BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il presidente di Cea-Pme (Confederazione europea delle piccole e medie imprese) e di Confapi, Maurizio Casasco, è intervenuto in presenza a Bruxelles all’apertura della settima edizione dell’UE-Africa Business Forum (EABF22) insieme alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen.
“I nostri imprenditori – ha detto Casasco – vogliono costruire ponti che favoriscano lo scambio non solo di merci, ma anche di valori, formazione, know how, che sostengano la contaminazione di idee e il trasferimento di esperienze. Storicamente, anche e soprattutto per la sua collocazione geografica l’Italia ha rivestito e deve continuare a rivestire un ruolo primario nel rapporto con il continente africano. E’ anche da qui, e lo dico da Presidente europeo, che l’Europa deve ripartire per aprire nuove prospettive. Ed è proprio lì che noi imprenditori dobbiamo guardare con attenzione per lo sviluppo e la crescita delle nostre industrie, della nostra manifattura e del lavoro”.
“Le oltre 2 milioni di piccole e medie imprese private europee dei 27 Paesi che rappresento con più di 20 milioni di lavoratori – ha dichiarato Casasco – guardano l’Africa con straordinario interesse. Molte sono le sfide che attendono entrambi i continenti: come favorire la creazione di lavoro e sviluppo, soprattutto per giovani e donne, all’interno di sistemi economici sostenibili che sappiano guidare digitalizzazione e nuove tecnologie, investimenti in istruzione per produrre una crescita inclusiva. Il modello delle Pmi non rappresenta, infatti, solo un valore economico, ma anche sociale e quindi è una grande opportunità oltre che un esempio di sostenibilità. La stabilità sociale e lo sviluppo economico sarebbero favoriti se i Paesi africani, sull’esempio dell’Europa, intraprendessero un percorso che portasse all’affermazione e alla diffusione di una loro moneta unica”.
L’evento, organizzato congiuntamente da Commissione Europea, Africa Union Commission e da organizzazioni imprenditoriali europee ed africane, ha coinvolto oltre 10.000 partecipanti tra leader politici, decision maker e imprenditori africani ed europei che si sono confrontati sul futuro delle relazioni economiche tra i due continenti.
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Casasco “Le Pmi europee guardano all’Africa”
Vino, Europarlamento cancella il riferimento al cancro dalle etichette
ROMA (ITALPRESS) – “C’è differenza tra consumo nocivo e moderato di bevande alcoliche e non è il consumo in sè a costituire fattore di rischio per il cancro”. E’ una delle modifiche alla relazione sul Piano di azione anti-cancro approvate dall’Europarlamento. Dal testo è stato cancellato anche il riferimento ad avvertenze sanitarie in etichetta.
“E’ stata riconosciuta più appropriata la linea dell’approccio moderato. Auspichiamo che ora si possa continuare a lavorare insieme per la lotta contro il cancro senza demonizzare il consumo consapevole di vino e delle altre bevande alcoliche”, questo il primo commento delle organizzazioni della filiera vitivinicola italiana – Alleanza delle Cooperative Italiane – agroalimentare, Assoenologi, Confagricoltura, CIA- Agricoltori Italiani, Copagri, Federvini, Federdoc, Unione Italiana Vini – dopo l’esito del voto in plenaria del Rapporto della Commissione speciale del Parlamento europeo per la lotta contro il cancro (BECA) sul rafforzamento delle strategie dell’Europa nel combattere la malattia.
Le Organizzazioni ricordano che il Rapporto BECA, pur contenendo elementi importanti nella strategia di lotta al cancro e di accesso alle cure, aveva un approccio antiscientifico in relazione al consumo di alcol, non distinguendo tra uso moderato e abuso. Seguendo tale approccio, si sarebbe unicamente penalizzato pesantemente un intero settore economico che rappresenta invece un’eccellenza per qualità della produzione, storia, cultura, ed è volano di sviluppo di turismo e occupazione.
La relazione BECA eliminava la parola “nocivo” prima del ‘consumò di alcol, termine che esisteva nella relazione della Commissione; proponeva l’inserimento in etichetta di pesanti ‘health warnings’ e chiedeva il divieto di sponsorizzazione totale dell’alcol in relazione alle attività sportive.
“Accogliamo con soddisfazione il reinserimento del concetto di pericolosità dell’ ‘abusò di alcol e non dell’uso di alcol in sè: la misura in cui il vino e le altre bevande alcoliche possono costituire un fattore di rischio dipende in modo significativo non solo dalla modalità, dalla quantità e dalla qualità del prodotto consumato, ma anche dalla predisposizione genetica e dal modello dietetico in cui vengono consumate le bevande alcoliche”.
