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Accordo Ue sul Digital Services Act, nuove regole per le Big Tech

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – La notte scorsa Parlamento e Consiglio Europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla legge sui servizi digitali (Digital Services Act – DSA). Insieme al Digital Markets Act, il DSA stabilirà gli standard per uno spazio digitale più sicuro e più aperto per gli utenti e condizioni di parità per le aziende negli anni a venire.
In base alle nuove regole, i servizi intermediari, in particolare le piattaforme online, come i social media e i mercati, dovranno adottare misure per proteggere i propri utenti da contenuti, beni e servizi illegali.
Ecco le novità introdotte dal nuovo pacchetto di norme.
Responsabilità algoritmica: la Commissione Europea così come gli Stati membri avranno accesso agli algoritmi di piattaforme online molto grandi.
Rimozione rapida di contenuti illegali online, inclusi prodotti, servizi: una procedura più chiara di “avviso e azione” in cui gli utenti saranno autorizzati a segnalare contenuti illegali online e le piattaforme online dovranno agire rapidamente.
Diritti fondamentali da tutelare anche online: tutele più forti per garantire che le segnalazioni siano trattate in modo non arbitrario e non discriminatorio e nel rispetto dei diritti fondamentali, compresa la libertà di espressione e la protezione dei dati.
Mercati online più responsabili: devono garantire che i consumatori possano acquistare prodotti o servizi sicuri online, rafforzando i controlli per dimostrare che le informazioni fornite dai professionisti sono affidabili (principio “Know Your Business Customer”) e adoperarsi per prevenire la visualizzazione di contenuti illegali le loro piattaforme, anche attraverso controlli casuali.
Le vittime della violenza informatica saranno meglio protette soprattutto contro la condivisione non consensuale (revenge porn) con rimozioni immediate.
Sanzioni: piattaforme online e motori di ricerca possono essere multati fino al 6% del loro fatturato mondiale. Nel caso di piattaforme online molto grandi (con più di 45 milioni di utenti), la Commissione UE avrà il potere esclusivo di esigere la conformità.
Meno oneri e più tempo per adattarsi alle PMI: un periodo più lungo per applicare le nuove regole sosterrà l’innovazione nell’economia digitale. La Commissione seguirà da vicino i potenziali effetti economici dei nuovi obblighi per le piccole imprese.
I nuovi obblighi di trasparenza per le piattaforme consentiranno agli utenti di essere meglio informati su come viene loro consigliato il contenuto (sistemi di raccomandazione) e di scegliere almeno un’opzione non basata sulla profilazione.
Pubblicità online: gli utenti avranno un migliore controllo su come vengono utilizzati i loro dati personali. La pubblicità mirata è vietata quando si tratta di dati sensibili (ad esempio basata su orientamento sessuale, religione, etnia).
Tutela dei minori: le piattaforme accessibili ai minori dovranno adottare misure specifiche per tutelarli, anche vietando totalmente la pubblicità mirata.
Sarà vietato manipolare le scelte degli utenti attraverso “modelli oscuri”: le piattaforme e i mercati online non dovrebbero spingere le persone a utilizzare i loro servizi, ad esempio dando maggiore risalto a una scelta particolare o esortando il destinatario a modificare la propria scelta tramite l’interferenza dei pop-up. Inoltre, annullare un abbonamento a un servizio dovrebbe diventare facile come abbonarsi allo stesso.
Risarcimento: i destinatari dei servizi digitali avranno il diritto di chiedere il risarcimento di eventuali danni o perdite subiti a causa di violazioni da parte delle piattaforme.
Le piattaforme online molto grandi dovranno rispettare obblighi più severi nell’ambito della DSA, proporzionati ai notevoli rischi per la società che comportano quando diffondono contenuti illegali e dannosi, compresa la disinformazione.
Inoltre dovranno valutare e mitigare i rischi sistemici ed essere soggette ad audit indipendenti ogni anno. Inoltre, le grandi piattaforme che utilizzano i cosiddetti “sistemi di raccomandazione” (algoritmi che determinano ciò che gli utenti vedono) devono prevedere almeno un’opzione che non sia basata sulla profilazione.

– foto agenziafotogramma.it –

(ITALPRESS).

