ROMA (ITALPRESS) – “Si tratta di un affare italiano. E come sapete abbiamo una regola d’oro: non commentiamo mai le questioni politiche interne. Posso solo dire che Draghi alla Bce ha svolto un ruolo straordinario e di questo ne sono tutti consapevoli. Non solo in Italia”. Lo dice in un’intervista al quotidiano La Stampa la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, in merito all’incarico di formare un nuovo Governo affidato a Mario Draghi.
Poi riguardo al Recovery Plan italiano, la Von der Leyen ha spiegato: “Da settimane, per non dire mesi, lavoriamo con le autorità italiane e con le parti interessate per sviluppare i dettagli della bozza. E il lavoro è ancora in corso. Lo dico per sottolineare quanto dettagliato sia questo lavoro, visto che si tratta di un ammontare enorme di fondi da spendere in un periodo di tempo relativamente limitato, in pochi anni. Dobbiamo andare in profondità nei dettagli, definendo obiettivi e tabella di marcia. Per questo siamo pronti e impegnati con l’amministrazione italiana per lavorare senza sosta e andare avanti perchè il tempo è prezioso e non vediamo l’ora di vedere come sarà formato il nuovo governo”.
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Von der Leyen “Lavorare senza sosta al Recovery Plan”
Bce “Fondamentale continuare con lo stimolo monetario”
ROMA (ITALPRESS) – “L’inizio delle campagne di vaccinazione nell’area dell’euro rappresenta un traguardo importante nel processo di risoluzione della crisi sanitaria in atto. La pandemia continua, tuttavia, a porre seri rischi per la salute pubblica e per le economie dell’area dell’euro e del resto del mondo. Il nuovo aumento dei contagi da coronavirus e le rigide misure di contenimento imposte per un prolungato periodo di tempo in molti paesi dell’area stanno minando l’attività economica”. E’ quanto si legge nel Bollettino economico della Bce.
“Il prodotto dovrebbe aver registrato una flessione nel quarto trimestre del 2020 e l’intensificarsi della pandemia comporta alcuni rischi al ribasso per le prospettive economiche a breve termine”, prosegue. “L’inflazione si conferma molto contenuta, in un contesto caratterizzato da una domanda debole e da una significativa capacità inutilizzata nei mercati del lavoro e dei beni e servizi. I dati più recenti confermano, nel complesso, la precedente valutazione dello scenario di base del Consiglio direttivo relativa a un pronunciato impatto della pandemia sull’attività economica nel breve periodo e a una protratta debolezza dell’inflazione. In tale contesto – osserva la Bce -, per continuare a garantire a tutti i settori economici condizioni di finanziamento favorevoli nel periodo della pandemia, continua a essere fondamentale un ampio grado di stimolo monetario. Contribuendo a ridurre l’incertezza e a rafforzare la fiducia, ciò incoraggerà la spesa per consumi e gli investimenti delle imprese, sostenendo l’attività economica e salvaguardando la stabilità dei prezzi nel medio termine”.
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Nel 2020 Pil dell’Eurozona -6,8%
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Secondo le stime Eurostat, nel quarto trimestre del 2020 l’Italia ha registrato una decrescita del Pil pari al -2%. I dati dell’ufficio statistico Ue riguardano il prodotto interno lordo europeo, che tiene conto delle misure restrittive messe in atto per contenere la pandemia da Coronavirus. L’Austria accusa il calo maggiore tra tutti i Paesi membri con il -4,3%, mentre Lituania e Lettonia salgono rispettivamente al +1,2% e al +1,1%. Nonostante i dati siano ancora parzialmente completi e una nuova stima verrà resa pubblica il prossimo 16 febbraio, è stata dichiarata per il quarto trimestre del 2020 una decrescita del -0,7% nell’Eurozona e del -0,5% nell’UE-27, in controtendenza rispetto al forte balzo che si era registrato nel terzo trimestre con un +12,4% per l’Eurozona e +11,5% nell’UE. Per quanto riguarda l’intero 2020, sempre secondo una prima stima, il Pil è diminuito del 6,8% nella zona euro e del 6,4% nell’UE.
