Home Qui Europa Pagina 3

Qui Europa

Ue, Draghi “Ogni anno serve investire 800 miliardi”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Per raggiungere gli obiettivi stabiliti in questa relazione è necessario un investimento aggiuntivo annuo minimo di 750-800 miliardi di euro, in base alle ultime stime della Commissione, corrispondente al 4,4-4,7% del Pil dell’Unione Europea nel 2023”. E’ quanto si legge nel Rapporto sul futuro della competitività europea presentato oggi da Mario Draghi a Bruxelles.
“A titolo di confronto, gli investimenti nell’ambito del Piano Marshall tra il 1948 e il 1951 erano equivalenti all’1-2% del PIL dell’Ue. Per realizzare questo aumento, la quota di investimenti dell’Ue dovrebbe aumentare da circa il 22% del PIL attuale a circa il 27%, invertendo un declino pluridecennale nella maggior parte delle grandi economie dell’Ue”, prosegue il rapporto.
Nel corso della presentazione, Draghi ha sottolineato che “l’idea generale del Rapporto è avanzare proposte che per noi sono necesarie per incrementare la produttività nell’Ue, non un piano B”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

Ucraina, Borrell “Necessità di eliminare restrizioni all’uso delle armi”

ROMA (ITALPRESS) – “Abbiamo discusso del supporto militare e della necessità di eliminare le restrizioni all’uso delle armi contro gli obiettivi militari della Russia ai sensi del diritto internazionale. Abbiamo anche parlato del percorso diplomatico e della formula di pace dell’Ucraina”. Così, in un post su X, l’alto rappresentante dell’Unione europea per la Politica estera, Josep Borrell, che ha accolto a Bruxelles il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in occasione del Consiglio informale Esteri.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

Gentiloni al Meeting di Rimini “Ue ha dato risposta forte alle crisi”

RIMINI (ITALPRESS) – “L’Europa è assente? Alle quattro crisi – la pandemia, l’invasione russa dell’Ucraina, il cambiamento di modello energetico e l’inflazione – tutto sommato ha dato una risposta abbastanza forte”. Lo ha detto il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, al Meeting di Rimini.
“Faccio solo due esempi: il primo sono questi famosi eurobond, le emissioni di debito comune europeo. Se parlava un pò con il sorriso sulle labbra da una ventina d’anni, certo, ci è voluta una pandemia, ma noi li abbiamo fatti”. Il secondo esempio, aggiunge Gentiloni, “è l’invasione russa dell’Ucraina che ha visto una risposta europea insufficiente sul piano della capacità diplomatica, però straordinaria come unità tra i Paesi europei”. Putin “era convinto di poter contare su un’Unione europea debole e divisa”.
Per Gentiloni “scommettere sull’Europa e sulla sovranità europea non è assolutamente ridimensionare il ruolo di un Paese come l’Italia, anzi: penso che i veri patrioti sono anche i veri europeisti. Non possiamo essere europeisti part-time”.
“Quando sento l’inno di Mameli, quando vedo vincere i nostri atleti alle Olimpiadi, quando vedo un tricolore sinceramente mi commuovo e al tempo stesso penso che abbiamo bisogno di più Europa. I veri patrioti oggi sono europei”, ha aggiunto.
“Il processo per prendere decisioni a livello europeo è abbastanza faticoso, i compromessi sono necessari. Per fare un compromesso bisogna tener conto sia delle diverse ispirazioni politico-culturali, sia degli interessi nazionali. E’ una grande scuola di democrazia e di compromesso, ma alla fine le decisioni si prendono”, ha sottolineato Gentiloni.
“Tutto sommato questo meraviglioso esperimento dell’Unione Europea ha funzionato, non sputiamo nel piatto che abbiamo costruito in questi decenni perchè è una macchina di democrazia, di libertà e di pace che funziona”, ha proseguito.
“Chiedere ai Paesi membri di aumentare i loro contributi è una delle cose più impopolari che l’Unione Europea può fare: quello che dovremmo fare è gradualmente metterci nella condizione di avere un ‘tesorò unico”, ha spiegato il commissario europeo.
“Se pensiamo di andare avanti con l’Unione Europea a 35 senza fare passi in avanti verso un tesoro europeo, secondo me ci illudiamo”, ha sottolineato. “Se l’Unione Europea vuole stare nei tempi che cambiano deve aumentare la propria ambizione. Più forza all’Unione Europea significa anche più forza alla sua capacità di espansione di democrazia e di libertà”, ha aggiunto Gentiloni.
A margine del Meeting, l’ex premier ha risposto alle domande dei giornalisti che gli chiedevano di commentare le dichiarazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, secondo il quale il Patto di Stabilità costringe gli Stati nazionali a politiche di corto respiro. “Penso che il nuovo Patto di Stabilità abbia in realtà l’impulso a lavorare sul medio e lungo periodo, infatti parliamo di un piano pluriennale di quattro o addirittura sette anni che i diversi Paesi devono presentare alla Commissione nelle prossime settimane, cioè adesso – ha detto Gentiloni -. Quindi penso che sia una prospettiva di lungo periodo. La collaborazione con il ministro Giorgetti è sempre stata ottima. Abbiamo lavorato insieme molto bene, ha avuto un ruolo importante nella definizione del nuovo Patto di Stabilità rappresentando l’Italia e sostenendolo a nome dell’Italia”.
Per il commissario europeo “l’Italia ha avuto dei buoni livelli di crescita. Noi abbiamo più di altri Paesi da tenere insieme la necessità di spingere la crescita e la necessità di controllare il debito pubblico. Se c’è un punto su cui l’Italia è particolarmente esposta è quello del debito pubblico che, dopo quello greco, è il più alto dell’Unione Europea e, a differenza di quello greco, non ha ancora imboccato come deve imboccare nei prossimi 10 anni una via sicura di graduale riduzione”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

