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Migranti, Draghi “Serve un maggiore coinvolgimento dell’Europa”

ROMA (ITALPRESS) – “Questo incontro serve a rafforzare la cooperazione regionale del nostro paese. Il Mediterraneo non è un mare o un’espressione geografico, ma è un insieme di legami sociali, economici e culturali, è un crocevia del mondo”. Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, alla 7° Conferenza “Rome Med-Mediterranean Dialogues”. E ha aggiunto: “Pensate al blocco del canale di Suez dell’anno scorso, la chiusura di un accesso da e per il Mediterraneo ha avuto conseguenze importanti ovunque oppure pensiamo ai flussi di migranti sulle nostre coste. Da soli non possiamo controllare i movimenti migratori che dall’inizio di quest’anno contano 63.000 arrivi, sei volte tanti del 2019. Serve un maggior coinvolgimento di tutti i paesi europei anche nel Mediterraneo. L’Italia promuove un avanzamento europeo verso una gestione collettiva basata sull’equilibrio effettivo tra responsabilità e solidarietà. Vogliamo agire congiuntamente per prevenire i flussi integrali e proteggere i più deboli anche attraverso la promozione di corridoi umanitari dai paesi più vulnerabili. Rafforzare i flussi legali che sono una risorsa, strettamente legata alla gestione dell’immigrazione è la stabilità dei paesi di transito e origine”.
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Vaccino, Von der Leyen “Dosi per i bambini disponibili dal 13 dicembre”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Pensiamo a come poter incoraggiare e potenzialmente pensare alla vaccinazione obbligatoria nell’Unione Europea. Serve un approccio comune, ma è una discussione che penso debba essere fatta”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles.
“Finora abbiamo consegnato all’Unione europea più di 1 miliardo di dosi di vaccini. Siamo lieti di vedere che adesso in molti Stati membri sono iniziate campagne di richiamo. Da Moderna e Pfizer BioNTech avremo 360 milioni di dosi di vaccini mRNA che saranno consegnati entro la fine del primo trimestre 2022. Questo è sufficiente per tutti gli europei completamente vaccinati per ottenere la dose booster. Inoltre i vaccini per i bambini saranno disponibili a partire dal 13 dicembre”.
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Dall’Ue un piano da 300 miliardi per investimenti sostenibili

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Una nuova strategia per rafforzare i collegamenti intelligenti, puliti e sicuri nel digitale, nell’energia e nei trasporti e rafforzare i sistemi sanitari, di istruzione e di ricerca in tutto il mondo. E’ la Global Gateway lanciata dalla Commissione Europea, che mira a mobilitare fino a 300 miliardi di euro in investimenti tra il 2021 e il 2027. L’obiettivo è sostenere una ripresa globale duratura, tenendo conto anche delle esigenze dei partner dell’Unione Europea.
Global Gateway e l’iniziativa statunitense Build Back Better World si rafforzeranno a vicenda. Questo impegno a lavorare insieme è stato riaffermato alla COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, in cui l’UE e gli Stati Uniti hanno riunito partner con idee simili per esprimere il loro comune impegno ad affrontare la crisi climatica attraverso lo sviluppo di infrastrutture pulite e coerenti con un futuro a emissioni zero. Global Gateway si basa anche sui partenariati per la connettività conclusi di recente con il Giappone e l’India, oltre che sui piani economici e di investimento per i Balcani occidentali.
“Sosterremo investimenti intelligenti in infrastrutture di qualità, nel rispetto dei più elevati standard sociali e ambientali, in linea con i valori democratici dell’UE e le norme e gli standard internazionali”, annuncia la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen.
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Energia e idrogeno, il Mediterraneo baricentro delle politiche Ue

