ROMA (ITALPRESS) – “Oggi i primi fondi Next Generation EU all’Italia danno il via a una ripresa duratura per il Paese.
Il piano di ripresa italiano, Italia Domani, ha l’ambizione necessaria per fare dell’Italia un motore per la crescita di tutta l’Unione Europea. Un’Europa forte ha bisogno di un’Italia forte”. Così su Twitter la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, annuncia l’erogazione dei primi 24,9 miliardi del Recovery Fund all’Italia.
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Recovery Fund, erogati i primi 24,9 miliardi all’Italia
A giugno surplus bilancia commerciale area euro a 18,1 miliardi
ROMA (ITALPRESS) – A giugno, secondo i dati Eurostat, le esportazioni dell’area euro sono state pari a 209,9 miliardi (+23,8% rispetto a giugno 2020) mentre le importazioni sono state pari a 191,8 miliardi (+28,2%). Il surplus della bilancia commerciale con il resto del mondo è pari a 18,1 miliardi, in calo rispetto ai 20 miliardi registrato a giugno 2020.
Il commercio intraeurozona è salito a 188 miliardi a giugno, in crescita del 24,6% rispetto a giugno 2020. Nei primi sei mesi dell’anno, le esportazioni di beni dell’area euro verso il resto del mondo sono aumentate a 1.172,5 miliardi (+15,5% rispetto a gennaio-giugno 2020) e le importazioni sono aumentate a 1.070,1 miliardi (+15,2%). Di conseguenza l’area dell’euro ha registrato un avanzo di 102,5 miliardi rispetto a +86 miliardi in
gennaio-giugno 2020. Il commercio all’interno dell’area dell’euro è salito a 1.047,8 miliardi in aumento del 20,3% rispetto
gennaio-giugno 2020.
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Frontex, in un anno +33% arrivi illegali in Europa
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – A luglio 2021 Frontex ha registrato 17.300 attraversamenti illegali delle frontiere, il 33% in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso e aumento anche rispetto al mese precedente, quando erano state 14.600. La pressione migratoria ha continuato ad accumularsi alle frontiere orientali dell’Unione europea con oltre 3.000 ingressi illegali dalla Bielorussia registrati al confine con la Lituania a luglio.
La rotta del Mediterraneo centrale ha rappresentato la quota più elevata di attraversamenti illegali delle frontiere a luglio, seguita dalla rotta dei Balcani occidentali.
A luglio, sulla rotta del Mediterraneo centrale verso l’Europa sono stati registrati 7.600 attraversamenti illegali delle frontiere, più o meno in linea con lo stesso mese dell’anno scorso. Questo porta il totale per quest’anno a 30.800, un aumento del 96% rispetto allo scorso anno.
Sulla rotta marittima verso la Spagna, Frontex ha registrato 1380 rilevamenti, un calo del 32% rispetto a luglio 2020. Finora quest’anno sono stati rilevati 7.040 attraversamenti illegali delle frontiere su questa rotta, più o meno in linea con la tendenza dell’anno scorso (6.500).
I cittadini algerini hanno rappresentato il 67% di tutti gli arrivi su questa rotta, seguiti dai marocchini.
A luglio sono stati rilevati quasi 400 attraversamenti illegali sulla rotta dell’Africa occidentale, in linea con lo stesso mese dell’anno scorso. In totale, ci sono stati 7.350 rilevamenti quest’anno, il 130% in più rispetto allo scorso anno. La maggior parte dei cittadini continua a provenire dai paesi subsahariani.
La rotta dei Balcani occidentali ha visto 3.600 rilevamenti a luglio, il 67% in più rispetto a un anno fa. Il numero totale di attraversamenti illegali delle frontiere quest’anno è aumentato del 90% e ammontava a 22 600. La maggior parte dei migranti proveniva dalla Siria e dall’Afghanistan, seguiti dai cittadini del Marocco.
A luglio, Frontex ha osservato una leggera diminuzione del numero di rilevamenti sulla rotta verso la Grecia a luglio con 1.065 attraversamenti illegali delle frontiere. Il totale dei primi sette mesi di quest’anno è diminuito del 33% e ha raggiunto i 9.000 rispetto ai 13.370 dell’anno precedente.