Il consumo moderato di vino – evidenzia la filiera – è sempre stato un fattore caratterizzante della Dieta Mediterranea, che nel 2010 è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
“Bene anche che si siano evitati gli ‘health warnings’ in etichetta, poichè è senz’altro più efficace e opportuno promuovere il bere responsabile piuttosto che instillare concetti di paura per dissuadere i consumatori dal consumo tout court”.
La filiera del vino italiano ringrazia i parlamentari che hanno recepito le preoccupazioni del settore vitivinicolo e lavorato con convinzione alla stesura e alla presentazione degli emendamenti poi votati in aula”.
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Premi Ue per la mobilità sostenibile, Firenze tra le città finaliste
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – La Commissione Ue annuncia i finalisti dei premi della Settimana europea della mobilità 2021. Amadora, Kassel e Luleburgaz si contendono il premio per i comuni più grandi (oltre 100 000 abitanti), mentre Alimos, Miajadas e Valongo sono le finaliste della categoria dei comuni più piccoli. I premi vanno a riconoscimento di importanti iniziative volte a rendere le città più verdi e più sicure.
Firenze, Rethymno e Varsavia sono in lizza per il premio dell’UE per la sicurezza stradale urbana, attribuito per straordinarie misure di sicurezza stradale, mentre i finalisti della categoria relativa alla pianificazione della mobilità urbana sostenibile sono Madrid, Mitrovica Sud e Tampere.
“Congratulazioni ai finalisti, veri e propri pionieri che dimostrano come le città di tutta Europa possono migliorare il benessere dei cittadini passando a opzioni di trasporto più pulite, più verdi e più semplici per tutti. Sosteniamo questa transizione mediante il nuovo quadro dell’UE per la mobilità urbana, che definisce orientamenti europei su come le città possono ridurre le emissioni di carbonio e inquinanti e migliorare la mobilità”, afferma Adina Valean, Commissaria europea per i Trasporti.
La campagna della Settimana europea della mobilità si svolge ogni anno dal 16 al 22 settembre. L’anno scorso è stato registrato un aumento record del numero di partecipanti alla campagna: oltre 3 100 città di 53 paesi. I vincitori saranno annunciati nel corso di una cerimonia che si terrà il 28 marzo alle 15.
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Ucraina, dal Consiglio dell’Ue ok a piano di aiuti da 1,2 mld
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Gli ambasciatori presso l’UE hanno approvato la proposta della Commissione di fornire all’Ucraina un’ulteriore assistenza finanziaria pari a 1,2 miliardi di euro. Al Parlamento europeo il testo della proposta potrebbe essere soggetto a procedura accelerata al fine di adottarlo il prima possibile. L’obiettivo è quello di fornire un sostegno rapido in una situazione di profonda crisi. Il testo deve essere adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio prima di poter entrare in vigore.
“Le attuali tensioni geopolitiche stanno avendo ripercussioni negative sulla stabilità economica e finanziaria dell’Ucraina. Le persistenti minacce alla sicurezza hanno già determinato un consistente deflusso di capitali – spiega il Consiglio dell’Unione Europea -. L’Ucraina sta perdendo l’accesso ai mercati internazionali dei capitali a causa dell’accentuata incertezza geopolitica e del conseguente impatto sulla situazione economica”.
“L’UE è al fianco dell’Ucraina, anche sul fronte economico. Le attuali tensioni geopolitiche stanno avendo gravi ripercussioni economiche sull’Ucraina. Gli Stati membri sono pronti a fornire assistenza macrofinanziaria per un valore di 1,2 miliardi di EUR. Sono lieto di annunciare che oggi abbiamo deciso di sostenere la proposta della Commissione, in modo che l’aiuto finanziario possa arrivare all’Ucraina il prima possibile”, afferma Bruno Le Maire, ministro francese dell’Economia, delle finanze e della ripresa.
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La crescita italiana sopra la media Ue anche nel 2022
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – La crescita del Pil dell’economia italiana supererà la media Ue anche nel 2022. E’ quanto emerge dalle previsioni economiche di inverno dalla Commissione europea. Seppur solo di 0,1 punti percentuali in più rispetto alla media della zona euro e della media UE, con il 4,1% di crescita del Pil l’economia italiana confermerà il momento di solida ripresa nonostante le stime al ribasso rispetto alle previsioni economiche d’autunno, che prevedevano un aumento di Pil del 4,3%. Il Bel Paese dovrebbe mostrare ritmi di crescita più elevati di Germania, Francia (che cresceranno entrambi del 3,6%) e Paesi Bassi (il cui aumento del Pil raggiungerà il 3%), ma meno consistenti delle percentuali che ci si aspetta per Spagna (+5,6%), Portogallo (+5,5%) e Grecia (+4,9%).
