale dei contratti pirata anche valorizzando il Patto per la Fabbrica promosso dalle parti sociali. Tagliare ancora il carico fiscale sul costo del lavoro a tempo indeterminato per favorire assunzioni stabili con priorità a donne e giovani, norme per la parità di retribuzione dei generi”.

Positiva la prima reazione del M5S. “La proposta avanzata da Maurizio Martina rappresenta un’iniziativa utile ai fini del lavoro che sta svolgendo il comitato scientifico per l’analisi dei programmi presieduto dal Prof. Giacinto Della Cananea. Abbiamo sempre detto che ciò che vogliamo fare è partire dai temi che interessano ai cittadini”, affermano in una nota congiunta i capigruppo alla Camera e al Senato, Giulia Grillo e Danilo Toninelli.

DI MAIO: “SALVINI DECIDA IN FRETTA”

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“Il centrodestra per noi è un artificio elettorale. Quello che dovrebbe essere il leader nemmeno viene alle consultazioni. Ancora una volta abbiamo ribadito che il MoVimento 5 Stelle è pronto a sottoscrivere un programma di governo con la Lega e non con tutto il cosiddetto centrodestra”. Lo ha detto il leader del M5S, Luigi Di Maio, dopo le consultazioni con la presidente del Consiglio incaricata Maria Elisabetta Alberti Casellati.

“Le uniche forze in grado di dialogare in queste consultazioni e firmare un contratto di governo sono il M5S e la Lega. A Matteo Salvini dico con chiarezza che il tempo non c’è più, deve prendere una decisione in questa settimana, il paese non può più aspettare – ha sottolineato Di Maio -. Salvini deve fare una scelta ma il tempo è poco, quindi mi aspetto una scelta decisiva entro questa settimana”.

“Sono stato accusato di porre dei veti, ma non si capisce perché io non posso porre veti su Berlusconi e Salvini può porre veti sul Pd. Dalla Lega continuano a propinarci un governo con tutti, una ammucchiata del centrodestra – ha aggiunto il capo politico del M5S – quando invece un governo poteva già essere partito per cambiare qualcosa”.

Salvini: “Unico governo possibile centrodestra-Cinque Stelle”
La replica del leader del Carroccio arriva da Catania. “Io voglio che gli italiani e il loro voto vengano rispettati e quindi l’unico Governo che può nascere è tra coloro che hanno vinto le elezioni: centrodestra e cinque stelle”, ha detto Salvini. “Io chiedo a Di Maio se è disponibile a fare quello che ho fatto io: a dire pur di fare partire il Governo e di fare il bene dell’Italia, io faccio un passo indietro. Luigi Di Maio deve dire, non a me, ma agli italiani: sì per responsabilità, umiltà sono disponibile a fare un passo al lato pur di dare un Governo a questo Paese. Oppure dire agli italiani ‘no’ io sono io, io sono il sole, o comando io o non succede niente. E basta con i veti incrociati Di Maio-Berlusconi, Berlusconi-Di Maio. Più di questo io e la Lega non possiamo fare. Io comincerei anche domattina a governare, non tradisco il voto degli italiani e non prendo neanche in considerazione l’ipotesi di andare al governo con Renzi di cui voglio smontare tutte le riforme pessime fatte in questi anni. Se Di Maio continua a dire ‘io o nessuno’ vuol dire che non vuole governare o che vuole governare con il Pd e con Renzi. Lo dica ai milioni di italiani che hanno votato per voltare pagina”.

Berlusconi: “Da noi nessun veto, centrodestra non è artificiale”
“Noi partiti del centrodestra siamo uniti e abbiamo governato insieme per 9 anni, governiamo importanti regioni, abbiamo approvato e siglato punto per punto lo stesso programma. Questa è una coalizione che non può essere mai definita artificiale”, ha affermato Silvio Berlusconi dopo l’incontro con la Casellati.
“Noi manteniamo la nostra posizione – ha aggiunto -: da parte nostra non sono mai stati messi dei veti nei confronti di nessuno, i veti sono venuti a noi dai Cinquestelle, Fi  non ha mai posto veti, abbiamo casomai insistito sul fatto che essendo la coalizione vincente, spetta indicare il candidato alla presidenza del consiglio”.

 

GOVERNO, INCARICO ESPLORATIVO A CASELLATI

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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affidato il mandato esplorativo al presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, per la formazione del nuovo governo.

“Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato al presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il compito di verificare l’esistenza di una maggioranza parlamentare tra i partiti della coalizione del centrodestra e il M5S e di un’indicazione condivisa per l’affidamento dell’incarico di presidente del Consiglio per costituire il governo”. Lo ha detto il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti, al termine dell’incontro tra il capo di Stato e la presidente del Senato. “Il presidente della Repubblica ha chiesto al presidente del Senato di riferire entro la giornata di venerdi”, ha aggiunto.