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Bce, avviata ripresa area euro ma resta incognita pandemia
ROMA (ITALPRESS) – La Bce prevede che “l’attività economica torni al livello pre-crisi nel primo trimestre del prossimo anno, ma c’è ancora molta strada da fare prima che i danni economici causati dalla pandemia siano ripianati”. E’ quanto si legge nel Bollettino economico, nel quale la Bce sottolinea come “restano essenziali politiche che forniscano un sostegno significativo. Una politica di bilancio ambiziosa e coordinata dovrebbe continuare ad affiancare la politica monetaria nel rafforzare la fiducia e nel favorire la spesa”. Inoltre “dovrà trascorrere ancora un pò di tempo prima che le ripercussioni della pandemia sull’inflazione vengano meno. Con la ripresa dell’economia, sostenuta dalle misure di politica monetaria adottate dal Consiglio direttivo, l’inflazione dovrebbe aumentare nel medio periodo, pur mantenendosi al di sotto dell’obiettivo fissato dalla Bce. Nonostante il loro incremento, le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine rimangono a una certa distanza dall’obiettivo del 2%”. Il Consiglio direttivo ritiene che “i rischi per le prospettive economiche siano sostanzialmente bilanciati. L’attività economica potrebbe risultare superiore alle aspettative della Bce qualora i consumatori spendessero più di quanto atteso attualmente e attingessero più rapidamente ai risparmi accantonati durante la pandemia. Un miglioramento della situazione legata alla pandemia in tempi più rapidi potrebbe inoltre determinare un’espansione maggiore rispetto alle attuali previsioni. Tuttavia, la crescita potrebbe risultare inferiore alle attese in caso di un peggioramento della pandemia o di carenze dal lato dell’offerta che dovessero rivelarsi più persistenti e che frenassero la produzione”. Il Consiglio direttivo ritiene “avviata la ripresa dell’economia dell’area dell’euro, ma la pandemia continua a gettare un’ombra su di essa, soprattutto a causa della variante Delta che costituisce una fonte di crescente incertezza. L’inflazione è aumentata, sebbene ci si attende che questo rialzo sia prevalentemente di natura temporanea”.
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Balzo del Pil in Ue, vola l’Italia
BRUXELLES (ITALPRESS) – Nel secondo trimestre 2021 il Pil è aumentato del 2% nell’eurozona e dell’1,9% nell’Ue a 27, rispetto al trimestre precedente, secondo quanto rileva Eurostat. Su base annua il Pil è cresciuto del 13,7% nell’area euro e del 13,2% in Europa. Con una crescita del 2,7%, l’Italia fa meglio della Germania, che fa registrare +1,5% e Francia +0.9%. Prosegue inoltre il calo della disoccupazione. A giugno 2021 nella zona euro è scesa al 7,7% e nella Ue a 7,1%. Per il commissario europeo all’economia, Paolo Gentiloni “le prime stime sul secondo trimestre danno una crescita superiore alle previsioni, trainata da Spagna e Italia”.
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Fmi, Italia cresce più della Germania ma pesano le varianti Covid
MILANO (ITALPRESS) – L’Italia non è più il fanalino di coda della Ue. Oggi il Fondo Monetario ha rilasciato le nuove stime sull’economia mondiale da cui emerge che la crescita prevista per il nostro Paese nel 2021 è del 4,9% in aumento dello 0,7% rispetto ad aprile. Ma soprattutto è in linea con le stime dell’economia mondiale (+4,9%) e maggiore della media dell’Eurozona (+4,6%). L’Italia, secondo gli analisti di Washington mostra una buona capacità di reazione dopo il meno 8,9% del 2020. La ripresa è destinata a consolidarsi nel tempo tanto che nel 2022 è stimato ancora un miglioramento del 4,2%. Un risultato che, per una volta, consente all’Italia di superare la Germania che crescerà quest’anno del 3,6%. Decisamente meglio la Francia (+5,8%) . Vola la Gran Bretagna, il cui prodotto potrebbe salire del 7% nei 12 mesi in corso (+1,7%). Il debito pubblico italiano è atteso nel 2021 al 157,8% del pil e il deficit all’11,1%, in aumento di 2,3 punti percentuali rispetto all’8,8% previsto in aprile.
