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Papa “Anche se qualcuno lo sperava non ho motivi seri per rinunciare”

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ROMA (ITALPRESS) – “Penso che il ministero petrino sia ad vitam e dunque non vedo condizioni per una rinuncia. Le cose cambierebbero se subentrasse un grave impedimento fisico, e in quel caso ho già firmato all’inizio del pontificato la lettera con la rinuncia che è depositata in Segreteria di Stato. Se questo dovesse succedere, non mi farei chiamare Papa emerito, ma semplicemente vescovo emerito di Roma, e mi trasferirei a Santa Maria Maggiore per tornare a fare il confessore e portare la comunione agli ammalati. Ma questa è un’ipotesi lontana, perché davvero non ho motivi talmente seri da farmi pensare a una rinuncia. Qualcuno negli anni forse ha sperato che prima o poi, magari dopo un ricovero, facessi un annuncio del genere, ma non c’è questo rischio: grazie al Signore, godo di buona salute e, a Dio piacendo, ci sono molti progetti ancora da realizzare”. Così Papa Francesco nella sua autobiografia “Life. La mia storia nella Storia”, scritta con Fabio Marchese Ragona, vaticanista Mediaset e suo amico personale, di cui “Il Corriere della Sera” anticipa i passi salienti.
Bergoglio è rimasto ferito da chi ha scritto che “Francesco sta distruggendo il papato”. “Cosa posso dire? Che la mia vocazione è quella sacerdotale: prima di tutto sono un prete, sono un pastore, e i pastori devono stare in mezzo alle persone…È vero che quella del Vaticano è l’ultima monarchia assoluta d’Europa, e che spesso qui dentro si fanno ragionamenti e manovre di corte, ma questi schemi vanno definitivamente abbandonati”. Nel conclave del 2013 “c’era una gran voglia di cambiare le cose, di abbandonare certi atteggiamenti che purtroppo ancora oggi fanno fatica a sparire. C’è sempre chi cerca di frenare la riforma, chi vorrebbe rimanere fermo ai tempi del Papa-re”.

– foto: Agenzia Fotogramma –
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Meloni “Con la riforma del fisco disegniamo nuova idea d’Italia”

ROMA (ITALPRESS) – Quella del fisco “è una delle prime materie che noi abbiamo volute affrontare approvando una riforma attesa da 50 anni con la quale ci poniamo l’obiettivo di disegnare una nuova idea dell’Italia, più vicina ai contribuenti e più attrattiva per le aziende e gli investimenti”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo al convegno sulla riforma fiscale alla Camera. Quello del fisco “è un tema che noi consideriamo fondamentale per lo sviluppo e il benessere della nazione, una delle materie al centro dell’azione del governo. Affrontiamo un momento complesso a livello internazionale, ma le crisi diventano un’occasione, per questo ci viene imposto di dare risposte coraggiose e strutturali, bisogna affrontare una volta per tutte questioni mai affrontate”, ha aggiunto.
“Ci hanno accusato di voler aiutare gli evasori, di voler nascondere dei condoni immaginari, non argomenterò a queste accuse perchè ci sono i numeri che lo smentiscono, numeri che dicono il 2023 è stato l’ anno record per la lotta all’evasione fiscale”, ha spiegato il premier. Inoltre “il messaggio che vogliamo dare è molto semplice: non abbiamo amici ai quali fare favori se non gli italiani onesti che pagano le tasse, italiani onesti anche quando non riescono a pagare ma che vogliono farlo. Non c’è spazio per chi vuole fare il furbo, ma chi è onesto ed è in difficoltà deve essere aiutato”. Secondo Meloni “lo Stato deve chiedere il giusto e deve saper usare ciò che chiede ai cittadini con lo stesso criterio che userebbe un buon padre di famiglia, cioè con buonsenso, lungimiranza e senza sprecare quelle risorse. Questo è un elemento fondamentale”.
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Pnrr, Fitto “Italia Paese con la performance migliore”

