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SASSOLI INCONTRA MISSIONARIO BIAGIO CONTE

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“Da quattro anni Fratel Biagio Conte attraversa a piedi l’Europa predicando solidarietà, rispetto ed eguaglianza. L’ho ricevuto volentieri a Strasburgo. Ognuno ha una propria specifica missione, ma abbiamo tutti anche una missione comune: costruire un mondo migliore”. Lo scrive su Facebook il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, che pubblica anche una foto dell’incontro con il missionario laico palermitano, fondatore della “Missione Speranza e Carità”.

 

BCE, DAL PARLAMENTO UE VIA LIBERA A LAGARDE

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Christine Lagarde ha ottenuto l’approvazione del Parlamento europeo per essere la prossima presidente della BCE. Nella votazione a scrutinio segreto, 394 deputati hanno votato a favore, 206 contro e 49 si sono astenuti per raccomandare Lagarde a capo della Banca centrale europea.

Il Parlamento esprime un parere non vincolante sull’idoneità o meno di un candidato a ricoprire il ruolo di presidente della BCE, mentre la decisione finale spetta dal Consiglio europeo. Sostituirà l’attuale titolare, Mario Draghi, dal 1° novembre.

La plenaria ha anche tenuto una discussione sulla sua idoneità. La candidatura di Lagarde sarà ora iscritta all’ordine del giorno del Consiglio europeo di ottobre.

 

MATTARELLA “MECCANISMI UE PER RIMPATRI”

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“C’è bisogno di trovare soluzioni che consentano meccanismi automatici di redistribuzione europea dei migranti e dei rimpatri posti a carico dell’Unione, che è in grado di essere più efficace dei singoli Paesi membri”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della conferenza stampa al Quirinale dopo l’incontro con il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier.

“Bisogna sviluppare la già grande collaborazione tra Italia e Germania”, ha sottolineato il capo dello Stato. “Vi sono dei dati che non sono molto conosciuti, ma che sottolineano quanto sia intensa questa collaborazione – ha aggiunto -: non tutti sanno che il volume del commercio tra Germania e Lombardia è maggiore rispetto a quello tra Germania e Giappone, e quello tra Germania e Veneto è maggiore rispetto a quello tra Germania e Brasile. Anche attraverso e per effetto della moneta unica vi è una strettissima collaborazione tra le nostre economie”.

 

MORTO BUTTARELLI, GARANTE EUROPEO PER LA PRIVACY

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E’ morto all’Ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato da qualche giorno, Giovanni Buttarelli, magistrato e Garante europeo della protezione dei dati. Aveva 62 anni. Nato a Frascati il 24 giugno 1957, Buttarelli in precedenza aveva ricoperto il ruolo di Segretario Generale dell’Autorita’ garante per la protezione dei dati personali, dal 1997 al 2009 e, su nomina del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea, aveva assunto la carica di Garante aggiunto presso il Garante europeo della protezione dei dati (GEPD) dal 2009 al 2014.
Buttarelli e’ stato tra i piu’ grandi esperti mondiali di diritto delle nuove tecnologie, diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali. Durante il suo mandato al GEPD ha attivamente contribuito alla promozione dei valori europei dando vita a dibattiti internazionali sulla necessita’ di un approccio etico alle nuove tecnologie per affrontare con una visione globale le sfide che l’uso dei dati e i meccanismi di disinformazione pongono ogni giorno al funzionamento e alla qualita’ delle democrazie contemporanee. Recentemente era stato insignito di due prestigiosi premi da parte di organizzazioni internazionali: l’IAPP Privacy Leadership Award e l’EPIC International Privacy Champion Award 2019, assegnati a coloro che dimostrano un continuo impegno nel promuovere i diritti fondamentali alla privacy e alla protezione dei dati personali.
“E’ con profondo dolore che comunichiamo che Giovanni Buttarelli, Garante europeo della protezione dei dati, e’ venuto a mancare la scorsa notte, circondato dall’affetto dei suoi cari” si legge in una nota del Garante europeo della protezione dei dati. “Siamo addolorati dalla tragica perdita di un uomo brillante e visionario, che si e’ sempre dedicato con passione alla famiglia e
al lavoro, servendo fino in fondo la magistratura italiana e l’Unione Europea, e onorandone i valori. La sua passione, visionarieta’ ed intelligenza rappresentano ora e per sempre un’eredita’ unica e durevole per l’istituzione del Garante europeo e per tutti coloro che sono stati in contatto con lui”.
(ITALPRESS).

