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Ue, Tajani “Gli eurobond per la difesa una buona idea”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Quella degli eurobond per la difesa mi pare una buona idea, così com’è stata una buona idea farlo per combattere la situazione economica dopo il Covid. Se ne discuterà ma a me pare una scelta che può andare nella direzione di più Europa e non meno, è il modo migliore per proteggerci e svolgere un ruolo di maggiore equilibrio nella Nato e anche rafforzarla”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del summit del Ppe. “Noi abbiamo delle buone ragioni per cercare di convincere anche gli altri Paesi”, aggiunge.

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Bce, economia debole ma ripresa graduale nel corso del 2024

FRANCOFORTE (GERMANIA) (ITALPRESS) – L’economia dell’Eurozona “rimane debole”, i consumatori contengono ancora le spese, “gli investimenti hanno registrato una moderazione e le esportazioni delle imprese sono diminuite, per effetto di un rallentamento della domanda estera e di alcune perdite di competitività. Tuttavia, le indagini congiunturali indicano una ripresa graduale nel corso di quest’anno”. Lo evidenzia la Banca Centrale Europea nel Bollettino Economico.
“Il calo dell’inflazione e il perdurante incremento dei salari porteranno a un recupero dei redditi reali, che sosterrà quindi la crescita – sottolinea la Bce -. In aggiunta, l’effetto frenante dei passati rialzi dei tassi di interesse si esaurirà gradualmente e la domanda di esportazioni dell’area dell’euro dovrebbe aumentare”.
Proprio riguardo ai tassi, la Bce conferma la linea prudente degli ultimi mesi. Il Consiglio direttivo è infatti “determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine” e ritiene che “i tassi di interesse di riferimento della BCE si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo”.
“Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finchè necessario – spiega ancora la Bce -. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati dell’orientamento restrittivo. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse si baseranno sui risultati della valutazione circa le prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria”.
Sul fronte del lavoro, dal Bollettino Economico emerge che il tasso di disoccupazione “è al livello più basso dall’introduzione dell’euro”. “L’occupazione è salita dello 0,3 per cento nell’ultimo trimestre del 2023, superando nuovamente il ritmo di crescita dell’attività economica – spiega la Bce -. Di conseguenza, il prodotto per occupato è diminuito ulteriormente. Allo stesso tempo, i datori di lavoro pubblicano meno offerte di posti vacanti e meno imprese segnalano vincoli alla produzione dovuti alla carenza di manodopera”.
Secondo le proiezioni di marzo 2024, la crescita economica dovrebbe segnare una graduale ripresa nel corso dell’anno per effetto dell’aumento del reddito disponibile reale, “a fronte dell’inflazione in calo e di una robusta dinamica salariale, e con il miglioramento delle ragioni di scambio – sottolinea la Banca Centrale Europea -. In un contesto in cui è improbabile che le attuali turbative del trasporto marittimo nel Mar Rosso provochino nuove limitazioni significative nell’offerta, la dinamica delle esportazioni dovrebbe allinearsi al rafforzamento della domanda estera. Nel medio termine la ripresa dovrebbe essere altresì sostenuta dal graduale venir meno degli effetti dell’inasprimento della politica monetaria della BCE”. Nel complesso, si prevede che il tasso di incremento medio annuo del PIL in termini reali si collochi allo 0,6 per cento nel 2024, per poi salire all’1,5 nel 2025 e all’1,6 nel 2026. “Nel confronto con le proiezioni dello scorso dicembre elaborate dagli esperti dell’Eurosistema per l’area dell’euro – spiega la Bce -, le prospettive per la crescita del PIL sono state riviste verso il basso per il 2024, a causa di effetti di trascinamento derivanti da passate sorprese negative e informazioni prospettiche recenti che indicano un’evoluzione più debole. Risultano invece invariate per il 2025 e sono state lievemente corrette verso l’alto per il 2026”.

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Firmata intesa Ue-Egitto, Von der Leyen “Pietra miliare”

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IL CAIRO (EGITTO) (ITALPRESS) – Quella di oggi è una pietra miliare storica, con la firma di un partenariato strategico tra Unione Europea ed Egitto”. Lo dice la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, nelle dichiarazioni alla stampa dopo il vertice al Cairo con il presidente egiziano Abd al-Fattah Al Sisi.

