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Von der Leyen “Accelerare sulla difesa europea”

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – “Abbiamo bisogno di una valutazione comune delle minacce che affrontiamo e di un approccio comune per affrontarle. Per questo, sotto la Presidenza francese del Consiglio, con Macron convocheremo un vertice sulla difesa europea”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, davanti alla plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo.
“Una pandemia è una maratona, non uno sprint – ha poi spiegato Von der Leyen -. Ora dobbiamo accelerare la vaccinazione globale, continuare i nostri sforzi qui in Europa e rafforzare la nostra preparazione alla pandemia”.
“La nostra priorità più urgente è accelerare la vaccinazione globale – ha proseguito -. Ci siamo già impegnati a condividere 250 milioni di dosi. Aggiungeremo una nuova donazione di altri 200 milioni di dosi ai paesi a basso reddito fino alla metà del prossimo anno”.
In merito alla crisi in Afghanistan, la Von der Leyen ha ribadito: “Siamo al fianco del popolo afghano. Dobbiamo fare di tutto per scongiurare il rischio reale di una grave carestia e di un disastro umanitario. Ecco perchè aumenteremo nuovamente gli aiuti umanitari per l’Afghanistan di 100 milioni di euro, parte di un nuovo e più ampio pacchetto di sostegno”.
Su invito della presidente della Commissione, era presente alla seduta anche la campionessa paralimpica Bebe Vio. “La prendiamo come un esempio ispiratore – ha sottolineato Von der Leyen -, è riuscita a raggiungere grandi traguardi applicando il suo credo: se sembra possibile allora può essere fatto”.
“Lasciamoci ispirare anche da tutti i giovani che hanno cambiato la percezione del possibile, che dimostrano che si può raggiungere tutto quello in cui si crede. Questa è l’anima dell’Europa e il suo futuro, rendiamo l’Europa più forte insieme”, ha proseguito. L’Aula della plenaria di Strasburgo ha rivolto a Bebe Vio un lungo applauso.
(ITALPRESS).

Ue, Mattarella “Completare i cantieri aperti dell’integrazione”

ROMA (ITALPRESS) – “La pandemia ci ha condizionato fortemente, tra lutti e sofferenze, e ha reso evidente la nostra comune vulnerabilità; paradigma dei tanti problemi globali che nessuno dei nostri Paesi è in condizione di affrontare in solitudine.
Non possiamo, inoltre, ignorare che il mondo – e il nostro vicinato – è attraversato da gravi tensioni. Nelle ultime settimane abbiamo assistito al precipitare della situazione in Afghanistan. Ancor più vicino a noi le crisi non si placano: dalla Siria al Mediterraneo Orientale; dall’irrisolta questione ucraina alla allarmante situazione in Bielorussia”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento al XVI incontro dei Capi di Stato del “Gruppo Arraiolos” o “Uniti per l’Europa” che si tiene a Roma. La sintesi dell’intervento è stata diffusa dall’ufficio stampa del Quirinale.
“Tutto ciò ci pone di fronte a scelte che riguardano tanto la dimensione interna quanto quella esterna dell’Unione Europea.
Da un lato è necessario riflettere su quali sono gli interessi condivisi dell’Unione e cosa occorre per tutelarli, per conseguire una effettiva autonomia strategica – ha aggiunto Mattarella -. Dall’altro dobbiamo definire il ruolo che l’Unione deve esercitare nella comunità internazionale: in che modo possiamo essere incisivi nell’affermazione del multilateralismo efficace che da anni indichiamo nella nostra azione esterna; come proiettare, anche al di fuori dei nostri confini, i valori e i principi su cui si fonda l’Europa”.
“Si tratta di costruire il nostro futuro. Next Generation è la strategia – ha sottolineato il capo dello Stato -. Il percorso per realizzarlo è l’autonomia dell’Unione. Per dar vita a questa prospettiva vi sarà bisogno di investimenti considerevoli, sia nel settore industriale sia nella riqualificazione della forza lavoro; investimenti che nessun Paese da solo può porre in campo. Basterebbe la doppia transizione, verde e digitale, per comprendere che si tratta di un’impresa dalla quale scaturirà una Unione alla cui base sarà la sovranità condivisa”.
