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Vaccino, Ecdc-Ema “Terza dose non urgente, valutarla per vulnerabili”

AMSTERDAM (PAESI BASSI) (ITALPRESS) – “Sulla base delle prove attuali non è urgente la somministrazione di dosi di richiamo di vaccini a individui completamente vaccinati nella popolazione generale”. Lo sottolinea un rapporto tecnico pubblicato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e reso noto dall’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema).
Il rapporto rileva inoltre che “dovrebbero già essere prese in considerazione dosi aggiuntive per le persone con un sistema immunitario gravemente indebolito come parte della loro vaccinazione primaria”.
“Le prove sull’efficacia del vaccino e sulla durata della protezione mostrano che tutti i vaccini autorizzati nell’UE sono attualmente altamente protettivi contro l’ospedalizzazione, le malattie gravi e la morte legate al COVID-19, mentre circa un adulto su tre nell’UE ha più di 18 anni è ancora attualmente non completamente vaccinato – si legge ancora nel rapporto -. In questa situazione, la priorità ora dovrebbe essere quella di vaccinare tutti gli individui idonei che non hanno ancora completato il ciclo di vaccinazione raccomandato”.
“Per completare gli sforzi per vaccinazione, è anche fondamentale continuare ad applicare misure come il distanziamento fisico, l’igiene delle mani e delle vie respiratorie e l’uso di maschere facciali ove necessario, in particolare in ambienti ad alto rischio come le strutture di assistenza a lungo termine o i reparti ospedalieri con pazienti in rischio di grave COVID-19”.
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Guerini “Difesa comune Ue non più rinviabile”

ROMA (ITALPRESS) – “La Nato ha da tempo avviato un processo di revisione strategica, il cosiddetto Nato 2030. Sono convinto che la “lezione afgana” debba essere lo spunto per tracciare l’idea stessa di Nato del futuro. Una Nato che dovrà relazionarsi in maniera sempre più efficace con le altre grandi organizzazioni internazionali, prima fra tutte l’Unione Europea”. Lo scrive il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in un intervento sul Messaggero.
“Unione chiamata con urgenza, dopo l’epilogo afgano, a definire coraggiosamente la propria autonomia strategica, valorizzando al massimo le peculiarità e gli strumenti che le sono propri, essendo l’organizzazione che, più di tutte, ha le capacità di intervenire con efficacia nella realizzazione di azioni proiettate allo sviluppo economico, culturale e sociale dei Paesi in cui siamo chiamati ad operare – sottolinea il ministro -. Il tema della Difesa Comune, oggetto delle recentissime autorevoli sollecitazioni del Presidente della Repubblica, è tornato, negli ultimi due anni e anche grazie all’azione propulsiva italiana, centrale nella discussione politica europea”.
“Una serie di iniziative concrete è stata avviata per promuovere una più forte integrazione nel settore, attraverso l’irrobustimento delle capacità, lo sviluppo di una più solida base industriale e l’adattamento dell’architettura istituzionale della Ue – aggiunge Guerini -. Credo sia infatti ormai chiaro a tutti, e la crisi afgana ce lo dimostra plasticamente, che siamo chiamati ad assumerci responsabilità sempre maggiori, nel quadro di quella che, già oggi, si chiama non a caso Politica di Sicurezza e Difesa Comune. La Difesa europea va perciò vista non tanto, o non solo, come la risposta ad un’esigenza operativa o finanziaria, quanto piuttosto come un tassello fondamentale e necessario alla costruzione di un’Europa più pienamente politica, indispensabile per poter competere sulla scena mondiale”.
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Afghanistan, Lamorgese “Approccio coordinato Ue per l’accoglienza”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Tutti i paesi Ue hanno dato piena disponibilità per un approccio ordinato e complessivo per gestire gli arrivi e i flussi di afgani” che scappano dal regime dei talebani. Così il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese al termine del Consiglio Ue Affari Interni straordinario sull’Afghanistan.
“Tutti i Paesi hanno dato la loro disponibilità a partecipare all’accoglienza di chi fugge da situazioni difficili”, ha continuato il ministro, precisando che questo approccio dovrà riguardare “tutte le rotte con complicazioni analoghe determinate da situazioni contingenti”.
