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Cybersicurezza, Minardo “Serve rapporto stretto tra Parlamento e ACN”

ROMA (ITALPRESS) – “Il rafforzamento dell’impianto di cyber sicurezza nazionale passa anche da un rapporto più stretto tra Parlamento e ACN che non si esaurisce solo nell’ambito legislativo ma anche in un contributo di attenzione per la necessaria opera di sensibilizzazione su questi temi e di rispondere alla fondamentale necessità di integrazione delle competenze tra gli attori della cyberdefence: pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini” lo dice il Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati Nino Minardo al termine dell’audizione del Direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Bruno Frattasi.

Foto: ufficio stampa Minardo

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Decaro “Hanno fatto male i conti, Bari non piega la testa”

ROMA (ITALPRESS) – Arrabbiato, deluso, con gli occhi lucidi. Si è presentato così, alla sua città, il sindaco di Bari, Antonio Decaro, dopo la notizia arrivata ieri dal ministero dell’Interno sul possibile avvio dell’iter per lo scioglimento del comune di Bari per infiltrazioni mafiose. “Un atto di guerra”, il primo cittadino ha commentato così la decisione di nominare una commissione parlamentare di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune di Bari. La commissione ministeriale è stata nominata per accertare le presunte infiltrazioni mafiose nel Consiglio comunale di Bari e in altre aziende municipalizzate dopo l’arresto di 130 persone in una inchiesta della Dda barese che ha svelato un presunto intreccio mafia-politica con scambio di voto alle Comunali del 2019.
In una conferenza stampa, convocata in Comune, Decaro ha prima difeso il suo operato “per me oggi è un atto di legittima difesa della nostra città, io sono sempre stato corretto da quando sono diventato sindaco di questa città, appena eletto ho messo la tessera del mio partito nel cassetto e sono stato il sindaco di tutti, la stessa cosa ho fatto all’Anci, sono stato il presidente di tutti, ho sempre garantito rispetto istituzionale ai governi che si sono succeduti in questi anni” e poi ha accusato quei parlamentari di centrodestra, in particolare d’Attis e Sisto che hanno sollecitato al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’intervento per lo scioglimento del consiglio comunale. “Un gruppo di parlamentari del centrodestra, dopo essere stati ricevuti dal ministro Piantedosi, ha fatto una conferenza stampa per dire che a seguito degli arresti che c’erano stati nella città di Bari era opportuno fare una ispezioni per sciogliere il comune per mafia” ha aggiunto ” se c’è anche un solo sospetto di infiltrazione della criminalità nel comune di Bari io rinuncio alla scorta, sono sotto scorta da nove anni, torno a vivere. Non posso essere contemporaneamente sindaco antimafia e avere la commissione di accesso in comune”.
Decaro ha poi ricordato che “in 10 anni di consiliatura non abbiamo mai avuto un problema giudiziario, in questi mesi abbiamo affidato gare per un miliardo di euro, non abbiamo avuto un problema di infiltrazione, di corruzione, di confusione. Sono preoccupato per la mia città, da giorni leggo dichiarazioni di esponenti del centrodestra, ho letto post alla Savastano di gomorra con scritto ‘andiamo a riprenderci la città’, ma la città è dei baresi, non è di nessuno, cosa volete riprendervi, la città è dei baresi che sudano, che lavorano”. Per il sindaco di Bari il problema è che c’è gente che invece di ringraziare i baresi e la città, la vuole affossare, non vogliono una città bella che cresce, tanto a loro che gli frega prendono i soldi da parlamentari. Sto ricevendo testimonianze di affetto da tutta Italia, non ho voluto nessuno vicino a me oggi, voglio stare solo qui credo di avere il dovere di difendere la mia città, me stesso, ho servito 10 anni con onore questa città, l ho fatto con disciplina, onore, non ho mai piegato la testa, sono sempre stato rispettoso delle istituzioni”.
Decaro avverte: “hanno fatto male i conti, tutto quello che state facendo alla città vi si ritorcerà contro, i baresi non perdono. Non ho avuto paura dei boss di questa città, figuratevi se devo avere paura dei parlamentari, mi rimetto la fascia da sindaco, sono un uomo delle istituzioni, aspetterò con serenità la commissione. Bari è una città che ha 14 clan mafiosi ma soprattutto che resiste alla criminalità organizzata, non piega la testa, dobbiamo essere orgogliosi dei baresi per bene che sono molti,molti di più dei criminali”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Ucraina, Meloni “Con nostra maggioranza l’Italia rispetta gli impegni”