“La Repubblica Araba d’Egitto e l’Unione Europea hanno concordato di elevare la loro relazione al livello di un partenariato strategico e globale, basato sui valori di equità e sul rispetto e la fiducia reciproci – si legge in una dichiarazione congiunta di Ue ed Egitto -. Le due parti, consapevoli del rapporto storico che le lega da millenni, hanno ribadito il loro impegno a consolidare il loro rapporto di lunga data, forgiato da stretti legami geografici, culturali, politici, economici e tra i popoli, con l’obiettivo di approfondire la stabilità, la pace e la prosperità condivise. L’Unione europea riconosce l’Egitto come un partner affidabile, così come il ruolo geostrategico unico e vitale dell’Egitto come pilastro di sicurezza, moderazione e pace nella regione del Mediterraneo, del Vicino Oriente e dell’Africa. Entrambe le parti ricordano il loro impegno nei confronti dei principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e di altri accordi multilaterali pertinenti, nonché dell’Accordo di associazione e delle priorità del partenariato Egitto-UE 2021-2027 che li vincolano”.

“Di conseguenza, l’Egitto e l’UE hanno deciso di formulare e firmare un documento inclusivo sul partenariato globale e strategico, durante il primo trimestre del 2024 – prosegue la dichiarazione congiunta -. Il documento di partenariato strategico identificherà chiaramente aree specifiche di cooperazione, vale a dire: relazioni politiche, stabilità macroeconomica, investimenti sostenibili e commercio, compresi energia, acqua, sicurezza alimentare e cambiamento climatico, migrazione, sicurezza e sviluppo del capitale umano”.

“La situazione in Palestina sta creando molte preoccupazioni. Ribadiamo l’appello per un cessate il fuoco e l’appello ai leader europei affinchè facciano più pressione per questo obiettivo”, dice il presidente egiziano Abd al-Fattah Al Sisi.
“I palestinesi stanno vivendo una grave crisi umanitaria. L’Egitto ribadisce la propria condanna a ogni tentativo di spostamento forzato dei palestinesi delle loro terre. È necessario riconoscere lo Stato Palestinese”, aggiunge.

“A Gaza c’è carestia e questo è inaccettabile. È necessario un cessate il fuoco e fare entrare gli aiuti umanitari a Gaza”, sottolinea Von der Leyen.

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Ue, Confagricoltura “La Commissione dia il via libera, senza riserve, alla reciprocità delle regole nel commercio internazionale”