Queste stime scontano il successo della campagna vaccinale. Tuttavia l’emergere di nuove varianti molto contagiose potrebbe deragliare la ripresa e spazzare via 4.500 miliardi di dollari dal pil entro il 2025 -afferma il Fmi. E’ necessaria una rapida azione multilaterale per l’accesso alle immunizzazioni. Questo potrebbe salvare vite umane e aggiungere miliardi di dollari alla crescita economica globale”, mette in evidenza il capoeconomista del Fondo, Gita Gopinath.
La crescita è legata soprattutto all’impulso dei Paesi piu’ ricchi (+0,8% a +4,4%) rispetto a quelli meno sviluppati (+0,2% a +5,2%). Una differenza legata proprio al differente successo della campagna vaccinale. Non a caso a trainare la ripartenza sono gli Stati Uniti, dove l’istituto di Washington si attende un incremento dell’attivita’ economica pari al 7% quest’anno (+0,6% rispetto ad aprile) e del 4,9% il prossimo (+1,4%).
Nel complesso, spiegano gli analisti di Washington i rischi sulla ripresa economica globale stanno diminuendo anche se un più diffuso accesso ai vaccini potrebbe migliorare l’outlook. Alle banche centrali il Fondo chiede di non lasciarsi spaventare dall’impennata dell’inflazione mantenendo una politica monetaria molto espansiva. Il costo della vita, sostiene il rapporto, “e’ atteso ritornare ai livelli pre-pandemia nel 2022, una volta che gli elementi di disturbo cesseranno”. L’imperativo e’ dunque “evitare un irrigidimento” della politica monetaria, “finche’ non ci sara’ piu’ chiarezza sulle dinamiche dei prezzi sottostanti”.
Tra le principali economie emergenti e in via di sviluppo, la Cina registra una sforbiciata dello 0,3% a +8,1% quest’anno e un rialzo di appena lo 0,1% a +5,7% il prossimo. L’India, travolta dalla variante delta del coronavirus, subisce una revisione al ribasso del 3% a +9,5% per il 2021.
A pesare, sottolinea Gopinath, sono anche le “divergenze nelle politiche di sostegno” all’economia. Mentre nelle economie avanzate continuano a registrarsi aiuti, con 4.600 miliardi di dollari di stimoli ancora in campo per quest’anno e oltre, in molti dei Paesi meno sviluppati la maggior parte delle misure si e’ esaurita nel corso del 2020. Per questo, Gopinath lancia un appello affinche’ “l’azione multilaterale assicuri un accesso rapido e globale ai vaccini, alle diagnosi e alle terapie. Questo”, sottolinea, “salverebbe innumerevoli vite, preverrebbe nuove varianti che potrebbero svilupparsi nei Paesi emergenti e aggiungerebbe migliaia di miliardi di dollari alla crescita economica globale”. Per raggiungere questi obiettivi, calcola, “almeno un miliardo di dosi dovrebbero essere condivise dai Paesi che hanno un surplus di vaccini e i produttori dovrebbero rendere prioritarie le consegne ai Paesi a basso e medio reddito”. E anche le “le condizioni finanziarie”, aggiunge, “potrebbero irrigidirsi improvvisamente nel caso di una repentina rivalutazione dell’orientamento di politica monetaria, specialmente negli Stati Uniti”. La ripresa, conclude, “non potra’ dirsi assicurata finche’ la pandemia non sara’ sconfitta a livello globale” e per farlo la guerra dei vaccini resta cruciale.
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Corte conti, ultimati solo 34 grandi progetti programma Ue 2007-2013
ROMA (ITALPRESS) – Nell’ambito della programmazione europea 2007-2013, dei 56 grandi progetti approvati, afferenti in massima parte all’Obiettivo convergenza, per un valore complessivo di 7,634 miliardi (di cui 5,582 miliardi di risorse UE), alla data del 31 dicembre 2020, solo 34 progetti risultano ultimati e in uso mentre 11 interventi sono in corso di realizzazione come grandi progetti dell’attuale ciclo di programmazione 2014-2020 e altri 11 (spesso ridimensionati) figurano come progetti ordinari, da realizzare nel corso della programmazione attuale, o sono stati abbandonati e rinviati al periodo 2021-2027. Pertanto, a distanza di quattro anni dalla data di presentazione delle certificazioni di chiusura del periodo di programmazione 2007-2013 (fissata al 31 marzo 2017), solo i due terzi dei grandi progetti approvati risultano effettivamente entrati in funzione. E’ quanto emerge dalla relazione conclusiva dell’indagine approvata dalla Sezione centrale di controllo per gli affari comunitari e internazionali della Corte dei conti.
