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Romeo “Recuperare un pò d’identità, Salvini non è in discussione”

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“Io non sono uno di quelli che dicono che va sempre tutto bene. Dobbiamo da una parte recuperare sicuramente un pò dell’identità che abbiamo perso negli ultimi anni con il governo di unità nazionale, in cui abbiamo pagato a caro prezzo il nostro spirito di sacrificio per il bene nazionale. E poi, dobbiamo puntare a far emergere maggiormente quei temi che segnano la nostra storia: autonomia, fisco, pensioni, sicurezza, tutela della proprietà privata. Ad esempio, con l’Autonomia che stiamo per approvare in Parlamento abbiamo riportato al centro del dibattito un nostro tema di sempre, il federalismo e l’attenzione per i territori”. Così il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, in un’intervista al Corriere della Sera. Comunque, assicura, “la leadership del segretario non è affatto in discussione. Dobbiamo stare molto attenti a non cadere nella trappola di chi vuole dividere la Lega per indebolirci e indebolire il governo. Che, lo ricordo, significa anche mettere in discussione i progetti politici della Lega, a partire dall’autonomia”. In Europa, spiega, “vogliamo evitare che i Socialisti europei continuino a governare, c’è bisogno di tutti. E’ un ragionamento pragmatico che va nella direzione di unire tutto il centrodestra. Non certo di dividerlo”. Perchè, osserva, “la forza del centrodestra è sempre stata la presenza di sensibilità differenti, che sono sempre state una ricchezza dell’alleanza e non un limite”. Per Romeo “la Lega da sempre ha una forte connotazione territoriale e per questo credo che rafforzare il partito nei territori sia cruciale. Per questo intendo candidarmi alla guida della Lombardia nel congresso regionale”, conclude.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

Terrorismo, Viminale “Controlli rafforzati in vista di Pasqua”

ROMA (ITALPRESS) – Al Viminale il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha presieduto una riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica alla quale, oltre al sottosegretario Nicola Molteni, hanno partecipato i vertici delle Forze di polizia e delle agenzie di informazione e sicurezza.
“Durante l’incontro è stata effettuata una attenta analisi dell’attentato terroristico a Mosca anche ai fini dell’aggiornamento delle misure di prevenzione antiterrorismo già disposte – si legge in una nota del Viminale -. Nel corso della riunione è stata evidenziata l’importanza di proseguire l’attenta attività di monitoraggio, anche sul web, da parte delle forze di polizia e della intelligence per l’individuazione delle eventuali situazioni di rischio sul territorio nazionale. Tale specifica attività di prevenzione ha consentito, dal 7 ottobre 2023 ad oggi, di espellere per motivi di sicurezza 47 soggetti, di cui 9 con provvedimento del Ministro dell’interno. Nel 2024 sono stati 23 i provvedimenti, di cui 5 emessi dal Ministro dell’Interno”.
“Anche in vista delle prossime festività pasquali è stata disposta una intensificazione delle attività di vigilanza e di controllo da parte delle Forze di polizia con la pianificazione di specifici servizi operativi, fissi e dinamici, riservando la massima attenzione ai luoghi di maggiore aggregazione e transito di persone, nonchè a tutti gli obiettivi sensibili, alla luce di un loro eventuale aggiornamento”, conclude la nota.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Tajani “Nessuna prova sul coinvolgimento di Kiev in attentato a Mosca”

ROMA (ITALPRESS) – “Al momento non ci sono prove di un coinvolgimento dell’Ucraina nell’attentato a Mosca. Pare che tutto vada nella direzione di un attentato terroristico organizzato dal ramo afgano dell’ISIS. Certo, bisogna approfondire, ma l’attentato era nell’aria tanto che noi, come Ministero degli Esteri, tramite il sito ‘Viaggiare Informatì, abbiamo detto a tutti i nostri cittadini di non partecipare a manifestazioni di massa a Mosca, perchè c’era un rischio. Era sul nostro sito dall’8 marzo. Non so cosa sia successo, ma anche noi abbiamo dato questo messaggio ai nostri concittadini. Era un segnale chiaro del rischio che si correva a Mosca e abbiamo invitato gli italiani a rinviare i viaggi e programmarli in momenti più tranquilli. Seguiamo ciò che accade con grande attenzione e proteggiamo i nostri cittadini”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani a “Non Stop News”, su RTL 102.5.

foto: Agenzia Fotogramma

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Zaia “Lasciamo decidere ai veneti se sono stati amministrati bene”