ROMA (ITALPRESS) – “In confronto agli altri Paesi emerge una performance molto positiva, la migliore tra tutti gli Stati membri. Non ce lo diciamo da soli, ma lo dice la stessa Commissione Europea. Ma il paragone non è scontato, perchè noi abbiamo il più grande piano di resilienza e questo ci responsabilizza ancora di più e che dà il senso della revisione del piano con l’obiettivo chiaro del migliotamento della spesa”. Così il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, al Senato sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
“La revisione ha comportato 7 nuove riforme che implemenatno l’azione e gli obiettivi del piano su obiettivi molto rilevanti”, ha aggiunto. “Il governo non ha definanziato dei progetti per scelta, ha analizzato i progetti in essere che non avevano i requisiti per essere rendicontati. E non essendo adeguati agli scenari nuovi avrebbero certamente bucato la tempistica del 2026 dalla quale non si può prescindere”, ha spiegato Fitto.
“Il nostro Paese ha incassato a fine 2023 35 miliardi che hanno portato il nostro Paese a incassare un importo pari a 102 miliardi”, ha conmcluso il minisro Fitto.
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Lollobrigida “Centrodestra più forte di 2 anni fa”

ROMA (ITALPRESS) – “Un dato politico positivo per il centrodestra, in una regione forse più facile per noi, ma su cui c’è stato il valore aggiunto del buon governo: non era mai successo che un presidente uscente venisse riconfermato. Si conferma anche il centrodestra a trazione FdI, visto che tra noi e lista Marsilio prendiamo il 29,5%, un buon dato del centro che tra Forza Italia, Lupi e Cesa fa il 16% e che la Lega tiene rispetto alle politiche. Il centrodestra è più stabile e più solido perchè la sconfitta in Sardegna è stato un inciampo, che però ci ha indotto a fare delle riflessioni e magari a risvegliarci un pò dal torpore che puoi avere quando le vinci tutte, come una sorta di pizzicotto sulla guancia. Abbiamo dato un segnale di ripresa, ci siamo mobilitati di più, abbiamo serrato i ranghi e questo lavoro è stato apprezzato dai cittadini”. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, in un’intervista al Messaggero. “Puntiamo a prendere un voto in più delle Politiche ’22. Questo sarebbe già di per sè un dato positivo, perchè tutti i governi possono avere effetti collaterali da scelte che magari impattano, sul breve periodo, non sempre in maniera corretta sull’opinione pubblica”, aggiunge. Sulla possibilità di fare il commissario Ue, dice: “No, questo lo posso escludere. Resto a fare quello che, pro tempore, mi è stato dato la possibilità di fare, cioè il ministro dell’Agricoltura, un mondo al quale mi sono affezionato”.
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Meloni “Sfida della responsabilità sui fondi di coesione”

TRENTO (ITALPRESS) – “Alle opportunità devono corrispondere responsabilità. Ad alcuni non piace ma io credo sia una grande sfida per questa nazione, la sfida della responsabilità e del merito. Anche sui fondi di coesione abbiamo fatto questo lavoro”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Trento, alla firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra Governo e Provincia autonoma di Trento. “Abbiamo il Pnrr più grande – aggiunge – si è detto che se avessimo tentato di rinegoziarlo avremmo rischiato di perdere le risorse. Noi abbiamo sempre ritenuto che andasse rinegoziato, perchè quando è stato scritto la realtà era diversa. Le risorse sono strumenti, e vanno adeguati al mutare del contesto”.
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Schlein “Il centrosinistra unito se la può giocare”

ROMA (ITALPRESS) – “Sono sempre stata convinta che ai cittadini interessino le cose concrete, in grado di offrire risposte ai loro bisogni. Ed è su queste che, anche qui in Italia, riusciremo a costruire l’alternativa alle destre, in vista delle prossime scadenze elettorali: una coalizione che si confronta e si unisce attorno a un progetto comune e a candidature credibili, diventando competitiva ovunque”. Così, in un’intervista a la Repubblica, la segretaria del Pd Elly Schlein, dopo il voto delle regionali in Abruzzo. “E’ chiaro che in Abruzzo siamo stati sconfitti: ha prevalso Marsilio, a cui vanno i miei auguri di buon lavoro. Ma qualche mese fa nessuno poteva immaginare che quella regione, dove peraltro Meloni si è candidata, fosse contendibile: abbiamo più che dimezzato lo scarto. Certo non basta, ma la strada è tracciata. Dimostra che ci siamo giocati la partita, divisi non sarebbe accaduto. Il dibattito per una volta è che il centrosinistra ha perso perchè ha preso meno voti, non perchè si è spaccato. Ci indica la direzione, spronandoci a insistere”, spiega. Nonostante il risulato del M5S, secondo Schlein “credo che allearsi sia una necessità perchè nessuno di noi è autosufficiente. E spero che tale consapevolezza sia sempre più condivisa. Noi continueremo a seminare sapendo che è un lavoro di costruzione paziente. Non smarriamo la speranza e la determinazione, pronti a rilanciare in vista delle Europee e delle prossime regionali e amministrative”. Quindi, a suo dire, “ha ragione Prodi: servono tanti contadini per arare il campo, dobbiamo puntare a una coalizione ampia e soprattutto coerente, in grado di fissare priorità comuni sui temi. Si può fare in altri territori e su altre scale. Ribadisco: uniti ce la giochiamo, divisi no”. Su possibili aperture e convergenze anche con Renzi, oltre che per Azione e +Europa, Schlien chiosa: “Noi ci rivolgiamo a tutte le forze che si oppongono al governo Meloni: è un fatto matematico, prima ancora che politico. Con la politica abbiamo dimostrato che si può stare insieme, adottando un metodo. Continuiamo così e ci saranno delle sorprese”.
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Tajani “Obiettivo superare il 10% alle europee”