Panetta al Meeting “Cruciale ridurre debito, Ue rafforzi integrazione”

RIMINI (ITALPRESS) – “Il problema cruciale rimane la riduzione del debito pubblico in rapporto al prodotto. Un debito elevato rende più onerosi i finanziamenti alle imprese, frenandone la competitività e l’incentivo a investire; espone l’economia italiana ai movimenti erratici dei mercati finanziari. Sottrae risorse alle politiche anticicliche, agli interventi sociali e alle misure in favore dello sviluppo. L’Italia è l’unico Paese dell’area dell’euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito è pressochè equivalente a quella per l’istruzione. Sottolineo questo confronto perchè è emblematico di come l’alto debito stia gravando sul futuro delle giovani generazioni, limitando le loro opportunità. Affrontare il nodo del debito richiede politiche di bilancio orientate alla stabilità e al graduale conseguimento di avanzi primari adeguati”. Così il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo al Meeting di Rimini. “La riduzione del debito sarà ardua senza un’accelerazione dello sviluppo economico. La strada maestra passa per una gestione prudente dei conti pubblici, affiancata da un deciso incremento della produttività e della crescita. Questo circolo virtuoso aumenterebbe significativamente le probabilità di successo e rafforzerebbe la credibilità delle nostre politiche, alleggerendo il peso della spesa per interessi”, ha aggiunto il governatore sottolineando, inoltre, come “la discussione sulle regole” europee “non sia quella più importante, noi non dobbiamo ridurre il debito per regole europee, ma perchè è conveniente farlo. Il debito è sostenibile ma se è così elevato comporta delle inefficienze, ci costringe a spendere soldi per far fronte a degli errori del passato. Quindi l’esigenza di ridurre il debito prescinde dalle regole europee”.
Panetta ha evidenziato i “segnali di vitalità” per l’economia italiana e questi progressi consentono di guardare al futuro con fiducia. “Senza indulgere in eccessi di ottimismo, dobbiamo partire da essi per costruire uno sviluppo sostenuto, duraturo e inclusivo. La crescita resta l’obiettivo fondamentale per l’Italia, ma per ottenerla dobbiamo affrontare con decisione i problemi strutturali irrisolti”. Poi il Pnrr. “Credo ci siano le condizioni perchè il Pnrr abbia degli effetti positivi sull’economia italiana, nel suo complesso dal 2021 al 2026 avrà un effetto sul Pil di 9% dovuti alla domanda, il reddito potenziale sarà più alto di 4%. Queste sono stime soggette ad una elevata incertezza – ha aggiunto -, ad esempio l’impatto dipenderà dalla qualità delle riforme, di quanto rafforzeremo la concorrenza, ma credo vi siano le condizioni per avere un effetto persistente e potenzialmente permanente sull’economia italiana. Quello che è importante è che il Pnrr segni un metodo, che lo Stato intervenga con investimenti e riforme, se questo diventerà il modo in cui il pubblico interviene sull’economia gli effetti saranno maggiori”.
Il numero uno di Palazzo Koch ha parlato a lungo di Europa ricordando come nel tempo l’integrazione europea “ha portato importanti benefici ai cittadini. L’abolizione delle tariffe doganali interne ha favorito la specializzazione produttiva e la realizzazione di economie di scala, stimolando l’efficienza e la concorrenza e accrescendo l’occupazione e il benessere. Si stima che in assenza del mercato unico il reddito pro capite in Europa oggi sarebbe inferiore di un quinto. Per superare le sue debolezze e tenere il passo con il progresso a livello mondiale – ha sottolineato -, l’Unione europea dovrà avviare riforme