ROMA (ITALPRESS) – “Lasciamo che a decidere siano i veneti, sono loro che devono poter scegliere e valutare se sono stati amministrati bene o male”. Lo dice il governatore del Veneto Luca Zaia in una intervista a “La Stampa”. “L’elezione diretta è il sale della democrazia” ma soprattutto perchè il “Veneto non è la periferia dell’impero” e quindi “va difeso con i fatti e non con le chiacchiere”. E i fatti, sostiene Zaia, narrano che la mia regione è un boccone prelibato, “un gioiellino da 180 miliardi di Pil con nove siti dell’Unesco e le Olimpiadi alle porte, che io mi sono inventato, ma soprattutto una sanità d’eccellenza che trae la sua migliore forza nei centri sanitari pubblici perchè l’incidenza di quella privata eroga solamente l’11 per cento delle prestazioni contro il 30-40% di altre regioni” sottolinea il presidente del Veneto. “Questa è la regione che governo, una parte del Paese che riesce ancora ad attivare investimenti esteri”. “Personalmente “non ho alcuna ansia per il terzo mandato, “non perdo il sonno per questo”, ma certamente i “veneti molti dubbi se li pongono” anche perchè quando “si inizia un viaggio è indispensabile capire la direzione che si vuole prendere”. Insomma, “Bisogna capire da dove si parte e soprattutto dove si vuole arrivare”. “Il mio futuro lo programmerò quando sarà ora – conclude Zaia -, io resto concentrato sulla mia azione amministrativa che in tanti anni mi pare sia stata apprezzata dai miei cittadini ma anche dalla destra, dalla mia parte politica”.

foto: Agenzia Fotogramma

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Fosse Ardeatine, ministri Roth e Sangiuliano rendono omaggio alle vittime

ROMA (ITALPRESS) – In occasione dell’ottantesimo anniversario della strage delle Fosse Ardeatine, stamane, la Ministra di Stato per la Cultura e i Media del Governo federale della Germania, Claudia Roth, e il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano sono stati al Mausoleo delle Fosse Ardeatine per deporre una corona di fiori davanti alla lapide commemorativa dell’eccidio.
Presente anche il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Accompagnati dal Capo dell’Ufficio per la tutela della cultura e della memoria della Difesa, Generale di divisione dei Carabinieri, Diego Paulet, hanno visitato il Mausoleo.
A seguire, i Ministri Roth e Sangiuliano si sono poi recati al Portico D’Ottavia, alla Sinagoga e al Museo Ebraico dove hanno deposto una corona di fiori.
Ad accoglierli, il Rabbino capo di Roma, Rav Riccardo Di Segni; il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun; il Presidente Fondazione Museo Shoah, Mario Venezia; il Presidente della Fondazione per il Museo Ebraico di Roma Alessandra Di Castro e gli assessori della Comunità ebraica ai Rapporti istituzionali, Alessandro Luzon; ai Rapporti internazionali, Johanna Arbib; alla Memoria, Daniele Regard.
“E’ stata una giornata densa di significati, con gesti che vogliono affermare i valori dei diritti individuali della persona e della concordia tra i popoli. Ottant’anni fa si consumava l’eccidio delle Fosse Ardeatine: 335 persone, tra militari e civili e molti cittadini di religione ebraica, furono trucidate dalle truppe di occupazione naziste con la feroce collaborazione dei fascisti. A mia memoria, credo che mai tre ministri, fra cui uno tedesco, si siano recati insieme al sacrario delle Fosse Ardeatine. La memoria è fondamentale affinchè nelle coscienze si radichi il rifiuto del male. Significativa e rilevante è stata anche la presenza al Portico d’Ottavia nel punto in cui furono rastrellati gli ebrei romani. Ringrazio gli amici fraterni della comunità ebraica per averci accolto in un momento tragico nel quale, dopo l’attacco del 7 ottobre, riappare il demone dell’antisemitismo. Sia pur nella tragicità degli eventi rievocati sono stati momenti positivi di ricostruzione morale. Grazie alla Ministra Claudia Roth e grazie al collega Francesco Lollobrigida”, ha dichiarato il Ministro Sangiuliano.
– foto ufficio stampa Ministero della cultura –
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Fosse Ardeatine, Meloni “Ricordare cosa accadde è un dovere di tutti”

ROMA (ITALPRESS) – “Oggi l’Italia onora e rende omaggio alla memoria delle 335 vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, terribile massacro perpetrato dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella. L’eccidio ardeatino è una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale e ricordare cosa accadde in quel funesto 24 marzo di ottant’anni fa è un dovere di tutti”. Lo ha dichiarato il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione dell’80° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Mattarella “Einaudi aiutò l’Italia a riconquistare la dignità perduta”