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – L’Europa non potrà mai raggiungere un’autonomia energetica. E’ quindi necessario guardare alle aree confinanti al Vecchio Continente per trovare una soluzione realmente sostenibile, senza generare impatti devastanti a livello di crescita economica. In questa chiave diventa centrale il Mediterraneo, come area di raccordo con i Paesi produttori di gas, una materia prima che rimarrà centrale a lungo termine anche per il ruolo che può giocare nella distribuzione dell’idrogeno. Serve quindi un’azione politica e tecnologica che coinvolga il Medio Oriente e il Nordafrica.
Sono questi alcuni deli aspetti che vengono analizzati nella terza edizione del rapporto “MED & Italian Energy Report” presentato a Bruxelles e frutto della collaborazione tra SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e l’ESL@Energy Center del Politecnico di Torino dal titolo “La nuova partita dell’idrogeno nella regione Euro-Mediterranea”. Il tema è assai concreto, ed entra nelle tasche di tutti gli italiani, sotto forma di aumenti delle bollette. “Anche per governare meglio l’inflazione serve l’indipendenza energetica, e le rinnovabili ci aiutano”, ha spiegato Massimo de Andreis, direttore generale di SRM- Intesa Sanpaolo, rispondendo all’Italpress.
“Le rinnovabili sono una prospettiva nell’arco del decennio, mentre quando parliamo di inflazione parliamo dell’oggi e del domani. Le aspettative su un calo dei prezzi dell’energia nel prossimo anno e dell’inflazione, espresse anche da Christine Lagarde nelle ultime ore, speriamo si avverino”, prosegue de Andreis, sottolineando però che a pesare più dell’aumento delle rinnovabili, sono “le dinamiche geopolitiche, perchè i prezzi possono salire e scendere anche perchè qualcuno chiude o apre rubinetto. Quando sei molto dipendente dall’importazione dell’energia, l’Europa è al 58% e l’Italia al 77%, hai un effetto immediato sui prezzi, è una variabile sull’indipendenza”. Parole confermate anche da Ettore Bompard, del Politecnico di Torino, che sottolinea come ad oggi “sui prezzi, le rinnovabili giocano un ruolo e danno contributo ad abbassare i prezzi, ma è un contributo marginale”.
Realismo che parte da dati reali. L’Europa consuma oggi l’11% dell’energia mondiale e mostra un migliore rapporto tra consumo di energia e Pil grazie ai molti investimenti nell’efficienza energetica. Partendo da questa premessa l’Europa si muove in modo più rapido verso la sostenibilità. L’uso del carbone è diminuito dal 32% al 13% mentre l’utilizzo del gas naturale è cresciuto in maniera significativa dal 16% al 22%. Le energie rinnovabili sono passate dal 15% al 41% con l’obiettivo di arrivare al 61% del mix elettrico nel 2030, l’84% nel 2040 e l’88% nel 2050.
Per riuscirci diventa cruciale importare energia pulita. Stando al rapporto, la catena del valore dell’idrogeno può essere una prospettiva di business significativa per la regione del Mediterraneo, grazie all’elevato potenziale da rinnovabili, con impatti anche geopolitici. Sostenibilità ed equità infatti, possono derivare dall’adozione di schemi di cooperazione tra le sponde del Mediterraneo nello sfruttamento del potenziale rinnovabile e nella produzione di idrogeno verde, costruendo un nuovo dialogo energetico.
Dagli scenari a medio termine (fino al 2040) emerge che, se è prevista un’elevata penetrazione dell’idrogeno (25% degli usi finali di energia), un approccio cooperativo tra le tre sponde consentirà di soddisfare la stessa domanda di idrogeno con una capacità installata complessiva di 36 GW, inferiore a quella richiesta se si adotta un approccio orientato all’autosufficienza da parte di ciascuna sponda, grazie a un migliore sfruttamento delle risorse disponibili nell’intera regione. Le interconnessioni esistenti per il trasporto del gas naturale possono svolgere un ruolo chiave nel sostenere la penetrazione dell’idrogeno e la creazione di un mercato mediterraneo dell’idrogeno verde, soprattutto perseguendo la strada del trasporto di idrogeno in forma di miscela col gas naturale. Per quanto riguarda l’Italia, la massima importazione potenziale di idrogeno attraverso i gasdotti potrebbe essere di 33,7 TWh/a, circa il 2,5% del consumo energetico finale totale dell’Italia nel 2019.
Il potenziale per il nostro Paese è però più ampio. Sfruttando la sua posizione geografica, la sua vasta rete infrastrutturale e un solido know how scientifico e progettuale, l’Italia potrà assumere un ruolo baricentrico tra il Sud e il Nord dell’Area Euro-Mediterranea, attraverso la realizzazione di un HUB di collegamento per il trasporto e la distribuzione dell’idrogeno. I porti possono diventare veri e propri punti di rifermento delle “hydrogen valley”, una vision che sta diventando realtà a livello europeo a Rotterdam, Anversa o Amburgo. L’Italia ha anche avviato iniziative che guardano in questa direzione, ma serve un’accelerazione.
Non solo idrogeno però, in questo scambio energetico Mediterraneo, l’Europa ha solo da guadagnare. Marocco, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Israele, Algeria hanno e sfruttano un enorme patrimonio di fonti rinnovabili. In particolare, Marocco ed Egitto hanno una grande componente di eolico con rispettivamente il 62% ed il 71% del contributo eolico sul complesso dell’elettricità rinnovabile. Mentre Israele, Algeria e Emirati Arabi stanno dando impulso al solare con percentuali comprese tra l’87% ed il 100%. Le loro produzioni renderebbero sostenibili i nostri acquisti.
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Draghi “L’Europa non può affrontare da sola la transizione verde”

