PALMANOVA (ITALPRESS) – “L’esito del sequenziamento sul campione di tamponi positivi preso in esame indica un andamento della diffusione della variante inglese in Friuli Venezia Giulia arrivata all’89 per cento dei casi. Allo stesso tempo emerge la non circolazione delle altre due mutazioni, quella sudafricana e quella brasiliana”. Lo ha comunicato oggi il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, a seguito dei risultati delle analisi effettuate dal laboratorio di virologia dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina in collaborazione con il Centro di genomica e di epigenomica di Area Science Park di Trieste. Nel dettaglio, come ha spiegato lo stesso Riccardi, relativamente alla diffusione della variante inglese nei singoli territori delle ex province, Pordenone e Udine registrano il 100 per cento delle positività con questo tipo di mutazione, seguono Gorizia (90 per cento) e Trieste (62 per cento). Da evidenziare la situazione di Pordenone che, nonostante una minore incidenza di casi, rileva un altissimo livello di diffusione stimata della variante inglese, la quale è di oltre il 30 per cento più contagiosa del virus originario. Lo studio è stato condotto prendendo in esame 55 casi del 18 marzo scorso estratti casualmente da campioni positivi con carica virale elevata, stratificando per territorio sulla base della proporzione dei nuovi contagi.
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Coronavirus, in Fvg 89% dei casi riconducibili a variante inglese
Covid, da lunedì Calabria, Toscana e Val d’Aosta zona rossa
ROMA (ITALPRESS) – Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà in serata nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 29 marzo. Passano in area rossa le Regioni Calabria, Toscana e Val d’Aosta.
La Regione Lazio, invece, passa in area arancione a scadenza della vigente ordinanza. “L’ordinanza scadrà nella notte tra lunedì e martedì e da martedì il Lazio sarà zona arancione”, aveva detto in conferenza stampa il ministro della Salute Roberto Speranza.
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Zaia “Centralizzare la campagna vaccinale è medievale”
“Il fatto è che in questi giorni sentiamo una costellazione di dichiarazioni contro le Regioni. Noi festeggiamo i 1.600 anni di Venezia, il sentir dire che è meglio centralizzare… beh, mi sembra una corrente di pensiero medievale, fuori dalla storia e fuori dalla Costituzione». Lo dice il governatore del Veneto Luca Zaia, in un’intervista al Corriere della Sera, a proposito della campagna vaccinale. Per prima cosa “bisogna avere i vaccini. In secondo luogo occorre che le Regioni non si trovino sulle montagne russe con ordini e contrordini come invece è accaduto, e poi occorre avere il personale che fa le vaccinazioni. Da questo punto di vista, io dico: chi vuole, venga da noi a vedere. Però, se sono state cambiate le date di nascita di chi doveva essere vaccinato e poi sono stati aggiunti gli insegnanti, non è colpa delle Regioni».
«In molti – aggiunge- hanno sottolineato ciò che ci ha reso il lavoro di vaccinare più difficile. Abbiamo dovuto stornare degli anziani, poi dalle scuole… Se poi c’è qualcuno che si è comportato male, nome e cognome: perché si sappia, ma anche perché possa dire la sua».
«Io – prosegue Zaia – ho sempre avuto un rapporto di leale collaborazione con chiunque ci fosse al governo. Però, deve essere un accordo tra gentiluomini, certe dichiarazioni di quest’ultimo periodo non si possono sentire. Peraltro, noi veneti un ritorno al centralismo non lo accetteremmo mai. Se serve, siamo pronti a un altro referendum».
Zaia illustra il suo piano vaccinale: «Il principio è semplice: ciascuno saprà, sulla base della sua data di nascita, quando potrà andare a farsi vaccinare nel luogo più vicino a casa. Come dire: se si può contare sull’accendino, meglio. Ma se non c’è, dobbiamo saper usare anche la pietra focaia. Se possiamo avere un sistema informatico che raggiunga in modo efficiente tutti quanti, anche gli ultra 80enni, benissimo. Se no, dobbiamo inventarci altro. E questo sistema io penso possa essere rivoluzionario». La sperimentazione parte domenica in provincia di Treviso.