“Questa è, del resto – a me sembra – l’unica strada per salvare e mantenere le nostre sovranità senza che divengano, se isolate, illusorie. La Conferenza sul futuro dell’Unione rappresenta una grande storica occasione. Non dobbiamo ridurla a uno scialbo momento di ordinaria amministrazione – ha proseguito Mattarella -. Dovremo impegnarci – senza remore e senza temi intoccabili – per completare i tanti “cantieri aperti” della nostra integrazione. L’Unione Economica e Monetaria, l’effettiva capacità fiscale, un vero pilastro sociale. Nessuna costruzione può sopravvivere mantenendo a lungo strutture edificate parzialmente con grandi lacune: queste ultime trascinerebbero nel vuoto anche le parti costruite”.
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Vino, in Gazzetta Ue domanda registrazione Prosek ma Italia protesta

ROMA (ITALPRESS) – La Commissione europea ha valutato la conformità ai requisiti di ammissibilità e validità della domanda di protezione della menzione tradizionale Prosek presentata dalla Croazia e procederà alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Lo ha annunciato il commissario all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, rispondendo a un’interrogazione parlamentare presentata da un gruppo di eurodeputati. La reazione italiana non si è fatta attendere.
“Nei confronti di uno dei prodotti simbolo del nostro Made in Italy da Bruxelles arriva una decisione gravissima e con cui di fatto l’Europa smentisce se stessa”, sottolinea il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio. “Solo pochi giorni fa la Corte di giustizia europea era stata molto chiara intervenendo sulla querelle fra Francia e Spagna sul caso Champanillo. Per i giudici, il regolamento Ue protegge le Dop da condotte relative sia a prodotti che a servizi e può sussistere evocazione di una Igp o di una Dop qualora, trattandosi di prodotti di apparenza analoga, vi sia un’affinità fonetica e visiva tra l’Igp o la Dop e il segno contestato. Ci sembra sia proprio il caso del Prosecco e del Prošek”, osserva Centinaio. “La nostra denominazione è inoltre strettamente legata a un territorio ben definito. Un valore riconosciuto anche dall’Unesco che ha iscritto le colline del Prosecco nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità. Vanno tutelati gli operatori agricoli e gli sforzi fatti per ottenere prodotti di qualità e impedire che terzi si possano avvantaggiare abusivamente della notorietà che deriva dalla qualità di tali prodotti. Ci opporremo in ogni sede e con tutti gli strumenti a disposizione contro una scelta irrazionale e lesiva di una nostra eccellenza apprezzata in tutto il mondo”, assicura il sottosegretario.
Anche il governatore veneto Luca Zaia esprime tutto i suo disappunto per questa decisione. “Non ho parole per commentare quanto accaduto. Di questa Europa non sappiamo cosa farcene. Un’Europa che non difende l’identità dei suoi territori, un’Europa che dovrebbe conoscere la storia del prosecco. Dovrebbe capire che, non solo si tratta di un prodotto che ha avuto tutti i riconoscimenti formali, dalle stesse strutture amministrative della Commissione Europea, anche rispetto alla riserva del suo nome, ma il prosecco ha, addirittura ottenuto il massimo riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco.
Ciò che sta accadendo è vergognoso. Così non si difende l’agricoltura e così non difendono investimenti. Ma, soprattutto, così si mortifica la storia e l’identità di un territorio. Spero che ci siano gli strumenti per ricorrere. La Regione farà la sua parte”, assicura Zaia. Per Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, “la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale UE della domanda di registrazione del prodotto croato denominato Prosek, è sconcertante. L’impegno e la fatica dei viticoltori del Conegliano Valdobbiadene sono concretamente minacciati, così come lo è un prodotto simbolo del made in Italy”.
