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Amendola “Nessuna retromarcia sulla governance del Recovery Plan”

ROMA (ITALPRESS) – “Il lavoro sul piano nazionale di ripresa, portato avanti per mesi da tutti i ministeri, si era interrotto il 7 dicembre, quando Italia viva ha posto una serie di rilievi, che questa due giorni di verifica credo abbia contribuito a chiarire. Ora però bisogna accelerare. Perciò, dopo la legge di bilancio, inizieranno gli incontri al Mef per definire i dettagli dei 52 progetti da finanziare nel solco delle linee guida fornite dalla Commissione europea. Subito dopo, il governo invierà la proposta al Parlamento, agli enti locali e alle Regioni perchè la discutano, avviando al contempo un confronto con le parti sociali”. Lo dice al quotidiano La Repubblica il ministro per gli Affari Europei, Enzo Amendola.
Sulla governance per il Recovery Fund “non vedo retromarce: solo un lavoro in fase di approfondimento – sottolinea il ministro -. Non bisogna fare confusione. Una cosa è la bozza dei progetti, da valutare insieme, come si sta facendo in questi giorni, per arrivare a una proposta condivisa da tutti. Altro è invece la governance del Recovery Plan, che è richiesta dall’Ue”.
“Al contrario di quel che si è detto, qui da noi nessuno ha mai pensato che potesse sostituirsi ai ministeri, alle Regioni e agli enti locali. L’idea è quella di creare una struttura che faciliti l’assorbimento delle risorse per far fronte ai tempi strettissimi indicati dal Recovery: i fondi vanno impegnati entro il 2023 e spesi entro il 2026. Un tour de force che richiede meccanismi di semplificazione agili e veloci”, aggiunge.
“Non possiamo festeggiare a luglio un grande successo negoziale e a dicembre parlare di crisi – dice ancora Amendola -: non sarebbe ben visto in Italia come in Europa. Quanto al rafforzamento del governo mi affido alla sagacia del mio segretario. Se questa legislatura venisse interrotta brutalmente, fatte salve le prerogative supreme del capo dello Stato, non avremmo alternative al voto. Ovviamente ci andremo con chi in questi mesi ha lavorato con noi”.
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La seconda ondata Covid frena la ripresa dell’economia europea

ROMA (ITALPRESS) – Dopo il marcato aumento nel terzo trimestre, nell’area dell’euro l’attività economica è attesa diminuire nel quarto, condizionata dall’emergenza sanitaria e dalle nuove misure di contenimento della diffusione del Covid. Così l’Euro zone economic outlook realizzato da Ifo, Istat e Kof.
L’inflazione annuale si attesterà su livelli decisamente contenuti per poi accelerare progressivamente a partire dal primo trimestre del 2021.
Il quadro previsivo è caratterizzato da una elevata incertezza, con rischi sia al rialzo sia al ribasso, legati, all’evoluzione della pandemia, alla tempistica dell’introduzione dei vaccini e all’atteso impatto dei fondi previsti dal piano Next Generation.
Nel terzo trimestre, il Pil dell’area dell’euro, dopo la flessione senza precedenti della prima metà del 2020, ha registrato una crescita più sostenuta di quanto previsto. Da maggio, il graduale allentamento delle misure di chiusura delle attività ha favorito la ripresa dell’economica: in T3 il Pil è aumentato del 12,5% (-11,7% nel secondo trimestre) pur rimanendo del 4,4% inferiore ai livelli registrati in T4 2019. Così l’Euro zone economic outlook realizzato da Ifo, Istat e Kof.Le nuove misure di contenimento implementate da novembre dai Paesi, hanno determinato un rallentamento dell’attività economica. L’indicatore del clima economico (ESI) è nuovamente diminuito a novembre, rimanendo nettamente al di sotto della sua media di lungo termine. Il calo della fiducia ha riguardato sia i consumatori sia le imprese e in particolare quelle dei servizi e del commercio al dettaglio mentre per il settore manifatturiero la riduzione è stata più lieve.
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Covid, Von der Leyen “Vaccino nei paesi Ue contemporaneamente”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Oggi aggiungiamo un capitolo importante a una storia di successo europea, rendendo disponibile il primo vaccino Covid-19 per gli europei. Ne arriveranno altri.
Sarà disponibile per tutti i paesi dell’UE contemporaneamente, alle stesse condizioni”. Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, annunciando il via libera al vaccino BionTech-Pfizer dopo il parere positivo dell’Ema.
L’European Medicines Agency aveva infatti dato un via libera “condizionato” all’immissione in commercio del vaccino Comirnaty, sviluppato da BioNTech e Pfizer per prevenire il Covid-19, nelle persone a partire dai 16 anni di età. Il parere scientifico dell’EMA ha aperto la strada alla prima autorizzazione all’immissione in commercio di un vaccino COVID-19 nell’UE da parte della Commissione Europea, “con tutte le garanzie, i controlli e gli obblighi che ciò comporta”.
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Mattarella “Nelle difficoltà l’Ue dimostrato rinnovato vigore”