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In Toscana disponibile nuova mappa “uso e consumo del suolo”
FIRENZE (ITALPRESS) – E’ disponibile la quinta edizione della banca dati ‘Uso e copertura del suolò, cartografia in scala 1:10.000 che mappa con 48 tipologie di classificazione diverse tutto il territorio regionale. La mappatura ‘Uso e copertura del suolò, aggiornata ogni tre anni a partire dal 2007, mostra su tutta la Toscana aree urbanizzate, aree agricole, aree boscate, specchi d’acqua, articolati ciascuno in specifiche sottocategorie. La nuova banca dati sarà fruibile da tutti su ‘Geoscopiò (https://www.regione.toscana.it/-/geoscopio, http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/usocoperturasuolo.html ), il portale del Sistema informativo territoriale ambientale della Regione Toscana (Sita). i principali strumenti messi a disposizione dal Sita tramite Geoscopio si ricorda anche la Carta tecnica regionale, in scala 1:10.000 e 1:2.000, costantemente aggiornata e migliorata dal settore grazie ai rilievi aerei.
Tra le novità disponibili su Geoscopio anche un nuovo servizio dedicato ai rilievi da piattaforma satellitare, dove visualizzare le immagini della missione Sentinel 2 del Programma Copernicus e quelle ad altissima risoluzione (Plèiades, risoluzione 50 cm) acquisite dalla Regione per oltre quaranta Comuni toscani.
“Dagli anni 70, cioè da quando sono state istituite le Regioni – spiega l’assessore regionale al governo del territorio Stefano Baccelli – ogni luogo della Toscana è fotografato e disegnato con precisione geometrica. Oltre alla Carta Tecnica Regionale, punto di riferimento indiscusso per la cartografia della Toscana, il Sita produce e implementa costantemente cartografie tematiche: dalla geologia all’uso e copertura del suolo, dalla mappatura dei vincoli all’individuazione del patrimonio naturalistico e storico-architettonico. E’ un lavoro dettagliato, paziente ed importante perchè la conoscenza esatta delle caratteristiche fisiche, geologiche ed ambientali del nostro territorio è la base per al sua gestione ed amministrazione”. Tra gli strumenti elaborati dal Sita che a breve verranno rilasciati ci sono anche mappature del grado di impermeabilizzazione del suolo e della consistenza delle sistemazioni idraulico-agrarie di versante, un database che individua i principali siti di archeologia industriale, la geo localizzazione dei servizi ecosistemici dei boschi toscani ed altro ancora.
“Questo settore regionale – aggiunge l’assessore Baccelli – è anche impegnato in indagini specifiche più innovative, in sinergia con il mondo della ricerca e con altri soggetti istituzionali, tra cui l’Agenzia Spaziale Italia (ASI). La collaborazione con ASI ha portato all’utilizzo di immagini iperspettrali per la mappatura dei materiali della città. L’integrazione delle fonti cartografiche classiche con metodi innovativi, collegati anche a satelliti e missioni spaziali, è importantissima, così come lo è aumentare la fruibilità delle informazioni acquisite. Per questo stiamo pensando alla costituzione di un nodo (HUB) regionale con funzioni di promozione, coordinamento e condivisione di tutte le informazioni telerilevate del territorio toscano implementato dai soggetti che qui operano”.
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Donazzan “Regione Veneto sostiene professionalità mondo della cultura”
VENEZIA (ITALPRESS) – L’Assessore regionale al lavoro della Regione Veneto Elena Donazzan ha partecipato alla seduta odierna della Sesta Commissione in seno alla Conferenza Stato Regioni che aveva come oggetto il tema delle azioni messe in campo per cultura e spettacolo alla luce del protrarsi della situazione emergenziale data dalla pandemia da Covid-19.
“La Regione del Veneto è stata particolarmente attenta ai settori della cultura e dello spettacolo nello specifico dell’aiuto alla difesa della professionalità – sottolinea Donazzan – nell’ambito della revisione delle politiche di destinazione dei fondi europei per i settori maggiormente a rischio, ricordo che abbiamo riprogrammato 11 milioni di euro destinandoli a progetti di rilancio dedicati ai settori più colpiti proprio nell’ambito di turismo, cultura e spettacolo”.
“La riprogrammazione dei fondi europei è stata un’àncora di salvezza per cultura e turismo. – prosegue l’Assessore regionale – Non abbiamo mai smesso di investire nella formazione degli operatori perchè anche nei momenti di crisi e difficoltà bisogna cogliere l’occasione per guardare oltre, rafforzare le competenze o sopperire a ciò che manca nella formazione professionale in settori strategicamente rilevanti per l’economia del Veneto. Oltre ad essere intervenuti sul bonus per i lavoratori dello spettacolo, aggiungendo ulteriori cifre al bonus del Governo – azioni molto apprezzata dal mondo dello spettacolo e della cultura del Veneto, – la Regione è riuscita a raccogliere dal proprio bilancio, andando ad attingere dai fondi comunitari gli 11 milioni di euro che citavo prima per attivare altre misure a sostegno dei lavoratori di questo importante settore”.
