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Consiglio Ue riafferma “grande valore” partenariato con Marocco

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il Consiglio europeo, che riunisce i capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri dell’Unione europea, ha riaffermato in un vertice a Bruxelles “il grande valore” che l’UE attribuisce al suo partenariato strategico con il Marocco.
Il Consiglio europeo ha inoltre ribadito la necessità di preservare e continuare a rafforzare le strette relazioni con il Regno in tutti i settori del partenariato Marocco-UE.
Secondo quanto riporta l’agenzia MAP, si tratta della terza volta, dalla decisione della Corte di giustizia dell’UE di due settimane fa, che gli organi del’UE riaffermano questo impegno al massimo livello.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e l’alto rappresentante dell’UE, Josep Borrell, hanno infatti ribadito, in una dichiarazione congiunta, l’impegno del blocco europeo a preservare e rafforzare ulteriormente le strette relazioni con il Marocco in tutti i settori, secondo il principio “pacta sunt servanda”.
Questo impegno è stato ribadito questa settimana dal capo della diplomazia dell’UE, che ha presieduto il Consiglio Affari Esteri dell’UE, sottolineando “l’immenso valore” che l’UE attribuisce al partenariato strategico con il Marocco.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Zelensky all’Ue “Creare le condizioni per mettere fine alla guerra”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Il nostro popolo in Ucraina sta facendo tutto il possibile per difendere il nostro Stato e la nostra indipendenza. E sono orgoglioso dei nostri soldati, che stanno tenendo il fronte in condizioni incredibilmente difficili, davvero difficili, dure. Hanno bisogno di più forza perchè Putin sta preparando i suoi rinforzi per continuare la guerra, non per porvi fine, ovviamente”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenendo al Consiglio Europeo.
“Il Victory Plan è stato progettato per questo momento. E vi esorto tutti ad aiutarci a realizzarlo. Se cominciamo ora e seguiamo il Piano della Vittoria, potremo porre fine a questa guerra entro l’anno prossimo. L’obiettivo del Piano è rafforzare non solo l’Ucraina, ma anche l’intera nostra comunità: la comunità euro-atlantica”, ha sottolineato Zelensky.
“La Russia ricorrerà alla diplomazia solo quando vedrà che non può ottenere nulla con la forza: questo è il Piano, questo è esattamente ciò di cui c’è bisogno – ha proseguito -. E dobbiamo creare le condizioni giuste per porre fine a questa guerra”.
“L’Ucraina è pronta per una vera diplomazia. Ma per questo, dobbiamo essere forti. La tregua imposta con la forza invece di una pace giusta non ha mai fornito sicurezza. Nessuno è contento quando la guerra torna. La nostra unità, la pressione sulla Russia e il rafforzamento dell’Ucraina sono le chiavi per porre fine a questa guerra in un modo che impedisca alla Russia di riavviarla. Il Victory Plan è un ponte verso un secondo Summit per la Pace di successo. Potete contribuire a renderlo realtà. E questo proteggerà non solo l’Ucraina, ma anche gli Stati baltici, i paesi nordici, la Polonia e i Balcani”.

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La Bce taglia ancora i tassi di 25 punti base

FRANCOFORTE (GERMANIA) (ITALPRESS) – Il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento: quelli sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,25%, al 3,40% e al 3,65%, con effetto dal 23 ottobre 2024. Si tratta della terza riduzione dei tassi nel 2024, dopo quelle decise a giugno e a settembre.
“In particolare, la decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, tasso mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria – spiega la Bce in una nota -. Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato. Le prospettive di inflazione sono inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economia. Nel contempo, le condizioni di finanziamento rimangono restrittive”.
“Ci si attende che l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno. L’inflazione interna resta elevata, in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro dovrebbero seguitare ad attenuarsi gradualmente, in un contesto in cui i profitti ne mitigano parzialmente l’impatto sull’inflazione – prosegue la Banca Centrale Europea -. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finchè necessario a conseguire questo fine. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.

