Home Qui Europa Pagina 125

Qui Europa

Conte “L’Unione Europea rischia il fallimento”

0

“Il rischio c’è, è reale, ma non permetterò che si concretizzi, voglio evitarlo”. Lo ha detto il
premier Giuseppe Conte in un’intervista alla Bbc, rispondendo alla domanda se ci sia una prospettiva di fallimento del progetto europeo di fronte all’emergenza coronavirus.
“Abbiamo bisogno di una risposta economica e sociale a livello europeo – ha spiegato Conte -, con interventi monetari e fiscali adeguati. Siamo di fronte alla più grande sfida per l’Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. Dobbiamo scrivere un libro di storia, non un manuale di economia, o rischiamo una grande delusione non solo dei cittadini italiani, ma di tutti gli europei”.
“Gli esperti hanno confermato che la curva dei contagi sta rallentando in Italia, il numero dei nuovi contagi sta scendendo, siamo fiduciosi che stiamo superando la fase peggiore, ma non possiamo passare da un lockdown a liberalizzare tutte le attività economiche, dobbiamo farlo gradualmente”, ha spiegato il presidente del Consiglio.
“Dobbiamo scegliere i settori in grado di riavviare la loro attività – ha proseguito Conte -. Se gli scienziati confermano questo trend, potremmo iniziare ad allentare alcune misure già entro la fine di questo mese”.
(ITALPRESS).

Gualtieri “Il debito comune Ue è già nei trattati”

0

La creazione di debito comune in Europa è “una possibilità consentita dai Trattati”, ma anche “una necessità per contrastare gli effetti economici del Coronavirus”, mentre il Mes “non è lo strumento adatto” per affrontare la crisi. Lo afferma in una lunga intervista al Sole 24 Ore il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
“Ci siamo opposti al piano originario che era stato presentato all’Eurogruppo e al Consiglio Europeo e che era imperniato sul Mes, e per di più prevedeva condizionalità sia pur limitate – spiega Gualtieri -. Altro discorso è se nel quadro di un pacchetto di proposte sufficientemente ambizioso e che includesse la proposta franco-italiana di Fondo per la Ripresa finanziato con titoli comuni, il Mes possa offrire a quegli stati che ne fossero interessati linee di credito senza condizionalità economiche estranee al contrasto al Coronavirus, invece che quelle attualmente disponibili, che al contrario prevedono condizionalità”.
Per il ministro l’ipotesi di uno strumento che crei debito comune europeo “è una possibilità consentita dai Trattati e una necessità per mobilitare le risorse necessarie a contrastare gli effetti economici del Coronavirus. Il Fondo per la ripresa si finanzierebbe a lungo termine sui mercati sulla base di una garanzia comune degli Stati membri e consentirebbe di sostenere in modo in modo solidale i costi della crisi attraverso il bilancio europeo. Non si tratta quindi di mutualizzare il debito passato né quello futuro, ma di affrontare nel miglior modo possibile una battaglia comune che riguarda tutta l’Europa e che impone di salvaguardare i nostri sistemi produttivi, che peraltro sono fortemente integrati e interdipendenti”.
In merito al decreto per la liquidità alle imprese varato lunedì scorso dal Cdm, “è autoapplicativo e non richiede provvedimenti di attuazione o altre lungaggini burocratiche – sottolinea Gualtieri -. Sace e le banche stanno già lavorando nella fase operativa: i collegamenti informatici, i protocolli e la modulistica, tutti molto semplici, saranno pronti a breve”.
(ITALPRESS).

Conte “Ammorbidire le regole Ue o faremo da soli”

0

“Non dobbiamo arretrare rispetto a Cina e Stati Uniti che mettono al momento a disposizione il 13% del loro Pil. Chiediamo un ammorbidimento delle regole di bilancio, è nell’interesse reciproco che l’Europa batta un colpo, che sia all’altezza della sfida. Altrimenti dobbiamo fare senza l’Europa e ognuno fa per sé”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in un’intervista alla tedesca Bild. “Non dobbiamo starcene lì con le mani incrociate, altrimenti il paziente Europa muore”, ha proseguito Conte.
Per il presidente del Consiglio “servono gli eurobond perché in questo momento dobbiamo potenziare gli strumenti attuali che abbiamo e che non erano pensati per uno shock simmetrico così straordinario. Abbiamo bisogno di migliorare la capacità europea di risposta in termini di politica monetaria e fiscale”.
(ITALPRESS).