“Ho sempre ritenuto che spettacolo, cultura e turismo debbano sempre più andare a braccetto per dare vita da un’offerta di un turismo più appetibile e completa – conclude Elena Donazzan. – Alla luce della pandemia vediamo che il mercato del turismo in questo momento è importante si concenti sul mercato interno, locale e nazionale. Per questo è importantissimo che i lavoratori del turismo siano formati e pronti dare vita ad un’offerta variegata sotto il punto di vista dello spettacolo, della cultura, della valorizzazione del patrimonio artistico e culturale. Offerta che può generare economia in attesa del ritorno del turismo straniero”.
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Fedriga “Tenere unita comunità friulana contro pericolose speculazioni”
TRIESTE (ITALPRESS) – “Il virus sta circolando velocemente ma il Friuli Venezia Giulia sta affrontando la pandemia con grande senso di sacrificio e responsabilità. Pensiamo al numero di tamponi che siamo in grado di fare per tracciare la diffusione del Covid-19 e alla campagna vaccinale importantissima che stiamo portando avanti rispettando le disposizioni previste dal Ministero della Salute. Nella battaglia planetaria al coronavirus non è accettabile fare speculazioni o diffondere false informazioni. Dobbiamo invece, con grande senso di responsabilità, lavorare per tenere unità la comunità regionale che vive un momento di forte difficoltà”. Lo ha affermato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a margine del suo intervento in Consiglio regionale.
“Il nostro impegno – ha spiegato Fedriga – è quello di far capire che esiste una prospettiva di superamento della crisi sanitaria grazie alla migliore stagione in arrivo e alla massiccia campagna vaccinale. Per questo facciamo un forte appello al Governo e alle istituzioni dell’Unione europea affinchè vengano fornite le dosi necessarie a proteggere più persone possibili”.
“Su questo tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, devono prendersi la responsabilità di capire che, in mezzo a una pandemia di livello globale, che sta mettendo in ginocchio decine e decine di Paesi, dobbiamo dimostrare di essere una comunità forte e coesa. Su tutto ci si può dividere, ma la pandemia – ha sottolineato il governatore – va combattuta insieme”. Dopo aver comunicato all’Aula che l’Autorità commissariale ha autorizzato, per quanto riguarda il mantenimento delle scorte di vaccino, il superamento del limite del 30 cento, il governatore Fedriga ha chiesto al Governo un ulteriore sforzo per ristorare anche le categorie che finora non hanno ricevuto sostegni di carattere economico.
“Tutti stanno cercando di fare il massimo contro il Covid-19.
Ovunque e a tutti i livelli sono stati commessi degli errori. Non è il momento però di soffermarsi sulle colpe. Dobbiamo invece – ha concluso Fedriga – operare per trovare le soluzioni ai problemi che quotidianamente dobbiamo affrontare”.
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Coronavirus, arrivati in Toscana i primi anticorpi monoclonali
FIRENZE (ITALPRESS) – In Toscana sono arrivate le prime fiale di anticorpi monoclonali per pazienti affetti da Covid-19. Le fiale, che spettano alla regione, sono 1.080 per il solo mese di marzo. Ne sono già arrivate 250 e tra oggi e domani 23 marzo verranno consegnate le altre 830 dosi. Il primo farmaco a essere distribuito è stato Bamlanivimab, prodotto dall’azienda farmaceutica Eli Lilly, ma sono in fase di approvazione da parte dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, anche altri farmaci che verranno distribuiti nel prossimo mese di aprile. Sono tutti farmaci a base di anticorpi monoclonali, progettati per legarsi alla proteina spike di Sars-Cov-2, in modo da impedire al virus di penetrare nelle cellule dell’organismo. “Gli anticorpi monoclonali sono la prima vera medicina contro il Covid. Le prime fiale sono arrivate anche in Toscana. E’ l’inizio di una nuova stagione – dichiara il presidente Eugenio Giani -. Un lavoro di squadra, che vede impegnati in prima linea gli infettivologi di tutte le aziende sanitarie e ospedaliero universitarie della nostra regione, selezionerà i primi 1.080 pazienti con le caratteristiche per essere curati con un farmaco che ci lascia ben sperare. Ho una grande fiducia nella scienza e nell’eccellenza dei nostri scienziati e ricercatori, che lavorano senza sosta, per fornirci gli strumenti necessari per curare la malattia al suo esordio”.
