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Ue, Lagarde “Entro fine 2021 ritorno Pil a livello pre-crisi”

ROMA (ITALPRESS) – “Questa pandemia non è stata come quelle affrontate in passato, ci siamo trovati di fronte una crisi diversa, che ha richiesto risposte e politiche diverse. Il crollo, in tutti i settori, è stato pesante ma è stato affrontato con importanti politiche fiscali e monetarie che ci consentono, oggi, di avere una ripresa. L’aspettativa è quella di un ritorno del Pil europeo, entro fine 2021, a livelli pre-crisi”.
Lo ha detto Christine Lagarde, presidente della Bce, intervenendo all’ultima giornata del summit B20. Tutto questo è stato possibile anche “grazie alla campagna di vaccinazione”, ha sottolineato Lagrade mettendo però in guardia: “Dobbiamo ancora gestire l’uscita dalla pandemia, c’è il pericolo di frizioni che potrebbero ostacolare la crescita”. Quindi, il numero uno dell’Eurotower guarda alle opportunità che il post pandemia può offrire all’Europa, a partire dal processo di digitalizzazione e dalla transizione green. “La ripresa post pandemia deve essere verde e digitale, si devono mettere in atto processi che consentano all’economia di adattarsi ai cambiamenti strutturali che inevitabilmente ci saranno”.
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Parlamento Ue “Rafforzare la lotta alle pratiche fiscali dannose”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Con la concorrenza fiscale feroce tra paesi – all’interno e all’esterno dell’UE – in continua evoluzione, per il Parlamento Europeo “l’UE ha bisogno di rivedere e aumentare il suo impegno nella lotta contro le pratiche fiscali che privano gli Stati membri di entrate sostanziali, che portano ad una concorrenza sleale e minano la fiducia dei cittadini”.
In una risoluzione il Parlamento afferma che, “sebbene la concorrenza fiscale tra i paesi non costituisca di per sè un problema, sia necessario stabilire principi comuni che gli Stati devono rispettare nell’attuare le proprie politiche e i propri regimi fiscali per attirare imprese e profitti. I deputati notano infatti che la politica e la legislazione non hanno tenuto il passo con gli schemi fiscali innovativi degli ultimi 20 anni”.
La risoluzione è stata adottata con 506 voti favorevoli, 81 contrari e 99 astensioni.
Nel testo della risoluzione, i deputati propongono numerose misure per migliorare rapidamente la politica delle pratiche fiscali dannose, in particolare chiedono: l’adozione di una definizione di “livello minimo di sostanza economica”, ovvero una soglia di attività economica all’interno di un paese al di sotto della quale una società non può essere considerata realmente stabilita in quel dato paese; alla Commissione di elaborare orientamenti su come progettare incentivi fiscali equi e trasparenti che presentino minori rischi di distorsione del mercato unico; alla Commissione di valutare l’efficacia dei regimi fiscali speciali sugli utili riconducibili ai brevetti (patent boxes) e ad altri regimi di proprietà intellettuale; che le raccomandazioni specifiche per paese emesse ogni anno dalla Commissione siano dirette anche a ridurre la pianificazione fiscale aggressiva.
Gli eurodeputati chiedono una riforma completa del Codice di condotta sulla tassazione delle imprese (CoC – Code of Conduct), uno strumento utilizzato per affrontare la concorrenza fiscale dannosa. In particolare, i criteri, la governance e il campo di applicazione di tale codice dovrebbero essere rivisti.
Con attenzione ai regimi fiscali preferenziali, gli attuali criteri del Codice di condotta per giudicare una pratica fiscale come dannosa sono ritenuti in parte obsoleti, in quanto tali regimi preferenziali sono stati sostituiti da altri sistemi. Tale riforma dovrebbe essere ampia e includere il criterio di aliquota d’imposta effettiva, in linea con la futura aliquota d’imposta effettiva minima da concordare a livello internazionale, oltre a requisiti di sostanza economica solidi e progressivi. Anche la governance dovrebbe essere riformata, per rendere le decisioni vincolanti e il processo decisionale più trasparente ed efficiente.
Inoltre, i deputati hanno delineato un piano dettagliato per sviluppare un “quadro in materia di regimi fiscali aggressivi e aliquote d’imposta ridotte” che dovrebbe sostituire l’attuale codice di condotta.
La proliferazione degli scandali fiscali nell’ultimo decennio (Lux Leaks, Panama Papers, Paradise Papers e, più recentemente, Pandora papers), che hanno coinvolto multinazionali e individui con patrimoni elevati, ha rivelato la portata e la gravità di questi eventi e l’urgenza di trovare soluzioni definitive per affrontare il fenomeno.