ROMA (ITALPRESS) – “L’Unione Europea ha dimostrato nelle difficoltà rinnovato vigore, varando un’azione a largo raggio che ha coinvolto ambiti sinora dominio esclusivo dei Paesi membri, come quello della salute pubblica”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di presentazione degli auguri di Natale e di Capodanno da parte del Corpo Diplomatico.
“Inoltre, sul tema dei cambiamenti climatici – rispetto ai quali si stanno manifestando incoraggianti segnali di ritorno sul campo di significativi protagonisti – l’Unione Europea ha saputo, nelle scorse settimane, assumere un ruolo trainante assumendo l’obiettivo di un taglio delle emissioni pari al 55% entro il 2030, puntando alla neutralità per il 2050 – ha proseguito il capo dello Stato -. L’Italia ospiterà nell’ambito della Presidenza del G20 il Vertice mondiale della salute. Un’occasione unica per lanciare un messaggio di coesione, di unità, di fattiva collaborazione”.
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Dal Parlamento Ue via libera definitivo al bilancio 2021-2027

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il Parlamento Europeo ha dato il suo consenso al prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP). Il testo sul bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo 2021-2027, concordato con il Consiglio il 10 novembre, è stato approvato con 548 voti favorevoli, 81contrari e 66 astensioni.
“L’aumento – si legge in una nota del Parlamento – è il risultato degli sforzi negoziali del Parlamento per dare impulso a 10 programmi faro dell’UE nei prossimi sette anni, per proteggere meglio i cittadini dalla pandemia COVID-19, fornire opportunità alla prossima generazione e preservare i valori europei. Grazie a questo compromesso, in termini reali, il Parlamento europeo triplica la dotazione per EU4Health, assicura l’equivalente di un anno supplementare di finanziamento per Erasmus+ e garantisce che i finanziamenti per la ricerca continuino ad aumentare”.
I 15 miliardi sono ottenuti così: 11 miliardi di euro saranno prelevati principalmente da importi corrispondenti a multe per la concorrenza (che le aziende devono pagare quando non rispettano le regole dell’UE), in linea con l’antica richiesta del Parlamento che i fondi generati dall’Unione europea rimangano nel bilancio UE. Questi 11 miliardi di euro aumenteranno gradualmente il massimale complessivo del QFP (fissato a 1.074,3 miliardi di euro ai prezzi del 2018) a 1.085,3 miliardi di euro. 4 miliardi di euro saranno finanziati da riassegnazioni di fondi all’interno del QFP.
Inoltre, l’accordo prevede che 1 miliardo di euro sarà accantonato per far fronte ad eventuali esigenze e crisi future e potrebbe anche essere aggiunto ai programmi faro.
I negoziatori hanno accettato il principio secondo cui i costi a medio e lungo termine del rimborso del debito dal Recovery non devono essere coperti a scapito dei programmi di investimento del QFP, nè devono tradursi in contributi molto più elevati basati sull’RNL degli Stati membri. Pertanto, i negoziatori del Parlamento Europeo hanno elaborato una tabella di marcia per introdurre nuove risorse proprie da inserire nel bilancio dell’UE nei prossimi sette anni e far fronte così a tali costi aggiuntivi.
Questa tabella di marcia fa parte dell'”Accordo interistituzionale”, un testo giuridicamente vincolante, approvato dalla Plenaria, sempre oggi, con 550 voti favorevoli, 72contrari e 73 astensioni.
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Fondi Ue, la condizionalità sullo Stato di diritto diventa legge