ROMA (ITALPRESS) – “Penso non sia sostenibile la tesi per la quale la posizione del governo italiano oggi a cospetto del mondo non sia chiara in tema di Ucraina. Penso sia chiaro a tutti che oggi, grazie al fatto che c’è una maggioranza del centrodestra, l’Italia è una nazione che rispetta i suoi impegni”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso della replica alla Camera dopo la discussione generale in vista del consiglio europeo del 21 e 22 marzo. “Quando c’era una maggioranza molto variegata le risoluzioni erano lontani anni luce dalla chiarezza delle nostre risoluzioni. Mi sembra che ci siano delle ambiguità nel Partito Democratico. I voti dicono che la posizione italiana è chiara”, ha aggiunto.
“Non ho due facce tra quando sto all’opposizione e quando sto al governo, ho sempre garantito l’appoggio all’Ucraina. Prendo delle decisioni che considero giuste, non credo che si sta all’opposizione si sia più liberi su alcuni temi, penso che su alcuni temi le posizioni non debbano cambiare”, ha spiegato la premier. “E’ la Russia a non volere la pace, è quello che ho sentito dire da Putin nell’ultimo G20 se non ritira le sue truppe. Quello che noi stiamo facendo è propedeutico ad una pace. Stiamo cercando di costruire le precondizioni per arrivare a un tavolo di trattativa. Anche le garanzie di sicurezza sono una precondizione per sedersi a quel tavolo. Sono stati già sottoscritti degli accordi di pace non rispettati dalla Russia”, ha concluso Meloni.
(ITALPRESS).
– Foto: Palazzo Chigi –

Mattarella “Rimuovere ovunque ostacoli alla libertà d’informazione”

ROMA (ITALPRESS) – “A trent’anni dall’agguato mortale che spezzò le vite di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il loro ricordo è presente come nei giorni drammatici in cui la terribile notizia da Mogadiscio piombò sul nostro Paese. Erano giornalisti di valore alla ricerca in Somalia di verifiche e riscontri su una pista che avrebbe potuto portare a svelare traffici ignobili. Le Medaglie d’oro al Merito Civile, di cui Alpi e Hrovatin sono stati insigniti, testimoniano il valore che la Repubblica riconosce alla loro opera. Un prezzo pagato nell’esercizio di un diritto, quello all’informazione, che è un presidio essenziale alla libertà di tutti e un pilastro su cui si regge la vita democratica”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Gli assassini e i mandanti sono ancora senza nome e senza volto dopo indagini, depistaggi, ritrattazioni, processi finiti nel nulla. E’ una ferita che riguarda l’intera società. Le Istituzioni sanno che non ci si può mai arrendere nella ricerca della verità. Il valore dell’autonomia della stampa libera è sotto attacco in tante parti del mondo. Molti giornalisti pagano con la vita la loro indipendenza dai poteri, la loro ricerca di verità. Il ricordo di Alpi e Hrovatin suona anche impegno, a rimuovere gli ostacoli alla libertà di informazione, ovunque si manifestino”, conclude il capo dello Stato.
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– Foto: ufficio stampa Quirinale –

Renzi “Alle europee corriamo per il quarto posto”

