Il Consiglio dell’Unione Europea ha prorogato di un anno, fino al 14 novembre 2020, le sanzioni nei confronti del Venezuela “alla luce della crisi politica, economica, sociale e umanitaria in corso e delle azioni persistenti che compromettono la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani”.
Tra le misure figurano l’embargo sulle armi e sulle attrezzature per la repressione interna e il divieto di viaggio e congelamento dei beni nei confronti di 25 persone inserite in elenco che ricoprono cariche ufficiali e si sono rese responsabili di violazioni dei diritti umani o di aver compromesso la democrazia e lo Stato di diritto in Venezuela.
“Le misure restrittive intendono contribuire a promuovere soluzioni democratiche condivise per apportare stabilità politica al paese e permettergli di rispondere alle necessità impellenti della popolazione – si legge in una nota -. Le misure mirate sono flessibili e reversibili e sono concepite in modo tale da non danneggiare il popolo venezuelano”.
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L’UE PROROGA LE SANZIONI AL VENEZUELA
SASSOLI “LA CADUTA DEL MURO CI HA RESO PIÙ FORTI”
“La caduta del muro di Berlino è l’episodio fondatore dell’Europa contemporanea e ci ha resi migliori”. Lo dice David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo.
“Trent’anni fa – prosegue Sassoli – l’Europa ha ritrovato la sua unità riconciliando lo spazio geografico con quello politico attorno ai valori della democrazia e della libertà. È un evento che ricordiamo con gioia e che ha offerto a noi e alle future generazioni la possibilità di affrontare le sfide globali con un patrimonio di valori utili alla difesa della dignità delle persone”.
“Da quel giorno – continua il presidente del Parlamento europeo – l´Europa è diventata più forte nell´affrontare le sfide che ha avuto davanti. La caduta del muro ha rappresentato la fine di un incubo per milioni di europei puniti e uccisi per la sete di giustizia ed emarginati per il desiderio di libertà. Ricordare quel periodo significa anche ribadire che mai più totalitarismi torneranno ad opprimere la vita dei nostri cittadini e ad umiliare i nostri Paesi. Oggi – conclude Sassoli- non dobbiamo dimenticare quella lezione. I giovani di Berlino ci invitano ad avere lo stesso coraggio nel continuare ad abbattere i muri e i pregiudizi, sconfiggere i nazionalismi e a lavorare per un’Europa della solidarietà”.
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L’UE RIVEDE AL RIBASSO LA CRESCITA ITALIANA
La Commissione Europea rivede al ribasso le stime di crescita dell’Italia. Nel 2020 il Pil dovrebbe salire dello 0,4%, rispetto allo 0,7% stimato a luglio. Resta invariata la previsione di +0,1% per il 2019.
Le previsioni economiche dell’Ue parlano di un economia italiana “in stallo dall’inizio del 2018” e che “ancora non mostra segnali significativi di ripresa”.
Nel 2019 il rapporto tra debito pubblico e Pil dovrebbe salire al 136,2%, e nel 2020 al 136,8%, mentre il deficit si dovrebbe attestare al 2,2% del Pil nel 2019 e al 2,3% nel 2020.
In conferenza stampa il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici ha detto che sulla manovra con il governo italiano “c’è stato uno scambio di lettere non nello stesso clima dell’anno scorso”. “Abbiamo chiesto precisazioni, abbiamo continuato questi scambi, le decisioni che prenderemo saranno rese note nelle nostre comunicazioni verso il 20 novembre”, ha aggiunto.
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VESTAGER “MAGGIORANZE VARIABILI IN UE”
“Speriamo di sì, dipende dalla Romania, lo sapremo in settimana”. Così Margrethe Vestager, commissario europeo per la Concorrenza, risponde alla domanda se il primo dicembre la nuova Commissione entrerà in carica, in un’intervista a La Repubblica e altri sette quotidiani europei.
“È una situazione senza precedenti con tre candidati rigettati. Penso che tutti abbiano avuto modo di riflettere e capito che le istituzioni devono riprendere a funzionare. Lo chiedono i cittadini. Quindi sì, penso che avremo una Commissione il primo dicembre o al massimo un po’ più tardi”, aggiunge.
