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Cultura Italiae, serve politica culturale europea comune

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ROMA (ITALPRESS) – Cultura Italiae promuove iniziative e progetti concreti finalizzati a rappresentare l’Italia del merito e dell’eccellenza, portando avanti l’idea della cultura come volano economico del sistema Paese, come evidenziato in apertura dell’audizione sul futuro dell’Europa dal Presidente Angelo Argento.
Da questa visione condivisa della cultura in termini di motore di sviluppo non solo etico, ma anche economico, deriva la proposta di ricercare e costruire un’identità culturale europea comune, che abbia rispetto del passato e tenga conto delle differenze tra i Paesi membri.
“Occorre che la cultura nazionale – ha proseguito il presidente Argento – faccia un passo avanti verso la creazione di una comune e condivisa cultura europea, favorendo la contaminazione. Esempi di questo processo potrebbero essere la sperimentazione di classi di formazione europea (ad esempio, cinematografica) e percorsi obbligatori di interscambio (quali l’Erasmus) per i professori.
“Come esiste già una politica economica comune – prosegue – ci sarà, si spera presto una politica di difesa ed estera comune, occorre una politica culturale comune per creare davvero l’identità del cittadino europeo.
Cultura Italiae auspica in tal senso il potenziamento di strumenti già esistenti”.
Valerio Valla, Segretario Generale di Cultura Europae, ha declinato questo sforzo negli obiettivi concreti di seguito elencati: potenziamento delle risorse destinate al settore (tenuto conto che nel Quadro Finanziario Pluriennale UE per il periodo 2021- 2027 le risorse risultano inadeguate); maggior coordinamento tra i finanziamenti diretti e quelli derivanti dai fondi strutturali; istituzione di una cabina di regia di settore; potenziamento delle risorse destinate al settore anche nell’ambito del Programma Horizon.
-foto ufficio stampa Cultura Italiae-
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Ue, Borrell “Lavoriamo per lo stop alle importazioni di petrolio russo”

FIRENZE (ITALPRESS) – “Stiamo lavorando per arrivare a un accordo tra tutti i Paesi europei per fermare l’importazione di petrolio dalla Russia. Si farà. E se non si fa presto, cioè entro questo fine settimana, dovrò far riunire il Consiglio dei ministri degli Esteri per avere un accordo politico”. Lo ha detto Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, intervenendo a un’iniziativa legata al Festival dell’Europa.
“Il Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue, sta lavorando. Stiamo cercando una soluzione che possa essere accettate da tutti, perchè non tutti sono nella stessa situazione. Dobbiamo comprendere la situazione dell’Ungheria, della Repubblica Ceca di altri, ma dobbiamo arrivare a una soluzione veloce”, ha aggiunto.

– foto agenziafotogramma.it –

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Ucraina, Metsola “Continueremo con le sanzioni e gli aiuti”

FIRENZE (ITALPRESS) – “Dobbiamo e vogliamo sganciare le nostre dipendenze dal Cremlino. Perchè metteremo fine alle importazioni di petrolio e perchè dobbiamo portare avanti la nostra politica di zero gas dalla Russia. Continueremo con le sanzioni e gli aiuti all’Ucraina. Perchè vogliamo e dobbiamo ricostruire l’Ucraina. Perchè ci preoccuperemo e accoglieremo tutti coloro che fuggono dalle bombe, dai missili e dalle atrocità di Putin. Ecco perchè l’Ucraina vincerà. Questo è il motivo per cui l’Europa sarà pronta per la prossima generazione”. Lo ha detto la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola intervenendo al convegno ‘The State of Union’ in svolgimento a Firenze.
“Il grave errore di Putin è stato assumere che le nostre differenze fossero una debolezza; la nostra difesa dei diritti fondamentali, un segno di debolezza. Si è sbagliato. In democrazie come la nostra, questi sono i nostri punti di forza. Sono le basi dei prossimi passi. Sono la nostra legittimità e sono la nostra bussola. Questo è il motivo per cui abbiamo accelerato i nostri passi verso una maggiore sicurezza e la costruzione di una nuova unione di sicurezza e difesa”, ha aggiunto.
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-foto Agenzia Fotogramma-

Letta “L’Ue svolta se toglie il diritto di veto”

ROMA (ITALPRESS) – «L’Europa si blocca quando regole come quelle attuali consentono a un singolo Paese di esercitare il diritto di veto. L’Ungheria di Orban, per fare un esempio non casuale, ha facoltà di farlo ogni volta che ritiene. Come se in Italia, dopo una decisione del governo nazionale, arrivassero le Marche e dicessero: “fermi tutti”. Non si può andare avanti così». Lo dice il segretario del Pd, Enrico Letta, in un’intervista al quotidiano La Repubblica.
«Io penso che stiano accadendo fatti storici che aprono grandi possibilità – sottolinea Letta -. L’altro giorno, proprio dopo il bellissimo discorso di Mario Draghi a Strasburgo, è stata votata una riforma della legge elettorale europea e per la prima volta, con le elezioni del 2024, una quota di europarlamentari sarà eletta con metodo transnazionale. Quindi, il 9 maggio, può partire la Convenzione per la riforma dei trattati, proprio con l’obiettivo di eliminare il meccanismo dell’unanimità e del diritto di veto su molte materie. Sono molto fiducioso, da qui può nascere la svolta per una vera Europa federale».