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Recovery, 8 settembre incontro online sulle pari opportunità

ROMA (ITALPRESS) – Si svolgerà online l’8 settembre dalle ore 9 alle ore 11.30 l’evento “The recovery and resilience facility can be a tool for reducing social inequalities?”. L’iniziativa si inserisce nel contesto del progetto WISE4Challenges, finanziato dal Parlamento Europeo ed inserito all’interno della Conferenza sul Futuro dell’Europa, allo scopo di fornire ai cittadini europei di la possibilità di partecipare attivamente all’elaborazione delle politiche e avere un impatto reale sulla definizione dell’agenda a livello dell’UE.
In particolare il progetto, coordinato da Sustainable Communication AISBL (S-Com), vuole rafforzare la partecipazione delle donne applicando un approccio di genere atto ad eliminare “la prima e più antica forma di discriminazione, ossia quella contro le donne – come spiegato dal presidente dell’Associazione Marcello Aglietti Zanon -. Il Recovery and Resilience Facilities può essere un’opportunità che non deve lasciare indietro nessuno; noi possiamo trasformare questa necessità in opportunità e costruire insieme un’Europa più forte e solidale che sia leader globale nella difesa dei diritti”.
Grazie al sondaggio lanciato da S-Com ed alla partecipazione dei partner del Progetto (Women Entrepreneurship Platform (WEP), Università di Pisa, INCOMA e LIBERA: Associazioni, Nomi e Numeri contro le Mafie) sono stati raccolti i contributi della società civile di 3 paesi: Belgio, Italia e Spagna per capire quali sono le aspettative e i bisogni dei cittadini per i prossimi anni. Inoltre un contributo importante è stato dato da alcune Parlamentari Europee che sono state intervistate al fine di capire come e perchè questo strumento è stato predisposto dalle istituzioni europee.
L’evento si suddivide in due momenti, il primo panel vedrà la partecipazione di alcune Parlamentari Europee che si sono trovate in prima linea nella difesa dei valori dell’uguaglianza e dell’accessibilità in Europa e vedremo con loro quali sono i prossimi passi per garantire una buona governance di questi fondi.
A moderare questo panel sarà Gerolf Falter, capo Unità della DG COMM del Parlamento Europeo in Belgio. Il secondo panel invece rappresenterà la voce della società civile che si è espressa attraverso i sondaggi creati dai partner del progetto. Una sessione di domande e risposte è prevista alla fine di ogni panel.
Per partecipare è necessario registrarsi al link https://forms.gle/jirNr3X8D1g1KU189.
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Mattarella “Unione Europea presidio di libertà e diritti”

ROMA (ITALPRESS) – “Ogni grande cambiamento è preceduto da vigilie e periodi di resistenza ed è quello che avvenne qui allora a Ventotene. Il fascismo aveva mandato qui diverse persone per costringerle a non pensare e impedire che seminassero pericolose idee di libertà. Mandò al confino Spinelli e recluse Terracini e Pertini in carcere”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dialogando con gli studenti per il 40° seminario per la formazione federalista europea in occasione dell’80° anniversario del Manifesto di Ventotene.
“Il contesto in cui nacque il manifesto era questo: vigiliate a difesa della democrazia contro le derive che mettono in pericolo la libertà. Sono insegnamenti senza tempo che erano espressi con grande fede nella libertà, la fiducia nel corso della storia e queste sono lezioni senza scadenze temporali. In questo periodo siamo investiti in tante sfide globali e quella sollecitazione a difendere la libertà vale ancora oggi pienamente, e si accompagna anche adesso all’esortazione di percorrere più velocemente la strada europea come presidio di libertà e diritti. Per questo rappresenta ancora un punto di riferimento”, spiega Mattarella.
“L’Unione europea dopo il Covid è molto cambiata. “L’Unione Europea si farà nelle crisi mediante le soluzioni nelle situazioni di crisi vanno trovate”, come diceva Jean Monnet. Le risposte dell’Unione Europea hanno consentito agli europei di affrontare la situazione post pandemica – sottolinea il capo dello Stato -. Strumenti come il Next Generation non possono essere una tantum. Questi strumenti resteranno, ne sono convinto. I gelidi antipatizzanti dell’Unione si siano pace perchè questi strumenti resteranno”.