ROMA (ITALPRESS) – “Nel 150esimo anniversario della nascita, la Repubblica ricorda Luigi Einaudi, primo Capo dello Stato eletto con le regole della Costituzione del ’48, costruttore tra i più importanti della nostra democrazia, figura di elevato prestigio internazionale che aiutò l’Italia nel dopoguerra a riconquistare la dignità perduta con il fascismo”. E’ quanto dichiara il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che aggiunge: “Grande è il debito che la comunità nazionale ha verso questo padre della Patria e ricco il patrimonio di pensiero, di azione politica, di equilibrio istituzionale, di coerenza personale, che ci ha lasciato. Economista di vasta cultura, sensibile ai temi dell’equità sociale, democratico autentico che non ebbe timore a firmare nel 1925 il Manifesto degli intellettuali non fascisti di Benedetto Croce, Luigi Einaudi si dedicò con intelligenza e passione alla ricostruzione del Paese e poi, da Presidente della Repubblica, spiegò il suo impegno a tessere la tela della nuova democrazia italiana. Costituente, Ministro e Vice Presidente del Consiglio, Governatore della Banca d’Italia, Einaudi ha impresso la propria impronta con sobrietà e misura, grande determinazione e fede nella libertà, contribuendo a far crescere il consenso su quei valori che hanno consentito all’Italia di risalire dalle macerie della guerra e della dittatura. Il convinto europeismo di Einaudi risalta come un’altra chiara testimonianza della sua capacità di visione del futuro. Tutto questo rende prezioso e vitale il suo insegnamento”.

– foto Agenzia Fotogramma –
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L’ultimo scritto di Berlusconi, Marina “Suo lascito ideale”