Letta “Creare una confederazione europea per aprire le porte a Kiev”

ROMA (ITALPRESS) – “Creiamo subito una Confederazione europea, composta dai 27 Stati membri, dall’Ucraina e da Georgia e Moldavia, e poi da Nord Macedonia, da Serbia e Montenegro, Albania, Bosnia e Kosovo. L’Ucraina e gli altri paesi in attesa potrebbero partecipare alla vita pubblica europea e avere soggettività in uno spazio politico e strategico comune. In parallelo proseguirebbe, senza forzature e con la tempistica opportuna, il percorso ordinato di adesione all’Ue”. E’ la proposta lanciata dal segretario del Pd, Enrico Letta, sulle pagine del Corriere della Sera.
Secondo questo schema, le riunioni del Consiglio Europeo “dovrebbero essere immediatamente seguite, con grande forza simbolica, nello stesso luogo, dal summit dei leader della Confederazione”.
(ITALPRESS).

(Photo credit: agenziafotogramma.it)

Pnrr, l’Ue versa all’Italia la prima rata da 21 miliardi

ROMA (ITALPRESS) – La Commissione Europea ha versato all’Italia la prima rata da 21 miliardi per il Pnrr, dando seguito alla valutazione positiva della richiesta di pagamento presentata da Roma a fine dicembre, che ha certificato il raggiungimento dei 51 obiettivi previsti nel Piano per il 2021. Tale rata, che segue l’erogazione nel mese di agosto di 24,9 miliardi a titolo di prefinanziamento, ha un valore complessivo di circa 24,1 miliardi, con una parte di contributi a fondo perduto pari a 11,5 miliardi e una di prestiti pari a 12,6 miliardi. L’importo effettivamente versato di 21 miliardi (suddivisi fra 10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti) – spiega in una nota il Mef – è al netto di una quota che la Commissione trattiene su ogni rata di rimborso, pari al 13% del prefinanziamento ricevuto ad agosto 2021 dall’Italia.
(ITALPRESS).

Ucraina, dall’Ue 3,5 mld ai Paesi membri per l’accoglienza dei rifugiati

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Per facilitare l’accoglienza dei rifugiati provenienti dall’Ucraina a seguito dell’aggressione russa, il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato oggi un atto legislativo che consente agli Stati membri di ricevere quest’anno un totale di 3,5 miliardi di euro supplementari in funzione del numero di rifugiati ospitati.
L’atto introduce modifiche volte ad aumentare il prefinanziamento dell’iniziativa di assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa REACT-EU, uno dei programmi post-pandemia più importanti per rafforzare i fondi della politica di coesione e il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD).
Concretamente il prefinanziamento che sarà versato nel 2022 a titolo di REACT-EU sarà aumentato dall’11% al 15% per tutti gli Stati membri e dall’11% al 45% per i paesi dell’UE in cui il numero di rifugiati provenienti dall’Ucraina superava l’1% della rispettiva popolazione alla fine del primo mese successivo all’invasione russa.
Inoltre, l’atto introduce la possibilità di un costo unitario per persona per semplificare la mobilitazione dei fondi, il che consente di rispondere più efficacemente alle esigenze essenziali degli sfollati ucraini e di fornire loro un’assistenza di base.
Queste modifiche mirano ad ridurre l’onere che grava sui bilanci pubblici degli Stati membri affinchè questi ultimi possano gestire meglio questo afflusso di rifugiati.
(ITALPRESS).