L’indagine ha analizzato con schede individuali i 19 grandi progetti già completati al 31 marzo 2017, i 10 interventi da completare tra il 31 marzo 2017 e il 31 marzo 2019 e i 27 progetti la cui esecuzione, rimasta parzialmente inattuata entro la scadenza del ciclo 2007-2013, è stata posta “a cavallo” di due programmazioni. Accanto ad alcune importanti realizzazioni, si registra però la tendenza generalizzata a travalicare i limiti di durata di un ciclo di programmazione, rinviando nel tempo la creazione di valore per i territori interessati. Solo 9 progetti dei 34 funzionanti, hanno, infatti, visto il proprio avvio e completamento entro un unico ciclo di programmazione. Forte è la presenza di progetti retrospettivi, con un peso percentuale del 35,2% sul valore della programmazione. Ad essi si aggiungono alcuni progetti “ereditati” dalla programmazione precedente 2000-2006, che incidono per il 10,7% in termini numerici e per l’1,9% in termini di volume finanziario. L’indagine ha permesso di individuare le criticità che hanno rallentato, e in alcuni casi ostacolato, la tempestiva attuazione delle opere: lunghe procedure burocratiche, disomogeneo livello di definizione progettuale, crisi finanziaria delle ditte appaltatrici, contenziosi prolungati. Peraltro, per alcuni grandi progetti entrati in funzione, l’impatto sperato risulta ancora condizionato al completamento di altri interventi infrastrutturali, con i quali essi sono destinati ad integrarsi. In prospettiva futura, la Sezione ha sottolineato la necessità di una radicale modifica dell’assetto istituzionale per l’impiego dei fondi, in quanto l’attuale struttura di governance risulta troppo dispersa per dare attuazione rapida agli impegni assunti in sede europea.
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Covid, dalla Commissione Ue 120 milioni per 11 progetti di ricerca
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Nell’ambito di Orizzonte Europa, il più grande programma europeo di ricerca e innovazione (2021-2027), la Commissione Ue ha selezionato 11 nuovi progetti del valore di 120 milioni di euro per sostenere e consentire attività di ricerca urgenti sul coronavirus e le sue varianti. Questo finanziamento rientra fra le numerose azioni di ricerca e innovazione intraprese per combattere il coronavirus e contribuisce all’azione globale della Commissione volta a prevenire e mitigare l’impatto del coronavirus e delle sue varianti e darvi un’adeguata risposta, in linea con il nuovo piano europeo di preparazione alla difesa biologica denominato HERA Incubator.
Agli 11 progetti selezionati partecipano 312 equipe di ricerca di 40 paesi, di cui 38 provenienti da 23 paesi al di fuori dell’UE.
“L’Unione europea è intervenuta risolutamente per contrastare la crisi COVID-19. Oggi stiamo intensificando le attività di ricerca per affrontare le sfide e le minacce che le varianti del coronavirus rappresentano. Sostenendo questi nuovi progetti di ricerca e rafforzando e aprendo le infrastrutture di ricerca pertinenti, continuiamo a lottare contro questa pandemia e a prepararci alle minacce future”, afferma Mariya Gabriel, commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani.
La maggior parte dei progetti si incentrerà su sperimentazioni cliniche per nuovi trattamenti e vaccini e sullo sviluppo di coorti e reti COVID-19 su vasta scala al di là delle frontiere dell’Europa, istituendo collegamenti con le iniziative europee. Altri progetti rafforzeranno e amplieranno l’accesso alle infrastrutture di ricerca che forniscono servizi o sono necessarie per condividere dati, competenze e risorse di ricerca tra i ricercatori, al fine di consentire ricerche sul coronavirus e le sue varianti. Le infrastrutture in questione includono quelle già attive, come la piattaforma europea di dati sulla COVID-19, e le pertinenti infrastrutture europee di ricerca sulle scienze della vita.
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