“Questo è il Parlamento che abbiamo, lo hanno scelto gli elettori. I cittadini si aspettano che i gruppi lavorino insieme. Da noi in Danimarca è normale avere una maggioranza con diversi partiti che spesso non sono d’accordo, ma poi negoziano e trovano compromessi capaci di rappresentare tutti. Certo, Ppe e socialdemocratici prima governavano in due e ora devono lavorare in tre insieme a Renew. Una nuova situazione per loro”, sottolinea Vestager che prosegue: “A seconda dei dossier inviteremo i gruppi a collaborare e chiederemo i loro voti. Non porteremo in aula proposte prendere o lasciare. Al contrario, saremo in contatto da subito con i maggiori gruppi dicendo cosa stiamo progettando e ascolteremo le loro idee prima di chiudere i testi”.
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MATTARELLA “IL CORAGGIO DI DRAGHI HA SALVATO L’EURO”
“Mario Draghi, in questi otto anni, è stato autorevolmente al servizio di un’Europa più solida e inclusiva, interpretando la difesa della moneta unica come una battaglia da condurre con determinazione contro le forze che ne volevano la dissoluzione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di commiato del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi. “Con coraggio. Un coraggio razionale, perché sempre sostenuto dall’analisi e dagli approfondimenti che venivano dall’Istituzione stessa, dal Consiglio nella sua collegialità; in un contesto che è, per sua natura, caratterizzato da incertezza nelle reazioni dei singoli e dei mercati. Coraggio associato alla capacità di ascoltare il dissenso, le voci critiche ma anche di valorizzare il contributo di chi sa sfidare visioni consolidate – ha aggiunto Mattarella -. Oggi possiamo dire che il sistema economico europeo è più solido. L’occupazione è cresciuta ed è mediamente più alta che nel 1999. Il sistema bancario è più compatto. L’integrazione tra le economie, e quindi la convergenza tra gli Stati Membri, è elevata, ma soprattutto – e questo rappresenta uno dei più grandi risultati di questi anni – il sostegno popolare all’Euro è tornato a essere particolarmente alto”.
“L’incontro di oggi è anche un’occasione per riflettere sullo stato di questo grande cantiere che è l’Europa, e in particolare su ciò che ancora rimane da fare, in particolare per rafforzare l’eurozona. Non possiamo dimenticare che la competizione con le grandi aree economiche del mondo è divenuta fortissima, che la dimensione è – ancor più che in passato – elemento imprescindibile per poter influenzare il corso degli avvenimenti a tutela della nostra società e dei nostri cittadini. Completare il ‘cantiere europeo’ diviene – nell’attuale contesto – necessità esistenziale se l’Unione intende concretamente divenire ‘attore globale’ – ha detto ancora il capo dello Stato -. Il 22 febbraio scorso l’Università di Bologna, ha conferito a Mario Draghi la laurea honoris causa. Vorrei ripetere alcune delle parole della sua lectio magistralis: ‘Nel mondo di oggi le interconnessioni (tecnologiche, finanziarie, commerciali) sono così potenti che solo gli Stati più grandi riescono ad essere indipendenti e sovrani al tempo stesso, e neppure interamente’. E aggiungeva: ‘l’Unione Europea è la costruzione istituzionale che in molte aree ha permesso agli Stati membri di essere sovrani. E’ una sovranità condivisa, preferibile a una inesistente’”.
“Vorrei far mie queste affermazioni perché nell’Unione risiede la tutela della sovranità dei paesi europei. La quantità e la qualità dei passaggi e degli interventi necessari per far fronte alla nuova condizione internazionale ha bisogno di un ulteriore e responsabile ‘cambio di passo’, al quale non può essere estraneo il Parlamento Europeo, espressione dei popoli europei – ha concluso Mattarella -. Dobbiamo, tutti, avere coraggio. Non credo sia stato facile per il Presidente Draghi, nel pieno della crisi, affermare: ‘whatever it takes’. Tutto ciò che è necessario, finché è necessario, per il bene dell’Europa e delle generazioni future. È quel che dobbiamo tutti assolutamente fare. Professor Draghi, caro Mario, come cittadino europeo desidero dirle grazie”.
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L’EUROPARLAMENTO “CHIUDE I PORTI” ALLE ONG
Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha respinto la risoluzione sui salvataggi in mare dei migranti che chiedeva tra l’altro che i porti fossero aperti alle navi delle Ong. Il testo ha ottenuto 290 voti contrari, 288 a favore e 36 astensioni.
Esulta il leader della Lega Matteo Salvini: “Schiaffo alla maggioranza delle Poltrone Macron-Pd-5Stelle-Renzi. Vittoria della Lega e dell’Italia: non perdoniamo chi infrange le nostre leggi, vuole riempirci di clandestini e ha messo a rischio la vita dei nostri finanzieri come fatto da Carola Rackete”.