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Vaccini, Von der Leyen “Richiameremo AstraZeneca ai suoi obblighi”
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Ci aspettiamo che AstraZeneca recuperi le dosi tagliate”. Lo dice la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, in un’intervista a un gruppo di quotidiani internazionali, tra cui La Repubblica.
“Quando avremo i dati completi torneremo al tavolo con AstraZeneca e li richiameremo ai loro obblighi”, sottolinea Von der Leyen.
“In politica ci sono sempre alti e bassi, ma l’importante in una campagna di immunizzazione è centrare il risultato finale – spiega la presidente della Commissione Ue -. Siamo appena all’inizio di una maratona e mi sento di confermare l’obiettivo di arrivare a vaccinare il 70% della popolazione adulta in Europa entro l’estate”.
“La buona notizia è che AstraZeneca mi ha informato che anticiperanno le consegne al 7 febbraio con 3,2 milioni di dosi, il 17 ne arriveranno 4,9 milioni e a fine mese altre 9,2 milioni per un totale di oltre 17 milioni di vaccini per febbraio. A marzo ne arriveranno altri 23 milioni, in totale per i prossimi due mesi saranno 40 milioni – prosegue -. Spetta all’azienda organizzare le sue consegne. Noi ci aspettiamo che AstraZeneca rispetti gli obblighi contrattuali, che recuperi le dosi tagliate nel primo trimestre. Per noi sono importanti febbraio e marzo perchè poi dal secondo trimestre le consegne saliranno enormemente. Abbiamo ancora due mesi di tempo per riuscirci, con il nuovo meccanismo per l’autorizzazione all’export le aziende ci devono dire cosa hanno portato fuori dall’Unione da dicembre a oggi. Quando avremo i dati completi che si sostituiranno ai rumors torneremo al tavolo con AstraZeneca e li richiameremo ai loro obblighi”.
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Ue, 75 milioni di dosi di vaccino in più nel secondo trimestre
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Stiamo lavorando con le aziende farmaceutiche per garantire che i vaccini vengano consegnati agli europei. Pfizer e BionTech forniranno 75 milioni di dosi aggiuntive nel secondo trimestre dell’anno e fino a 600 milioni in totale nel 2021”. Lo annuncia su Twitter la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen.
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Gentiloni “Next Generation Eu non è debito ma occasione della vita”
ROMA (ITALPRESS) – Il Next Generation EU non è un debito accumulato per le prossime generazioni. Ma è l’«occasione della vita» per rendere possibili «alcuni miglioramenti» nel modo di funzionare della nostra società. E «da Bruxelles faremo di tutto per collaborare con i governi e migliorare le diverse proposte». Sono alcuni passaggi salienti della relazione di Paolo Gentiloni, Commissario europeo per l’Economia, che venerdì 29 gennaio è intervenuto al webinar “Investimenti e lavoro nel piano Next Generation EU. Un patto tra generazioni per un’economia inclusiva”, promosso da Università Cattolica del Sacro Cuore e Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel). «Il Next Generation EU rappresenta il cuore della risposta europea alla pandemia e ai gravissimi effetti che questa ha prodotto in termini di ferite sociali ed economiche. Un pacchetto di interventi che può davvero rappresentare un enorme stimolo per investimenti e riforme in tutti i paesi dell’Unione europea», ha aggiunto Paolo Gentiloni. «A questo piano dobbiamo guardare con visione e lungimiranza, tenendo bene a mente quella che è stata la volontà della Commissione nell’assumere un preciso impegno verso le future generazioni. Next Generation EU, perchè è a tutti gli effetti un patto intergenerazionale. Un quadro economico di rilancio e di crescita, dentro un’ambiziosa promessa di sostenibilità e inclusività».