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, sottolinea come “è necessario fare presto per fermare una decisione scandalosa che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo. Si tratta di un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio, dove occorre tutelare la denominazione prosecco dai falsi come in Argentina e Australia”.
Per l’assessore regionale veneto all’Agricoltura, Federico Caner,
si tratta di “un atteggiamento schizofrenico, incomprensibile, che mina la fiducia nelle istituzioni e mette a repentaglio le nostre produzioni. Contro questa decisione ricorreremo in tutte le sedi istituzionali competenti”.
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Sondaggio Ue, fondi ripresa solo a chi rispetta lo stato di diritto

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – In un sondaggio pubblicato dal Parlamento europeo ed effettuato in vista del dibattito sullo Stato dell’Unione europea del 15 settembre, quattro intervistati su cinque (81%) affermano che l’UE dovrebbe fornire fondi solo agli Stati membri che rispettano lo stato di diritto e i valori democratici. I cittadini europei esprimono inoltre un grande sostegno ai vaccini, al Green Pass e alla gestione degli acquisti dei vaccini da parte della UE.
“Il Parlamento europeo è stato chiaro sul fatto che i fondi per la ripresa dell’UE non dovrebbero andare a governi che non rispettano i valori democratici fondamentali o non difendono lo Stato di diritto. Questo sondaggio conferma che la stragrande maggioranza dei cittadini dell’UE è d’accordo. Se indebolisci costantemente i valori dell’UE, non dovresti aspettarti fondi dell’UE”, commenta il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
L’Eurobarometro evidenzia un chiaro sostegno dell’opinione pubblica europea alle politiche di vaccinazione messe in atto dagli Stati membri, anche grazie al ruolo chiave della UE (valutato positivamente dal 64% degli europei e dal 69% degli italiani). Per quel che riguarda la sicurezza dei vaccini, il 72% degli europei considera (dichiarandosi completamente d’accordo e tendenzialmente d’accordo) che i benefici superino i potenziali rischi, una cifra che arriva al 77% in Italia, mentre la stessa vaccinazione è considerata un “dovere civico” dal 67% degli europei e dal 76% degli italiani.
Percentuali molto simili a quelle che riscontrate dal Green Pass, indicato come il sistema più sicuro per viaggiare, rispettivamente dal 65% degli europei e dal 75% degli italiani.
Secondo il sondaggio, il 53% dei cittadini concorda pienamente sulla necessità di un controllo efficace su come vengano spesi i fondi del Next Generation EU, con un ulteriore 32% tendenzialmente d’accordo. Solo l’8% degli intervistati nella UE non condivide questa opinione. In Italia, le percentuali di chi chiede un controllo efficace sono dell 59% (pienamente d’accordo) e del 27% (tendenzialmente d’accordo), mentre quella di chi è contrario è del 6%. Questa è una posizione condivisa dal Parlamento europeo, che attualmente sta valutando i piani nazionali di ripresa con la Commissione per garantire che questi fondi siano utilizzati in linea con gli obiettivi di una società europea più verde, più digitale e resiliente.
Inoltre, l’opinione pubblica sostiene chiaramente la posizione assunta di recente dal Parlamento europeo nel dibattito sulla necessità di condizionalità, controllo e trasparenza nella gestione dei fondi per la ripresa.
Ciò si evince dal continuo sostegno dei cittadini al rispetto dello Stato di diritto come condizione per l’erogazione di fondi dell’UE. Quattro cittadini su cinque (81%) concordano sul fatto che “l’UE dovrebbe fornire fondi agli Stati membri solo a condizione che i rispettivi governi applichino lo Stato di diritto e i principi democratici”. La percentuale sale all’84% in Italia. I risultati dell’indagine mostrano un livello uniformemente elevato di sostegno a questa posizione in tutti gli Stati membri dell’UE con relativamente poche variazioni. Il rispetto dello Stato di diritto è una delle principali preoccupazioni del Parlamento europeo.
