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Eurostat, 1 italiano su 4 a rischio povertà o esclusione sociale

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Nel 2021 95,4 milioni di persone nell’Unione Europea, il 21,7% della popolazione, erano a rischio di povertà o esclusione sociale. Lo rende noto l’Eurostat.
Il dato totale è in lieve aumento rispetto al 2020 (94,8 milioni, il 21,6% della popolazione). L’Italia si colloca su una percentuale superiore alla media Ue, il 25%.
Nel 2021, 73,7 milioni di persone nell’Ue erano a rischio di povertà, mentre 27 milioni erano gravemente svantaggiate dal punto di vista materiale e sociale e 29,3 milioni vivevano in una famiglia a bassa intensità di lavoro.
Le percentuali più elevate di persone a rischio di povertà o esclusione sociale sono state registrate in Romania (34%), Bulgaria (32%), Grecia e Spagna (entrambe 28%).
Al contrario, le percentuali più basse di persone a rischio di povertà o esclusione sociale sono state registrate in Repubblica Ceca (11%), Slovenia (13%) e Finlandia (14%).

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Energia, Parlamento Ue sostiene risparmio e rinnovabili

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione sulle leggi UE che mirano a garantire un maggior utilizzo di energie rinnovabili e a ridurre il consumo di energia entro il 2030.
I deputati hanno votato la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili per aumentare al 45% (dal 32% attualmente previsto) la quota di rinnovabili nel consumo finale di energia dell’UE entro il 2030, obiettivo sostenuto anche dalla Commissione nell’ambito del pacchetto “RepowerEU”.
La legge definisce anche degli obiettivi per il settore dei trasporti e il teleriscaldamento e raffreddamento degli edifici. Nel settore dei trasporti, l’impiego delle energie rinnovabili dovrebbe portare a una riduzione del 16% delle emissioni di gas serra, grazie all’utilizzo di quote più elevate di biocarburanti avanzati e di carburanti rinnovabili di origine non biologica, come l’idrogeno. L’industria sarebbe chiamata a incrementare l’uso delle rinnovabili dell’1,9% all’anno e le reti di teleriscaldamento del 2,3%.
Ogni Paese UE dovrà sviluppare due progetti transfrontalieri per l’espansione dell’elettricità verde. I paesi con un consumo annuo di elettricità superiore a 100 TWh dovranno svilupparne un terzo entro il 2030.
I deputati hanno anche adottato degli emendamenti in cui si chiede una riduzione graduale della quota di legno primario considerato come energia rinnovabile.
Il testo legislativo è stato approvato con 418 voti favorevoli, 109 contrari e 111 astensioni.
In una votazione separata, i deputati hanno sostenuto la revisione della direttiva sull’efficienza energetica, legge che fissa gli obiettivi di risparmio energetico nel consumo di energia primaria e finale nell’UE.
I deputati hanno aumentato l’obiettivo UE per la riduzione del consumo di energia finale e primaria. Nel testo, si chiede ai Paesi UE di garantire collettivamente, entro il 2030, una riduzione del consumo di energia finale di almeno il 40% e di almeno il 42,5% del consumo di energia primaria, rispetto ai dati del 2007. Ciò corrisponde rispettivamente a 740 e 960 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) per il consumo finale e primario di energia. Per raggiungere questi obiettivi, gli Stati membri dovranno stabilire i contributi nazionali vincolanti.
Gli obiettivi saranno raggiunti attraverso misure a livello locale, regionale, nazionale ed europeo e in diversi settori come ad esempio la pubblica amministrazione, gli edifici, le imprese, e i centri di dati.
Il testo legislativo è stato approvato con 469 voti favorevoli, 93 contrari e 82 astensioni.
I deputati e la Presidenza ceca del Consiglio avvieranno ora i negoziati sulle proposte legislative. I ministri UE hanno adottato la loro posizione nel giugno scorso.
Il 14 luglio 2021 la Commissione europea ha adottato la strategia “Pronti per il 55%” per adeguare la legislazione corrente in materia di clima ed energia e raggiungere il nuovo obiettivo dell’UE di riduzione minima del 55% di emissioni di gas serra (GHG) entro il 2030 Uno degli elementi del pacchetto è la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili, che aiuterà l’UE a raggiungere tale obiettivo. In base alla direttiva in vigore, l’UE è tenuta a garantire che, entro il 2030, almeno il 32% del suo consumo energetico provenga da fonti rinnovabili.
Il pacchetto “Pronti per il 55%” include anche la revisione della direttiva sull’efficienza energetica, per allineare le disposizioni di quest’ultima all’obiettivo del 55%. Attualmente, la direttiva stabilisce il livello di risparmio energetico che l’UE deve realizzare entro il 2030 per raggiungere l’obiettivo concordato del 32,5% di miglioramento dell’efficienza energetica.