ROMA (ITALPRESS) – “L’Europa vuole guidare la transizione verde ma non può affrontarla da sola. Il continente produce l’8% delle emissioni globali, la metà degli Stati Uniti e un quarto della Cina, la velocità con cui i paesi arriveranno alla neutralità climatica non sarà uguale per tutti ma è importante che il punto di partenza sia lo stesso, cioè oggi”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo all’evento “Lavoro ed Energia per una transizione sostenibile” organizzato da Confindustria Energia.
“E’ importante che tutti paesi prestino fede agli impegni presi, serve il contributo di tutti”, ha aggiunto. “La transizione ecologica ha una importanza esistenziale come individui e come Italia. E’ bellissimo che di fronte a sfide fondamentali tutti trovino il modo di andare d’accordo”, ha proseguito Draghi.
“Il Pnrr assegna quasi il 40% dei fondi a riforme e investimenti per favorire la transizione ecologica – ha spiegato il presidente del Consiglio -. Questo piano vincola gli stanziamenti al raggiungimento di precisi risultati con scadenze definite per i prossimi 5 anni. Nel frattempo, per limitare i rincari nel breve periodo e per aiutare in particolare le famiglie più vulnerabili e più povere, abbiamo stanziato 1,2 miliardi di euro a giugno e oltre 3 miliardi a settembre. Siamo pronti a intervenire di nuovo e di nuovo con particolare attenzione alle fasce più deboli”.
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Lagarde “La pandemia non è finita, dobbiamo essere vigili”

TORINO (ITALPRESS) – “La pandemia non è finita. Dovremo ancora affrontarne le conseguenze. Dobbiamo essere estremamente vigili”. Così Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, nel suo intervento ai colloquia on Science Diplomacy dell’Accademia Nazionale dei Lincei, al teatro Carignano di Torino. L’evento è promosso e organizzato in collaborazione con Fondazione Agnelli e Fondazione Collegio Carlo Alberto.
“Non possiamo tornare allo status quo” precedente alla pandemia, soprattutto in chiave ambientale. “Per raggiungere il progresso sostenibile, abbiamo bisogno del settore pubblico e i cittadini” sottolinea. “Andiamo verso cambiamenti senza precedenti nella società. Dobbiamo migliorare la comunicazione, coinvolgendo le persone e gli effetti sulle loro vite quotidiane. E’ difficile capire di chi si possono fidare, le fake news si diffondono velocissimamente – prosegue – servono tre elementi per coinvolgere le persone: semplicità, empatia e coinvolgimento”.
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Associazioni farmaci equivalenti “L’Ue sostenga la produzione”

ROMA (ITALPRESS) – «L’Unione europea deve svolgere un ruolo decisivo nel sostenere la produzione in Europa di principi attivi farmaceutici e medicinali finiti con politiche rapide, robuste e ambiziose che diano priorità all’accesso ai farmaci per i pazienti, espandendo e rafforzando la sua competitività e posizione geopolitica e aprendo le porte agli investimenti con politiche attrattive». A sostenerlo in una nota l’associazione europea dei produttori di farmaci equivalenti e biosimilari, Medicines for Europe (di cui fa parte Egualia), e l’associazione europea della chimica fine, European Fine Chemicals Group, alla vigilia della riunione del Consiglio Ue per la Competitività in programma domani a Bruxelles, tra i cui temi vi è anche la richiesta di avvio di una discussione urgente sulla modifica del quadro temporaneo degli Aiuti di Stato in relazione alla farmaceutica.
«Diversi studi recenti sullo stato della produzione di settore in Europa – proseguono le due associazioni – evidenziano che pur essendo presente una forte base industriale, una parte significativa della produzione di API si è spostata in Asia, dove i costi di investimento e operativi sono inferiori del 20-40%, principalmente a causa dei minori costi di manodopera e ambientali. Un altro fattore chiave dell’offshoring sono le politiche di prezzo insostenibili in Europa che non forniscono alcuna prevedibilità per i produttori, incoraggiando di fatto una “corsa al ribasso”, non premiando gli investimenti nella sicurezza dell’approvvigionamento o nei miglioramenti ambientali, che sono invece e obiettivi fondamentali della politica farmaceutica dell’UE».
«Parallelamente – aggiunge la nota – il dialogo strutturato che si è tenuto tra la Commissione e l’industria sulla sicurezza dell’approvvigionamento di medicinali indica che questo mix di prezzi insostenibili e politiche economiche del massimo ribasso è particolarmente estremo per i medicinali fuori brevetto».
Questo il “pentalogo” di Medicines for Europe e dell’European Fine Chemicals Group in merito alle politiche industriali che dovrebbero essere adottate dall’Ue per supportare la produzione del comparto:
1. prevedere riforme della normativa comunitaria in materia di appalti, prezzi e rimborsi per incoraggiare gli investimenti nella sicurezza dell’approvvigionamento, rafforzare la competitività della produzione europea e sostenere la transizione verde per la produzione di medicinali;
2. incoraggiare l’accesso agli incentivi alla produzione e ai fondi per sostenere gli investimenti nel settore manifatturiero in nuove tecnologie e innovazioni adattando il quadro degli aiuti di Stato dell’UE;
3. ottimizzare le politiche di efficientamento del quadro normativo del farmaco con il ricorso alla digitalizzazione e all’interoperabilità tra i sistemi regolatori europei;
4. accompagnare le future modifiche alle normative di settore con una approfondita valutazione d’impatto sulla competitività dell’industria europea e sul settore dei farmaci fuori brevetto;
5. sviluppare un partenariato per la sicurezza dell’approvvigionamento con gli Stati Uniti per incoraggiare maggiori investimenti nel settore manifatturiero.
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Da Commissione Ue tre proposte su disboscamento, suolo e rifiuti

