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Il Manifesto di Draghi per rendere l’Europa unita e più competitiva

MILANO (ITALPRESS) – Il manifesto di Mario Draghi per rendere l’Europa più competitiva nel grande gioco della competizione globale. Il documento verrà integrato con quello preparato da Enrico Letta sul Mercato Unico e poi esaminati dai leader europei. “I loro report ci mostreranno la strada per il futuro”, dice la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Nei prossimi cinque anni dobbiamo confermare il primato della nostra Unione come luogo in cui vivere e fare affari”, ha sottolineato.
Mario Draghi, approfitta della conferenza suii diritti sociali, a Le Hulpe fuori Bruxelles, per dare qualche anticipazione del rapporto il cui punto focale è la ricerca di una maggiore integrazione fra i Ventisette. A suo parere solo un’Europa più unita sul piano delle regole, della finanza e della difesa sarà in grado di resistere all’assedio delle economie emergenti come la Cina o di quelle egemoni come gli Stati Uniti. “Oggi – dice l’ex premier – investiamo meno in tecnologie digitali e avanzate rispetto a Stati Uniti e Cina, anche per la difesa, e abbiamo solo quattro attori tecnologici europei globali tra i primi 50 a livello mondiale”. Manca una strategia su come proteggere le nostre industrie tradizionali da un terreno di gioco globale ineguale causato da asimmetrie nelle normative, nei sussidi e nelle politiche commerciali.
“Un esempio calzante è rappresentato dalle industrie ad alta intensità energetica”, ha spiegato. “In altre regioni, queste industrie non solo devono far fronte a costi energetici più bassi, ma devono anche far fronte a un minore onere normativo e, in alcuni casi, ricevono massicci sussidi che minacciano direttamente la capacità delle aziende europee di competere. Senza azioni politiche strategicamente progettate e coordinate, è logico che alcune delle nostre industrie ridurranno la capacità produttiva o si trasferiranno al di fuori dell’Ue”, ha avvertito l’ex numero della Bce.
“Per molto tempo la competitività è stato un tema controverso in Europa – dice -, ma purtroppo abbiamo sbagliato focus, vedendo noi stessi come concorrenti e allo stesso tempo non guardando abbastanza all’esterno”. Manca una strategia complessiva: dalla rincorsa ai ritardi tecnologici alla protezione dell’industria tradizionale “causata da asimmetrie sul piano regolatorio, commerciale e di sussidi”, fino alle ambizioni di ridurre le dipendenze strategiche (come materie prime critiche e batterie). Il cambiamento “ha colto di sorpresa” l’Unione europea con “altre regioni che non rispettano più le regole” e vorrebbero l’Ue “permanentemente dipendente da loro”.
Di fronte a uno scenario in continuo cambiamento l’Unione deve “definire priorità” attraverso “azioni immediate nei settori con la massima esposizione alle sfide verdi, digitali e di sicurezza”, è l’esortazione di Draghi che ha fornito le prime anticipazioni sul suo rapporto: “Ci focalizziamo su 10 macro-settori dell’economia europea, ognuno ha bisogno di specifiche riforme e strumenti, ma ci sono 3 fili conduttori”. Innanzitutto “permettere la scalabilità” delle imprese europee, pareggiando “lo stesso vantaggio competitivo” che l’Europa avrebbe con i principali concorrenti globali ma frenato dalla frammentazione. Il secondo filo è la capacità di “fornire beni pubblici” laddove ci sono “possibili investimenti di cui beneficiamo tutti, ma che nessun Paese può portare avanti da solo”. I colli di bottiglia impattano settori strategici come l’energia: “Un mercato energetico integrato garantirebbe costi bassi dell’energia per le nostre imprese e più resilienza in caso di future crisi, ma non riusciremo a creare una vera Unione dell’energia, a meno che non ci accorderemo su un approccio comune”.