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ROMA (ITALPRESS) – “Siamo già al lavoro, oggi abbiamo la prima riunione sulle liste alle europee e sulla Basilicata. Il nostro obiettivo è superare il 10% alle europee”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, a margine dell’inaugurazione del “Giardino dei Giusti della Farnesina”.
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Abruzzo, Marsilio si conferma presidente “È una pagina di storia” VIDEO

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PESCARA (ITALPRESS) – Marco Marsilio si riconferma presidente della Regione Abruzzo. Il candidato del centrodestra ha la meglio su Luciano D’Amico del campo largo, con un vantaggio di 7 punti percentuali: 53,50, contro 46.50, e cresce a quasi di 10 considerando le liste: 54,67% contro 45,33%. Questi i risultati delle liste: Fratelli d’Italia 24,10%, Forza Italia 13,44%, Lega 7,56%, Marsilio Presidente 5,72%, Noi Moderati 2,68%, Udc-Dc 1,17%; Partito Democratico 20,29%, Abruzzo Insieme 7,66%, Movimento 5 Stelle 7,01%, Azione-D’Amico 4%, Alleanza Verdi-Sinistra 3,57%, D’Amico Presidente – Riformisti Civici 2,81%.
“Venerdì avevo detto due cose: che l’unica sarda che questa sera avrebbe festeggiato sarebbe stata mia moglie e che massimo alle due mandavamo tutti a dormire con 10 punti di vantaggio”, ha detto Marsilio, aprendo il suo breve discorso dal suo comitato elettorale a Pescara, dove è stato accolto dai cori “Un presidente, c’è solo un presidente” dei suoi sostenitori.
“Qualcuno ci ha sottovalutato e a mezzanotte ancora raccontava di un testa a testa che non è mai esistito, se non nei sogni di chi ha provato a raccontare un altro Abruzzo, non quello che hanno scelto gli elettori – ha aggiunto -. Il popolo abruzzese ha scelto di conferirmi l’onore di guidare la Regione per altri 5 anni, mai nei 30 anni precedenti una amministrazione uscente era stata confermata per il secondo mandato. È stata scritta una pagina di storia ed è stato abbattuto un altro muro”.
“Abbiamo chiesto altri 5 anni per continuare a crescere e completare l’opera di rilancio, ricostruzione e valorizzazione che stiamo mettendo in campo – ha detto ancora Marsilio -. Esprimo il mio più profondo ringraziamento al popolo abruzzese per questo immenso privilegio che mi concede. Questa è la missione della mia vita: restituire alla terra dei miei padri la forza, la dignità, il ruolo che merita, per dare alla sua gente tenace e laboriosa e soprattutto ai suoi figli la speranza di un futuro migliore. Il mio impegno per essere all’altezza della fiducia e delle aspettative e dell’amore che mi è stato dimostrato sarà ancora più intenso. Il popolo abruzzese vuole guardare al futuro e ha dimostrato di non avere nessuna nostalgia di un triste passato che si è gettato alle spalle già 5 anni fa. Il campo largo non è il futuro dell’Abruzzo perché era il suo triste passato, e il campo largo non sarà il futuro dell’Italia”, ha concluso, prima di rivolgersi così, scherzosamente, ai suoi sostenitori: “Possiamo andà a ballà”.
Secondo i dati del ministero dell’Interno, si è recato alle urne il 52,2% degli aventi diritto. L’affluenza è in calo rispetto al 53,11% del 2019. Hanno votato in totale 630.686 elettori.
Questa la percentuale di affluenza al voto provincia per provincia (tra parentesi le percentuali relative alle precedenti elezioni regionali): Chieti 48,46% (50,19%); L’Aquila 55,40%(54,71%); Pescara 53,33% (54,77%); Teramo 53,04% (53,85%).

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