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DALL’UE OK AL CIOCCOLATO DI MODICA IGP

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“Nella seconda metà di maggio sulla Gazzetta Ufficiale europea, sarà pubblicato il decreto che riguarda il riconoscimento del marchio di Indicazione Geografica Protetta per il Cioccolato di Modica, uno dei prodotti-simbolo delle tipicità agroalimentari siciliane, che ha ottenuto il parere positivo della Commissione europea”. Lo annuncia da Bruxelles Michela Giuffrida, membro della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, che dalle prime battute ha seguito l’iter per il riconoscimento.

“La Commissione Europea – aggiunge l’eurodeputato – ha concluso qualche giorno fa l’esame del dossier chiudendo così la delicata istruttoria avviata a giugno del 2017, dopo il via libera del Ministero per le Politiche agricole italiano, dando così il suo parere favorevole al conferimento del marchio europeo. Dal momento della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea dovranno poi trascorrere 90 giorni ulteriori previsti dalle procedure e, se non sarà registrata alcuna opposizione da parte degli altri Stati membri, potremo finalmente festeggiare un nuovo marchio d’eccellenza europeo per la Sicilia e un nuovo traguardo, dopo l’ottenimento del marchio IGP per l’olio Sicilia”. 

A garantire i consumatori saranno dunque il “bollino” europeo e un dettagliato quanto rigido disciplinare che definisce le caratteristiche di un cioccolato unico nel suo genere per ingredienti e per procedimento di lavorazione.

MACRON: “COMBATTERE PER IDEALI EUROPEI”

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“Oggi ci troviamo in un momento di grande trasformazione e cambiamento. Non possiamo far finta che le nostre discussioni possano continuare come sempre. Ci troviamo in un momento in cui dobbiamo combattere per gli ideali che ci hanno permesso di arrivare fino a qui”. Così il presidente francese Emmanuel Macron, intervenendo davanti alla plenaria del Parlamento europeo, a Strasburgo.

“Bisogna dare una risposta ferma e chiara per proteggere il mondo. Il mondo è difficile e la democrazia va difesa. A Strasburgo come a Bruxelles ogni giorno bisogna combattere per mantenerla. Bisogna preservare i diritti fondamentali delle democrazie liberali”, aggiunge.

Di fronte ai “nazionalismi e contro l’autoritarismo la risposta non è la democrazia autoritaria ma l’autorità della democrazia. La libertà protegge gli individui e questo è il nostro miracolo – sottolinea il presidente francese -. L’Europa è nata per difenderci attraverso le differenze e questo è un modello unico al mondo”. 

Sul tema dei migranti, per Macron è necessario “sbloccare il dibattito avvelenato sul trattato di Dublino e le ricollocazioni, superandolo e proponendo un programma europeo che sostenga le comunità che accolgono e integrano i migranti”.

 

 

SVOLTA UE SULL’ECONOMIA CIRCOLARE

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Migliorare la gestione dei rifiuti può portare benefici all’ambiente, al clima e alla salute, ma non solo. Parte da questo principio il pacchetto legislativo sull’economia circolare, composto da quattro atti, approvato dal Parlamento Europeo.

Entro il 2025, almeno il 55% dei rifiuti urbani domestici e commerciali dovrebbe essere riciclato, si legge nel testo. L’obiettivo salirà al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035. Il 65% dei materiali di imballaggio dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030. Vengono fissati inoltre degli obiettivi distinti per materiali di imballaggio specifici, come carta e cartone, plastica, vetro metallo e legno.

Sono 497 i chili di rifiuti pro capite prodotti dall’Italia nel 2016, di cui il 27,64% è messo in discariche, il 50,55% viene riciclato o compostato e il 21,81% incenerito.

La proposta di legge limita inoltre la quota di rifiuti urbani da smaltire in discarica a un massimo del 10% entro il 2035. Nel 2014, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Svezia non hanno inviato praticamente alcun rifiuto in discarica, mentre Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia e Malta hanno interrato più di tre quarti dei loro rifiuti urbani.