In questo contesto è cruciale il ricorso agli strumenti più adeguati per gli investimenti: “Il settore pubblico ha un grande ruolo da giocare, possiamo sfruttare la grande capacità di assumere prestiti sul mercato, ma la maggior parte degli investimenti deve essere coperta dal settore privato”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Michel “Sugli Eurobond dibattito aperto. Pnrr? Troveremo una soluzione”

TORINO (ITALPRESS) – L’Unione europea “troverà una soluzione” per evitare che gli Stati come l’Italia perdano i soldi del Pnrr in caso di ritardi. E per quanto riguarda il psot Recovery “il dibattito sugli Eurobond è ormai aperto”. Lo dice in un’intervista al quotidiano “La Stampa” il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, all’indomani dell’incontro a Roma con la premier, Giorgia Meloni. “E’ stato un ottimo incontro – sottolinea Michel, che sta girando le capitali Ue per discutere del ‘New Deal’ sulla competitività europea che la prossima settimana sarà sul tavolo del vertice straordinario -. Negli ultimi anni il nostro mercato unico è stato abbandonato, ma è il nostro bene più prezioso. Per questo è fondamentale agire immediatamente per rafforzarlo, trasformandolo nella potenza più competitiva, più innovativa, più tecnologicamente avanzata e più ecologica al mondo. La risposta è quindi un ‘New Deal’ per la competitività in Europa, nel contesto del rapporto che sarà presentato da Enrico Letta e di quello che sta preparando Mario Draghi”.
Sugli Eurobond per la Difesa “alcuni Paesi sono favorevoli, altri assolutamente contrari. Tutti con buoni argomenti. Credo sia difficile trovare un accordo in tempi brevi. Per questo, nell’attesa, possiamo utilizzare altri strumenti molto potenti: l’unione dei mercati di capitali oppure la Bei”. Quanto al Pnrr, tra chi chiede meno burocrazia e chi di estendere la data di scadenza, per Michel ci sarà “un compromesso politico”. “Sono favorevole a trovare nuove soluzioni pragmatiche”.

– foto: Agenzia Fotogramma –
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Europa ed economia civile, incontro a Roma con Becchetti, dell’Erba, Guerini, Patuelli e Nardella

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ROMA (ITALPRESS) – L’Unione Europea affronterà, a giugno, le elezioni del Parlamento Europeo e, in un momento di particolare complessità geopolitica, le visioni dell’Economia Civile e della felicità condivisa possono costituire un riferimento vivo e stimolante. Per individuare le linee guida di un’azione di rinnovamento possibile, “NeXt – Nuova Economia per tutti” ha promosso un dibattito pubblico al Palazzo della cooperazione di Roma, che si colloca nel percorso di avvicinamento alla 6^ edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile che si terrà come di consueto a Firenze (Palazzo Vecchio) dal 3 al 6 ottobre prossimi.
All’evento hanno partecipato Leonardo Becchetti (Direttore scientifico del Festival Nazionale dell’Economia Civile e co-fondatore di NeXt), Augusto dell’Erba (Presidente di Federcasse-BCC), Giuseppe Guerini (Portavoce della Categoria Economia Sociale del Comitato Economico e Sociale Europeo), Antonio Patuelli (Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana) e Dario Nardella (Sindaco di Firenze), con la moderazione della giornalista Eva Giovannini di Rainews 24.
Per Leonardo Becchetti «l’economia civile serve a dare risposte, soprattutto in un momento in cui l’intelligenza relazionale si sta perdendo; le conseguenze le vediamo nel logoramento delle relazioni internazionali e nel non saper organizzare processi di “de-escalation” per disinnescare le crisi. La cooperazione – ha aggiunto Becchetti – è un valore per le persone, ma soprattutto per l’economia e rimetterla al centro è fondamentale se vogliamo cambiare strada. Cooperazione e generatività sono le due parole chiave dell’economia civile e durante il Festival, quest’anno alla sua 6ª edizione, cerchiamo di promuoverla perché è il criterio che aiuta a risolvere qualsiasi cosa a livello economico. Dobbiamo creare meccanismi affinché questa generatività non vada vanificata a causa di mercati non equi».