Coronavirus, Sassoli ai Governi europei “Siate all’altezza della sfida”

0

“In questo momento c’è bisogno di fare molto di più. Lo chiedono i cittadini, le imprese, le nostre famiglie, i nostri giovani preoccupati per un futuro incerto perché in tutti i paesi la crisi e l’emergenza sanitaria distruggeranno milioni di posti di lavoro. In queste settimane, quando è intervenuta l’Europa, sono arrivate risposte all’altezza della sfida. Pensiamo all’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato che hanno consentito ai nostri paesi di sviluppare interventi poderosi a sostegno dei loro cittadini e imprese. Dove invece non si vuole far intervenire l’Europa, la risposta è debole o semplicemente non ci sono risposte. In questo i governi nazionali si caricano di una grande responsabilità”. Lo afferma il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, in merito alla riunione dell’Eurogruppo.
“Perché è adesso che abbiamo bisogno degli strumenti per superare l’emergenza e avviare un piano di ricostruzione. Non vogliamo che gli effetti della crisi ci vedano impreparati e ci travolgano – aggiunge Sassoli -. L’Organizzazione mondiale del Lavoro (ILO) ieri ha sostenuto che 2,5 miliardi di persone nel mondo subiranno drammatici effetti negativi. Quanti milioni di persone saranno toccate in Europa? Noi abbiamo il dovere di proteggerle, a nord e a sud, a est e a ovest. Finora abbiamo messo in campo misure significative: il Sostegno ai sistemi nazionali per limitare la disoccupazione (SURE); migliori condizioni per il ricorso al Meccanismo europeo di stabilità (ESM) per i paesi che lo vorranno utilizzare; il rifinanziamento della BEI indirizzato soprattutto alla protezione delle piccole e medie imprese; il bazooka stanziato dalla BCE a sostegno della liquidità bancaria e per l’acquisto di bond pubblici e privati”.
“Ma oggi serve di più: occorre la creazione di un fondo per la ripresa economica per condividere i costi della ripartenza. Serviranno tanti soldi e il bilancio dell’Unione europea ha dei limiti e non sarà sufficiente. È necessario uno sforzo per cercare nuove vie, straordinarie e condivise, di finanziamento. Non è solo questione di solidarietà, ma di convenienza per tutti, viste le profonde interconnessioni delle economie europee – aggiunge -. Il crollo di un paese avrebbe inevitabilmente conseguenze drammatiche su tutti gli altri. In questo contesto la risposta dell’Eurogruppo deve essere commisurata alla sfida. I governi e i cittadini devono avere fiducia nella forza dell’Europa che ci ha accompagnato in settant’anni di pace e di collaborazione. Ed oggi più che mai dobbiamo investire sul nostro futuro comune”.
(ITALPRESS).