“Grazie ai voti determinanti di Forza Italia, il Parlamento europeo ha bocciato la risoluzione che equiparava forze dell’ordine e ONG nelle operazioni di soccorso nel Mediterraneo. Determinati a garantire legalità e sicurezza per i nostri cittadini”, commenta su Twitter Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia e capo delegazione del partito al Parlamento UE.
Il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci critica gli alleati di governo pentastellati: “L’astensione del M5S oggi alla risoluzione sui migranti poi bocciata dal Parlamento europeo, segnala un problema rilevantissimo. Non credo che sia possibile costruire un’alleanza con un movimento che ha una posizione sostanzialmente molto simile a Salvini su una questione determinante come quella dei salvataggi e dei soccorsi nel Mediterraneo”.
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PARLAMENTO UE “SANZIONARE LA TURCHIA”
Il Parlamento Europeo condanna fermamente l’intervento militare turco nel nord-est della Siria e chiede alla Turchia di ritirare tutte le forze dal territorio siriano. Nella risoluzione non legislativa approvata oggi, per alzata di mano, i deputati avvertono che “l’intervento turco in Siria costituisce una grave violazione del diritto internazionale, che compromette la stabilità e la sicurezza dell’intera regione”. Citando fonti delle Nazioni Unite, il Parlamento ha sottolineato che l’avvio dell’invasione militare turca in zone controllate dalle Forze democratiche siriane (SDF), una violazione del diritto internazionale, ha comportato un elevato numero di vittime civili e militari lungo entrambi i lati del confine e lo sfollamento di almeno 300 mila cittadini. Pertanto, i deputati sostengono la creazione di una zona di sicurezza guidata dalle Nazioni Unite nella Siria settentrionale. L’Europarlamento ha respinto con fermezza la proposta della Turchia di istituire una “zona di sicurezza” lungo il confine nel nord-est della Siria e ha espresso preoccupazione per le disposizioni dell’accordo tra Stati Uniti e Turchia del 17 ottobre su un cessate il fuoco temporaneo che legittimano l’occupazione turca della “zona di sicurezza” nel nord-est della Siria. Nell’esprimere solidarietà al popolo curdo, i deputati hanno sottolineato l’importante contributo delle forze guidate dai curdi, in particolare da donne, nella lotta contro Daesh. Tuttavia, hanno espresso preoccupazione in merito alle notizie secondo le quali centinaia di prigionieri appartenenti all’organizzazione terroristica, tra cui numerosi combattenti stranieri, stanno fuggendo dai campi della Siria settentrionale a causa dell’offensiva turca, circostanza che aumenta il rischio di una nuova ascesa dell’ISIS. Il Parlamento ritiene “inaccettabile che il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan utilizzi i profughi come arma per ricattare l’UE” e invita il Consiglio UE a introdurre una serie di sanzioni e di divieti mirati di concessione del visto, d’ingresso ai funzionari turchi responsabili delle violazioni dei diritti umani durante l’attuale intervento militare. Inoltre, il Parlamento esorta il Consiglio a prendere in considerazione l’adozione di misure economiche contro la Turchia e la sospensione delle preferenze commerciali nel quadro dell’accordo sui prodotti agricoli. In ultima istanza, invita a considerare la sospensione dell’unione doganale UE-Turchia. (ITALPRESS).
PER L’UE LA MANOVRA NON RISPETTA I PATTI
ROMA (ITALPRESS) – L’Ue ha inviato una lettera al governo con la quale chiede spiegazioni sulla manovra. In particolare, nella missiva a firma di Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis e indirizzata al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, si sottolinea come “il documento programmatico di bilancio prevede una variazione del saldo strutturale nel 2020, che equivale a un peggioramento dello 0,1% del Pil, sia in valore nominale sia come ricalcolato dai servizi della Commissione, che non rientra nell’adeguamento strutturale raccomandato dello 0,6% del Pil. Il DBP prevede un tasso di crescita nominale primario netto di spesa dell’1,9%, che supera la riduzione raccomandata di almeno lo 0,1%. Complessivamente, questi elementi sembrano non essere in linea con i requisiti di politica di bilancio, poiché indicano un rischio di deviazione significativa. Il piano italiano non è conforme al parametro di riduzione del debito nel 2020”.
L’Ue, comunque, si dice lieta “di ricevere ulteriori informazioni sulla composizione precisa delle modifiche al saldo strutturale e sugli sviluppi della spesa previsti per il 2020”, e “gradiremmo ricevere le vostre opinioni entro il 23 ottobre, per consentire alla Commissione di prenderle in considerazione prima di esprimere il suo parere formale”.
(ITALPRESS).