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Borrell “Israele fermi subito gli attacchi alla missione Unifil”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “L’Unione europea esprime grave preoccupazione per la recente escalation lungo la Linea Blu e condanna tutti gli attacchi contro le missioni delle Nazioni Unite”. Lo afferma in una nota l’Alto rappresentante per la Politica Estera e di Difesa dell’Unione Europea, Josep Borrell.
L’Ue “esprime particolare preoccupazione per gli attacchi delle forze di difesa israeliane (IDF) contro la Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL), che hanno provocato il ferimento di numerosi operatori di pace – prosegue Borrell -. Tali attacchi contro le forze di pace delle Nazioni Unite costituiscono una grave violazione del diritto internazionale, sono totalmente inaccettabili e devono cessare immediatamente”.
“Tutti gli attori hanno l’obbligo di adottare le misure necessarie per garantire la sicurezza e l’incolumità del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare in ogni momento l’inviolabilità delle sedi delle Nazioni Unite”, prosegue la nota.
“Aspettiamo urgentemente spiegazioni e un’indagine approfondita da parte delle autorità israeliane sugli attacchi contro l’UNIFIL, che svolge un ruolo fondamentale per la stabilità del sud del Libano – afferma ancora Borrell -. Esortiamo tutte le parti a rispettare pienamente i propri obblighi di garantire la sicurezza e l’incolumità del personale UNIFIL in ogni momento e a consentire a UNIFIL di continuare ad attuare il proprio mandato. Le truppe e il personale dell’UNIFIL, alla quale contribuiscono attualmente sedici Stati membri dell’UE, lavorano in condizioni difficili nella difesa della pace e della sicurezza internazionale. L’UE rende omaggio alla loro professionalità e rinnova il suo fermo sostegno al ruolo di UNIFIL. Siamo anche profondamente preoccupati per il continuo lancio di razzi da parte di Hezbollah contro Israele, che deve essere fermato, e per gli attacchi dell’IDF in aree densamente popolate del Libano, che causano un pesante tributo ai civili e lo sfollamento di molti. Esortiamo tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario, in ogni circostanza – conclude l’Alto rappresentante -. L’UE ribadisce il suo appello per un cessate il fuoco immediato in Libano e affinchè tutte le parti si impegnino e lavorino per la piena attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell’Onu”.

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Aumenta la spesa irregolare nel bilancio dell’Unione Europea