Coronavirus, niente accordo per l’Eurogruppo

0

Dopo una notte di trattative, l’Eurogruppo non ha raggiunto l’accordo per fronteggiare la crisi legata all’emergenza coronavirus. I ministri economici e delle finanze dell’area Euro torneranno quindi a riunirsi domani. “Dopo sedici ore di discussione – ha scritto su Twitter il presidente dell’Eurogruppo e ministro delle finanze portoghese, Mario Centeno – siamo giunti vicino a un accordo ma ancora non ci siamo. Ho sospeso l’Eurogruppo e continuerà domani. Il mio obiettivo rimane: una forte rete di protezione dell’Ue contro le conseguenze del Covid-19 per proteggere lavoratori, aziende e Paesi e l’impegno per un consistente piano di ripresa”. Per il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, “nonostante i progressi nessun accordo ancora all’Eurogruppo. Continuiamo a impegnarci – ha scritto in un tweet – per una risposta europea all’altezza della sfida del Covid-19. È il momento della responsabilità comune, della #solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise”. Il commissario per l’economia dell’Ue, Paolo Gentiloni, osserva: “La Commissione fa appello al senso di responsabilità necessario in una crisi come questa. Domani è un altro giorno. Sul tavolo dei ministri, vi sono opzioni da presentare ai capi di Stato e di governo: in particolare, l’uso del Meccanismo europeo di Stabilità, che potrà concedere prestiti ai paesi membri; gli aiuti della Banca europea degli investimenti; il nuovo fondo proposto dalla Commissione europea per aiutare i governi a finanziare la cassa integrazione (SURE); e la proposta francese di un fondo finanziato con obbligazioni congiunte. Il vero problema nel dibattito tra i ministri sembra sia stato sul ruolo del Mes. L’Olanda, infatti, avrebbe chiesto che ci fossero precise e stringenti condizioni economiche all’uso del prestito. Il ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra, ha spiegatio su Twitter che “a causa dell’attuale crisi, dobbiamo fare un’eccezione e il Mes può essere utilizzato senza condizioni per coprire i costi medici. Quanto al sostegno economico a lungo termine, riteniamo ragionevole associare l’uso del Mes con determinate condizioni economiche”.
(ITALPRESS).

Gentiloni-Breton “Un fondo europeo per la rinascita”

0

“Il piano tedesco di ulteriori emissioni per 356 miliardi di euro votato dal Bundestag (che si aggiunge al primo piano di 600 miliardi di euro che includeva 400 miliardi di garanzie) rappresenta il 10% del suo Pil. Se dovessimo assumere per ipotesi questa percentuale del 10% per l’Unione europea, le necessità di finanziamento complementari potrebbero situarsi in una dotazione da 1.500 a 1.600 miliardi di euro da iniettare direttamente nell’economia”. Lo scrivono Paolo Gentiloni e Thierry Breton, commissari europei all’Economia e al Mercato interno, in un intervento sul Corriere della Sera. “Oltre che con gli strumenti e i mezzi messi a disposizione dalla Bce, si può arrivare a un tale importo soltanto individuando ulteriori strumenti atti a garantire che ciascuno Stato membro possa accedere al credito in modo pari ed equo per finanziare i rispettivi piani – aggiungono -. Questo principio è certamente indispensabile per assicurare un «level playing field» tra gli Stati membri dell’Unione; ma anche tra l’Europa nel suo insieme e gli Stati Uniti, il cui piano è già messo in funzione. E come per gli Stati Uniti, il momento di agire per l’Europa è adesso, e non tra sei mesi”. Secondo Gentiloni e Breton “il sostegno aggiuntivo può essere offerto attraverso strumenti non convenzionali, già esistenti oppure no, che permetterebbero di andare più lontano. Ad esempio tramite il ricorso alle capacità d’intervento del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) – ma in maniera innovativa e rivedendo i suoi criteri di condizionalità che devono essere alleggeriti e ricentrati sulla risposta alla crisi. O ancora guardando alla Banca europea di investimenti (Bei). Tutto questo potrebbe andare in aggiunta al meccanismo da cento miliardi di euro proposto dalla Commissione per sostenere i lavoratori e mantenere il loro reddito (Sure). Tuttavia – aggiungono -, a fronte delle dimensioni della sfida, un quarto pilastro per i finanziamenti europei si renderà necessario. Come la Bce nella sfera monetaria e finanziaria, gli Stati membri devono dare prova, adesso e insieme, del necessario spirito di decisione e di innovazione. Questo potrebbe avvenire, ad esempio, nella forma di un Fondo europeo espressamente concepito per emettere obbligazioni a lungo termine. Sarebbe d’altronde assolutamente possibile, perché no, destinare a un tale strumento di finanziamento non convenzionale delle risorse di bilancio e dotarlo di una governance che consenta di evitare qualsiasi moral hazard, in particolare per quanto riguarda l’obiettivo dei finanziamenti che potrebbero essere strettamente circoscritti agli investimenti comuni di rilancio industriale legati alla crisi attuale”.
(ITALPRESS).