L’Italia nel 2016 ha smaltito in discarica 26,9 milioni di tonnellate di rifiuti, circa 123 chili pro capite che corrispondono al 27,64% della quota di rifiuti prodotti.

I prodotti tessili e i rifiuti pericolosi provenienti dai nuclei domestici dovranno essere raccolti separatamente entro il 2025, così come i rifiuti biodegradabili che potranno essere riciclati anche direttamente nelle case attraverso il compostaggio.

In linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, gli Stati membri dovrebbero ridurre gli sprechi alimentari del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030. Al fine di prevenire lo spreco di alimenti, i Paesi UE dovrebbero incentivare la raccolta dei prodotti invenduti e la loro ridistribuzione in condizioni di sicurezza. Per i deputati si deve puntare anche sul miglioramento della consapevolezza dei consumatori circa il significato dei termini “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”.

“Con questo pacchetto l’Europa punta con decisione a uno sviluppo economico e sociale sostenibile, in grado di integrare finalmente politiche industriali e tutela ambientale. L’economia circolare, infatti, non è solamente una politica di gestione dei rifiuti ma è un modo per recuperare materie prime e non premere oltremodo sulle risorse già scarse del nostro pianeta, anche innovando profondamente il nostro sistema produttivo”, ha detto la relatrice Simona Bonafè (S&D).

“Certo, il pacchetto che andremo ad approvare contiene anche importanti misure sulla gestione dei rifiuti e, allo stesso tempo però, va oltre a queste, definendo norme che prendono in considerazione l’intero ciclo di vita di un prodotto e si pongono l’obiettivo di modificare il comportamento di aziende e consumatori. Per la prima volta gli Stati membri saranno obbligati a seguire un quadro legislativo univoco e condiviso. Un piano ambizioso, con dei paletti chiari e inequivocabili”, ha aggiunto.

Il testo ora tornerà al Consiglio per un’approvazione formale, prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

VIA LIBERA UE AD AIUTI STATO POST SISMA

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La Commissione europea ha stabilito che il regime di aiuto italiano pari a 43,9 milioni di euro destinato a sostenere gli investimenti nelle regioni colpite dai terremoti del 2016 e del 2017 è in linea con le norme Ue in materia di aiuti di Stato. “L’aiuto contribuirà alla ripresa economica dell’Italia centrale senza falsare indebitamente la concorrenza nel mercato unico”, spiega la Commissione in una nota.

“La popolazione e l’economia dell’Italia centrale si stanno ancora riprendendo dalle drammatiche conseguenze dei terremoti verificatisi negli ultimi anni. Le autorità italiane intendono sostenere gli sforzi in atto con una misura che contribuisca alla ripresa economica di queste zone. Riteniamo che la misura sia idonea a sostenere le imprese colpite e le persone che vivono in queste regioni”, afferma Margrethe Vestager, commissaria europea per la Concorrenza.

Nel 2016 e nel 2017 nell’Italia centrale si sono verificati quattro forti terremoti che hanno colpito approssimativamente 600 000 persone in un’area di circa 8000 km quadrati. Attualmente la regione risente ancora di un’attività sismica anormale che determina la progressiva desertificazione delle zone colpite. Per la Commissione “è improbabile che il problema possa essere affrontato solo mediante misure di compensazione”.

Il regime di aiuto italiano approvato oggi mira a integrare queste misure, per attenuare i danni economici e sociali subiti nelle zone colpite. Sono interessati 140 comuni in Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo.

L’aiuto assume la forma di un credito d’imposta per tutte le imprese che effettuano investimenti iniziali nella zona. Il sostegno alle grandi imprese si limiterà a un aiuto per la costituzione di una nuova impresa, la diversificazione dell’attività di un’impresa o l’acquisizione degli attivi di un’impresa che ha chiuso. Il regime, che ha una dotazione complessiva di 43,9 milioni di euro, coprirà il periodo 2018-2020.