Investimenti, giovani, futuro le parole più ricorrenti nel corso del dibattito. «Il Next Generation EU è un’iniziativa cui si guarda con aspettative e apprensione perchè costituisce un’opportunità non solo eccezionale, quasi ultima per il nostro Paese che si trova in una situazione economica particolarmente critica», ha detto Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica nell’avvio dei lavori del webinar. Si tratta, ha continuato il rettore, «di una questione non solo di tipo economico ma coinvolge le università, che hanno la caratteristica di aver contribuito all’edificazione di una coscienza europea ancora prima che di un’istituzione». In particolare, «le giovani generazioni hanno bisogno di due cose: di una società che riprenda a crescere; di un sistema educativo che funzioni». Questo perchè, ha fatto eco Antonella Occhino, preside della facoltà di Economia dell’Università Cattolica, «i giovani si aspettano di ricevere non solo un debito ma conoscenze e competenze».
Giovani, ma anche opportunità di genere e Sud sono gli altri due assi trasversali su cui bisogna impegnarsi. Ne è convinto Tiziano Treu, presidente Cnel. «Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) occorrono maggiori risorse per giovani e donne ed è necessario coordinare meglio i diversi progetti con l’obiettivo di avere una visione di ampio respiro proprio sul passaggio generazionale, fortemente penalizzato negli ultimi due decenni». Il Cnel, ha osservato Treu, «ha più volte indicato le priorità su cui puntare come il rafforzamento del programma Garanzia-giovani, con migliori investimenti per politiche attive, la semplificazione del contratto di apprendistato misure a favore della conciliazione dei tempi di vita-lavoro delle donne. La transizione scuola-lavoro continua ad essere un punto debole del nostro sistema economico tanto che nell’ultimo anno abbiamo registrato la fuga all’estero di 28mila giovani».
Una fuga amplificata da un alto tasso di disoccupazione, accresciuto dalla pandemia. «L’Italia a novembre 2020 rispetto al 2019 ha registrato tra i giovani (25-34 anni) il più forte calo dell’occupazione, già il più basso in Europa, sceso a 61,1% (-2,2 punti percentuali)», ha notato il demografo della Cattolica Alessandro Rosina nell’ambito della tavola rotonda, coordinata dal giuslavorista e consigliere Cnel Michele Faioli. Come se non bastasse, ha notato sempre il professor Rosina, «il nostro Paese presenta il peggior dato in Europa di Neet “maturi” (non più giovani, over 30)». Va adottato, quindi, un «approccio diverso poichè le risorse per far crescere il Paese non sono i fondi europei: è la Next Generation EU stessa e il suo capitale umano, per attivare al meglio i giovani e metterli nelle condizioni di dare i propri frutti».
Ecco perchè, ha ribadito la sociologa della Cattolica Ivana Pais, il Next Generation Eu non è solo uno «strumento» ma una «importante occasione di progettazione collettiva». O, come l’ha definita la segretaria generale Cisl Annamaria Furlan, un’opportunità «straordinaria per cambiare l’Italia». Tuttavia, ha osservato, «deve essere chiaro chi gestisce i progetti e come avviene concretamente l’attuazione degli investimenti». Secondo Furlan «bisogna avere un preciso cronoprogramma per monitorare l’attuazione del piano, in modo da poter valutare e correggere passo passo eventualmente le cose che non funzionano». L’obiettivo «deve essere quello di ridurre le diseguaglianze sociali e migliorare la qualità complessiva della vita delle persone, rendere stabile e sicuro il lavoro dei giovani, fare gli investimenti nel rispetto delle procedure di legalità». Ecco perchè «nella “governance” del Recovery Plan devono essere presenti anche le parti sociali per valutare l’attuazione di tutti i progetti e garantire il rispetto dei tempi. Siamo chiamati a fare ciascuno la propria parte con senso di responsabilità».