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Dal Parlamento Ue via libera alla nuova legge sul salario minimo

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – Il Parlamento Europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato in via definitiva la nuova legislazione sui salari minimi adeguati nell’UE. La legge, concordata a giugno con il Consiglio, intende migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutti i lavoratori dell’UE e promuovere progressi in ambito economico e sociale. A tal fine, vengono definiti i requisiti essenziali per l’adeguatezza dei salari minimi garantiti, come stabilito dalle leggi nazionali e/o dai contratti collettivi. La legge vuole inoltre migliorare l’accesso effettivo dei lavoratori alla tutela garantita dal salario minimo. Il testo è stato approvato con 505 voti favorevoli, 92 contrari e 44 astensioni (votazione finale su accordo in prima lettura).
La nuova direttiva si applicherà a tutti i lavoratori dell’UE con un contratto o un rapporto di lavoro. I Paesi UE, in cui il salario minimo gode già di protezione, grazie ai contratti collettivi, non saranno tenuti a introdurre queste norme o a rendere gli accordi già previsti universalmente applicabili.
La definizione del salario minimo rimane di competenza dei singoli Stati membri, i quali dovranno però garantire che i loro salari minimi consentano ai lavoratori una vita dignitosa, tenendo conto del costo della vita e dei più ampi livelli di retribuzione. Per quanto riguarda la valutazione dell’adeguatezza dei salari minimi garantiti esistenti, i Paesi UE potranno determinare un paniere di beni e servizi a prezzi reali, o fissarlo al 60% del salario mediano lordo e al 50% del salario medio lordo.
“La contrattazione collettiva a livello settoriale e interprofessionale è un fattore essenziale per determinare i salari minimi adeguati e, pertanto, deve essere promossa e rafforzata sulla base delle nuove regole – spiega il Parlamento Europeo -. Gli Stati membri in cui meno dell’80% dei lavoratori è interessato dalla contrattazione collettiva, dovranno – congiuntamente alle parti sociali – stabilire un piano d’azione per aumentare tale percentuale”.
Nel testo concordato viene introdotto l’obbligo per i Paesi UE di istituire un sistema di monitoraggio affidabile, nonchè controlli e ispezioni sul campo, per garantire conformità e contrastare i subappalti abusivi, il lavoro autonomo fittizio, gli straordinari non registrati o la maggiore intensità di lavoro.
Il Consiglio dovrebbe approvare formalmente l’accordo a settembre, dopodichè il testo sarà legge. I Paesi UE disporranno di due anni di tempo per conformarsi alla direttiva.
I salari minimi più alti sono in Lussemburgo, Irlanda e Germania; quelli più bassi in Bulgaria, Lettonia ed Estonia. Nell’UE, 21 paesi su 27 hanno un salario minimo garantito, mentre gli altri sei (Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Italia e Svezia) determinano i livelli salariali sulla base della contrattazione collettiva delle retribuzioni.