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Ue, Amendola “Difesa e politica estera devono diventare comuni”

ROMA (ITALPRESS) – Gli Stati Uniti avevano deciso di ritirarsi dall’Afghanistan “con l’amministrazione precedente e Biden ha confermato quell’accordo. Sono scelte in cui l’Europa è comprimaria, il cui risultato è un ritiro precipitoso, senza condizioni. Ed è la conferma di una tendenza che viene da lontano. Che siamo tutti felici della ritrovata collaborazione fra Stati Uniti e Unione europea con il presidente Biden, ma lui è almeno il terzo presidente americano di seguito a scegliere i propri impegni geopolitici in base a priorità strettamente nazionali. Non lo fa certo sulla base di ambizioni comuni agli alleati occidentali. Con Biden un’agenda comune esiste, però le sue scelte nascono in America e per l’America”. Lo afferma Enzo Amendola, sottosegretario agli Affari europei, in un’intervista al Corriere della Sera.
Secondo Amendola “l’Europa non può più stare a guardare aspettando le scelte degli altri. Si pone un tema di autonomia strategica e di visione delle nostre priorità. Quel che emerge in queste ore è paradossale: noi europei guardiamo alla politica estera solo attraverso il filtro dell’immigrazione. Lo abbiamo fatto rispetto alla Siria, lo facciamo sempre con le crisi africane, lo stiamo facendo riguardo all’Afghanistan. Sembra che un problema geopolitico si imponga alla nostra attenzione solo se implica – o temiamo – l’arrivo di rifugiati ai nostri confini”.
“L’Unione europea non ha una politica estera, questo è il dramma. Nasciamo sui valori della pace e della sicurezza, ma da vent’anni ci siamo chiusi dentro i nostri confini”, aggiunge Amendola, che spiega: “Ha ragione il commissario Ue Paolo Gentiloni: i Trattati europei offrono già oggi alternative al vincolo dell’unanimità. E’ possibile fare una politica estera europea senza dover subire i veti da chi non ci sta”.
“Mi pare che l’Italia mostri la reazione giusta, con il lavoro di Mario Draghi alla presidenza del G20. Dobbiamo andare oltre le dichiarazioni vuote – afferma ancora Amendola -: è il momento di aprire gli occhi e cambiare passo, spingendo su una politica estera e di sicurezza comuni con chi ci sta. Un esercito comune europeo non è più rinviabile”.
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Afghanistan, Gentiloni “Dalla debacle può scaturire l’ora dell’Europa”

ROMA (ITALPRESS) – “E’ un terribile paradosso ma da questa debacle può scaturire l’ora dell’Europa. L’Ue non può permettersi un eccesso di debolezza geopolitica. E le condizioni sono favorite paradossalmente dalla Brexit. Il Paese più riluttante a un rafforzamento delle capacità autonoma di difesa europea è sempre stata la Francia. Ora è diventato il Paese più favorevole. E la Germania, in 15 anni è passata da grande riluttante a totale sostenitore. In futuro dovremo essere gli alleati autonomi degli Usa”. Lo afferma in un’intervista al quotidiano La Repubblica il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni.
“La realtà attuale della difesa europea è quasi inutilizzabile.
Abbiamo forze di pronto intervento che sono soggette alla regola dell’unanimità nel Consiglio Ue – prosegue -. Abbiamo due battaglioni operativi da 1.500 uomini, non utilizzati. C’è un lavoro in corso per costituire una forza di rapido intervento ancora più consistente, da 5.000 uomini, chiesta da una lettera di 14 governi tra cui tutti i maggiori Paesi. Ma pronto intervento e unanimità fanno fatica a convivere. E allora si può cambiare il meccanismo decisionale per l’impiego di tutte le forze europee. Oppure si possono adottare forme di cooperazione rafforzata”.
