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Gentiloni “La recessione non è inevitabile”

ROMA (ITALPRESS) – “Non c’è dubbio che l’invasione russa abbia cambiato il corso dell’economia e aumentato l’incertezza, ma non penso che abbia senso formulare profezie di sventura. Anche in una fase così complicata, la recessione non è inevitabile. E il catastrofismo non è una buona medicina”. Lo afferma il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, in un’intervista al Corriere della Sera.
A Bruxelles “prevediamo che la crescita nell’Unione europea nel 2022 sarà al 2,7 per cento e in buona parte è effetto di trascinamento dal 2021. Ma l’economia può restare in territorio positivo. Il mercato del lavoro, pur fra molte contraddizioni, è in una situazione molto positiva. Le banche sono in condizioni molto diverse da quelle di dieci anni fa. Non dico che la situazione attuale abbia risposte facili, ma mi pare sbagliato concludere un pò fatalisticamente che siamo destinati alla recessione”. Secondo Gentiloni sul fronte dello spread “la Bce va lasciata lavorare in autonomia. Il punto per quanto ci riguarda è assumersi in pieno le nostre responsabilità di politica economica, a livello nazionale e nelle istituzioni comuni. Non può essere la Bce a risolvere tutti i problemi”. Inoltre c’è “il vecchio riflesso di dare la colpa all’Europa. E’ una reazione che vedo affiorare in Italia. E, oltre che miope e infondata, è anche autolesionista: bisogna stare attenti a non aggiungere incertezza politica a un contesto economico già complesso – prosegue – Il messaggio dev’essere l’opposto: che siamo fortunati in questo frangente ad avere Mario Draghi come premier, ma che chiunque governerà domani garantisce la continuità dell’impegno europeo dell’Italia. Se questo messaggio viene alterato da reazioni scomposte, noi rischiamo di aggravare i problemi del Paese invece di alleviarli”.
– foto agenziafotogramma.it-
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In Europa l’Italia ricicla più di altri Paesi e a costi inferiori

MILANO (ITALPRESS) – L’Italia è uno dei Paesi europei in cui il riciclo degli imballaggi ha i risultati migliori e risulta meno costoso. A svelarlo è uno studio condotto da GREEN (Centre for Geography, Resources, Environment, Energy and Networks) dell’Università Bocconi e dal Wuppertal Institut: Screening the efficiency of packaging waste in Europe, presentato a Bruxelles presso la sede del Parlamento Europeo.
Dal 2005 l’Europa ha introdotto per i suoi Stati l’obbligo di istituire un regime di responsabilità estesa del produttore per gestire gli imballaggi quando diventano rifiuti: chi produce imballaggi è responsabile anche del loro fine vita.
I Paesi hanno costruito diversi modelli di gestione dei rifiuti di imballaggio, ognuno con specificità proprie. Quello italiano, rappresentato da CONAI, è uno dei più efficienti e meno costosi.
Lo studio ha ricevuto risposte da 28 Producer Responsibility Organizations (PRO), ossia le organizzazioni (finanziate dai produttori e/o utilizzatori di imballaggi) che si assumono la responsabilità della gestione dei rifiuti di imballaggio.
«Confrontate in base a efficienza economica e a efficacia di riciclo, le organizzazioni sono state rappresentate in un grafico a quattro quadranti», spiega il presidente CONAI Luca Ruini. «L’Italia, con il Consorzio Nazionale Imballaggi, è uno degli Stati in cui si ricicla di più e a prezzi più bassi. I dati dello studio smentiscono la credenza per cui a risultati di riciclo migliori corrispondono costi più alti per il tessuto imprenditoriale: e infatti abbiamo appena abbassato la maggior parte dei contributi ambientali CONAI, ponendoci tra i Paesi europei che hanno apportato le riduzioni più consistenti. Ma dalla ricerca emerge un altro dato di grande importanza: insieme a Francia, Estonia e Repubblica Ceca, siamo il Paese che nella gestione dei rifiuti vanta il maggior livello di trasparenza», prosegue.
CONAI, se messo a confronto con le PRO delle Nazioni con più di 10 milioni di abitanti serviti, risulta il sistema più efficiente: è meno costoso rispetto alle PRO di Spagna, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Belgio, Francia e Germania.
«Un esempio concreto dell’eccellenza dell’Italia nel sistema di gestione degli imballaggi», commenta il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni.
«Sui temi dell’economia circolare l’Italia spicca nel confronto europeo. La necessità di accelerare il passaggio verso l’economia circolare, del resto, non è mai stata così chiara e urgente: l’estrazione e la lavorazione delle risorse materiali è responsabile della metà delle emissioni di gas effetto serra e del 90% della perdita di biodiversità», prosegue.
«Ancora una volta il ruolo delle organizzazioni di responsabilità estesa del produttore si rivela fondamentale per un’efficace transizione verso l’economia circolare», dichiara Simona Bonafè, deputata al Parlamento Europeo. «I dati riportati dalla ricerca condotta dall’Università Bocconi evidenziano il contributo di queste organizzazioni per raggiungere gli obiettivi di riciclo presenti nella Direttiva Imballaggi. In questo settore l’Italia è all’avanguardia e l’esperienza del CONAI rappresenta una best practice nella gestione dei rifiuti da cui trarre esempio a livello europeo», aggiunge.
A rivelarsi più efficienti sono le PRO singole, ossia le uniche nel loro Paese, che operano in un regime non competitivo. Dallo studio emerge con chiarezza come le PRO multiple in regimi competitivi realizzino tassi di riciclo decisamente inferiori. Le PRO singole coniugano costi inferiori e risultati migliori.
Nella gestione dei rifiuti di imballaggio, i sistemi no profit di contesti non competitivi ottengono in Europa tassi di riciclo superiori di 8 punti percentuali rispetto a sistemi profit che operano in ambienti competitivi.
«L’Italia è un campione europeo nel riciclo» osserva la deputata Chiara Braga. «Nello sviluppo dell’economia circolare, nel sistema del riciclo, la questione della dotazione impiantistica resta però la questione principale. La dotazione di impianti, ma anche la loro diffusione e presenza sul territorio, sono fondamentali per il nostro Paese – prosegue -. In questo credo che anche il sistema del CONAI, il sistema dei Consorzi, possa aiutare molto. Il valore aggiunto di questo sistema, in questi anni, è stato quello di costruire un rapporto con i territori che via via si è consolidato, attraverso il ruolo anche di alleanza con le amministrazioni locali. Abbiamo poi da accelerare moltissimo su tutta la parte di autorizzazione dei decreti “End of waste” e dell’utilizzo delle materie prime, anche in vista dell’aggiornamento dell’assetto normativo europeo in determinati ambiti».
«Dalle crisi legate alla pandemia e alla guerra in Ucraina arriva un nuovo impulso a ridurre la dipendenza dell’Europa dall’utilizzo di risorse naturali, combustibili fossili e fornitori esteri – conclude Paolo Gentiloni -. Dobbiamo puntare in modo ancor più deciso su transizione energetica e sviluppo dell’economia circolare. Significa anche ripensare il modo in cui produciamo e consumiamo, e promuovere il riutilizzo di risorse e materiali già in fase di progettazione e produzione, come stiamo facendo con gli imballaggi».