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Gas, Von der Leyen “Task force con la Norvegia per ridurre il prezzo”

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – “Bisogna distinguere tra fornitori affidabili e non affidabili”. Così la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen parlando all’Europarlamento in occasione del suo discorso sullo Stato dell’Unione, in merito a gas ed energia. Ha quindi specificato che tra i fornitori credibili ci sono “la Norvegia, l’Algeria e gli Stati Uniti”, rivelando che esiste un accordo con il premier norvegese per una task force che “è al lavoro per vedere come sarà possibile ridurre in modo ragionevole il prezzo del gas”.
L’Europa è pronta a trovare una soluzione per sostituire i combustibili fossili, ha poi annunciato la presidente.
“Sia che si parli di chip per la realtà virtuale o di celle per pannelli solari, le doppie transizioni saranno alimentate dalle materie prime – ha spiegato -. Il litio e le terre rare stanno già sostituendo gas e petrolio al centro della nostra economia. Entro il 2030, la nostra domanda di questi metalli delle terre rare aumenterà di cinque volte. E questo è un buon segno, perchè dimostra che il nostro Green Deal europeo si sta muovendo rapidamente”, ma “dobbiamo evitare di cadere nella stessa dipendenza del petrolio e del gas. E’ qui che entra in gioco la nostra politica commerciale, con nuove partnership che faranno avanzare non solo i nostri interessi vitali, ma anche i nostri valori”.

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Energia, Cingolani al vertice Ue “Sul price cap molte aperture”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Il ministro tedesco ha detto che non hanno nessuna pregiudiziale sul price cap. Le aperture sono state tante. Il clima è stato molto costruttivo, i paesi contrari sono quelli limitrofi alla fascia Est perchè possono avere dei timori in più”. Lo ha detto il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, a Bruxelles, dopo il vertice dei ministri dell’Energia dell’Ue sul rincaro dei prezzi.
“Tutti i Paesi membri si sono pronunciati in favore delle proposte della Commissione – ha spiegato Cingolani -, a cui è stato dato un mandato pieno per andare avanti: noi abbiamo rilanciato molto intensamente sul tetto al prezzo del gas e il risultato è stato positivo, con 15 Paesi si sono pronunciati chiaramente in favore di un price cap generalizzato. E’ una maggioranza molto forte: nel mandato verrà chiesto alla Commissione di elaborare al più presto una proposta”, ha aggiunto.

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La Banca Centrale Europea alza i tassi d’interesse di 75 punti base

FRANCOFORTE (GERMANIA) (ITALPRESS) – Il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso di innalzare di 75 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. “Questa importante misura anticipa la transizione dal livello attualmente molto accomodante dei tassi di interesse di riferimento a livelli che assicureranno un ritorno tempestivo dell’inflazione al nostro obiettivo del 2% – si legge in una nota -. In base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo si attende di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nelle prossime riunioni per frenare la domanda e mettere al riparo dal rischio di un persistente incremento dell’inflazione attesa. Il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente la traiettoria della politica monetaria alla luce delle informazioni più recenti e dell’evolvere delle prospettive di inflazione. Anche in futuro le decisioni sui tassi di riferimento saranno guidate dai dati e rifletteranno un approccio in base al quale vengono definite di volta in volta a ogni riunione”.
“Il Consiglio direttivo ha assunto oggi questa decisione e si attende di aumentare ulteriormente i tassi di interesse perchè l’inflazione seguita a essere di gran lunga troppo elevata ed è probabile che si mantenga su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo. Secondo la stima rapida dell’Eurostat l’inflazione ha raggiunto il 9,1% ad agosto – prosegue la nota della Bce -. I rincari dei beni energetici e alimentari, le pressioni della domanda in alcuni settori dovute alla riapertura delle attività economiche e le strozzature dell’offerta costituiscono ancora i fattori responsabili dell’incremento dell’inflazione. Le spinte sui prezzi hanno continuato a rafforzarsi e diffondersi in tutta l’economia e l’inflazione potrebbe aumentare ulteriormente nel breve periodo. Con il graduale venir meno delle attuali determinanti dell’inflazione e con il trasmettersi della normalizzazione della politica monetaria all’economia e al processo di formazione dei prezzi, l’inflazione si ridurrà”.
In prospettiva, gli esperti della BCE hanno rivisto significativamente al rialzo le proiezioni sull’inflazione, che quindi si porterebbe in media all’8,1% nel 2022, al 5,5% nel 2023 e al 2,3% nel 2024.