“Intendo svolgere questo incarico con lo stesso spirito di servizio che ha animato in queste settimane il mio ruolo di presidente del Senato”, ha detto Casellati, al termine dell’incontro.  “Sarete informati degli incontri che avverranno in tempi molto rapidi”, ha aggiunto.

 

GOVERNO, DI MAIO “NON POSSIAMO ANDARE OLTRE”

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“Nulla per me è perduto e nulla si chiude, ma non possiamo andare oltre determinati limiti che abbiamo già tracciato”. Così il leader del M5S, Luigi Di Maio, al termine dell’incontro con il presidente del Senato. “Ce la stiamo mettendo tutta, ma noi oltre determinate barricate e limiti non possiamo andare. Ho detto che potevamo firmare un contratto di governo con Salvini e che eravamo disposti affinché quel contratto potesse essere sostenuto da Forza Italia e da Fratelli d’Italia, ma era chiaro ed evidente che l’interlocuzione dovesse avvenire tra noi due”, ha aggiunto Di Maio per il quale “stiamo provando in tutti i modi a fare partire il governo di questo Paese, siamo disponibili a considerare non ostile il sostegno di Forza Italia e Fratelli d’Italia, ma il contratto deve essere firmato da me e da Salvini”. 

Per il leader del M5S “se mi si chiede di sedermi a un tavolo con tre forze politiche, immaginate il tavolo, Salvini, Di Maio, Berlusconi e Meloni per concordare un programma di governo con addirittura delle personalità politiche che vengono dalle singole coalizioni di centrodestra, capite benissimo che è molto complicato per noi digerire questo scenario”.

“Se cadono i veti si parla di programmi. Un passo alla volta. Ieri siamo usciti di qua con gli schiaffoni, se oggi invece siamo usciti con i sorrisi metà dell’opera è fatta, l’altra metà settimana prossima”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, lasciando Palazzo Giustiniani dopo l’incontro con la presidente Casellati, spiegando inoltre di aver avuto contatti con i 5 Stelle: “Sono ottimista”.

“Confidiamo che chi arrivi dopo di noi accetti di sedersi al tavolo parlando di programmi”, aveva detto Salvini poco prima, accanto a Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Dalla presidente del Consiglio incaricata si è infatti recata una delegazione unitaria del centrodestra. Per Salvini “è improponibile un Governo con chi ha perso”. E ha aggiunto: “Lanciamo l’ultimo appello alla responsabilità e alla costruzione partendo dai temi e non dai posti”.

GOVERNO, FI “BASTA SCHIAFFI DA M5S”

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Basta schiaffi: l’accordo Movimento 5 Stelle-centrodestra è definitivamente archiviato. A chiudere il fascicolo è Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia vicinissima a Berlusconi: “Non si può continuare a prendere schiaffi in faccia pur mostrando grande disponibilità, responsabilità e generosità”, dice la senatrice a Circo Massimo, su Radio Capital, “L’apertura di Di Maio è durata meno di sette ore, sembrava ci fosse uno spiraglio per far cadere i veti. Quando Salvini ha riferito la possibilità, Berlusconi si è detto d’accordo, a condizione di avere pari dignità e di non mettere Forza Italia in un angolo”. Ronzulli nega che ci sia mai stata una discussione su un appoggio esterno di Forza Italia a un governo Lega-M5S: “Non se n’è mai parlato. Non esisteva ieri, non esiste oggi e non esisterà domani. Non faremo i portatori d’acqua”. La senatrice chiarisce che Forza Italia “non ha mai bluffato, abbiamo sempre giocato a carte scoperte. Non giochiamo poker”. E attacca il leader dei 5 stelle: “Non ho ancora capito cosa vuole fare Di Maio da grande”, dice, “evidentemente vuole solo sedersi sulla poltrona di Palazzo Chigi, non gli interessa degli italiani”. Nessun problema di fiducia, invece, con l’alleato leghista: “Ci fidiamo di Salvini, non romperà l’unità del centrodestra”. La prospettiva, allora, potrebbe essere un governo M5S-PD, una soluzione che, secondo alcuni retroscena, avrebbe dei sostenitori anche in Forza Italia. Ronzulli, però, è di un’altra opinione: “Nessuno tifa per questa ipotesi che non ci riguarda”, dice, “ci siamo presentati agli italiani per governare, non per andare all’opposizione”. E sulla possibilità di tornare alle elezioni, afferma: “Ho rispetto per le decisioni del Capo dello Stato ma non sarebbe giusto per gli italiani tornare al voto”.