Sulla questione dei profughi “non è ragionevole fare stime. Ma i fenomeni migratori sono inevitabili. Si tratta di scegliere se gestirli in modo legale e organizzato oppure lasciarli alla clandestinità. La Commissione ha già attivato in questi giorni una consultazione sulla disponibilità di quote di accoglienza da parte degli Stati membri e credo che si possa arrivare a cifre significative – spiega Gentiloni -. Prendiamo il Canada: ha dichiarato di voler accogliere una quota aggiuntiva di 20mila rifugiati afghani. Penso che l’Ue possa fare di più. Stiamo parlando di decine di migliaia, non di milioni. Il meccanismo inevitabile è quello delle quote e dei corridoi umanitari”.
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Afghanistan, Michel “Non finisce l’impegno Ue per i diritti umani”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Abbiamo affrontato quella che rimane la nostra priorità più urgente: l’evacuazione sicura dei cittadini della coalizione, del personale afghano e delle loro famiglie”. Lo ha detto Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, nel corso di una conferenza stampa dopo la partecipazione al G7 straordinario in videoconferenza sulla situazione in Afghanistan.
“L’UE e i suoi Stati membri non risparmiano sforzi per evacuare i cittadini dell’UE e coloro che hanno collaborato con noi – ha proseguito -. Siamo preoccupati che non possano raggiungere in sicurezza l’aeroporto di Kabul. Chiediamo alle nuove autorità afgane di consentire il libero passaggio a tutti i cittadini stranieri e afgani che desiderano raggiungere l’aeroporto”.
“Sugli aiuti umanitari e la migrazione l’UE farà la sua parte per sostenere la sicurezza e le condizioni di vita adeguate degli afgani che fuggono dal loro paese – ha detto ancora Michel -. Lavoreremo con i paesi della regione, in particolare Iran, Pakistan e Asia centrale, per affrontare le diverse esigenze”.
“Sarà necessaria la protezione internazionale per coloro che subiscono persecuzioni e per altri afghani vulnerabili. E gli Stati membri dell’UE contribuiranno a questo sforzo internazionale”, ha sottolineato il presidente del Consiglio Ue, che ha aggiunto: “Sia chiaro, non permetteramo la creazione di un nuovo mercato per contrabbandieri e trafficanti di esseri umani. Siamo determinati a tenere sotto controllo i flussi migratori e a proteggere le frontiere dell’UE”. “Oggi è troppo presto per decidere che tipo di relazioni svilupperemo con le nuove autorità afgane. Chiediamo una soluzione politica inclusiva e se vogliamo continuare a esercitare un’influenza positiva sul popolo afghano, soprattutto nel sostenere i suoi bisogni primari, dovremo trattare con le nuove autorità – ha aggiunto -. Questo sarà soggetto a condizioni rigorose, per quanto riguarda gli atti e l’atteggiamento del nuovo regime, sia nel preservare le conquiste politiche, economiche e sociali dei cittadini afghani, i loro diritti umani, in particolare delle donne, delle ragazze e delle minoranze. E in termini di obblighi internazionali dell’Afghanistan, in particolare sicurezza, lotta al terrorismo e traffico di droga”.
In materia di sicurezza, secondo Michel “sarà fondamentale la cooperazione tra la Nato e gli altri alleati. Anche la condivisione dei dati tra alleati e partner, per impedire l’ingresso di combattenti terroristi stranieri, svolgerà un ruolo importante. La fine dell’operazione militare in Afghanistan non è la fine del nostro impegno per promuovere lo stato di diritto, la democrazia e i diritti umani nel mondo. Al contrario, dovremmo essere più determinati che mai – ha concluso -. Questo deve essere chiaro agli attori che stanno cercando di trarre vantaggio dalla situazione attuale. L’UE continuerà a proteggere e promuovere con fermezza i suoi interessi e valori. Ci saranno più lezioni da trarre da quanto accaduto in Afghanistan. Questi eventi dimostrano che sviluppare la nostra autonomia strategica, mantenendo le nostre alleanze più forti che mai, è della massima importanza per il futuro dell’Europa. A tempo debito proporrò una discussione su questa questione ai miei colleghi leader del Consiglio europeo”.
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