“Tornando ai livelli di Pil pre-pandemici l’Italia fa segnare un record se si pensa che l’Unione Europea ha impiegato 7 anni per tornare al tenore originario del 2008-2009”, ha detto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni.
Le stime dell’esecutivo europeo preannunciano una moderazione della crescita degli investimenti nei prossimi due anni rispetto ai ritmi del 2021, ma garantiscono una loro “crescita solida” supportata dal Piano di Ripresa e Resilienza approntato dall’Italia e dalle esportazioni, che riceveranno un’ulteriore spinta nel 2022. “Il settore dei servizi contribuirà particolarmente alla crescita delle importazioni e beneficerà dalla ripresa graduale del turismo internazionale”, si legge nella relazione della Commissione. “La domanda interna e la spinta data agli investimenti dal Piano di Ripresa e Resilienza saranno i principali artefici dell’espansione nel 2022”, ha continuato Gentiloni.
La crescita dell’economia scenderà al 2,3% rispetto al 2022, a una media cioè più bassa del +2,7% riscontrata nell’Eurozona e del +2,8% medio osservato nell’Ue. Germania e Paesi Bassi potrebbero far meglio rispettivamente con un +2,6 e un +2,7%, mentre la Spagna confermerà ritmi di crescita sostenuti con un +4,4%.
L’inflazione mostrerà un andamento analogo. Attestandosi al 3,8%, a un tasso cioè superiore al 3,5% della media dell’Eurozona, la crescita dei prezzi rallenterà fino al 1,6% nel 2023, scivolando sotto la media dell’1,7% dell’area euro.
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La Commissione Europea accusa Malta di violazioni ambientali
LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Malta è stata deferita dalla Commissione Europea alla Corte di giustizia per lo scarico di rifiuti delle acque reflue in mare.
La decisione della commissione è stata presa in seguito al mancato rispetto da parte di Malta della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane. Secondo la Commissione Europea, Malta avrebbe dovuto essere conforme entro la fine di marzo 2017.
“Il problema principale a Malta sono le prestazioni degli impianti di trattamento delle acque reflue – sottolinea la Commissione -. Gli agglomerati maltesi dispongono di un sistema di raccolta comunale e le acque reflue vengono convogliate verso un impianto di trattamento, ma le acque reflue che escono dagli impianti di trattamento non soddisfano i requisiti di qualità della direttiva”.
La Commissione ha affermato che, nonostante alcuni progressi, le autorità maltesi non hanno affrontato a pieno le problematiche emerse.
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Ue, nel 2020 versamenti italiani per 18,2 miliardi
ROMA (ITALPRESS) – Nel 2020 l’Italia ha partecipato al bilancio dell’Unione con versamenti a titolo di risorse proprie per complessivi 18,2 miliardi (+1,4 miliardi rispetto al 2019).
Il livello totale dei flussi verso l’UE nel 2020 è, quindi, uno dei più alti degli ultimi sette anni. Sul fronte delle assegnazioni, il bilancio europeo attribuisce per il 2020 all’Italia 11,66 miliardi, In linea con le risultanze dell’anno precedente, l’Italia rappresenta, quindi, il quarto Paese per ammontare di risorse accreditate dall’UE nel 2020, dopo Polonia, Francia e Germania. E’ quanto emerge dalla relazione per il 2020 approvata dalla Sezione di controllo per gli affari comunitari e internazionali della Corte dei conti. Secondo la magistratura contabile, tuttavia, il 2020 è da considerare un anno di transizione: i numerosi strumenti di sostegno UE alle economie degli Stati membri e l’eccezionale portata del bilancio pluriennale 2021-2027, invertiranno probabilmente la tradizionale posizione di contributore netto dell’Italia, che beneficerà in quota maggioritaria delle risorse del Recovery plan, oltrechè dei consueti Fondi di investimento e strutturali europei (SIE), come già si può notare dalle stime effettuate sui flussi del 2021.