LUSSEMBURGO (ITALPRESS) – Come per gli esercizi precedenti, il livello di errore stimato nella spesa di bilancio dell’UE è aumentato, stando alla relazione annuale della Corte dei conti europea pubblicata in data odierna. La Corte avverte inoltre dei crescenti rischi finanziari per il bilancio dell’Unione, causati da un debito record, dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e dall’elevato tasso di inflazione.
La Corte, pur concludendo che i conti dell’UE per l’esercizio finanziario 2023 forniscono un’immagine fedele e veritiera della situazione finanziaria e che le entrate possono essere ritenute prive di errore, esprime la propria preoccupazione, perchè per i 191,2 miliardi di euro di spese finanziate dal bilancio dell’UE il livello di errore è aumentato fino al 5,6 % (2022: 4,2%; 2021: 3%). Per di più, è inficiata da irregolarità anche una parte dei 48,0 miliardi di euro spesi nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), il principale pilastro del pacchetto dell’UE NextGenerationEU (NGEU) per la ripresa dalla pandemia. La Corte ha riscontrato pagamenti effettuati senza che fossero state soddisfatte tutte le condizioni applicabili, nonchè debolezze nei sistemi di controllo degli Stati membri.
“Con il periodo finanziario 2021-2027 che arriva a metà percorso, le constatazioni contenute nella nostra relazione annuale mettono in evidenza problematiche cruciali per il bilancio dell’UE, tra cui alti livelli di spesa irregolare”, ha affermato Tony Murphy, Presidente della Corte. “Tali problematiche sottolineano la necessità di disporre di solide strutture di controllo e di rendicontabilità, sia a livello di Stati membri che dell’UE, al fine di preservare la fiducia dei cittadini e tutelare le future dotazioni finanziarie dell’UE”, ha aggiunto.
Come per gli ultimi quattro esercizi, la Corte ha concluso che il livello di errore stimato era rilevante e pervasivo e, pertanto, ha emesso un giudizio di audit negativo sulla spesa dell’UE relativa al 2023.
La Corte sottolinea che l’ingente aumento del tasso di errore stimato è causato in gran parte dagli errori rilevati nella spesa per la coesione, che raggiungono il 9,3% (2022: 6,4%). Secondo la Corte, una delle ragioni per cui le amministrazioni nazionali stentano ad assicurare un finanziamento appropriato dei progetti di coesione potrebbe risiedere nel fatto che devono spendere in tempi stretti denaro proveniente da fondi dell’UE che sono in concorrenza tra loro. Dato che i progetti inficiati da errore corrispondono a quelli finanziati nel quadro dell’RRF e sono spesso controllati dagli stessi organismi nazionali, la Corte segnala che anche la spesa finanziata dall’RRF rischia di essere soggetta a tipologie di errore simili. Tuttavia, nell’ambito dell’RRF, il rispetto delle norme UE e nazionali non costituisce un prerequisito per l’effettuazione dei pagamenti agli Stati membri e non viene dunque verificato sistematicamente.
Il 2023 è stato il terzo anno di attuazione dell’RRF, nel cui ambito i paesi dell’UE ricevono fondi al raggiungimento di traguardi e obiettivi predefiniti. Nel 2023 sono stati effettuati 23 pagamenti di sovvenzioni a 17 Stati membri.
La Corte ha rilevato che circa un terzo di detti pagamenti a fondo perduto a valere sull’RRF non rispettava le norme e le condizioni applicabili, al punto che sei pagamenti erano inficiati da un livello di errore rilevante. La Corte ha individuato anche casi di debolezze nella concezione dei traguardi e degli obiettivi, nonchè problemi persistenti connessi all’attendibilità delle informazioni incluse dagli Stati membri nelle rispettive dichiarazioni di gestione. La Corte ha formulato quindi un giudizio con rilievi sulla spesa a titolo dell’RRF.
Secondo la Corte, i dati relativi al bilancio dell’UE mostrano che talune situazioni richiedono una particolare attenzione. L’importo totale di impegni non ancora liquidati, che si tradurranno in futuri obblighi di pagamento se non disimpegnati, ha raggiunto il livello record di 543 miliardi di euro alla fine del 2023 (2022: 452,8 miliardi di euro).
Al contempo, il debito dell’UE ha subito un’impennata, raggiungendo i 458,5 miliardi di euro nel 2023 (2022: 348 miliardi di euro), aumentando cioè del 32 %, per effetto principalmente dei nuovi prestiti assunti per NGEU, pari a 268,4 miliardi di euro. Il debito dell’UE adesso è quasi raddoppiato rispetto al 2021, quando si collocava a 236,7 miliardi di euro. Così l’UE è ora uno dei maggiori emittenti di debito in Europa, benchè non sia chiaro se la proposta sulle risorse proprie presentata dalla Commissione genererà entrate sufficienti a rimborsare il debito connesso all’NGEU. Si stima che i costi aggiuntivi dell’indebitamento per l’NGEU siano compresi tra i 17 e i 27 miliardi di euro.
La Corte sottolinea inoltre che l’elevato tasso di inflazione continua ad incidere negativamente sul bilancio dell’UE. Basandosi sulle previsioni di inflazione della Commissione, la Corte stima che il bilancio dell’UE possa perdere quasi il 13 % del proprio potere d’acquisto entro la fine del 2025. L’esposizione complessiva del bilancio dell’UE, che misura il rischio connesso alle garanzie prestate dal bilancio dell’UE e alle passività potenziali, era di 298,0 miliardi di euro alla fine del 2023 (in aumento rispetto ai 248,3 miliardi di euro del 2022).
L’assistenza finanziaria dell’UE all’Ucraina è più che raddoppiata nel 2023, passando da 16 a 33,7 miliardi di euro. La Corte avverte che trasferire nel futuro i rischi di eventuali inadempienze nei rimborsi dei prestiti potrebbe mettere il bilancio dell’UE sotto pressione. Inoltre, mette in evidenza i notevoli rischi associati allo strumento per l’Ucraina istituito nel 2024 per fornire sostegno finanziario di un importo aggiuntivo massimo di 33 miliardi di euro sotto forma di prestiti per il periodo 2024-2027, a fronte del quale non è previsto l’obbligo di costituire accantonamenti.