Le stime prudenti dell’OCSE sull’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (BEPS – Base Erosion and Profit Shifting) collocano i costi intorno al 4-10% delle entrate fiscali globali delle società, ovvero 84-202 miliardi di euro all’anno.
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Ue, Sassoli “Serve un approccio inclusivo per attuare il Green Deal”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli ha aperto oggi la Cerimonia del Patto dei Sindaci dell’UE per il clima e l’energia, che riunisce migliaia di governi locali impegnati nell’attuazione degli obiettivi climatici ed energetici dell’UE.
“Permettetemi innanzi tutto di congratularmi per il successo del Patto: le città firmatarie sono più di 10.000 e rappresentano oltre 325 milioni di abitanti di 53 paesi – ha spiegato il presidente Sassoli rivolgendosi al Patto -. Sono cifre impressionanti. Come sapete, condividiamo obiettivi simili: accelerare la decarbonizzazione dei territori, rafforzare la capacità di adattamento agli impatti inevitabili dei cambiamenti climatici e consentire ai cittadini di accedere a un’energia sicura, sostenibile e a prezzi abbordabili”.
“La povertà energetica è un problema per tutti gli europei, in tutti gli Stati membri. Alla vigilia dell’inverno, stiamo assistendo a un aumento dei prezzi dell’energia, e i cittadini e le imprese sono comprensibilmente preoccupati – ha sottolineato Sassoli -. Come per il COVID-19, dobbiamo unire gli sforzi e fornire una risposta europea coordinata. La nostra esposizione alla volatilità dei prezzi globali del gas sottolinea l’importanza del nostro piano per costruire un forte settore domestico delle energie rinnovabili. Il Parlamento europeo è determinato a lavorare per arrivare al massimo entro il 2050 a una società a impatto climatico zero, ed è pienamente impegnato a trasformare l’Unione in una società più sana, sostenibile, equa, giusta e prospera”.
“La transizione ecologica coinvolgerà tutte le politiche dell’UE e inciderà in vari modi su tutte le regioni dell’UE. Pertanto, solo un approccio olistico e inclusivo all’attuazione del Green Deal consentirà di realizzare le nostre ambizioni. E’ per questo motivo che il Parlamento europeo è favorevole a una cooperazione rafforzata con le città e le regioni europee nel suo lavoro – ha aggiunto il presidente -. E’ fondamentale che le istituzioni dell’UE, i deputati al Parlamento europeo, i governi nazionali e i politici locali uniscano le loro forze per garantire che la transizione energetica e climatica non lasci indietro nessuno e migliori la qualità della vita di tutti i cittadini europei, creando nuove opportunità e rafforzando la coesione sociale”.
“L’UE deve continuare ad agire da leader nell’azione per il clima ed è chiamata a svolgere, con la sua diplomazia, un ruolo di primo piano nel convincere altri attori globali, come la Cina e l’India, ad accrescere le proprie ambizioni alla COP26 di Glasgow e a trasformare gli impegni in misure politiche concrete – ha concluso Sassoli -. Il fattore tempo è essenziale e un’azione globale è fondamentale per il successo della lotta contro i cambiamenti climatici”.
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Draghi “Merkel determinante per l’Ue, ci mancherà”

ROMA (ITALPRESS) – “Quella della Cancelliera Merkel si tratta probabilmente della sua ultima visita bilaterale in Italia, e voglio quindi cogliere quest’occasione per ringraziarla a nome del Governo ma anche mio personale per il ruolo determinante che ha avuto nel disegnare il futuro dell’Europa negli ultimi sedici anni. La Cancelliera ha saputo guidare la Germania e l’Unione Europea con calma, determinazione e sincero europeismo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, al termine dell’incontro con la cancelliera della Repubblica Federale di Germania, Angela Merkel, a Palazzo Chigi.
“Durante gli anni che ho trascorso alla guida della Banca Centrale Europea, Merkel ha sostenuto con grande convinzione l’indipendenza della banca centrale, anche quando venivamo attaccati per le politiche espansive necessarie per difendere l’integrità della moneta unica, allontanare i rischi di deflazione e sostenere la ripresa. Durante la fase più acuta della pandemia in Italia, sotto la guida di Merkel – ha aggiunto – la Germania ha fornito assistenza diretta a decine di pazienti italiani, trasportandoli negli ospedali tedeschi, un gesto che ci ha profondamente commossi. La Cancelliera ha avuto un ruolo decisivo nella creazione del programma Next Generation EU, un segno tangibile della solidarietà dell’Unione Europea verso i Paesi più colpiti dalla pandemia, e una straordinaria occasione per rilanciare la crescita economica in Italia in modo robusto, equo e sostenibile”.