ROMA (ITALPRESS) – Il Coreper, il Comitato dei rappresentati permanenti degli Stati membri presso la UE, ha confermato l’accordo provvisorio raggiunto nei giorni scorsi tra Parlamento europeo e Consiglio sulla proposta di regolamento riguardante gli imballaggi e rifiuti di imballaggi. Sono state così superate – si legge nella nota settimanale di Confagricoltura – le riserve espresse della Commissione in merito alla disposizione contenuta nell’intesa, secondo la quale anche le aziende con sede nei Paesi terzi dovranno seguire la nuova normativa. In pratica, si applicherà la clausola di reciprocità sollecitata da tempo da numerosi Stati membri e reclamata durante le recenti proteste degli agricoltori.
Secondo la Commissione la reciprocità non è conforme alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). In effetti, le importazioni in arrivo dai Paesi aderenti all’Organizzazione non possono essere vietate unilateralmente, se non per motivi di precauzione sanitaria. Va ricordato che il blocco deciso anni fa dalla UE a carico delle importazioni dagli USA di carni ottenute da animali allevati con gli ormoni, ha innescato un lungo contenzioso. Alla fine, per mantenere il divieto, l’Unione ha dovuto concedere un contingente di importazioni a dazio zero dagli Stati Uniti di carni non trattate con gli ormoni.
Come primo esportatore mondiale di prodotti agroalimentari, la UE ha tutto l’interesse che i mercati internazionali siano aperti e gestiti sulla base di norme multilaterali. Occorre, però, prendere atto che il sistema fondato sul WTO attraversa una fase di profonda crisi e un rilancio non si vede all’orizzonte.
Dopo il fallimento del “Doha Round”, nessuna intesa, neppure parziale, è stata raggiunta sull’agricoltura. Anche l’ultima Conferenza ministeriale si è conclusa, all’inizio di marzo, con un nulla di fatto. Sono risultate inconciliabili, in particolare, le posizioni delle parti aderenti in materia di stock pubblici e controllo dei flussi commerciali a protezione dei mercati interni.
Alla luce di questa situazione di fatto, la Commissione dovrebbe assumere una posizione realistica e dare il via libera, senza riserve, alla reciprocità delle regole. Il mercato europeo deve essere aperto solo ai prodotti ottenuti nel rispetto delle norme europee in materia di sicurezza alimentare, protezione dell’ambiente, tutela del lavoro e benessere degli animali. Le regole, insomma, devono valere per tutti. Per gli agricoltori degli Stati membri e per gli operatori che intendono collocare i propri prodotti su un mercato, quello dell’Unione, che è tra i più grandi al mondo. Stando agli ultimi dati della Commissione, da gennaio a novembre 2023, le importazioni agroalimentari degli Stati membri sono ammontate, nel complesso, a 146 miliardi di euro.
Tenuto conto, inoltre, dell’instabilità che sta caratterizzando l’andamento dei mercati e che il cibo è diventato uno strumento di guerra e pressione politica, dovrebbe essere anche introdotta una clausola di salvaguardia, da far scattare in modo automatico e rapido in caso di aumento delle importazioni di prodotti agroalimentari dai paesi terzi rispetto ad una media prefissata. L’obiettivo è quello di salvaguardare la stabilità dei mercati e la tenuta dei prezzi agricoli nell’Unione.
Non è un ritorno al protezionismo, ma la presa d’atto che la globalizzazione è entrata in una fase nuova e ancora incerta negli ulteriori sviluppi.
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Ue, Parlamento chiede chiarimenti a Commissione su fondi a Tunisia

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS/MNA) – Il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che chiede alla Commissione di chiarire le circostanze legate all’erogazione di fondi in favore della Tunisia.
Nella risoluzione non vincolante approvata dai deputati con 243 voti a favore, 41 astenuti e 167 contrari, il Parlamento invita la Commissione a chiarire il motivo per cui ha scelto di erogare 150 milioni di EUR di aiuti alla Tunisia, previsti nella misura speciale a favore della Tunisia, in un’unica tranche.
Secondo i deputati, un’erogazione graduale basata sui traguardi o sugli obiettivi concreti raggiunti, avrebbe offerto la possibilità di sospendere ulteriori erogazioni in caso di una chiara erosione dei valori fondamentali.
Nella risoluzione si invita la Commissione a chiarire in che modo ritiene che la Tunisia soddisfi i criteri sui valori fondamentali, come affermato nel suo documento d’azione, dove si parla di “progressi soddisfacenti” che giustificano l’erogazione del sostegno al bilancio.
I deputati sottolineano il deterioramento dello Stato di diritto in Tunisia dal luglio 2021, come affermato in una risoluzione del PE del 16 marzo 2023, riguardante i recenti attacchi alla libertà d’espressione, ed esprimono dubbi sul rispetto dei principi relativi alla democrazia, ai diritti umani e allo Stato di diritto nel paese.
Alla luce del rifiuto da parte del presidente tunisino Kais Saied, nell’ottobre 2023, di accettare 60 milioni di euro di sostegno al bilancio da parte dell’UE, il Parlamento chiede alla Commissione di chiarire per quali ragioni ritiene che le autorità tunisine siano disposte ad accettare il sostegno previsto dalla misura speciale.
Il Parlamento contesta inoltre la decisione della Commissione di ricorrere a una procedura d’urgenza per l’erogazione, come deciso il 21 dicembre 2023, dal momento che l’annuncio del sostegno di 150 milioni di euro era stato fatto già l’11 giugno 2023, lasciando tempo sufficiente per ricorrere alla procedura normale. I deputati ritengono che tale decisione dimostri il mancato rispetto del controllo parlamentare, e deplorano che la Commissione “non abbia messo proattivamente a disposizione del Parlamento tale accordo di finanziamento”.
Infine, i deputati vogliono garanzie sulla possibilità per il Parlamento di visitare i siti dei progetti finanziati dall’UE in Tunisia per esercitare i suoi diritti di supervisione e controllo.