I cittadini UE valutano positivamente le premesse del Recovery Plan da 800 miliardi di euro: tre europei su cinque (60%) e due italiani su 3 (67%) ritengono che i progetti sviluppati nell’ambito di Next Generation EU aiuteranno il loro Paese a superare il danno economico e sociale causato dalla pandemia di coronavirus. Il 59% degli europei ed il 69% degli italiani afferma, inoltre, che il programma aiuterà il proprio Paese a prepararsi meglio alle sfide future. In quest’ottica, il sondaggio mostra anche che il 53% dei cittadini europei e di quelli italiani ha un’immagine molto o abbastanza positiva dell’UE, con, invece, rispettivamente il 19% ed il 21% che ne ha una abbastanza o molto negativa.
I risultati del sondaggio suggeriscono, però, preoccupazione in una serie di Paesi dell’UE su come i governi nazionali utilizzeranno effettivamente questi fondi addizionali. Mentre in media il 45% dei cittadini UE ha fiducia nei propri governi nazionali, il 41% degli intervistati esprime dubbi, mostrando differenze significative nei livelli di fiducia in tutta l’UE. Una sfiducia che solo parzialmente tocca l’Italia: a fronte di un 37% degli intervistati che si dice tendenzialmente o completamente sfiduciato, il 47% si mostra invece fiducioso nella gestione dei fondi da parte del governo nazionale.
Alla domanda su quali dovrebbero essere le priorità politiche del Parlamento europeo, gli intervistati a livello UE hanno riportato al primo posto (scelta multipla) le azioni contro il cambiamento climatico, sostenute dal 43% dei cittadini. Ulteriori priorità (che corrispondono alle priorità del Parlamento per la ripresa post-pandemia) sono le misure per combattere la povertà e l’esclusione sociale (32%), il sostegno all’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro, nonchè la lotta al terrorismo (entrambe al 31%). La salute pubblica, la migrazione e l’asilo sono in quarta posizione al 27% ciascuno.
Anche per gli italiani la lotta contro il cambiamento climatico dovrebbe figurare in testa alla lista delle priorità dell’agenda politica del Parlamento europeo, con l’appoggio del 48% degli intervistati, seguita dalle misure a supporto dell’economia e per la creazione di posti di lavoro, 41%, quelle per combattere povertà ed esclusione sociale, 33%, e quindi migrazione e asilo, al 30%, e salute pubblica, 29%.
Questo sondaggio “Flash Eurobarometro” è stato condotto on line per il Parlamento europeo da Ipsos European Public Affairs dal 17 al 25 agosto 2021 con 26.459 intervistati di età pari o superiore a 15 anni, in tutti i 27 Stati membri.
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Alitalia, per Ue aiuti da 900 mln illegali ma Ita non deve rimborsare

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “La Commissione ha adottato due decisioni riguardanti il settore dell’aviazione in Italia. Nella prima abbiamo riscontrato che due prestiti che l’Italia ha concesso ad Alitalia nel 2017, per un totale di 900 milioni, sono illegali ai sensi della normativa sugli aiuti di Stato. L’Italia deve ora recuperare tale importo da Alitalia. Nella seconda decisione, la Commissione è giunta a due importanti conclusioni:
in primo luogo, abbiamo scoperto che la nuova compagnia di Stato, denominata Italia Trasporto Aereo – o ITA, non è il successore economico di Alitalia e quindi non è tenuta a rimborsare gli aiuti di Stato illegali ricevuti da Alitalia. In secondo luogo, la Commissione ha riscontrato che gli apporti di capitale dell’Italia di 1,35 miliardi in ITA sono in linea con le condizioni di mercato e pertanto non costituiscono aiuti di Stato”. Così la vice presidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, spiegando che “la nostra valutazione della situazione finanziaria di Alitalia all’inizio del 2017 ha mostrato che il rimborso era molto improbabile e, di fatto, i prestiti non sono stati rimborsati fino ad oggi. Poichè nessun prestatore privato avrebbe concesso i prestiti ad Alitalia all’epoca, essi costituiscono un aiuto di Stato a favore della società. In secondo luogo, i prestiti non potevano essere approvati come aiuti al salvataggio in linea con le norme sugli aiuti di Stato per le imprese in difficoltà. Questo perchè i prestiti non sono stati rimborsati entro sei mesi e non c’era un piano di ristrutturazione per riportare l’azienda alla redditività nè una liquidazione dell’azienda”. Quanto a ITA, Vestager ha osservato come “la nostra valutazione del piano industriale di ITA ha mostrato che l’Italia sta investendo in ITA in linea con le condizioni di mercato. Il business plan prevede che ITA sarà una compagnia aerea praticabile. Su questa base, si stima che i rendimenti attesi dall’investimento italiano in ITA siano superiori al costo del capitale. Abbiamo quindi concluso che l’intervento italiano in ITA non costituisce aiuto di Stato ai sensi della normativa UE”.