Tale inversione andrà, pertanto, valutata all’esito del programma di investimento legato ai Piani nazionali di ripresa e resilienza e, più in generale, alla realizzazione degli strumenti espansivi presenti nel Quadro finanziario pluriennale vigente fino al 2027, anche in virtù del mutato paradigma degli interventi europei, orientati a visioni qualitative fondate sul grado di “realizzazione dell’obiettivo atteso dall’investimento”, più che su quello della “realizzazione dell’investimento” in sè.
Gli eventi pandemici hanno indotto le istituzioni UE a ripensare le regole di spesa della politica di coesione, con strumenti più agili e flessibili per l’utilizzo dei Fondi strutturali e di investimento europei (SIE), anche veicolando le risorse disponibili verso i settori a maggior necessità di sostegno finanziario, come sanità e imprese (soprattutto Pmi). Le analisi della Corte mostrano un quadro generale della programmazione in miglioramento nella parte attuativa. Cauto ottimismo deriva anche dal raggiungimento, a fine 2021, del target di spesa previsto da tutti i 51 Programmi operativi cofinanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e dal Fondo sociale europeo (FSE) del ciclo di programmazione 2014-2020, in considerazione dei dati che, al 31 ottobre 2021, mostrano percentuali realizzative del 72,5% per gli impegni e del 47,7% per i pagamenti.
Soddisfacente, per l’obiettivo “Cooperazione territoriale europea”, il livello complessivo degli impegni, assestatosi al 98,55% del totale programmato al 31 giugno 2021; peraltro con un livello complessivo dei pagamenti alla stessa data pari al 38%.
Sul fronte delle politiche agricole, l’impatto pandemico si è rivelato ingente negli ambiti della destinazione dei sussidi, del tasso d’avanzamento della spesa e nell’esecuzione dei controlli.
In relazione all’attuazione finanziaria del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) al 31 agosto 2021, risultano spese complessive dichiarate, da inizio programmazione, pari a 13.266 milioni (con quota comunitaria pari a 6.569 milioni). L’avanzamento della spesa ha raggiunto il 63,44% della dotazione finanziaria complessiva. Si conferma “non positivo” l’andamento dell’uso dei fondi destinati a pesca e acquacoltura, con criticità in tutte le fasi, per le incertezze derivanti dal mancato aggiornamento dei sistemi di governo e controllo dei fondi dedicati al settore. Sul versante delle irregolarità e frodi a danno del bilancio UE, il numero delle segnalazioni e degli importi irregolari passa dai 22 casi del primo semestre ai 155 casi dell’intero anno. In aumento anche la spesa irregolare, che passa da 30,9 a 73,9 milioni, quasi tutti ascrivibili alla categoria delle spese de-certificate, non incidenti cioè sul bilancio UE ma sui bilanci nazionale e/o regionale. Tra i settori maggiormente interessati la Corte indica quello degli appalti.
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Gentiloni “Pnrr impostato bene, fondamentali i prossimi mesi”
ROMA (ITALPRESS) – “Questo assetto con Mattarella e Draghi alimenta la convinzione che l’Italia faccia quello che è chiamata a fare. Il 2022 è una specie di spartiacque, abbiamo messo una macchina su strada, le abbiamo dato benzina, adesso la macchina si deve mettere nella direzione giusta. L’Italia è un terzo di questa macchina, cioè 200 miliardi che abbiamo autorizzato vanno all’Italia. Qui è stata fatta una scelta straordinaria dell’Ue: il debito comune distribuito non in modo uguale, ma per esigenze dei paesi. Dobbiamo fare miracoli, ma credo che il Pnrr sia impostato bene e il governo stia coordinato bene, credo che i prossimi 15 mesi saranno fondamentali”. Lo ha detto Paolo Gentiloni, Commissario europeo per gli Affari Economici, a “Mezz’ora in più” su Rai3.
“C’è scetticismo anche nel Paese perchè di queste cose si parla da decenni e non le abbiamo mai realizzate. Adesso però ci sono le condizioni, anche se le risorse non sono un regalo”, ha proseguito.
Per Gentiloni “non bisogna continuare a stare nella logica dei meridionali spendaccioni e dei nordici frugali. Il debito va ridotto ma in maniera realistica e graduale. Come Unione Europea stiamo mettendo sul tavolo una proposta per la revisione delle regole del Patto di Stabilità”.
“Credo che l’incontro chiesto da Macron a marzo possa essere una svolta. La regola di riduzione del debito deve essere più realistica, forse diversa da Paese a paese, ma se è più realistica deve essere anche più rispettata – ha sottolineato il commissario europeo -. Prima erano irrealistiche e non rispettate. Funzionava il danno reputazionale del paese. Se le regole sono più realistiche è un bene anche per l’Ue”.
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