“Merkel è stata una campionessa del multilateralismo quando altri Paesi si schieravano per il protezionismo e l’isolazionismo – ha spiegato il premier -. Ci mancherà, ma sono sicuro avremo modo di vederla altre volte in Italia – magari in occasioni di maggiore relax – visto il suo amore per il nostro Paese”.
Lo cancelliera tedesca ha ricordato il suo “amore per l’Italia”. “Lo porterò avanti – ha detto Merkel -, ma darò a questo amore un’altra forma. Farò un soggiorno a Roma perchè io vorrei passare più tempo in questa città. Tornerò in Italia in altre vesti”. La cancelliera ha poi ringraziato il presidente del Consiglio italiano sottolineando che “in pochi mesi si è creata una collaborazione molto stretta, abbiamo stimolato questa crescita anche quando era presidente della Bce, in questo caso è stato un grande garante dell’euro con grande determinazione. Lei ha contribuito allo sviluppo ulteriore dell’euro come moneta unica”. E sul ruolo dell’Italia in Europa dopo la fine del suo mandato da cancelliera ha aggiunto: “l’Italia non rappresenterà la Germani e la Germania non rappresenterà l’Italia, saranno sicuramente delle voci importanti e ognuno rappresenterà il proprio paese”, ha concluso.
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Ue, Draghi “Senza politica estera comune difficile difesa comune”

ROMA (ITALPRESS) – “Il ritiro dell’Afghanistan per il modo in cui è stato deciso, comunicato ed eseguito, il cambio di intenzioni che ha riguardato il Contratto tra Australia e Francia sulla fornitura di alcuni sottomarini, sono due messaggi molto forti che ci dicono che la Nato sembra meno interessata dal punto di vista geopolitico all’Ue e ha spostato l’interesse verso altre parti del mondo. E’ un messaggio che credo fosse nell’aria, ora è diventato evidente”. Lo ha detto il premier, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa dopo il Vertice UE-Balcani occidentali, a Brdo, in Slovenia.
“Se non c’è una una politica estera comune è molto difficile pensare a una difesa comune, ci si può arrivare all’interno dell’Ue ma se non funzione ci si può arrivare con alleanze tra vari paesi. E’ chiaro che il primo metodo è preferibile per mantenere uno schema sovranazionale”, ha aggiunto Draghi, per il quale una difesa comune europea “non danneggerebbe la Nato, ma sarebbe complementare”.
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Intelligenza artificiale, Parlamento Ue “No alla sorveglianza di massa”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – In una risoluzione adottata con 377 a favore, 248 contro e 62 astenuti, il Parlamento Europeo sottolinea il rischio di pregiudizi algoritmici nelle applicazioni che usano l’Intelligenza Artificiale (IA) e affermano che la supervisione umana e un chiaro quadro giuridico sono necessari per prevenire tali discriminazioni, soprattutto se utilizzate dalle forze dell’ordine e di controllo delle frontiere. Le persone monitorate dai sistemi alimentati dall’IA devono avere accesso a ricorsi, aggiungono i deputati.
Nel testo approvato si afferma che molte tecnologie di identificazione in uso già commettono un numero sproporzionato di errori di identificazione e di classificazione, danneggiando soprattutto le persone che appartengono a determinati gruppi razziali o etnici, le persone LGBTI, i bambini, gli anziani e le donne, situazione particolarmente preoccupante nel contesto delle operazioni delle forze dell’ordine e della magistratura. Per garantire il rispetto dei diritti fondamentali, gli algoritmi dovrebbero essere trasparenti, tracciabili e sufficientemente documentati, chiedono i deputati, e le autorità pubbliche dovrebbero divulgare le loro applicazioni come software open-source.
Per rispettare la privacy e la dignità umana, i deputati chiedono un divieto permanente dell’utilizzo del riconoscimento automatico delle persone negli spazi pubblici, notando che i cittadini dovrebbero essere monitorati solo se sospettati di un crimine. Il Parlamento chiede di vietare anche l’uso di banche dati private di riconoscimento facciale (come il sistema Clearview AI, banca dati di oltre tre miliardi di immagini raccolte illegalmente dai social network, già in uso) e la polizia predittiva basata sui dati comportamentali.
I deputati chiedono anche di vietare i sistemi di punteggio sociale, che cercano di valutare l’affidabilità dei cittadini in base al loro comportamento o personalità.