Horizon 2020, con i bandi energia 385 milioni alle imprese italiane

ROMA (ITALPRESS) – Un buon successo di finanziamento, realizzato con un grande sforzo progettuale, fatto di risorse umane, di qualità e di cooperazione, che ha portato al riconoscimento di oltre 385 milioni di euro per le imprese italiane. L’Italia ha partecipato efficacemente ai bandi energia del Programma quadro dell’UE per la ricerca e l’innovazione “Horizon 2020” comparendo, come partner o come coordinatore, in oltre 6.000 progetti, ottenendo finanziamenti su ben 958 proposte, con un tasso di successo pari quasi al 16% e posizionandosi come terzo paese per numero di proposte finanziate, dopo la Spagna e la Germania in un programma europeo altamente competitivo. Sono questi alcuni dei dati contenuti nello studio “L’impatto della partecipazione al programma Horizon 2020 sulle imprese italiane: un’analisi per il settore energia”, realizzato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE SpA), dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e dall’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (APRE).
Il rapporto è stato presentato a Roma da Alberto Biancardi, Direttore Studi, Monitoraggio e Relazioni internazionali GSE, Franco D’Amore, Vicepresidente I-Com, e Chiara Pocaterra, Capo dipartimento Progetti Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (APRE), in un convegno pubblico organizzato da I-Com e dalla Rappresentanza della Commissione europea in Italia. Ad aprire i lavori della giornata è stato l’Amministratore Unico del GSE, Andrea Ripa di Meana, mentre in chiusura è intervenuto il Presidente dell’ENEA, Gilberto Dialuce.
Se si guarda al dettaglio dei 958 progetti dell’Italia, emerge che le aziende private sono i soggetti più presenti nelle proposte finanziate (il 45% rispetto al totale). Questo conferma la buona propensione dell’industria italiana a partecipare al programma quadro di finanziamento per la ricerca e l’innovazione. Seguono i centri di ricerca e le università (che nel complesso rappresentano il 35% dei soggetti finanziati rispetto al totale), mentre il restante 12% è costituito prevalentemente da soggetti no-profit o di altra natura.
Guardando ai bandi del settore energetico pubblicati nei sette anni del programma “Horizon 2020” (2014 – 2020) risulta che il maggior numero di proposte finanziate – 549 progetti che rappresentano il 57% del totale – ricadono nell’area relativa all’attività di ricerca, sviluppo e dimostrazione su scala reale di fonti energetiche rinnovabili e tecnologie innovative per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica a costi inferiori e sicure per l’ambiente (Low Carbon Energy). Lo studio GSE-I-Com-APRE evidenzia poi come un’altra quota importante, 288 proposte che rappresentano il 30% del totale, sia stata finanziata attraverso i bandi per l’efficienza energetica (bandi Energy Efficiency).
Inoltre, 53 proposte italiane (6% del totale) hanno riguardato il comparto delle Smart City, per lo sviluppo sostenibile delle aree urbane. Questa tipologia di bandi richiedeva lo sviluppo di tecnologie e servizi nuovi, efficienti e di facile utilizzo, in particolare nei settori dell’energia, dei trasporti e dei servizi digitali, attraverso approcci integrati sia in termini di ricerca e sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate, sia di implementazione. Infine il tema degli accumuli: in questo comparto sono state 36 le proposte italiane (il 4% del totale) che hanno riguardato i bandi dedicati allo studio e allo sviluppo delle batterie (Batteries).
Per quanto riguarda gli impatti determinati dai bandi, la risposta delle imprese è stata sorprendentemente positiva. Significativi benefici sono stati evidenziati sull’occupazione, sul fatturato e sul miglioramento in termini di offerta di prodotti/servizi/sistemi, oltre che sulle opportunità in termini di apertura di nuovi mercati e creazione di partnership. Meno rilevanti sono risultate le attività brevettuali scaturite dalla partecipazione alle call di Horizon 2020, così come la nascita di start-up. Grande importanza è stata data dalle aziende al tema del network: la rete di relazioni è infatti un asset centrale che ha consentito alle imprese la costituzione dei partenariati, superando così uno dei principali ostacoli alla partecipazione al programma.
Il Rapporto è uno strumento utile per la comunità nazionale R&I e per decisori politici. I dati presentati non solo fotografano lo stato dell’arte ma rappresentano una chiave di lettura verso il futuro, fondamentale per comprendere i punti di forza e di debolezza del settore energia nel sistema nazionale R&I. L’impegno congiunto di GSE, I-Com e APRE è infatti quello di facilitare la partecipazione italiana di qualità in Horizon Europe, il Programma Quadro che finanzierà la ricerca e innovazione europea fino al 2027.
“Il GSE sta lavorando per dare forma finale e presentare una iniziativa che speriamo possa essere utile al sistema italiano. L’intento è quello di informare le aziende italiane e facilitare l’accesso a bandi internazionali nel settore energia, non solo europei, ma anche della Banca mondiale. Questo Portale, che sarà messo online a breve, si chiamerà Genio, e sarà un sito aperto e partecipato da soggetti imprenditoriali che vorranno, con il supporto del GSE, partecipare a questi bandi, anche ad esempio a quelli di Horizon 2027”, ha detto l’Amministratore Unico del GSE, Andrea Ripa di Meana, aprendo i lavori del convegno.
(ITALPRESS).