profonde ed effettuare investimenti ingenti nei prossimi anni. Tra le riforme, ho già sottolineato l’importanza di creare una capacità fiscale comune, senza la quale l’attuale governance europea – caratterizzata da una politica monetaria unica e da politiche di bilancio frammentate a livello nazionale – rimane squilibrata. L’idea che l’Ue possa funzionare efficacemente senza una capacità fiscale centralizzata è semplicemente un’illusione, e va superata. Una politica fiscale comune correggerebbe questo squilibrio e rafforzerebbe la coesione tra paesi membri, facilitando la realizzazione di investimenti strategici su larga scala. Le autorità europee hanno ora il difficile compito di garantire prosperità ai cittadini in un mondo meno stabile e meno aperto. Questo obiettivo richiede progressi in più direzioni. Anzitutto, è fondamentale proseguire il cammino di integrazione. Un banco di prova per la nuova legislatura europea sarà la capacità di confermare il ricorso a progetti di spesa comuni e di avanzare verso un’unione più completa e più integrata sul piano sia finanziario sia fiscale”.
Il governatore di Bankitalia ha, inoltre, toccato il tema della crisi demografica, ricordando che nei prossimi decenni “si ridurrà il numero di cittadini europei in età da lavoro e aumenterà il numero degli anziani. Questa dinamica rischia di avere effetti negativi sulla tenuta dei sistemi pensionistici, sul sistema sanitario, sulla propensione a intraprendere e a innovare, sulla sostenibilità dei debiti pubblici. Per contrastare questi effetti, è essenziale rafforzare il capitale umano e aumentare l’occupazione di giovani e donne, in particolare nei Paesi – tra cui l’Italia – dove i divari di partecipazione al mercato del lavoro per genere ed età sono ancora troppo ampi. Anche misure che favoriscano un afflusso di lavoratori stranieri regolari costituiscono una risposta razionale sul piano economico, indipendentemente da valutazioni di altra natura. L’ingresso di immigrati regolari – ha osservato – andrà gestito in maniera coordinata all’interno dell’Unione, bilanciando le esigenze produttive con gli equilibri sociali e rafforzando l’integrazione dei cittadini stranieri nel sistema di istruzione e nel mercato del lavoro”. Infine, la Bce. “La politica restrittiva della Bce c’è stata per l’infiammata dell’inflazione. Con il suo intervento si è evitato che questa fiammata divenisse persistente, ovviamente ha avuto degli effetti: ha ridotto l’inflazione e frenato la crescita, ma la fine della restrizione è già iniziata. Io credo sia ragionevole aspettarsi che si vada verso una fase di allentamento delle condizioni monetarie”, ha concluso Panetta auspicando, quindi, un taglio dei tassi.
L’incontro è stato introdotto da Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. Per Vittadini “non possiamo pensare a uno sviluppo” se non si discute su “come rilanciare la produttività, il rapporto tra il prodotto e le persone occupate. Se non siamo in grado di fare questo tipo di intervento strutturale – ha evidenziato -, possiamo godere di tutti gli interventi contingenti, usare il Pnrr, ma dobbiamo chiederci come fare un salto”.
“Siamo – ha affermato – in un momento di passaggio: dall’economia finanziaria a un’altra idea di economia in cui si parla di sostenibilità ed erroneamente si pensa che sia solo il tema del cambiamento climatico”. Invece, per Vittadini, “c’è molto di più”, cioè “l’idea di rimettere al centro della vita economica uno sviluppo dell’uomo, la persona e un’economia reale”.

– Foto xb1/Italpress –

(ITALPRESS).

Von der Leyen “Nuovo passo avanti per l’European Chips Act”