Infine, il Parlamento è preoccupato dall’uso di dati biometrici per identificare a distanza le persone. Per esempio, i cancelli di controllo alle frontiere che utilizzano il riconoscimento automatico e il progetto iBorderCtrl (un “sistema intelligente di rilevamento delle bugie” per l’ingresso dei viaggiatori nell’UE) non dovrebbero essere più utilizzati, dicono i deputati, che sollecitano la Commissione ad aprire procedure di infrazione contro gli Stati membri, se necessario.
“Stiamo inviando un chiaro segnale che i diritti fondamentali sono incondizionati – ha affermato il relatore Petar Vitanov (S&D) -. Per la prima volta in assoluto, chiediamo una moratoria sul dispiegamento dei sistemi di riconoscimento facciale per scopi di applicazione della legge, poichè la tecnologia ha dimostrato di essere inefficace e spesso porta a risultati discriminatori. Ci opponiamo chiaramente alla polizia predittiva basata sull’uso dell’IA, così come a qualsiasi elaborazione di dati biometrici che porti alla sorveglianza di massa. Questa è una grande vittoria per tutti i cittadini europei”.
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Corte Ue, l’Italia ha violato le norme su raccolta acque reflue urbane

ROMA (ITALPRESS) – L’Italia ha violato le norme comunitarie sulla raccolta, trattamento, scarico delle acque reflue urbane. Lo evidenzia la Corte di giustizia europea, evidenziando che il nostro Paese è venuto meno agli obblighi discendenti dalla direttiva 91/27/CEE in quanto ha omesso di prendere le disposizioni necessarie per garantire che siano provvisti di reti fognarie per le acque reflue urbane 159 agglomerati; che le acque reflue urbane che confluiscono in reti fognarie siano sottoposte al trattamento in 461 agglomerati; che le acque reflue urbane che confluiscono nelle reti fognarie siano sottoposte, prima dello scarico, a un trattamento più spinto di un trattamento secondario o equivalente in 8 agglomerati; che la percentuale minima di riduzione del carico complessivo in ingresso a tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane sia pari almeno al 75% per il fosforo totale e almeno al 75% per l’azoto totale, nelle aree sensibili del bacino drenante nel Delta del Po e nell’Adriatico, del lago di Varese, del lago di Como (Lombardia) e del bacino drenante Golfo di Castellammare (Sicilia).
Secondo la Corte Ue, inoltre, l’Italia non ha provveduto affinchè la progettazione, la costruzione, la gestione e la manutenzione degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane siano condotte in modo da garantire prestazioni sufficienti nelle normali condizioni climatiche locali e che la progettazione degli impianti tenga conto delle variazioni stagionali di carico in 609 agglomerati.
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Mattarella “Con Next Generation Eu nuova integrazione europea”

PARMA (ITALPRESS) – “L’Europa ha compiuta una svolta in questi mesi, gravosamente maturata sin dalle prime fasi della diffusione pandemica e poi culminata con il Next Generation EU. Ha mutato alcuni dei paradigmi che avevano condizionato le politiche continentali nelle precedenti crisi degli anni Duemila, penalizzando fortemente i Paesi più deboli”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella sua lectio magistralis in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Relazioni internazionali ed europee da parte dell’Università di Parma.
“E’ stata per l’Unione Europea una lezione che ha sollecitato una visione lungimirante: far diventare questo Piano di ripartenza la spina dorsale di una nuova, più solida e più equa, integrazione del Continente – ha aggiunto il capo dello Stato -. Si tratta di un salto di qualità, capace di rafforzare ulteriormente i legami già esistenti tra i popoli e gli Stati dell’Unione”.
“La pandemia ci ha dimostrato, ad esempio, quanto importante sia la ricerca medica, ma anche quanto risolutiva sia la volontà politica di mettere i suoi risultati a disposizione di tutti – ha sottolineato Mattarella -. E’ bene fare tesoro degli insegnamenti tratti in questi due anni difficili. Siamo stati costretti ad affrontare lutti, sofferenze, pesanti limitazioni, e la dura crisi che ne è scaturita condiziona ancora l’economia e gli equilibri sociali”.
“Ma abbiamo compreso, oltre ogni ragionevole dubbio, quale valore abbiano la conoscenza scientifica, la professionalità degli operatori, la coesione sociale, la risposta comune che viene dal senso civico e dalla coscienza di un destino condiviso – ha proseguito il presidente della Repubblica -. Il modello sociale europeo è innervato di questi valori, che sono, al tempo stesso, culturali e sociali. Sono anche civili, indicati nella vita quotidiana. Le istituzioni europee e le politiche pubbliche dell’Unione ne dovranno sempre più tenere conto”.
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