– foto ufficio stampa Conai –

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La Bce ferma gli acquisti di titoli, a luglio il primo rialzo dei tassi

FRANCOFORTE (GERMANIA) (ITALPRESS) – Il Consiglio direttivo dela Bce ha deciso di compiere ulteriori passi nella normalizzazione della politica monetaria. Durante questo processo manterrà gradualità, flessibilità, ricorso ai dati e apertura alle opzioni nella conduzione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo ha deciso di porre fine agli acquisti netti di attività nell’ambito del PAA a partire dal 1 luglio 2022. Esso intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento della Bce e, in ogni caso, finchè sarà necessario per mantenere condizioni di abbondante liquidità e un orientamento adeguato di politica monetaria. Il Consiglio direttivo della Bce ha esaminato attentamente le condizioni che, secondo le sue indicazioni prospettiche, devono essere soddisfatte prima di iniziare a innalzare i tassi di interesse di riferimento. Pertanto, in linea con la sequenza delle sue misure di politica monetaria, il Consiglio direttivo intende innalzare i tassi di interesse di riferimento della BCE di 25 punti base con la riunione di politica monetaria di luglio. Nel frattempo, esso ha deciso che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. Su un periodo più esteso, il Consiglio direttivo si attende un nuovo aumento dei tassi di riferimento a settembre. La calibrazione di questo incremento dei tassi dipenderà dalle prospettive aggiornate per l’inflazione a medio termine. Se le prospettive di inflazione nel medio periodo permarranno tali o si deterioreranno, un incremento maggiore sarà appropriato alla riunione di settembre.
Dopo settembre, in base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo prevede che un graduale ma duraturo un percorso di ulteriori aumenti dei tassi di interesse sia appropriato.
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Von Der Leyen “Serve un grande investimento sulle rinnovabili”

ROMA (ITALPRESS) – “Dobbiamo renderci indipendenti da qualsiasi combustibile fossile” e “investire in massa sulle energie rinnovabili”. E’ la prospettiva indicata da Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione europea, durante il suo intervento al Museo Maxxi di Roma per la presentazione del Festival internazionale ‘New European Bauhaus’. “A causa di questa guerra orribile – ha spiegato la numero uno della Commissione europea – abbiamo deciso di ridurre la dipendenza dal gas russo, adesso dobbiamo stare attenti a non incatenarci ai nuovi fornitori che individueremo”. Sulla necessità di passare quanto prima alle fonti rinnovabili per produrre energia Von Der Leyen ha osservato che “per troppi decenni abbiamo inquinato, sprecato, estratto e preso dal pianeta più di quello che potevamo ridare e sappiamo che ora serve un cambiamento, per questo c’è il Green deal europeo”.
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Il Parlamento Ue conferma lo stop alle auto a benzina e diesel nel 2035