 

SASSOLI A JUNCKER “UE TROVI SOLUZIONE SU OPEN ARMS”

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Il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ha scritto una lettera al presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, con l’obiettivo di arrivare a una soluzione per i migranti a bordo dell’Open Arms.

“Come spesso avviene da quando la parola del Parlamento europeo sulla riforma del Regolamento di Dublino non è stata ascoltata, la vita di povera gente raccolta in mare si ritrova costantemente al centro di strumentalizzazioni e polemiche fra governi – scrive Sassoli nella lettera -. Ad ogni nave che arriva in acque europee si ripete la stessa scena e si riaprono le stesse polemiche. In questi giorni vi eÌ il caso della nave Open Arms, con 121 persone a bordo, che non sa dove dirigersi. L’opera di supplenza che in questi anni la Commissione europea ha svolto è stata meritoria, in linea con i valori dell’Unione e con i dettami delle Convenzioni internazionali. Ma in questo caso non vi sono indicazioni. E a bordo, dalle notizie riferite dalla stampa, vi sarebbero anche 31 minorenni, fra cui 2 gemellini etiopi di 9 mesi, e donne che portano sulla loro pelle i segni indelebili di violenze e soprusi”.

 

“Se l’Unione si mostrasse indifferente sarebbe come aggiungere sofferenza a sofferenza e sono certo che questo non sia lo stato d’animo dei custodi dei Trattati europei. Alla Commissione da Lei presieduta si eÌ chiesto molto in questi anni e l’impegno mostrato in tante vicende ha riscattato anche la nostra identità di europei. In un momento in cui sembra prevalere l’egoismo possiamo solo fare fino in fondo il nostro dovere – prosegue Sassoli rivolgendosi a Juncker -. Sono convinto che la Sua sensibilità e l’impegno del signor Commissario Avramopoulos saranno all’altezza anche di questa emergenza, coordinando un intervento umanitario rapido e consentendo una equa redistribuzione dei migranti. Sono cosciente che la base volontaria sia l’unica soluzione in grado di rispondere in questo momento alla domanda di umanità che ci viene rivolta. La situazione è grave e merita un’azione tempestiva anche perché, come Lei sa bene per formazione e sensibilità, i poveri non possono aspettare. Il Parlamento europeo, come tante volte è accaduto, sosterrà il Suo sforzo – conclude Sassoli -. Facciamolo per Hortensia, signor Presidente, donna ustionata con la benzina per sfuggire al suo aguzzino. Se l’Europa non saprà proteggere quella donna e i suoi compagni alla ricerca di una vita migliore significherà che avremo perso l’anima oltre che il cuore”.

 

 

VON DER LEYEN PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE UE

Il parlamento europeo ha eletto Ursula Von Der Leyen presidente della Commissione europea con 383 voti a favore, mentre quelli contrari sono 327. I votanti complessivi sono stati 733. Astensioni 22, schede nulle 1.

INFRASTRUTTURE, L’OCCASIONE PER TORNARE A CRESCERE

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Il settore europeo delle grandi opere ha un nuovo alleato. È Christine Lagarde, indicata come successore di Mario Draghi alla presidenza della Banca Centrale Europea.