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Von der Leyen “Price cap sul gas russo e tassare gli extraprofitti”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il tetto al prezzo del gas russo e una tassa sugli extraprofitti. Sono alcune delle proposte contenute nel piano in cinque mosse per risolvere la crisi energetica che la Commissione Europea presenterà al vertice dei ministri Ue dell’Energia in programma venerdì.
La prima mossa è “il risparmio intelligente di elettricità. Quello che dobbiamo fare è appiattire la curva ed evitare i picchi di domanda – ha spiegato la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen -. Proporremo un obiettivo obbligatorio per la riduzione del consumo di elettricità nelle ore di punta. E lavoreremo a stretto contatto con gli Stati membri per raggiungere questo obiettivo”.
La seconda misura è un “un tetto ai ricavi delle aziende che producono energia elettrica a basso costo. Le fonti di energia a basse emissioni di carbonio stanno facendo in questo periodo enormi ricavi, perchè hanno costi bassi ma hanno prezzi alti sul mercato. E’ giunto il momento per i consumatori di beneficiare dei bassi costi delle fonti energetiche a basse emissioni di carbonio come, ad esempio, le rinnovabili. Proporremo di reindirizzare questi profitti imprevisti agli Stati membri in modo che gli Stati membri possano sostenere le famiglie vulnerabili e le aziende vulnerabili”.
“La terza misura è che lo stesso vale, ovviamente, per i profitti inaspettati delle compagnie di combustibili fossili. Anche le compagnie petrolifere e del gas hanno realizzato enormi profitti. Pertanto, proporremo un contributo di solidarietà per queste società – ha proseguito -. Perchè tutte le fonti di energia devono aiutare a superare questa crisi. Gli Stati membri dovrebbero investire queste entrate per sostenere le famiglie vulnerabili e le aziende vulnerabili, ma anche per investirle in fonti di energia pulita autoprodotta, come ad esempio le rinnovabili”.
Il quarto punto riguarda “le società di servizi energetici che devono essere supportate per poter far fronte alla volatilità dei mercati – ha aggiunto Von der Leyen -. E’ un problema di liquidità. Pertanto, aiuteremo a facilitare il sostegno di liquidità da parte degli Stati membri per le società energetiche. Aggiorneremo il nostro quadro temporaneo e consentiremo così di fornire rapidamente garanzie statali”.
Il quinto e ultimo punto: “Puntiamo ad abbassare i costi del gas. Pertanto, proporremo un tetto di prezzo per il gas russo – ha spiegato Von der Leyen -. Sappiamo tutti che le nostre sanzioni stanno incidendo profondamente sull’economia russa. Ma Putin sta parzialmente tamponando la situazione attraverso i ricavi dei combustibili fossili. Dobbiamo tagliare le entrate della Russia, che Putin usa per finanziare la sua atroce guerra in Ucraina”.
“Queste sono le cinque misure che discuteremo con gli Stati membri al Consiglio informale dei ministri dell’Energia di venerdì – ha detto la presidente -. Questi sono tempi difficili e non finiranno presto. Ma se dimostreremo unità e solidarietà li supereremo”.

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L’Unione Europea sospende l’accordo con la Russia sui visti

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Abbiamo concordato con i ministri degli Esteri dell’UE la sospensione completa dell’accordo di facilitazione dei visti con la Russia”. Lo annuncia su Twitter Josep Borrell, alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione Europea.
“Abbiamo assistito a un aumento sostanziale degli attraversamenti di confine dalla Russia agli Stati vicini e questo sta diventando un rischio per la sicurezza”, spiega Borrell.

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