Insomma, il Next Generation EU è il nuovo obiettivo per uscire da anni di «stagnazione per un Paese come l’Italia bloccato da rendite e interessi di parte», ha chiarito l’economista della Cattolica e consigliere Cnel Claudio Lucifora, concludendo il dibattito. Una sfida che può essere vinta solo lavorando insieme «per realizzare un’economia inclusiva, aperta all’innovazione e all’intraprendenza, e che investa seriamente sulle competenze di tutte le persone e generazioni».
All’evento hanno partecipato anche Gianna Fracassi, vice presidente Cnel, e Donatella Prampolini, Cnel e vice presidente di Confcommercio.
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Covid, dall’Ema via libera al vaccino AstraZeneca
BRUXELLES (ITALPRESS) – L’Agenzia europea per il farmaco (Ema) ha approvato il vaccino anti-Covid dell’AstraZeneca. Si tratta del terzo vaccino che ha avuto il via libera da parte dell’Ema, dopo quelli della Pfizer e di Moderna.
“E’ una notizia incoraggiante. La battaglia contro il virus è ancora complessa, ma avere a disposizione un altro vaccino efficace e sicuro ci da più forza nella campagna di vaccinazione”, commenta su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza.
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Banche, Bce chiede di vigilare sul credito e migliorare l’efficienza
FRANCOFORTE (GERMANIA) (ITALPRESS) – La Banca centrale europea ha pubblicato gli esiti del processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP) condotto nel 2020 e ha annunciato le priorità di vigilanza per il 2021. I risultati dello SREP di quest’anno riflettono una precedente decisione della BCE di adottare un approccio pragmatico nella conduzione delle sue principali attività annuali a causa della pandemia di coronavirus. La BCE ha deciso di mantenere stabili i requisiti di secondo pilastro (Pillar 2 requirements, P2R) e gli orientamenti di secondo pilastro (Pillar 2 guidance, P2G) e di non aggiornare i punteggi SREP, salvo ove le modifiche fossero giustificate dalle circostanze eccezionali delle singole banche. Le preoccupazioni sotto il profillo della vigilanza sono state affrontate principalmente tramite raccomandazioni qualitative anzichè misure di vigilanza.
Le banche dell’area dell’euro hanno iniziato il 2020 con livelli di capitale significativamente più elevati e una capacità di tenuta al deterioramento economico nettamente maggiore rispetto all’epoca della grande crisi finanziaria. Le politiche pubbliche coordinate, incluse le misure straordinarie adottate sul piano della vigilanza, hanno assicurato una protezione considerevole a famiglie, imprese e al settore bancario, sventando una prociclicità eccessiva dello shock provocato dalla pandemia.
Dal terzo trimestre del 2020 sono rimaste disponibili ampie riserve di capitale. Permangono incertezze significative nel breve-medio periodo e i dati dello SREP indicano la necessità di rimanere vigili nonchè la presenza di sfide perduranti sotto il profilo della vigilanza in diverse aree critiche, connesse in particolare al rischio di un aumento improvviso dei crediti deteriorati.
Nel contesto dell’approccio pragmatico adottato dalla BCE, i requisiti e gli orientamenti patrimoniali dello SREP per il ciclo 2020 (escluse le riserve sistemiche e la riserva di capitale anticiclica) si sono mantenuti in linea con il ciclo 2019, attorno al 14% in media. In relazione al rischio di credito, l’attenzione della vigilanza si è concentrata sull’adeguata classificazione e misurazione dei rischi nei bilanci bancari e sul grado di preparazione delle banche a gestire con tempestività i debitori in difficoltà. Il peggioramento delle condizioni economiche durante la pandemia ha rallentato il ritmo della riduzione in corso dei crediti deteriorati, ma vi è anche un livello insito di deterioramento nei portafogli prestiti che non si è ancora palesato del tutto. Il graduale venire meno di diverse misure di sostegno nel 2021 potrebbe aumentare il rischio di effetti bruschi.
(ITALPRESS).