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La Bce lascia tassi invariati e conferma acquisti Pepp

FRANCOFORTE (GERMANIA) (ITALPRESS) – Sulla base di una valutazione congiunta delle condizioni di finanziamento e delle prospettive di inflazione, il Consiglio direttivo della Bce ritiene che possano essere mantenute condizioni di finanziamento favorevoli con un ritmo degli acquisti netti di attività nel quadro del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) moderatamente inferiore rispetto ai due trimestri precedenti. Il Consiglio direttivo ha inoltre confermato le altre misure, ovvero il livello dei tassi di interesse di riferimento della Bce, le indicazioni prospettiche sulla loro probabile evoluzione futura, gli acquisti nell’ambito del Programma di acquisto di attività (PAA), le politiche di reinvestimento e le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine. Nello specifico, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. Gli acquisti netti nell’ambito del PAA proseguiranno a un ritmo mensile di 20 miliardi. Il Consiglio direttivo seguita ad attendersi che gli acquisti netti mensili del PAA saranno condotti finchè necessario a rafforzare l’impatto di accomodamento dei suoi tassi di riferimento e che termineranno poco prima che inizierà a innalzare i tassi di riferimento della Bce. Il Consiglio direttivo continuerà a condurre gli acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP, con una dotazione finanziaria totale di 1.850 miliardi, almeno sino alla fine di marzo 2022 e, in ogni caso, finchè non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus. Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine.
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Ue, un adulto su cinque non ha il diploma

FIRENZE (ITALPRESS) – La Rete Eurydice della Commissione europea ha pubblicato il rapporto “Adult education and training in Europe: Building inclusive pathways to skills and qualifications”. Attraverso otto capitoli, il rapporto analizza come i paesi europei promuovono l’apprendimento permanente, con particolare attenzione alle politiche e alle misure attuate per sostenere l’accesso alle opportunità formative da parte degli adulti con bassi livelli di competenze di qualifiche. Il rapporto esplora, fra le altre cose, come a livello nazionale sono coordinate le iniziative di istruzione e formazione degli adulti e se le strategie nazionali promuovono l’accesso alle opportunità formative. Inoltre, lo studio presenta una mappatura dei programmi finanziati anche con fondi pubblici aperti agli adulti e l’esistenza di misure di sostegno e di orientamento per i meno qualificati.
Il rapporto è stato sviluppato attorno alle priorità stabilite dalla Raccomandazione del Consiglio sui percorsi di miglioramento del livello delle competenze. I suoi contenuti sono in linea con le più recenti politiche europee che sottolineano l’importanza di investire nelle competenze degli adulti e nell’apprendimento permanente.
Ci si riferisce in particolare al Piano d’azione del Pilastro europeo dei diritti sociali con il suo ambizioso obiettivo del 60% di partecipazione degli adulti all’istruzione e formazione entro il 2030.