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STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – A partire dal 2035 stop alla vendita di auto nuove a benzina e diesel. La plenaria dell’Europarlamento ha approvato la proposta della Commissione Europea di stoppare la vendita di motori endotermici entro il 2035, uno degli assi portanti del pacchetto Fit for 55, che prevede di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2021. Bocciato invece l’emendamento sostenuto dal Partito Popolare Europeo volto a ridurre dal 100% al 90% il taglio delle emissioni di CO2. La decisione conferma l’intenzione del Parlamento Ue di rafforzare gli incentivi alla decarbonizzazione attraverso il mercato della CO2.
Disco verde anche per la proposta degli eurodeputati italiani di tutti gli schieramenti per prolungare la deroga alle regole europee sugli standard di emissione della CO2 di cui già oggi beneficiano i produttori di nicchia, e pensata per salvaguardare la produzione di supercar nella Motor Valley dell’Emilia-Romagna.

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Salario minimo, trovato l’accordo politico sulla direttiva Ue

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Nella notte è stato raggiunto l’accordo politico tra il Parlamento Europeo e i 27 Stati membri dell’Unione sulla direttiva sul salario minimo proposta dalla Commissione nell’ottobre 2020.
All’inizio del suo mandato, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen aveva promesso uno strumento giuridico per garantire che i lavoratori europei abbiano un salario minimo equo.
La direttiva stabilisce un quadro per l’adeguatezza del salario minimo legale, promuovendo al contempo la contrattazione collettiva.
“Un salario minimo adeguato è importante per rafforzare l’equità sociale e sostenere una ripresa economica sostenibile e inclusiva. Migliori condizioni di lavoro e di vita avvantaggiano anche le imprese, la società e l’economia in generale, aumentando la produttività e la competitività”, sottolinea la Commissione Europea in una nota, commentando con soddisfazione l’accordo raggiunto.
“La protezione del salario minimo esiste in tutti gli Stati membri dell’UE – spiega la Commissione -, sia attraverso salari minimi legali e contratti collettivi, sia esclusivamente attraverso contratti collettivi. Garantire che i lavoratori percepiscano salari adeguati è essenziale per migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro e per costruire economie e società eque e resilienti. Tuttavia, alcuni lavoratori risentono di una scarsa adeguatezza o di lacune nella copertura della protezione del salario minimo”. La nuova direttiva mira ad affrontare questo problema “stabilendo un quadro dell’UE per migliorare un’adeguata protezione del salario minimo. Ciò avverrà nel pieno rispetto delle tradizioni e delle competenze nazionali nonchè dell’autonomia delle parti sociali. Non richiede agli Stati membri di introdurre salari minimi legali, nè stabilisce un livello salariale minimo comune in tutta l’UE”.

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Pnrr, Gentiloni “Con richiesta proroga in discussione intero piano”

TORINO (ITALPRESS) – “Se l’Italia chiedesse una proroga dei tempi di attuazione del Pnrr non sarebbe una questione di bella o brutta figura, sarebbe mettere in discussione una delle svolte strategiche più importanti dell’Unione Europea”. Così Paolo Gentiloni, commissario europeo all’economia al Festival internazionale dell’economia. “Il governo non ci pensa per niente” assicura Gentiloni, che rimarca come “tutti stanno faticando ma si devono rispettare gli obiettivi, scadenze e cronoprogrammi. Le difficoltà devono essere prese di petto e affrontate”.
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Zelensky a UE “Approvare al più presto le nuove sanzioni”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – L’accordo sul sesto pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia fatica a vedere la luce. Nè deve stupire: tocca direttamente le forniture di energia a cominciare dal petrolio e queto spiega la lentezza del processo decisionale. Annunciato il 4 maggio non è ancora riuscito a vedere la luce al tavolo del Consiglio europeo riunito oggi e domani. Se ne parlerà, probabilmente alla prossima riunione prevista per il 23 e 24 giugno. Il meccanismo dell’unanimità ha mostrato tutti i suoi limiti. Basta il voto contrario di uno del 27 componenti della Ue per bloccare ogni decisione. Nè è bastato l’appello del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenuto al Consiglio europeo Nel suo intervento in videoconferenza, durato circa 10 minuti, Zelensky ha ricordato le forti perdite nel conflitto tra l’approvazione del quinto pacchetto e il sesto ancora in discussione e chiesto di “approvare le sanzioni il prima possibile”, senza entrare nel dettaglio delle misure. Ha fatto anche riferimento alla “situazione molto critica” nel Donbass e ha ringraziato i leader per il supporto ed espresso la necessità di ricevere altro sostegno.
foto: agenziafotogramma.it
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