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Il Parlamento Europeo approva la legge sull’intelligenza artificiale

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – Il Parlamento Europeo ha approvato la legge sull’intelligenza artificiale (IA).
I deputati hanno dato il via libera al regolamento, frutto dell’accordo raggiunto con gli Stati membri nel dicembre 2023, con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni.
L’obiettivo è di proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di IA ad alto rischio, promuovendo nel contempo l’innovazione e assicurando all’Europa un ruolo guida nel settore. Il regolamento stabilisce obblighi per l’IA sulla base dei possibili rischi e del livello d’impatto.
Le nuove norme mettono fuori legge alcune applicazioni di IA che minacciano i diritti dei cittadini. Tra queste, i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili e l’estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet o dalle registrazioni dei sistemi di telecamere a circuito chiuso per creare banche dati di riconoscimento facciale. Saranno vietati anche i sistemi di riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole, i sistemi di credito sociale, le pratiche di polizia predittiva (se basate esclusivamente sulla profilazione o sulla valutazione delle caratteristiche di una persona) e i sistemi che manipolano il comportamento umano o sfruttano le vulnerabilità delle persone.
In linea di principio le forze dell’ordine non potranno fare ricorso ai sistemi di identificazione biometrica, tranne in alcune situazioni specifiche espressamente previste dalla legge. L’identificazione “in tempo reale” potrà essere utilizzata solo se saranno rispettate garanzie rigorose, ad esempio se l’uso è limitato nel tempo e nello spazio e previa autorizzazione giudiziaria o amministrativa. Gli usi ammessi includono, ad esempio, la ricerca di una persona scomparsa o la prevenzione di un attacco terroristico. L’utilizzo di questi sistemi a posteriori è considerato ad alto rischio. Per questo, per potervi fare ricorso, l’autorizzazione giudiziaria dovrà essere collegata a un reato.
Sono previsti obblighi chiari anche per altri sistemi di IA ad alto rischio (che potrebbero arrecare danni significativi alla salute, alla sicurezza, ai diritti fondamentali, all’ambiente, alla democrazia e allo Stato di diritto). Rientrano in questa categoria gli usi legati a infrastrutture critiche, istruzione e formazione professionale, occupazione, servizi pubblici e privati di base (ad esempio assistenza sanitaria, banche, ecc.), alcuni sistemi di contrasto, migrazione e gestione delle frontiere, giustizia e processi democratici (come nel caso di sistemi usati per influenzare le elezioni). Per questi sistemi vige l’obbligo di valutare e ridurre i rischi, mantenere registri d’uso, essere trasparenti e accurati e garantire la sorveglianza umana. I cittadini avranno diritto a presentare reclami sui sistemi di IA e a ricevere spiegazioni sulle decisioni basate su sistemi di IA ad alto rischio che incidono sui loro diritti.
I sistemi di IA per finalità generali e i modelli su cui si basano dovranno soddisfare determinati requisiti di trasparenza e rispettare le norme UE sul diritto d’autore durante le fasi di addestramento dei vari modelli. I modelli più potenti, che potrebbero comportare rischi sistemici, dovranno rispettare anche altri obblighi, ad esempio quello di effettuare valutazioni dei modelli, di valutare e mitigare i rischi sistemici e di riferire in merito agli incidenti.
Inoltre, le immagini e i contenuti audio o video artificiali o manipolati (i cosiddetti “deepfake”) dovranno essere chiaramente etichettati come tali.
I paesi dell’UE dovranno istituire e rendere accessibili a livello nazionale spazi di sperimentazione normativa e meccanismi di prova in condizioni reali (in inglese sandbox), in modo che PMI e start-up possano sviluppare sistemi di IA innovativi e addestrarli prima di immetterli sul mercato.
“Dopo due anni intensi di lavoro siamo finalmente riusciti ad approvare la prima legge vincolante al mondo sull’intelligenza artificiale, volta a ridurre i rischi e aumentare opportunità, combattere la discriminazione e portare trasparenza – ha affermato durante il dibattito conclusivo il correlatore della commissione per il mercato interno Brando Benifei (S&D) -. Grazie al Parlamento europeo, le pratiche inaccettabili di IA saranno proibite in Europa. Tuteliamo i diritti dei lavoratori e dei cittadini. Dovremo ora accompagnare le aziende a conformarsi alle regole prima che entrino in vigore. Siamo riusciti a mettere gli esseri umani e i valori europei al centro dello sviluppo dell’IA”.
Il correlatore della commissione per le libertà civili Dragos Tudorache (Renew) ha aggiunto: “L’UE ha mantenuto la promessa. Abbiamo collegato per sempre al concetto di intelligenza artificiale ai valori fondamentali che costituiscono la base delle nostre società. Ci aspetta molto lavoro che va oltre la legge sull’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale ci spingerà a ripensare il contratto sociale che sta alla base delle nostre democrazie. Insieme ai nostri modelli educativi, ai nostri mercati del lavoro, al modo in cui conduciamo le guerre. La legge sull’IA non è la fine del viaggio, ma piuttosto il punto di partenza per un nuovo modello di governance basato sulla tecnologia. Ora dobbiamo concentrarci per trasformarla da legge sui libri a realtà sul campo”.
Il regolamento deve ancora essere sottoposto alla verifica finale dei giuristi-linguisti e dovrebbe essere adottato definitivamente prima della fine della legislatura (procedura di rettifica). Inoltre, la legge deve ancora essere formalmente approvata dal Consiglio.
Entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE e inizierà ad applicarsi 24 mesi dopo l’entrata in vigore, salvo per quanto riguarda: i divieti relativi a pratiche vietate, che si applicheranno a partire da sei mesi dopo l’entrata in vigore; i codici di buone pratiche (nove mesi dopo); le norme sui sistemi di IA per finalità generali, compresa la governance (12 mesi) e gli obblighi per i sistemi ad alto rischio (36 mesi).