DRESDA (GERMANIA) (ITALPRESS) – “E’ sulla forza industriale dell’Europa che abbiamo costruito il nostro European Chips Act. Sono passati tre anni da quando ci siamo prefissati l’obiettivo di raddoppiare la quota europea della produzione globale di chip al 20%. E da allora, abbiamo visto nuove fabbriche di chip all’avanguardia aprire i battenti in tutta Europa. Se prendiamo Crolles vicino a Grenoble, o Catania in Sicilia. E ora un’altra qui a Dresda”. Lo dice la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, a Dresda, all’inaugurazione dello stabilimento di semiconduttori della European Semiconductor Manufacturing Company (ESMC), a Dresda.
“Questa nuova fabbrica si qualifica ai sensi dell’European Chips Act come una struttura unica nel suo genere. In altre parole, realizzerà prodotti che non sono presenti o pianificati in nessun’altra struttura in Europa. Ciò significa che questa struttura ha anche diritto al sostegno finanziario nazionale – ha aggiunto -. Quindi, una buona notizia, proprio stamattina ho avuto l’opportunità di autorizzare un aiuto di Stato dalla Germania per questo progetto, per un importo di 5 miliardi di euro. E in effetti, da quando abbiamo lanciato l’European Chips Act, ha già attirato impegni di investimenti pubblici e privati nell’ordine di 115 miliardi di euro. Questa è una vera rivoluzione degli investimenti per il settore dei chip europeo. E questo è solo l’inizio. Rafforzare la nostra competitività industriale è un pilastro centrale del nuovo programma quinquennale della Commissione europea che ho presentato a luglio”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Commissione Ue rivede dazi su import auto elettriche cinesi

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Nell’ambito dell’indagine in corso, la Commissione europea ha divulgato alle parti interessate il progetto di decisione per imporre dazi compensativi definitivi sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria (BEV) dalla Cina. L’obiettivo è dare alle parti interessate l’opportunità di commentare, come è stato fatto anche nella fase provvisoria. Una volta che la Commissione avrà analizzato tutti i commenti delle parti interessate e gli Stati membri avranno espresso il loro parere, la decisione finale sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Previsto un leggero adeguamento delle aliquote del dazio proposte: BYD 17%, Geely 19,3%, Saic 36,3%, altre società collaboranti 21,3%. Tutte le altre società non collaboranti 36,3%. La Commissione ha deciso di concedere un’aliquota del dazio individuale a Tesla come esportatore dalla Cina, stabilita al 9%. Prevista inoltre la possibilità per diversi esportatori cinesi e alcune joint venture con produttori Ue, che non esportavano ancora al momento del periodo dell’inchiesta, di beneficiare dell’aliquota del dazio inferiore prevista per le loro società collegate collaboranti, oltre alla decisione di non riscuotere retroattivamente i dazi compensativi. Le parti interessate hanno anche la possibilità di richiedere audizioni con i servizi della Commissione il prima possibile e di fornire commenti entro 10 giorni. Le misure definitive devono essere imposte entro e non oltre 4 mesi dall’imposizione dei dazi provvisori. Un regolamento di esecuzione della Commissione contenente le conclusioni definitive dell’inchiesta sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale entro e non oltre il 30 ottobre. Eventuali misure saranno in vigore per 5 anni, prorogabili su richiesta motivata e successiva revisione.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

Vaiolo delle scimmie, Borrell “Servono 10 milioni di vaccini”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “L’epidemia di Mpox (vaiolo delle scimmie) è un’emergenza sanitaria in Africa: servono 10 milioni di vaccini per controllarla”. Lo scrive su X l’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell.
“E’ urgente un’azione e una solidarietà globale. In prima linea in questo sforzo, l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie della Commissione Europea (Hera) ha lavorato con i partner per assicurare 215 mila dosi di vaccino da donare all’agenzia per la salute dell’Unione Africana e ai Paesi colpiti”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

Frontex, nel 2024 migranti nel Mediterraneo centrale -64%

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il numero di attraversamenti irregolari delle frontiere verso l’Unione Europea nei primi sette mesi del 2024 è sceso del 36% a 113.400, secondo i dati preliminari raccolti da Frontex. I maggiori cali negli attraversamenti irregolari delle frontiere sono stati osservati sulle rotte dei Balcani occidentali e del Mediterraneo centrale, rispettivamente del 75% e del 64%. Frontex rimane impegnata a proteggere le frontiere esterne dell’UE, con 2.900 ufficiali e personale coinvolti in varie operazioni in tutta Europa. La rotta del Mediterraneo centrale ha registrato una significativa tendenza al ribasso negli ultimi mesi. Nel periodo gennaio-luglio, questa rotta migratoria ha visto un calo del 64% degli attraversamenti a 32.200.
Tuttavia, il Mediterraneo centrale rimane la rotta migratoria più attiva verso l’UE. Secondo Frontex il calo di quest’anno può essere attribuito principalmente alle misure preventive delle autorità tunisine e libiche per interrompere le attività dei trafficanti. Gli arrivi da quei due paesi rappresentano il 95% di tutti i migranti segnalati sulla rotta del Mediterraneo centrale.

– Foto: Ipa Agency –

(ITALPRESS).