ROMA (ITALPRESS) – “Il campo largo secondo me non è mai esistito. Ma non mi metto ora a parlare di campo largo o stretto, voglio fare un grande risulato alle europee perchè lo posiamo fare. Io picchio a destra e a sinistra”. Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in un’intervista a La Stampa. “”La scelta di Calenda di spaccare il terzo polo è inspiegabile, illogica, impolitica. E il fatto che sia l’unico a non volere la lista “Stati Uniti d’Europa” dimostra che lui è il responsabile del disastro di questi mesi. Ma non credo che Forza Italia farà un grande risultato. Anche perchè Tajani è schiacciato su Ursula Von der Leyen una presidente che con il suo furore ideologico ambientalista ha fatto male agli italiani e alle imprese italiane”, aggiunge. Ammette che lo spazio per una forza di centro autonoma esiste “solo alle europee, col proporzionale”, ma ribadisce che “la sinistra radicale esalta i commentatori, ma perde le elezioni. Per me si vince al centro”. Comunque per le europee “la lista viene dopo, prima i contenuti. Elezione diretta del presidente della Commissione, superamento del diritto di veto, difesa comune in vista dell’esercito europeo: su questi temi se si realizzerà una lista di scopo come proposto da ‘Più Europà noi ci saremo. Altrimenti andremo da soli convinti di superare agevolmente lo sbarramento: il 5% è alla nostra portata. Anzi, correremmo per il quarto posto insieme a Lega e Fi: Sono pronto a metterci la faccia, e il cuore, in tutti i collegi”, conclude.
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– Foto: Agenzia Fotogramma –

Meloni “La riforma del premierato riguarda il futuro della Nazione”

ROMA (ITALPRESS) – “Vedo una sinistra allo sbando che cerca di schermarsi dietro l’autorevolezza del presidente della Repubblica, che è una figura unificante, perchè non sa come spiegare la sua contrarietà a una riforma che vuole banalmente consentire agli italiani di scegliere direttamente da chi farsi governare”. Lo ha detto il premier Giorgia Meloni, in un’intervista ad Agorà su Rai3, in merito alla riforma del premierato. “Questa riforma costituzionale entrerà in vigore nella prossima legislatura, praticamente nel 2028. Sono contenta che la sinistra vede che ci sarà ancora Giorgia Meloni, ma non lo darei per scontato e anche il mandato del presidente Mattarella sarà verso il termine. Quindi questa riforma non riguarda nè Giorgia Meloni nè Mattarella, non riguarda il presente ma il futuro della Nazione ed è su questo che gli italiani saranno chiamati a decidere cosa fare”, ha aggiunto.
“Rinuncerò alla guida della Nazione quando dovessi rendermi conto che non ho più il consenso degli italiani, perchè questa non è una vita che si può fare senza ragione, non è una cosa che fai per te stesso, non io. Devi sapere che qualcuno ci crede con te, quindi non potrei farlo se mi rendessi conto che non ho più il consenso degli italiani per farlo, non potrei più farlo se non avessi più la libertà di incidere, non sto qua a sopravvivere. Non tutto riesce perfettamente, non sempre vinci ma devo sapere che sto camabiando qualcosa” ha spiegato la presidente del Consiglio alla domanda per chi o per cosa rinuncerebbe al suo incarico. “C’è solo una persona al mondo che potrebbe convincermi a fare una scelta del genere ed è mia figlia Ginevra. Se dovessi rendermi conto che lei sta pagando un prezzo troppo alto. E’ una domanda che a volte mi faccio, ma è una bambina forte, intelligente e comprensiva. Stiamo facendo del nostro meglio per non perderci in questa tempesta”, ha concluso.
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– Foto: Palazzo Chigi –

Mattarella “Appelli del Papa alla pace sono spunti di riflessione”