In considerazione della sua durata, dotazione e portata geografica limitata, la Commissione europea ha concluso che “il regime di aiuto contribuirà in misura proporzionata alla promozione dello sviluppo economico e della ripresa nell’Italia centrale”. Sulla base di tali elementi, la Commissione ha concluso che “il regime è in linea con le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato”.

 

AL VIA IL NUOVO TELEPASS EUROPEO PER LE AUTO

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Telepass, società del gruppo Atlantia e leader mondiale nei sistemi di pagamento del pedaggio autostradale, lancia il Telepass Europeo per le auto. Grazie all’accordo tra Telepass, il gruppo francese APRR/AREA e la spagnola Pagatelia, i clienti italiani possono ora viaggiare liberamente sulla rete autostradale italiana, francese, spagnola e portoghese. Questo nuovo servizio si aggiunge a quello, caso unico in Europa, dedicato ai mezzi pesanti (Telepass Eu) e già in vigore da oltre un anno in Francia, Spagna, Portogallo, Italia, Belgio, Polonia e Austria.

Con il nuovo Telepass Europeo per le auto, oltre al pedaggio è possibile pagare anche i parcheggi nelle città dei Paesi coperti dal servizio: alle principali città italiane come Milano, Roma, Torino, Firenze e Napoli si aggiungono 400 parcheggi in città europee tra cui Parigi, Madrid e Barcellona.

“Finalmente, grazie agli accordi con i nostri partners in Francia e Spagna – afferma Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia – possiamo estendere il servizio Telepass per le auto anche ai Paesi con una importante rete autostradale come appunto Francia e Spagna, come già avviene per i mezzi pesanti per i quali siamo in grado, unici in Europa, di offrire un servizio di pedaggio transfrontaliero in ben 7 Paesi europei. Con l’operazione Abertis, poi, ci aspettiamo un’ulteriore accelerazione della crescita nei sistemi di pedaggiamento e servizi associati ed un rafforzamento della nostra leadership”.

Per i clienti Telepass che vogliono accedere al nuovo “Telepass Europeo” è sufficiente richiedere l’attivazione sul proprio contratto Telepass Family presso i Punto Blu presenti sulla rete autostradale e ottenere il nuovo dispositivo. Per i nuovi clienti, invece, basterà sottoscrivere un contratto Telepass Family e contestualmente all’attivazione del nuovo servizio richiedere il dispositivo interoperabile. Dopo una prima fase di avvio, l’attivazione sarà possibile anche attraverso il sito www.telepass.com. Si tratta di un servizio pay per use, con un costo di attivazione di 6 euro e un canone aggiuntivo di 2,40 euro, solo nei mesi in cui viene varcata la frontiera. L’importo del pedaggio estero sarà fatturato e addebitato sul proprio conto corrente insieme al pedaggio italiano e con le stesse modalità. 

“Siamo orgogliosi – spiega Gabriele Benedetto, amministratore delegato di Telepass – di presentare questa importante novità per i veicoli leggeri, che consente per la prima volta in Europa, di viaggiare con un unico dispositivo in 4 Paesi. Dopo il successo del Telepass Eu per i veicoli pesanti, interoperabile in 7 Paesi, il nuovo dispositivo per le auto, è un’ulteriore dimostrazione che la nostra strategia è sempre più orientata ad offrire nuovi servizi ai nostri clienti e ad assisterli nei loro viaggi in tutta Europa”.

Con 6,2 milioni di clienti in Italia e in Europa, di cui oltre 400.000 mezzi pesanti equipaggiati con dispositivi italiani e 140.000 che dispongono del servizio di pagamento del pedaggio all’estero, Telepass è l’unica società in grado di offrire il servizio di telepedaggiamento completo in ogni processo: dallo sviluppo dell’apparato, al riconoscimento delle transazioni, alla gestione della fatturazione. Grazie al nuovo Telepass EU, infatti, oltre a ridurre il numero di apparati da apporre al parabrezza dei veicoli pesanti i clienti possono beneficiare anche di una gestione del portale unica per i sette Paesi, che li aiuta a impostare i propri dispositivi e a monitorare il costo del pedaggio giorno per giorno.