Secondo un’analisi di Bloomberg Intelligence, divisione di ricerca notizie e informazioni finanziarie del gruppo, nell’agenda politica del direttore generale uscente del Fondo Monetario Internazionale le infrastrutture hanno sempre giocato un ruolo strategico per il sostegno alla crescita economia. E questo potrebbe avere un impatto importante sulla disponibilità dell’Unione a puntare sugli investimenti, un ambito in cui è ancora molto indietro soprattutto rispetto ai paesi asiatici. Mentre i paesi sviluppati dell’Asia investono il 36,8% del loro Pil, l’eurozona è ferma al 21%. Una percentuale che potrebbe aumentare anche considerando quello che Lagarde ha dichiarato nell’aprile scorso intervenendo a Pechino al secondo summit cinese sulla Belt and Road Initiative, dove ha dichiarato che il mega investimento cinese sulle infrastrutture di trasporto avrà un impatto considerevole sulla crescita.

Secondo Bloomberg Intelligence, l’Europa spenderà nei prossimi dieci anni 1 trilione di dollari sulle infrastrutture, dalla rete energetica all’approvvigionamento di gas fino ai trasporti. In questa spinta allo sviluppo, l’Unione europea sta naturalmente facendo la sua parte.

Attualmente la Commissione europea ha previsto investimenti per 24 miliardi di dollari in strade, ferrovie, trasporto aereo e via acqua. Non solo: il progetto TEN-T (la rete europea ferroviaria) sta andando avanti e arriverà a collegare in modo più veloce i 500 milioni di consumatori presenti nel mercato unico.

Un’occasione per l’Europa. L’Europa, soprattutto per la spinta di grandi città come Parigi, sta ricominciando a investire nelle grandi infrastrutture, complice anche il piano della Comunità europea di sviluppare la rete di trasporto ferroviario ad alta velocità in tutto il continente.

Secondo le analisi di Bloomberg Intelligence questa tendenza viene confermata da un indice di fiducia ancora alto nel settore gestito dalla Commissione europeae da un dato sugli investimenti che al marzo scorso rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono aumentati nell’ordine del 2,7%.

In particolare Euroconstruct, l’ente che ogni anno elabora un indice di sviluppo del settore, prevede per l’anno in corso una crescita del mercato delle grandi opere pari all’1,9%. A trainare la crescita è soprattutto la Francia, dove sono stati lanciati progetti importanti come il Grand Paris Express (la rete metropolitana e ferroviaria che collegherà i comuni della Grand Paris), mentre rimane ferma al palo la Germania, destinata a una crescita dello 0,2% nel 2019.

Secondo Euroconstruct, insieme alla Francia, viaggiano a velocità elevata anche Spagna, Regno Unito, Olanda e i paesi dell’Est Europa, mentre rallentano i paesi nordici.

Il ruolo delle grandi aziende. Il 2019 sarà un anno importante per le grandi aziende. L’andamento di S&P 500, tra gli indici di borse più seguiti nel mondo, registra un incremento del 17,8% dall’inizio dell’anno grazie a fattori fondamentali economici e un rialzo negli investimenti nelle infrastrutture.

Tutti i grandi gruppi del settore, attivi sul mercato mondiale, guardano naturalmente con grande interesse alla Belt and Road Initiative lanciata dalla Cina, un vero e proprio piano Marshall delle infrastrutture che punta a liberare nei prossimi dieci anni investimenti tra i 4 e gli 8 trilioni di dollari.

Attualmente vari contratti sono stati siglati con paesi come l’Iran, Indonesia e Pakistan ma l’obiettivo della Cina è quello di raggiungere l’Europa con una rete di trasporto efficiente e moderna, dando vita a una vera e propria autostrada intercontinentale per le merci e le persone.

La rincorsa americana. Di fronte alla corsa dell’Asia e al risveglio dell’Europa, gli Stati Uniti d’America sembrano stare a guardare. Secondo le previsioni di Bloomberg Intelligence la spesa nelle infrastrutture di trasporto raggiungerà nei prossimi dieci anni i 306 miliardi di dollari all’anno, rispetto ai 245 del 2016.