«L’ultima legislatura europea – secondo Augusto dell’Erba – ha portato con sé alcuni cambiamenti. I parlamentari europei, infatti, sono più attenti e consapevoli del ruolo e dei problemi di cui si devono occupare. Tutto ciò mi auguro ci aiuti a far capire che l’economia italiana ed europea non è fatta solamente di grandi conglomerati industriali, ma anche di tantissime piccole imprese. Noi, come credito cooperativo, abbiamo superato indenni diverse crisi a forte impatto economico (quella finanziaria del 2008-2009, dei debiti sovrani, dell’economia reale, della pandemia) senza che alcuna BCC andasse in default e senza chiedere nulla allo Stato. Troppo spesso si pensa che il capitalismo sia sinonimo di efficienza, ma la nostra esperienza dimostra che la mutualità bancaria regge anche a prove di stress enormi. Chi andrà a rappresentarci in Europa – ha concluso dell’Erba – dovrà rivendicare tutto ciò in ottica di apertura per dimostrare che ci sono sistemi produttivi che fanno il bene della comunità. Perché fino ad oggi il modello della banca cooperativa mutualistica non ha trovato adeguata attenzione da parte del legislatore».
Giuseppe Guerini ha spiegato: «Attualmente ci troviamo all’interno di un’economia furiosa, che cresce in modo spaventoso senza pensare alle conseguenze. Abbiamo invece bisogno di economie di prossimità pazienti, che riconducano il valore al territorio che lo produce. Per questo motivo – ha precisato – l’investimento sul capitale umano è la terza transizione che deve affiancarsi a quella tecnologica ed ecologica, rimettendo la persona al centro dei meccanismi europei, sociali ed economici».
Dario Nardella ha dichiarato: «La città di Firenze si è legata al Festival Nazionale dell’Economia Civile, creando un rapporto speciale grazie al suo DNA legato all’economia della felicità. Perché se esiste questo tipo di economia, i laboratori della felicità sono le città. Qui, infatti, si vivono i conflitti sociali e atterrano le grandi sfide, alle quali poi troviamo le soluzioni. Le città – ha spiegato Nardella – sono luoghi multietnici e multilinguistici, diventando laboratori di generatività. Nonostante tutto questo, però, al Parlamento Europeo le città sono ancora poco rappresentate, ma devono ritrovare una loro dignità. Non c’è – ha concluso – economia della felicità con economia della guerra, serve quindi un’industria della pace e le città sono i laboratori della pace perché non hanno eserciti. Hanno, invece, relazioni che costruiscono modelli culturali. Senza cultura non c’è libertà, uguaglianza e relazioni. Quindi le città generatrici di cultura, sono anche generatrici di pace».
Antonio Patuelli ha detto: «La legislatura che sta finendo in Europa, è stata forse la più importante di tutte. Durante la pandemia, infatti, è stato fatto qualcosa di straordinario, che non era previsto dai trattati. L’Unione Europea, nel corso della sua storia, ha incrociato molte volte l’economia della felicità. Pensiamo a quando i primi 6 Paesi si sono uniti negli anni ’50, o quando hanno ammesso altre nazioni o ancora quando c’è stata la caduta del muro di Berlino. La nuova legislatura europea, però, dovrà superare i tanti limiti e contraddizioni di ciò che non è stato realizzato, magari guardando ad altre soluzioni e organizzando codici bancari precisi».
-foto ufficio stampa NeXt –
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Ue, Giorgetti “Scontata apertura procedura per disavanzo eccessivo”

ROMA (ITALPRESS) – “Essendo terminata a fine 2023 la sospensione del patto di stabilità e crescita introdotta a seguito della pandemia e poi della crisi energetica, in base all’indebitamento netto registrato dall’Italia lo scorso anno è scontato che la Commissione europea raccomanderà di aprire una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti del nostro e di altri paesi”.
Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso dell’audizione nelle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, sulla riforma della governance economica Ue.
-foto Agenzia Fotogramma-
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Ue, dalla Commissione una proposta per la “laurea europea”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Una laurea europea su base volontaria. E’ l’obiettivo di un pacchetto di tre iniziative presentate dalla Commissione Europea per promuovere la cooperazione transnazionale tra gli atenei e gli istituti di istruzione superiore.