ROMA (ITALPRESS) – “In occasione dell’undicesimo anniversario del solenne inizio del Pontificato, desidero farle pervenire i più sentiti auguri di ogni benessere e di proficua continuazione del suo alto magistero. Nel corso dell’ultimo anno i suoi incessanti appelli alla tutela dei bisognosi, degli emarginati, di coloro che soffrono a causa di conflitti e violenza e alla pace, hanno offerto spunti di riflessione per quanti sono sinceramente impegnati nella ricerca di soluzioni ispirate a fondamentali principi di diritto internazionale e a criteri di giustizia e di autentica equità”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato a sua Santità Papa Francesco.
“Di fronte alle principali sfide del nostro tempo – non soltanto le guerre, ma anche le crescenti disparità economiche e sociali, i rischi ambientali e le ricadute etiche dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale – credenti e non credenti sono chiamati a confrontarsi per individuare risposte coerenti con la tutela della dignità umana e con la promozione, in ogni ambito e circostanza, del bene comune”, aggiunge Mattarela.
“Poche settimane orsono abbiamo ricordato il 95° anniversario dei Patti Lateranensi e il 40° del Concordato Repubblicano. Nella certezza che il raggiungimento di tali storici traguardi abbia ulteriormente consolidato la feconda collaborazione tra la Santa Sede e l’Italia, desidero manifestarle la mia profonda gratitudine per la premura nei confronti del popolo italiano, testimoniata anche dalle visite apostoliche a Venezia, Verona e Trieste che ella si accinge a compiere. Santità, in questo giorno così rilevante per la sua persona e per la Chiesa cattolica tutta, a nome della Repubblica Italiana la prego di accogliere i più fervidi e affettuosi auguri. A essi mi unisco sinceramente, estendendoli anche alle imminenti festività pasquali, con l’auspicio che queste ultime possano dischiudere nuovi orizzonti di speranza”, conclude il capo dello Stato.
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– Foto: Quirinale –

Barbera “La tutela della Costituzione tessuto che unifica la Repubblica”

ROMA (ITALPRESS) – Tutela e sviluppo della Costituzione “non come documento brandito per letture divisive, ma come il tessuto che, attraverso la condivisione dei suoi principi, regge e unifica la Repubblica”. Parte da questo principio il ruolo del collegio della Corte Costituzionale, indicato nella relazione del presidente d Augusto Barbera, in occasione della riunione straordinaria della Corte sull’attività del 2023. Barbera ha ricordato che “la Costituzione del ’48 è, nel complesso, per quanto riguarda i principi, tuttora robusta, perchè il suo è un testo che il Costituente ha voluto ‘ecletticò, ‘inclusivò, ‘a virtualità multiplè”. Il presidente della Consulta ha iniziato la sua relazione dall’attualità: “Tra il 2022 e il 2023 dall’angoscia della pandemia si è passati al fragore delle armi, prima ai confini dell’Europa, per effetto dell’aggressione russa al popolo ucraino, e adesso nel Medio Oriente, per l’orrore degli attacchi terroristici e le dure reazioni israeliane. Il 2023 è stato anche l’anno che ha visto in Italia atroci casi di femminicidio, ultimo ieri a Roma, recentissimo”. Un anno che “ha registrato, comunque, numerose e ripugnanti violenze contro le donne. Ed è stato l’anno in cui oltre mille, una media di ben tre al giorno, sono state le agghiaccianti morti sul lavoro”, ha aggiunto. Il presidente ha sottolineato che “tragedie queste ultime che, direttamente o indirettamente, hanno visto e vedranno impegnate la giurisprudenza della Corte Costituzionale, sia per quanto riguarda la condizione femminile, sia per quanto riguarda importanti aspetti dell’organizzazione del lavoro nelle imprese. E’ stato anche l’anno in cui si sono verificate gravi calamità naturali alle quali non è talvolta estraneo il cambiamento climatico e comunque l’incuria di monte amministrazioni”.
Per Barbera “l’approvazione a larghissima maggioranza di una riformulazione degli articoli 9 e 41 della Costituzione, che recepisce indirizzo per la larga parte già seguiti da questa Corte, è quantomeno segno di una maggiore consapevolezza dei temi da affrontare”. Il presidente della Consulta ha fatto poi un appello alle Camere, sulla nomina del giudice mancante per completare il plenum: “Esaurite le prime due votazioni provvedano nel più breve tempo a questo adempimento. A tale proposito, non è superfluo ricordare che l’apporto di ciascun giudice è essenziale per il buon esito del giudizio costituzionale, fondato sulla piena collegialità”. A proposito della separazione dei poteri, ha evidenziato che “in un sistema costituzionale fondato sulla separazione dei poteri, al rigoroso rispetto delle decisioni delle magistrature deve corrispondere l’altrettanto rilevante rispetto delle decisioni delle sedi parlamentari, espressione della sovranità popolare”.
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– Foto xc3/Italpress –