Ue, Gentiloni: “Guerra e pandemia hanno rallentato la crescita”

BARI (ITALPRESS) – “La sequenza di queste due crisi, pandemia e guerra in Ucraina, fa impressione, in due anni abbiamo avuto due cigni neri. Ci saranno delle conseguenze economiche, oltre quelle umanitarie, il percorso di crescita previsto, +4% l’anno nella media dei paesi europei, sarà ridimensionato. Di quanto sarà difficile dirlo, ma l’impatto ci sarà”. Lo ha detto il commissario europeo per gli Affari Economici, Paolo Gentiloni, ospite di Sky Tg24 “Live in Bari”.
“Dobbiamo tutti essere consapevoli che partecipare alla guerra direttamente sarebbe molto più pesante e costoso, ma anche una risposta in termini diplomatici non è priva di conseguenze”, ha aggiunto.
“Stop al gas russo? A livello europeo abbiamo deciso di rispondere ad una guerra non partecipando alla guerra, rischiando una terza guerra mondiale, ma reagendo appoggiando l’aggredito e colpendo l’aggressore, abbiamo deciso di rispondere con delle misure economiche”, ha sottolineato Gentiloni.
“Per rispondere con delle misure economiche prima di tutto serve l’unità – ha aggiunto -. Stiamo ragionando sul sesto pacchetto di sanzioni, vedremo, dobbiamo conservare l’unità dei paesi europei e prendere delle misure che non abbiamo un impatto pesante sull’economia, si sta ragionando sul tema petrolio”.
(ITALPRESS).

(Photo credit: agenziafotogramma.it)

L’Europarlamento chiede l’embargo sull’energia russa

STRASBURGO (ITALPRESS) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato oggi una risoluzione che chiede l’embargo totale e immediato sulle importazioni dalla Russia di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas. “Il Parlamento europeo sta guidando l’Ue nella giusta direzione votando proprio ora per un completo embargo all’energia russa. Ora tocca ai Governi. #StopRussianAggression”, scrive su twitter il segretario del Pd, Enrico Letta.
(ITALPRESS).

Green Deal, nuove regole sulle infrastrutture energetiche transeuropee

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – Il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva i nuovi criteri per valutare i progetti energetici da finanziare e armonizzare il regolamento vigente con il Green Deal.
Nella normativa, concordata con il Consiglio nel dicembre 2021, si stabiliscono i criteri e la metodologia per selezionare i progetti energetici di interesse comune (Projects of Common Interest – PCIs), quali, ad esempio, linee di trasmissione ad alta tensione, gasdotti, impianti di stoccaggio o reti intelligenti dell’energia elettrica, che beneficerebbero di procedure di autorizzazione semplificate e che potrebbero ricevere finanziamenti europei.
Il testo legislativo è stato approvato con 410 voti favorevoli, 146 contrari e 72 astensioni.
Nel corso dei negoziati, i deputati hanno ottenuto l’estensione dei finanziamenti per i progetti che riguardano lo sviluppo di infrastrutture per l’idrogeno, la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Questi fondi saranno in aggiunta a quelli per il riutilizzo delle infrastrutture di gas naturale esistenti per il trasporto o lo stoccaggio di idrogeno, che potranno beneficiare dei fondi UE fino al 31 dicembre 2027.
I progetti idonei a ricevere i fondi UE dovranno contribuire in misura significativa alla sostenibilità, anche rafforzando il progressivo abbandono dei combustibili fossili solidi, in particolare carbone, lignite, torba e scisto bituminoso, oltre a favorire l’integrazione del mercato e aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico.
I nuovi progetti legati al gas naturale non potranno beneficiare dei fondi UE. Tuttavia, una deroga temporanea permetterà a Cipro e Malta di avere un progetto gas a idrogeno, finanziato con l’obiettivo di porre fisicamente fine all’isolamento dalla rete del gas dell’Unione.
“La tragica realtà odierna della guerra in Europa e il livello drammaticamente basso di sicurezza energetica dell’Unione dimostrano che, da anni, l’UE ha commesso gravi errori nella valutazione dei suoi bisogni, anche in termini di infrastrutture energetiche transeuropee”, afferma il relatore Zdzislaw Krasnodebski (ECR). Con la nuova legislazione, “non stiamo solo migliorando il processo di pianificazione delle infrastrutture, ma anche spingendo per nuovi tipi di progetti di interesse comune, in linea con gli obiettivi climatici. Il nuovo quadro TEN-E incoraggerà gli investimenti nelle reti di idrogeno e CO2, così come lo sviluppo delle reti offshore”, ha aggiunto.
Il testo sarà adottato formalmente anche dal Consiglio UE e entrerà in vigore un giorno dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
(ITALPRESS).