– foto agenziafotogramma.it –

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Ue, la Commissione propone le nuove sanzioni alla Russia

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – La Commissione europea ha varato il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per l’aggressione all’Ucraina. Lo ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha presentato davanti al Parlamento europeo riunito in plenaria le misure restrittive proposte agli Stati membri, che decideranno all’unanimità. “Proponiamo un divieto al petrolio russo, uno stop totale a tutte le importazioni di greggio entro sei mesi e di petrolio raffinato entro l’anno”, ha detto la presidente della Commissione europea. Tra le misure previste anche l’eliminazione dal sistema Swift di alcune banche russe, tra cui la SberBank, la più grande nel mercato russo, e il divieto di fornire servizi contabili e di consulenza europei di cui alcune società russe usufruiscono. Infine, verranno elencati alcuni dei responsabili di crimini di guerra a Bucha e dell’assedio a Mariupol, tra cui ufficiali di alto rango. “Sappiamo chi siete e sarete ritenuti responsabili” ha detto la presidente rivolgendosi agli autori delle stragi.
-Photo credit: agenziafotogramma.it-
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Ue, Draghi “Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico”

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – “Le istituzioni che i nostri predecessori hanno costruito negli scorsi decenni hanno servito bene i cittadini europei, ma sono inadeguate per la realtà che ci si manifesta oggi davanti”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento, al Parlamento Europeo di Strasburgo, sullo stato dell’Unione e il suo futuro. “La pandemia e la guerra hanno chiamato le istituzioni europee a responsabilità mai assunte fino ad ora – ha aggiunto -. Il quadro geopolitico è in rapida e profonda trasformazione. Dobbiamo muoverci con la massima celerità”. Per Draghi “abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico, che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso – dall’economia, all’energia, alla sicurezza. Se ciò richiede l’inizio di un percorso che porterà alla revisione dei Trattati, lo si abbracci con coraggio e con fiducia”.
“La guerra in Ucraina pone l’Unione Europea davanti a una delle più gravi crisi della sua storia. Una crisi che è insieme umanitaria, securitaria, energetica, economica. E che avviene mentre i nostri Paesi sono ancora alle prese con le conseguenze della maggiore emergenza sanitaria degli ultimi cento anni”, ha sottolineato Draghi.
“La risposta europea alla pandemia è stata unitaria, coraggiosa, efficace – ha aggiunto -. La ricerca scientifica ci ha consegnato, con una rapidità senza precedenti, vaccini capaci di frenare il contagio, di abbattere in modo drastico la severità della malattia”. Il premier ha ricordato: “Abbiamo organizzato la più imponente campagna di vaccinazione della storia recente, che ci ha permesso di salvare vite, riportare i ragazzi a scuola, far ripartire l’economia. Abbiamo approvato il Next Generation EU, il primo grande progetto di ricostruzione europea, finanziato con il contributo di tutti, per venire incontro alle esigenze di ciascuno. La stessa prontezza e determinazione – ha detto ancora Draghi -, lo stesso spirito di solidarietà, ci devono guidare nelle sfide che abbiamo davanti oggi”.

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Ue, Gentiloni “Il rischio di stagnazione è alto”

ROMA (ITALPRESS) – “Il rischio stagnazione è molto alto è dipenderà” da molte variabili, “dalla durata della guerra, dall’impatto sul commercio internazionale sulle catene della logistica, dalla fiducia dei consumatori”. Lo ha detto il Commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, al Forum Confcommercio-Ambrosetti. “I rischi provengono dall’inflazione che si era già manifestata nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Ora ci troviamo in un contesto di incredibile imprevedibilità e incertezza”, ha aggiunto.
“A inizio anno noi avevamo una economia europea in buone condizioni, c’era un livello di risparmio senza precedenti. Presenterò le nuove previsioni economiche il prossimo 16 maggio, ma il tasso di crescita sarà molto più ridotto”, ha sottolineato Gentiloni. In questo senso “l’importanza del Pnrr non è sminuita ma valorizzata, ricordiamo che questo discorso ha un valore particolare per l’Italia”, ha aggiunto.

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Bce “I rischi al ribasso per la crescita aumentano con la guerra”

FRANCOFORTE (GERMANIA) (ITALPRESS) – “I rischi al ribasso per le prospettive di crescita sono considerevolmente aumentati per effetto della guerra in Ucraina. Sebbene siano diminuiti i rischi legati alla pandemia, la guerra potrebbe incidere in misura ancora maggiore sul clima di fiducia e aggravare ulteriormente le limitazioni dal lato dell’offerta”. Lo sottolinea la Banca Centrale Europea nel Bollettino Economico.
“I costi dell’energia persistentemente elevati, insieme alla perdita di fiducia, potrebbero deprimere la domanda e frenare i consumi e gli investimenti in misura superiore al previsto – spiega la Bce -. Si sono inoltre intensificati i rischi al rialzo per le prospettive di inflazione, soprattutto nel breve termine. Nel medio periodo tali rischi sono rappresentati da variazioni delle aspettative di inflazione superiori all’obiettivo, aumenti salariali maggiori rispetto a quanto previsto e un peggioramento duraturo delle condizioni dal lato dell’offerta. Tuttavia, un eventuale indebolimento della domanda nel medio termine ridurrebbe le pressioni sui prezzi”.

– foto agenziafotogramma.it –

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