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – Il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva il regolamento volto a proteggere i fondi UE da un uso improprio da parte dei governi che non rispettano lo Stato di diritto.
Secondo il nuovo regolamento, i pagamenti del bilancio dell’UE possono essere sospesi per i Paesi UE in cui sono state accertate violazioni dello Stato di diritto che compromettono la gestione dei fondi UE. Allo stesso tempo, l’UE garantirà che i beneficiari finali non finiscano per pagarne il conto.
Dopo aver accertato l’avvenuta violazione, la Commissione proporrà l’attivazione del meccanismo di condizionalità nei confronti di un governo UE e, successivamente, taglierà o congelerà i pagamenti a quello Stato membro dal bilancio europeo.
Il Consiglio disporrà quindi di un mese di tempo per votare sulle misure proposte dalla Commissione (o tre mesi in casi eccezionali), a maggioranza qualificata.
I deputati sono riusciti ad accorciare i tempi per l’adozione delle misure contro uno Stato membro nel caso di rischi di violazione dello Stato di diritto, ad un massimo di 7-9 mesi (piuttosto che da 12 a 13 mesi).
La nuova legge non si applica solo quando i fondi UE vengono utilizzati direttamente in modo improprio, come nei casi di corruzione o frode, ma anche alle violazioni sistemiche dei valori fondamentali che tutti gli Stati membri devono rispettare, come la democrazia o l’indipendenza del potere giudiziario, quando tali violazioni riguardano – o rischiano di riguardare – la gestione dei fondi UE.
Inoltre, nel corso dei negoziati i deputati sono riusciti ad ottenere una disposizione specifica che chiarisce la possibile portata delle violazioni, elencando esempi di casi, come le minacce all’indipendenza della magistratura, la mancata correzione di decisioni arbitrarie o illegali e la limitazione dei procedimenti giuridici.
Per garantire che i beneficiari finali che contano sul sostegno dell’UE – come gli studenti, gli agricoltori o le ONG – non siano puniti per le azioni dei loro governi, questi potranno presentare un reclamo alla Commissione attraverso una piattaforma web, che li assisterà per continuare a ricevere gli importi dovuti. La Commissione potrà anche effettuare una correzione finanziaria, riducendo l’importo della rata successiva prevista dei fondi dell’UE al paese in questione.
Il nuovo regolamento votato oggi dal Parlamento Europeo si applicherà a tutti i fondi UE in gestione concorrente a partire dal 1° gennaio 2021.
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Coronavirus, dall’Ue 47,5 miliardi alle regioni

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – Il Parlamento Europeo ha approvato React-Eu, un pacchetto da 47,5 miliardi di euro per contribuire a mitigare gli effetti immediati della crisi di Covid-19 nelle regioni dell’UE. L’iniziativa è stata approvata con 654 voti favorevoli, 23 contrari e 17 astensioni.
Gli aiuti saranno erogati attraverso i Fondi strutturali dell’Unione. Sono stati stanziati 37,5 miliardi di euro per il 2021 e 10 miliardi di euro per il 2022. Le operazioni di React-Eu sono ammissibili al finanziamento dal 1° febbraio 2020, con effetto retroattivo. Le risorse possono essere spese fino alla fine del 2023.
I paesi UE potranno destinare parte delle risorse al Fondo sociale europeo, al Fondo per gli aiuti europei agli indigenti (FEAD), all’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile e ai programmi transfrontalieri (Interreg). Gli investimenti si concentreranno sui settori più colpiti dalle ripercussioni economiche della pandemia.
Le risorse per React-Eu verranno da Next Generation Eu, lo strumento dell’Unione europea per la ripresa.
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Dalla Commissione Ue nuove norme sulle Big Tech

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Queste nuove norme sono “a favore dei cittadini europei, della nostra democrazia, delle nostre imprese e dell’equa concorrenza. Non vanno contro qualcuno”. Così Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno, durante la presentazione di nuove regole per tutti i servizi digitali: il Digital Services Act e il Digital Market Act.
Il Digital Service Act chiede alle piattaforme digitali di rimuovere contenuti illegali online e di cooperare con le autorità di regolamentazione.
Il Digital Market Act è invece relativo alla regolamentazione delle piattaforme e del commercio digitale.
Le sanzioni per il Digital Service Act e il Digital Market Act sono rispettivamente del 6% e 10% del fatturato totale di una società.
“Più le società sono grandi, più devono rispondere a obblighi e responsabilità”, ha continuato Breton.
“Sappiamo che quando c’è un buon regolamento ci devono essere anche delle sanzioni per proteggere la maggioranza che rispetterà tali regole”, ha detto ancora il commissario Ue, che ha ribadito: “Dobbiamo agire rapidamente perchè altrimenti potremmo andare a distruggere la concorrenza”.
Speriamo che l’iter” per approvare queste nuove norme “sia il più veloce possibile”, ha aggiunto la commissaria europea per la Concorrenza Margrethe Vestager. “Siamo impazienti di lavorare con il Parlamento europeo e il Consiglio”, ha concluso.
(ITALPRESS).