MILANO (ITALPRESS) – “Quello che compare in queste pagine è l’ultimo scritto di mio padre, Silvio Berlusconi. Lo buttò giù in una stanza d’ospedale poche ore prima che, la mattina del 12 giugno 2023, si separasse dalla vita. E’ un documento che mi pare al tempo stesso tragico e grande. E io credo, come spiegherò più avanti, che per mostrarlo non ci fosse occasione migliore di questo libro di Paolo Del Debbio, un libro sull’attualità e sulla forza delle idee che hanno guidato tutto l’impegno di mio padre, sui valori e le convinzioni che sono stati la bussola costante della sua lunga esperienza politica, ma direi della sua intera vita”. Così Marina Berlusconi nella prefazione al nuovo libro di Paolo Del Debbio, pubblicata dal Corriere della Sera. Nel libro è contenuto l’ultimo scritto di Silvio Berlusconi.
“Ero lì con lui, in quella camera del San Raffaele di Milano, nel primo pomeriggio di sabato 10 giugno, quando scrisse queste righe – racconta -. E non potrò mai, mai dimenticare. Nemmeno lo voglio. Era al suo secondo ricovero, doveva essere una breve permanenza, il tempo di fare alcune terapie, nuovi esami e poi a casa. Sapevo, sapevamo che la sua salute era molto compromessa, non immaginavo, nessuno immaginava, che la fine fosse così vicina. Gli avevo fatto visita la sera precedente, venerdì 9 giugno. Era stata una serata molto dolce e affettuosa, l’avevo visto bene, la speranza che il male gli concedesse ancora un pò di tempo si era riaccesa. Tornai il giorno dopo, trovai purtroppo un altro uomo. Abbandonato su una poltrona, molto affaticato, cupo, sofferente. Per me fu un colpo tremendo, anche se mi imposi, come facevo da tempo, di mantenere il sorriso. Si fece accompagnare dalla poltrona al tavolo. Quel tavolo al quale sia durante il primo che durante il secondo ricovero non aveva mai smesso di lavorare. Chiese carta e penna, chinò il capo e cominciò a scrivere, evidentemente aveva già riflettuto durante la notte, come sempre, su quello che voleva dire. Mi sedetti vicino a lui e lo guardai lavorare”.
“A un certo punto – ricorda Marina Barlusconi – si fermò, alzò lo sguardo, lo fissò nei miei occhi e disse qualcosa che mi porterò dentro fino al mio ultimo istante: «Vedi, Marina, la vita è così: vieni, fai fai fai… e poi te ne vai». Non so come riuscii a non scoppiare a piangere, in quei giorni avevo promesso a me stessa che mai l’avrei fatto davanti a lui, ma qualche lacrima, mentre mi sforzavo di fingermi stupita e di trovare qualche parola per rassicurarlo, scese ugualmente. Lui capì. Mi guardò con un sorriso dolcissimo, mi prese la mano e la accarezzò lentamente. Poi riprese a scrivere, mentre io cercavo di resistere alla commozione e pensavo che ancora una volta, anche nel momento in cui, ormai lo capivo sempre più chiaramente, si apprestava a congedarsi dal mondo, era lui a consolare me. Lo aveva fatto in tutti i momenti più difficili della sua vita – e purtroppo in questi anni ce n’erano stati tanti – quando, di fronte al mio turbamento e al mio dolore, era stato proprio lui a infondermi forza”. “Finì la prima pagina, me la passò, lessi – racconta Marina Berlusconi -. E mi cascò il mondo addosso. Perchè mi resi conto che quello che stava scrivendo era il suo lascito ideale, il suo testamento, la sintesi delle convinzioni e dei valori che lo avevano sempre accompagnato. Sapevo che la fine era vicina, ma rendermi conto parola dopo parola che ne era pienamente consapevole anche lui mi costrinse ad alzarmi e ad allontanarmi per qualche secondo, per riuscire a controllare la tempesta devastante dei miei sentimenti. Lui continuò a scrivere, e quando ebbe finito chiese di essere riaccompagnato a letto. Io restai lì impietrita, facendo finta di non aver compreso quello che entrambi avevamo compreso benissimo. Quel che avvenne nelle ore successive è inutile ricordarlo”.
“Quelle quattro pagine – racconta ancora – le ho poi lette e rilette decine di volte, me le sono rigirate tra le mani per ore, per giorni, e ogni volta mi manca il respiro. Sono un ricordo molto privato, ma io credo sia giusto non rimangano soltanto un ricordo privato. Non contengono nulla di inedito, ma mi piace condividerle con quanti a mio padre hanno voluto bene, con quanti hanno creduto in lui e continuano a credere nelle sue idee. E non soltanto con loro. Anche con quanti non l’hanno amato ma non possono non riconoscerne l’unicità. Lui, ne sono certa, avrebbe voluto così. Rappresentano un documento tragicamente umano ma, ritengo, di grandezza assoluta. Mio padre non ha mai fatto nulla per nascondere con falsi pudori le sue fragilità e le sue sofferenze. Fanno parte della vita di ogni essere umano, e lui non aveva nessuna pretesa di essere diverso dagli altri, anzi. Se l’avesse avuta, non avrebbe registrato quei video dalla sua camera del San Raffaele che credo abbiano colpito tutti per la forza di volontà, il coraggio ma anche per la palese sofferenza che provava. E lo scritto che compare in quelle pagine, la sua grafia più incerta, il periodare meno fluido, le tante correzioni, credo documentino in modo fin troppo evidente tutto questo. La fragilità dell’uomo, ma, assieme, la grandezza di Silvio Berlusconi. Perchè solo un uomo grande come lui, a poche ore dalla morte, dilaniato dal male che se lo stava portando via, poteva ritrovare il coraggio, la forza, la determinazione per ribadire ancora una volta, sapendo che sarebbe stata l’ultima, l’attaccamento a tutto quello per cui si è sempre battuto, per comporre il suo ultimo inno all’amore, amore per la famiglia, amore per gli altri, amore irriducibile per la libertà e la democrazia, per la pace e la giustizia, amore sconfinato per la creatura che ha fondato su questi valori, quella Forza Italia cui ha dedicato trent’anni della propria vita. Leggendo quanto scrive in questo libro Paolo Del Debbio a proposito del programma con cui mio padre scese in campo nel 1994, non può non colpire la linea di assoluta continuità, di lucida coerenza, a distanza di trent’anni, tra quel programma e le idee che mio padre mise nero su bianco poche ore prima della sua scomparsa. E’ il motivo per cui – sottolinea Marina Berlusconi – credo sia giusto che il suo ultimo scritto compaia qui, nel libro che parla delle fondamenta su cui tutto nacque. Proprio riflettendo su questo, oggi credo saprei trovare le parole giuste per replicare a quanto mio padre mi disse quel terribile pomeriggio di giugno nella camera del San Raffaele: «Vedi, Marina, la vita è così: vieni, fai fai fai… e poi te ne vai». Io gli risponderei: «Papà, tu come tutti gli uomini potrai anche andare, ma non se ne andrà mai quello che hai fatto, non se ne andranno mai gli ideali per i quali ti sei battuto. Resteranno qui con noi, a guidare il nostro cammino e il cammino di chi verrà dopo di noi, perchè è di questi ideali che si nutrono gli uomini e le donne di buona volontà»”.
– Foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).