Un passo in avanti che tuttavia non basta per rispondere al bisogno di modernizzazione della rete infrastrutturale. La American Society of Civil Engineers stima infatti che, per colmare il gap infrastrutturale, gli Usa dovrebbero spendere ogni anno 454 miliardi di dollari.

Rispetto al totale, circa il 60% degli investimenti dovrebbero essere indirizzati a autostrade e ponti. Il ritardo è in parte dovuto al mancato lancio del piano Trump sulle infrastrutture che, dopo la rottura della convergenza politica trovata con i Democratici, è stato messo in disparte rispetto alle questioni più urgenti di politica estera. Nell’attesa che il governo federale dia il via libera a nuovi importanti stanziamenti, un ruolo chiave può essere giocato dalle partnership pubblico-privato e dai fondi infrastrutturali. 

Bloomberg Intelligence calcola che nel 2018 i fondi delle infrastrutture abbiano gestito negli Usa un patrimonio pari a 85 miliardi di dollari, e che lo stesso potrebbe arrivare a raddoppiare entro la fine del 2019.

È forse questa la strada per il futuro delle infrastrutture americane, che hanno bisogno di un urgente rilancio di fronte all’invecchiamento e alla corsa per la modernità ingaggiata dalla Cina.

SASSOLI “CI SIAMO RIPRESI CANTIERE EUROPEO”

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“Ci siamo ripresi il cantiere europeo”. Così in un’intervista a La Stampa, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, che prevede una “legislatura politica e pragmatica”, obbligata a dare “risposte concrete ai problemi della solidarieta’, all’immigrazione, alla coesione sociale, allo stato di diritto”. Ed esulta per la vittoria europeista: “Pensavano di spaccare l’Europa e invece l’Europa ha spaccato i loro governi e il loro fronte. Immagino una legislatura molto politica, vincolata alle indicazioni avute il 26 maggio da chi ci ha incoraggiato a scommettere su un’Europa piu’ unita. E’ una stagione entusiasmante. Possiamo entrare in un mondo nuovo e permettere agli europei d’essere protagonisti della globalizzazione. Non siamo affatto ‘alle solite’, come dice qualcuno”.

“I cittadini chiedono un cambiamento – aggiunge -, è un mandato che non si può tradire. Il dibattito si è spostato. Questo non è un avvio burocratico di legislatura. Il voto ha fatto nascere un patto politico che farà bene alla costruzione europea”. “Dobbiamo dare risposte concrete ai problemi della solidarietà tra gli  Stati, all’immigrazione, alla coesione, allo stato di diritto – spiega -. Lo devono fare tutti”.

In merito alle divisioni registrate nel governo italiano, commenta: “Adesso comincia il terzo tempo, cioe’ la fase di formazione della Commissione europea e questo puo’ consentire anche ai governi che si sono ritrovati divisi di rientrare nel gioco europeo”.

E alla domanda se lo preoccupano di piu’ il protezionismo di Trump o le ingerenze di Putin, risponde: “Mi preoccupa ogni dinamica che cerchi di dividerci. Se c’e’ una missione oggi per la nostra generazione, e’ quella di rafforzare il senso della nostra indipendenza e lavorare per un multilateralismo che veda tutti partecipi. Tutti gli Stati europei si sono formati lottando per l’indipendenza e oggi sono chiamati a difendere l’indipendenza dell’Europa”. Una difesa da attuare “in modo pragmatico. La leader del gruppo socialista ha annunciato che a settembre presentera’ una proposta per una iniziativa parlamentare per fare chiarezza sulle ingerenze dei paesi stranieri nello spazio europeo. Un tema caldo su cui anche la cancelliera Merkel ha espresso gravi preoccupazioni”. Inevitabile pensare alle notizie che arrivano da Mosca. “Occorre fare grande attenzione. Bisogna regolare gli strumenti che hanno un peso e un’influenza su di noi”, dichiara Sassoli.