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Via libera del Parlamento Europeo alla direttiva sulle case green

STRASBURGO (ITALPRESS) – Il Parlamento Europeo ha adottato in via definitiva le nuove regole per ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas a effetto serra del settore edilizio.
Lo scopo della revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e pervenire alla neutralità climatica entro il 2050. Tra gli obiettivi figurano anche la ristrutturazione di un maggior numero di edifici con le prestazioni peggiori e una migliore diffusione delle informazioni sul rendimento energetico.
La direttiva è stata approvata dal Parlamento in via definitiva con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni.
Secondo la nuova normativa, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Inoltre, i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Gli Stati membri potranno tenere conto, nel calcolare le emissioni, del potenziale impatto sul riscaldamento globale del corso del ciclo di vita di un edificio, inclusi la produzione e lo smaltimento dei prodotti da costruzione utilizzati per realizzarlo.
Per gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035.
In base alla nuova direttiva, gli Stati membri dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica.
Se tecnicamente ed economicamente fattibile, i Paesi membri dovranno garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.
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La Bce lascia i tassi invariati, inflazione rivista al ribasso

ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento.
I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.
Dalla sua ultima riunione di gennaio l’inflazione è diminuita ulteriormente. Nelle ultime proiezioni degli esperti della Bce l’inflazione è stata rivista al ribasso, in particolare per il 2024, principalmente per effetto del minore contributo dei prezzi dell’energia. Gli esperti indicano ora che si collocherebbe in media al 2,3% nel 2024, al 2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.
Anche l’inflazione al netto dell’energia e degli alimentari è stata corretta al ribasso, a una media del 2,6% nel 2024, del 2,1% nel 2025 e del 2,0% nel 2026. Nonostante l’ulteriore allentamento di gran parte delle misure dell’inflazione di fondo, le pressioni interne sui prezzi restano elevate anche a causa della forte crescita salariale. Le condizioni di finanziamento sono restrittive e i precedenti incrementi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell’inflazione. Gli esperti della Bce hanno rivisto al ribasso la proiezione della crescita per il 2024 allo 0,6%; l’attività economica dovrebbe rimanere moderata nel breve periodo, per poi crescere dell’1,5% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026, sostenuta inizialmente dai consumi e in seguito anche dagli investimenti.
Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine. In base alla sua attuale valutazione, ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo.
Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finchè necessario. Le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.
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