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Ue, Von der Leyen “Ungheria non ostacoli il mercato unico”

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – Un anno fa, nel mio discorso sullo stato dell’Unione qui a Strasburgo, ho annunciato il rapporto di Mario Draghi sul futuro della competitività europea. Ora abbiamo tutti sentito il suo invito all’azione. Vorrei concentrarmi su due aree prioritarie. Innanzitutto, colmare il divario di innovazione con altre grandi economie. L’analisi di Draghi è molto chiara sul perchè stiamo perdendo terreno, soprattutto per quanto riguarda le innovazioni digitali rivoluzionarie. Troppe delle nostre aziende innovative devono guardare agli Stati Uniti o all’Asia per finanziare la loro espansione, mentre 300 miliardi di euro di risparmi delle famiglie europee vengono investiti ogni anno nei mercati esteri”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, intervenendo alla plenaria di Strasburgo del Parlamento Ue dopo le dichiarazioni programmatiche del premier ungherese Viktor Orban sul semestre di presidenza del Consiglio Ue.
“E nel nostro mercato unico esistono ancora troppe barriere che impediscono alle nostre aziende di espandersi oltre confine. Ecco perchè abbiamo proposto un’Unione del risparmio e degli investimenti – ha aggiunto -. Dobbiamo abbassare le barriere che impediscono alle aziende di crescere oltre confine. E proporremo una nuova spinta per completare il nostro mercato unico, ridurre gli oneri di rendicontazione in settori come la finanza e il digitale. Questa è la direzione di viaggio per rafforzare la nostra competitività”.
“Ma vediamo anche che un governo nella nostra Unione sta andando esattamente nella direzione opposta, allontanandosi dal Mercato unico. Ho ascoltato molto attentamente oggi. Come può un governo attrarre più investimenti europei, se allo stesso tempo discrimina le aziende europee tassandole più di altre? Come può attrarre più aziende se allo stesso tempo impone restrizioni all’esportazione da un giorno all’altro? E come può un governo essere considerato affidabile dalle aziende europee se le prende di mira con ispezioni arbitrarie, blocca i loro permessi, se gli appalti pubblici vanno principalmente a un piccolo gruppo di beneficiari? Ciò crea incertezza e mina la fiducia degli investitori – ha sottolineato Von der Leyen -. Tutto questo, in un momento in cui il PIL pro capite dell’Ungheria è stato superato dai suoi vicini dell’Europa centrale. L’Ungheria è al centro dell’Europa e dovrebbe essere anche al centro della nostra economia. Il popolo ungherese dovrebbe godere di tutti i vantaggi del nostro Mercato unico”.
“In secondo luogo, il rapporto Draghi chiede un piano congiunto per la decarbonizzazione e la crescita. Vorrei rivolgermi a coloro che ancora pensano che dovremmo attenerci ai combustibili fossili russi sporchi. Pochi giorni dopo l’ingresso dei carri armati russi in Ucraina, i leader europei si sono riuniti a Versailles. E tutti e 27, tutti e 27, hanno concordato di diversificare il prima possibile i combustibili fossili russi. Quindi, a che punto siamo con questa promessa, 1.000 giorni dopo? L’Europa si è davvero diversificata – ha spiegato la presidente della Commissione Ue -. Abbiamo costruito infrastrutture e nuovi legami con partner affidabili. Abbiamo investito in energia pulita ed economica prodotta in Europa, e con successo. Nella prima metà dell’anno, il 50% di tutta la nostra produzione di elettricità proveniva da fonti rinnovabili di produzione interna, dalla nostra energia che ha creato buoni posti di lavoro in Europa e non in Russia. Ma non tutti hanno rispettato gli impegni di Versailles. Invece di cercare fonti alternative, uno Stato membro in particolare ha semplicemente cercato modi alternativi per acquistare combustibili fossili dalla Russia. La Russia ha dimostrato più e più volte di non essere semplicemente un fornitore affidabile. Non ci possono essere più scuse. Chiunque voglia la sicurezza energetica europea, prima di tutto deve contribuire a essa. Questa è la regola che dobbiamo seguire”.