Amendola “Il Mes non è adatto, servono strumenti nuovi”

0

“Non siamo duri per arrivare a una rottura, ma perché siamo consapevoli della gravità della situazione. Questo non è un negoziato di ordinaria amministrazione su questioni tecniche come ce ne sono stati in passato”. Lo ha detto il ministro per gli Affari Europei, Vincenzo Amendola, ai microfoni di Agenda, su Sky Tg24.
“Le scelte della Commissione Europea hanno dato grande impulso, ora servono altre scelte dei governi nazionali per un salto di qualità”, ha proseguito Amendola. “Sul Mes serve pragmatismo, è uno strumento pensato per shock asimmetrici, come quelli del 2008-2010. Per la natura della crisi che stiamo vivendo oggi stiamo dicendo che non è uno strumento appropriato. Questa non è una bolla finanziaria, è una crisi che nasce dall’economia reale, lo dicono gli imprenditori di tutti i Paesi. Per questo servono strumenti straordinari e nuovi”.
“Di fronte all’impatto della recessione noi crediamo che ci sia necessità di strumenti molto più potenti del MES. Una politica fiscale finanziata con dei bond, quindi dei titoli di debito garantiti da tutti i Ventisette, avrebbe una portata, anche condizionata agli obiettivi della crisi che abbiamo davanti a noi, molto più potente”, ha sottolineato il ministro.
(ITALPRESS).

Coronavirus, Conte “Il Mes è inadeguato”

0

“Non abbiamo scelta, la sfida è questa: siamo chiamati a compiere un salto di qualità che ci qualifichi come ‘unione’ da un punto di vista politico e sociale, prima ancora che economico”. Lo scrive il premier Giuseppe Conte in una lettera al quotidiano La Repubblica nella quale replica all’intervento di ieri della presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen sull’emergenza coronavirus.
“La solidarietà europea, come hai tu stessa ricordato, nei primi giorni di questa crisi non si è avvertita e ora non c’è altro tempo da perdere – prosegue Conte rivolgendosi alla Von der Leyen -. Accogliamo con favore la proposta della Commissione europea di sostenere, attraverso il piano Sure da 100 miliardi di euro, i costi che i governi nazionali affronteranno per finanziare il reddito di quanti si trovano temporaneamente senza lavoro in questa fase difficile. È una iniziativa positiva, poiché consentirebbe di emettere obbligazioni europee per un importo massimo di 100 miliardi di euro, a fronte di garanzie statali intorno ai 25 miliardi di euro”.
Ma per il premier “le risorse necessarie per sostenere i nostri sistemi sanitari, per garantire liquidità in tempi brevi a centinaia di migliaia di piccole e medie imprese, per mettere in sicurezza occupazione e redditi dei lavoratori autonomi, sono molte di più. E questo non vale certo solo per l’Italia. Per questo occorre andare oltre. Nei giorni scorsi ho lanciato la proposta di un’European Recovery and Reinvestment Plan – sottolinea Conte -. Si tratta di un progetto coraggioso e ambizioso che richiede un supporto finanziario condiviso e, pertanto, ha bisogno di strumenti innovativi come gli European Recovery Bond: dei titoli di Stato europei che siano utili a finanziare gli sforzi straordinari che l’Europa dovrà mettere in campo per ricostruire il suo tessuto sociale ed economico”.
Invece nei tavoli tecnici “si continua a insistere nel ricorso a strumenti come il Mes che appaiono totalmente inadeguati rispetto agli scopi da perseguire, considerato che siamo di fronte a uno shock epocale a carattere simmetrico, che non dipende dai comportamenti di singoli Stati. È il momento di mostrare più ambizione, più unità e più coraggio”, conclude Conte.
(ITALPRESS).