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – La Commissione Europea ha adottato tre nuove iniziative necessarie per concretizzare il Green Deal europeo. La Commissione propone nuove norme per frenare il disboscamento provocato dall’UE e altrettante nuove norme per facilitare le spedizioni di rifiuti all’interno dell’UE al fine di promuovere l’economia circolare, contrastare l’esportazione illegale di rifiuti e dei problemi da essi posti nei paesi terzi. La Commissione presenta anche una nuova strategia per la protezione del suolo volta a ripristinare, rendere resiliente e proteggere adeguatamente il suolo in tutt’Europa entro il 2050. Con le proposte odierne la Commissione presenta gli strumenti per passare a un’economia circolare, proteggere la natura e innalzare gli standard ambientali nell’Unione europea e nel mondo. Per garantire che il mercato dell’UE accolga solo prodotti legali che non abbiano contribuito al disboscamento, il regolamento obbliga le imprese che intendono commercializzare questi prodotti a esercitare il dovere di diligenza. La Commissione utilizzerà un sistema comparativo per valutare i paesi e il rispettivo livello di rischio di disboscamento e degrado forestale connesso alle materie prime che rientrano nell’ambito di applicazione del regolamento.
Con la revisione del regolamento relativo alle spedizioni di rifiuti, la Commissione realizza gli obiettivi dell’economia circolare e dell’inquinamento zero proponendo norme più rigorose per l’esportazione dei rifiuti, un sistema più efficiente per la circolazione dei rifiuti considerati risorsa e un’azione incisiva contro il traffico illegale. Le esportazioni di rifiuti verso paesi non appartenenti all’OCSE saranno limitate e autorizzate solo se i paesi terzi sono disposti a ricevere determinati rifiuti e sono in grado di gestirli in modo sostenibile. Le spedizioni di rifiuti verso i paesi OCSE saranno monitorate e potranno essere sospese se causano gravi problemi ambientali nel paese di destinazione. Infine la Commissione presenta oggi anche una nuova strategia UE per il suolo, un importante risultato tangibile del Green Deal europeo e della strategia UE sulla biodiversità 2030 per affrontare la duplice crisi del clima e della natura. Un suolo in buona salute è il fondamento del 95 % degli alimenti di cui ci nutriamo, ospita più del 25 % della biodiversità mondiale ed è il più grande serbatoio terrestre di carbonio del pianeta. Tuttavia, il 70 % dei suoli nell’UE non è in buone condizioni. La strategia definisce un quadro con misure concrete per la protezione, il ripristino e l’uso sostenibile del suolo e propone una serie di misure, sia volontarie che vincolanti: l’obiettivo è aumentare il carbonio nei terreni agricoli, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati e garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi terrestri siano in buona salute. Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, ha dichiarato: “Per vincere la lotta che stiamo sferrando alle crisi del clima e della biodiversità nel mondo dobbiamo assumerci la responsabilità di agire sia all’interno che all’esterno”. Per Virginijus Sinkevicius, commissario responsabile per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, ” Con le proposte odierne ci assumiamo le nostre responsabilità e concretizziamo i nostri impegni riducendo l’impatto che produciamo sull’inquinamento e sulla perdita di biodiversità nel pianeta”.
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