Le tre iniziative affrontano gli ostacoli giuridici e amministrativi che impediscono alle università partner di istituire programmi di laurea congiunti competitivi. Le proposte si basano sull’autonomia istituzionale e sulla libertà accademica delle università e rispettano le competenze degli Stati membri.
Il pacchetto comprende una comunicazione su un piano per una laurea europea e due proposte di raccomandazioni a sostegno del settore dell’istruzione superiore: una per migliorare i processi di garanzia della qualità e il riconoscimento automatico delle qualifiche nell’istruzione superiore e l’altra per rendere le carriere accademiche più attraenti e sostenibili.
Nel 2025 la Commissione prevede di avviare “progetti di percorsi europei di laurea” nell’ambito del programma Erasmus+.
Il pacchetto sarà discusso con il Consiglio dell’Unione Europea e con i principali stakeholder nel settore dell’istruzione superiore nei prossimi mesi. La Commissione invita il Consiglio, gli Stati membri, le università, gli studenti e le parti sociali a collaborare “per rendere la laurea europea una realtà”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Ucraina, Meloni “Dal Consiglio Europeo passi avanti”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Noi continuiamo a fare tutti gli sforzi possibili, anche questo Consiglio Europeo delle risposte le dà, l’accordo sull’European Peace Facility non era facile, ma in ogni Consiglio Europeo si fanno passi avanti”. Lo dice il premier Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Bruxelles dopo il Consiglio Europeo, in merito alle parole del presidente Volodymyr Zelensky sulla fornitura di munizioni.
“Anche l’Italia sta facendo tutto quello che può. Noi siamo molto, molto convinti di quello che stiamo facendo per costruire pace, per difendere il rispetto delle regole senza il quale purtroppo nessuno sarebbe più al sicuro – ha aggiunto -. Chiaramente non è una situazione facile per nessuno, capisco le difficoltà, però mi pare che davvero ce la stiamo mettendo tutta”.
“Il clima che io ho letto su alcuni organi di stampa non è il clima che ho visto – ha poi sottolineato Meloni -. Poi, è ovvio, siamo in un conflitto. Nessuno affronta queste questioni con leggerezza, o non chiedendosi quale dovrà essere il passo successivo, anche ponendosi un tema di lungo termine. Sul bilancio pluriennale abbiamo cercato di garantire un’ottica di medio termine, parliamo di ricostruzione. Sono scenari che possono cambiare e che bisogna continuare a tenere monitorati. E’ ovvio che nessuno affronti una stagione come questa a cuor leggero, però non ho visto un clima in questo Consiglio Europeo diverso dai precedenti in tema di preoccupazione di eventuali escalation o ‘mettiamoci l’elmetto in testà, o ‘i cittadini sono in pericolò”.

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Zelensky al Consiglio Europeo “All’Ucraina servono più munizioni”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Le munizioni sono una questione vitale e sono grato per la creazione del Fondo di assistenza all’Ucraina, pari a 5 miliardi di euro, e per il sostegno all’iniziativa ceca per l’acquisto di proiettili per i nostri soldati. Questo aiuterà, vi ringraziamo. Ma sfortunatamente l’uso dell’artiglieria in prima linea da parte dei nostri soldati è umiliante per l’Europa, nel senso che l’Europa può fornire di più, ed è fondamentale dimostrarlo ora”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in videocollegamento con il Consiglio Europeo.
Durante la notte l’Ucraina ha subito attacchi da oltre 60 droni Shaheed e da quasi 90 razzi di vario tipo. “Il mondo vede gli obiettivi dei terroristi russi nel modo più chiaro possibile – scrive sui social Zelensky -: centrali elettriche e linee di approvvigionamento energetico, una diga idroelettrica, edifici residenziali, persino un filobus. La Russia è in guerra contro la vita ordinaria delle persone. Le mie condoglianze alle famiglie e ai cari delle persone uccise in questo terrore”.