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Orban “L’Europa è in una lenta agonia, serve un cambiamento”

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – “Cosa possiamo vedere oggi in Ucraina, in Europa? La guerra infuria. Ci sono gravi conflitti che stanno devastando il Medio Oriente e l’Africa, e ogni conflitto rischia l’escalation. E poi la crisi migratoria, ci sono molte minacce, e c’è il rischio che l’area Schengen crolli. E nel frattempo l’Europa sta perdendo in termini di competitività globale, secondo Mario Draghi. L’Europa sta affrontando una lenta agonia”. Lo ha detto il premier ungherese Viktor Orban, intervenendo alla plenaria di Strasburgo del Parlamento Europeo per illustrare le priorità del semestre di presidenza ungherese dell’Unione.
“La cosa più importante è che la nostra Unione ha bisogno di cambiare, e la presidenza vuole essere il catalizzatore di questo cambiamento – ha aggiunto -. Le decisioni devono essere prese dagli Stati membri e dalle istituzioni dell’UE, non dalla Presidenza ungherese. La Presidenza ungherese solleverà questioni e problemi e farà proposte. Per la pace e la prosperità dell’Europa”.
“La produttività dell’UE sta crescendo a un ritmo più lento rispetto ai nostri concorrenti e la nostra quota di commercio globale sta diminuendo. Le aziende stanno pagando prezzi dell’energia da 2 a 3 volte superiori rispetto agli Stati Uniti, da 4 a 5 volte superiori quando si tratta di gas naturale. E l’allontanamento dalle fonti energetiche russe ha messo a repentaglio la crescita del PIL dell’UE – ha detto ancora Orban -. Secondo la presidenza ungherese non dovremmo cadere nell’illusione che la transizione verde sia di per sè una soluzione a questo problema. Non è così”.

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L’Europa conferma il sostegno al partenariato con il Marocco

RABAT (MAROCCO) (ITALPRESS) – Tanto la Commissione come i Paesi membri dell’Unione Europea hanno riaffermato il loro forte sostegno al partenariato strategico con il Marocco, esprimendo l’intenzione di rafforzare ulteriormente questa cooperazione. Questa posizione, come riporta l’agenzia MAP, è emersa in seguito alla recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) in merito agli accordi di pesca e agricoltura tra l’UE e il Regno del Marocco.
In una dichiarazione congiunta, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri Josep Borrell hanno ribadito l’importanza di mantenere e rafforzare le relazioni con il Marocco in tutti i settori, basandosi sul principio giuridico del “pacta sunt servanda”. Questa presa di posizione evidenzia il valore strategico attribuito dall’UE al partenariato con il Marocco, definito come una “profonda amicizia” e una cooperazione “solida e articolata” che, secondo von der Leyen e Borrell, sarà ulteriormente sviluppata nei prossimi mesi.
Anche a livello nazionale, diversi Paesi membri dell’UE hanno espresso il loro sostegno al partenariato con il Marocco. In Spagna, il ministro degli Esteri Josè Manuel Albares ha difeso la necessità di mantenere questo rapporto strategico, pur rispettando la sentenza della CGUE. La Francia ha ribadito con forza la sua posizione, sottolineando l’importanza del partenariato con il Marocco e il suo impegno a collaborare con i partner europei per rafforzare gli scambi economici e preservare i risultati già raggiunti.
L’Ungheria, attuale presidente di turno del Consiglio dell’UE, ha anch’essa confermato il suo sostegno. Il Ministero degli Esteri ungherese ha dichiarato che continuerà a lavorare per intensificare i legami ed espandere la cooperazione in nuovi ambiti. Simile il messaggio del Belgio, che ha riaffermato il suo impegno per approfondire il partenariato con il Marocco.
Anche l’Italia ha preso una posizione chiara, con il vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha sottolineato l’importanza del partenariato strategico, soprattutto nei settori dell’agricoltura e della pesca. Tajani ha anche auspicato che la Corte di Giustizia tenga conto di questa relazione fondamentale, aggiungendo che l’Italia è pronta a rafforzare la cooperazione con il Marocco, in particolare nella lotta all’immigrazione clandestina.
Olanda e Finlandia hanno espresso il loro pieno sostegno al partenariato, allineandosi alla dichiarazione congiunta della Commissione Europea e dell’Alto rappresentante.
Questa coesione tra i Paesi europei è interpretata in Marocco come una volontà di preservare e intensificare un partenariato che è considerato cruciale non solo per le relazioni bilaterali tra UE e Marocco, ma anche per la stabilità e la cooperazione a livello regionale.

– Foto MAP –

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