Dai dati di contesto emerge che nel 2019 il 21,6% degli adulti di età compresa fra 25 e 64 anni (51,5 milioni di persone, circa un adulto su cinque), non ha raggiunto il livello di istruzione secondaria superiore. Alcuni di questi adulti hanno abbandonato il sistema di istruzione senza neanche completare il livello secondario inferiore (circa il 5,3% degli adulti pari a 12,5 milioni di persone), con le percentuali maggiori nei paesi dell’Europa meridionale. In Italia la media degli adulti con un livello di istruzione inferiore al secondario superiore si attesta al 37,8%, mentre la media di coloro che non hanno raggiunto il livello secondario inferiore è del 5,3%. Il rapporto analizza poi in dettaglio i livelli di qualifica per provenienza e per età degli adulti. In termini di partecipazione alle opportunità formative, tuttavia, si è registrato un lento ma costante aumento nella partecipazione degli adulti nei percorsi di istruzione e formazione, con la media europea che è aumentata dal 7,9 del 2009 al 10,8 nel 2019, anche se a causa della pandemia da Covid-19, nel 2020 c’è stata una lieve flessione della media europea di partecipazione. In Italia si è passati da circa il 6% di partecipazione nel 2009, all’8,1% nel 2019 anche per effetto della riforma del sistema di Istruzione degli adulti (IDA) che ha inserito l’offerta formativa nel sistema nazionale di istruzione e formazione rendendola gratuita e istituendo i CPIA come istituzioni deputate all’istruzione degli adulti.
Quasi tutti i paesi europei hanno adottato documenti strategici o iniziative politiche finalizzate al sostegno di adulti con bassi livelli di competenze o basse qualifiche promuovendo, per esempio, l’accesso alle opportunità formative, un sostegno formativo individualizzato, o un sostegno economico per aumentare il livello di partecipazione. Inoltre, circa la metà dei paesi europei riferisce di aver stabilito, nei propri documenti strategici, obiettivi nazionali relativi all’istruzione e formazione degli adulti con bassi livelli di competenze di base e di qualifiche. In linea con questi dati, l’Italia si è dotata di un documento strategico, il Piano nazionale di garanzia delle competenze della popolazione adulta inserito nel documento di implementazione della Raccomandazione del Consiglio Percorsi di miglioramento del livello delle competenze: nuove opportunità per gli adulti.’
La fonte primaria del rapporto sono le informazioni raccolte dalle unità nazionali della Rete Eurydice, di cui è parte anche l’Unità Eurydice Italia, che rappresentano 42 sistemi educativi di 37 paesi europei. Questi dati sono stati incrementati da dati quantitativi e qualitativi provenienti da altre organizzazioni quali Cedefop, Eurostat e OCSE.
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Green bond, l’Ue lancia un piano da 250 miliardi

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – L’Unione Europea diventerà il più grande emittente di green bond. La Commissione ha lanciato infatti un piano di emissioni da 250 miliardi di euro entro il 2026, per raccogliere risorse che serviranno a finanziare la parte del piano Next Generation EU destinata alla transizione ecologica.
“Il quadro fornisce agli investitori in queste obbligazioni la certezza che i fondi mobilitati saranno destinati a progetti verdi e che la Commissione riferirà sul suo impatto ambientale”, si legge in una nota.
“L’intenzione dell’UE di emettere fino a 250 miliardi di euro in obbligazioni verdi entro la fine del 2026 ci renderà il più grande emittente di obbligazioni verdi al mondo – commenta il commissario per il Bilancio e l’amministrazione, Johannes Hahn -. Questa è anche un’espressione del nostro impegno per la sostenibilità e pone la finanza sostenibile in prima linea nello sforzo di ripresa dell’UE”.
Come annunciato all’inizio di quest’anno, la Commissione ha anche rivisto il suo piano di finanziamento della ripresa nel 2021 e ha confermato l’intenzione di emettere quest’anno un totale di circa 80 miliardi di euro di obbligazioni a lungo termine.
La prima emissione di obbligazioni verdi è in programma a ottobre.
(ITALPRESS).