“Non ci sono ritardi nei missili russi, così come invece avviene per i pacchetti di aiuti al nostro Stato. Gli Shaheed non hanno indecisioni, a differenza di alcuni politici – prosegue -. E’ importante comprendere il costo dei ritardi e delle decisioni lente. I sistemi Patriot devono proteggere Kharkiv e Zaporizhzhia, la difesa aerea è necessaria per proteggere persone, infrastrutture, case e dighe. I partner sanno esattamente cosa è necessario. Queste soluzioni sono necessarie”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Il Consiglio Europeo non arretra sul dossier Ucraina

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Sostegno sempre più deciso all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale. Questa la linea ribadita dal Consiglio Europeo. Per i capi di Stato e di Governo dell’Unione la Russia non deve prevalere, e per questo sarà accelerata e intensificata la fornitura di tutta l’assistenza militare necessaria. Strettamente legato al dossier Ucraina è quindi quello della sicurezza comune. Nelle conclusioni del Consiglio Europeo, i leader spiegano che l’Unione è determinata ad aumentare le sue capacità di difesa complessive affinchè siano all’altezza delle nuove minacce e sfide. Per questo secondo il Consiglio Europeo è necessario migliorare l’accesso dell’industria della difesa ai finanziamenti pubblici e privati, e vanno esaminate tutte le opzioni per mobilitare questi fondi.
“L’aumento della prontezza alla difesa e il rafforzamento della sovranità dell’Unione richiederanno ulteriori sforzi, conformemente alle competenze degli Stati membri – si legge nel dettaglio nelle conclusioni -, per: a) rispettare l’impegno comune di aumentare in modo sostanziale la spesa per la difesa, e investire insieme in modo migliore e più rapido;
b) migliorare l’accesso dell’industria europea della difesa ai finanziamenti pubblici e privati. In tale contesto, il Consiglio europeo invita il Consiglio e la Commissione a esaminare tutte le opzioni per mobilitare finanziamenti e a riferire in merito entro giugno. Si invita inoltre la Banca europea per gli investimenti ad adeguare la sua politica di prestiti all’industria della difesa e la sua attuale definizione di beni a duplice uso, salvaguardando nel contempo la sua capacità di finanziamento;
c) incentivare lo sviluppo e gli appalti congiunti per far fronte alle carenze in termini di capacità critiche dell’UE, in particolare per quanto riguarda gli abilitanti strategici, nonchè per sfruttare appieno le sinergie tra i processi di pianificazione della difesa a livello nazionale ed europeo;
d) potenziare gli investimenti cooperativi/congiunti nel settore della difesa, dalla fase di ricerca e sviluppo a quella di pianificazione, fino all’industrializzazione e agli appalti congiunti, e migliorare la prevedibilità, ad esempio attraverso contratti pluriennali fissi; e) aumentare la resilienza dell’industria europea della difesa, la sua flessibilità e la sua capacità di sviluppare e produrre prodotti per la difesa innovativi, potenziando la loro interoperabilità e intercambiabilità nonchè garantendo la loro disponibilità per gli Stati membri; f) incentivare l’ulteriore integrazione del mercato europeo della difesa in tutta l’Unione, agevolando l’accesso alle catene di approvvigionamento della difesa, in particolare per le PMI e le società a media capitalizzazione, e riducendo la burocrazia; g) migliorare la risposta rapida e l’individuazione tempestiva delle strozzature nelle catene di approvvigionamento per il mercato della difesa e garantire che la regolamentazione dell’UE non costituisca un ostacolo allo sviluppo dell’industria europea della difesa; h) sostenere le iniziative volte a continuare a investire nella manodopera qualificata per far fronte alle prevalenti carenze di manodopera e di competenze nell’industria della difesa”.
Inoltre il Consiglio europeo invita “il Consiglio, l’alto rappresentante e la Commissione a portare avanti rapidamente i lavori relativi alla comunicazione congiunta su una strategia per l’industria europea della difesa (EDIS). Invita altresì il Consiglio a portare avanti senza indugio i lavori sulla proposta relativa a un programma per l’industria europea della difesa (EDIP) che l’accompagna”.

– Foto screenshot da video Consiglio Europeo –