“Anche la Toscana è in prima linea nello sviluppo degli anticorpi monoclonali con Toscana Life Sciences e con il gruppo di giovani ricercatori, guidati dal microbiologo Rino Rappuoli di Siena, veri protagonisti di questo filone decisivo nella lotta al Covid-19. Finita la fase di sperimentazione, contiamo di poterlo produrre anche noi e utilizzarlo al più tardi entro l’Estate” conclude Giani. “Si tratta di un’altra freccia preziosa da aggiungere all’arco nella lotta al Covid – spiega l’assessore alla sanità Simone Bezzini -. Gli anticorpi monoclonali rappresentano uno strumento in più, complementare al vaccino. I dati degli studi a oggi pubblicati indicano che il beneficio è nei pazienti non ospedalizzati, quindi l’utilizzo è indicato in contesti più precoci della malattia, al fine di ridurre la carica virale del paziente ed impedirne il peggioramento. In particolare questi farmaci sono destinati a pazienti con una malattia lieve o moderata, ma ad alto rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19 a causa di altre patologie croniche concomitanti all’infezione”.
La maggior parte di questi pazienti si trova in isolamento domiciliare. Saranno, quindi, le squadre Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) e i medici di medicina generale a intercettare i pazienti per il trattamento. Tramite apposita scheda di pre-arruolamento, predisposta dalla Regione Toscana sulla base delle indicazioni Aifa, i pazienti saranno preselezionati dalle Usca e dai medici di medicina generale e indirizzati ai centri specialistici più vicini per il trattamento. A oggi, lunedì 22 marzo, sono state individuate dodici strutture specialistiche distribuite su tutto il territorio regionale, ma con l’arrivo di quantità maggiori di farmaco il numero di centri verrà ampliato in funzione del fabbisogno del territorio.
Attualmente i centri individuati sono quelli delle Aziende ospedaliero universitarie di Careggi, Pisa e Siena e delle Asl: gli ospedali di Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri, del San Giuseppe di Empoli e del San Jocopo di Pistoia per la Centro; il nuovo ospedale Apuane di Massa, gli ospedali Riuniti di Livorno, il San Luca della Piana di Lucca per la Nord Ovest; il San Donato di Arezzo e il Misericordia di Grosseto per la Asl Sud Est. L’iniziativa prevede una cabina di regia regionale, che coinvolge gli infettivologi di tutte le Aziende sanitarie toscane. Alla conferenza stampa odierna sono intervenuti, fra gli altri, nell’illustrare le specifiche del farmaco e le modalità organizzative, Claudio Marinai e Francesco Attanasio del settore Politiche del farmaco e Maria Teresa Mechi e Lorenzo Righi del settore Qualità dei Servizi e Reti cliniche della Regione Toscana; Massimo Di Pietro, direttore dell’unità operativa complessa Malattie infettive dell’ospedale Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli e del San Giuseppe di Empoli, nonchè Elena Carucci della direzione sanitaria della Asl centro; Danilo Tacconi, direttore delle Malattie infettive di Arezzo della Sud Est, collegato in remoto.
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Veneto, in un anno 3.873 chiamate al centro di assistenza psicologica
VENEZIA (ITALPRESS) – Dal 19 marzo 2020 il Servizio di assistenza psicologica inOltre, che opera attraverso il numero verde 800334343 ed è stato istituito dalla Regione Veneto nel 2012, ha gestito 3.873 colloqui psicologici telefonici, cioè il 32,7% delle 11.850 chiamate totali pervenute dal giugno 2012, da quando fu attivato il servizio. Le donne sono il 57%, gli uomini il 43%. Sono questi i numeri di un aspetto non secondario della pandemia da Covid-19, che da oltre un anno, in Veneto come nel resto d’Italia, sta causando migliaia e migliaia di malati e decessi, ma anche gravi risvolti psicologici legati alle paure, le incertezze, le difficoltà economiche che stanno interessando una larghissima fascia di popolazione, colpita o no dal virus. Il Report di un anno di “pandemia”, visto da questa delicata angolazione, è stato realizzato dalla dottoressa Emilia Laugelli, psicologa all’ospedale di Santorso e direttrice del progetto.
“Quando istituimmo, primi in Italia, questo servizio – dice il Presidente della Regione Luca Zaia – erano i tempi della crisi economica e dei suicidi di tanti imprenditori che ne rimanevano schiacciati. Poi arrivò il tempo dei truffati delle banche, piccoli risparmiatori disperati che avevano perso tutto. Ora il servizio si è evoluto e assiste le persone che, per vari motivi, soffrono a causa della pandemia”. L’età dei cittadini che chiamano è molto ampia: il 16% ha tra 18-30 anni; il 35% da 31-50 anni; il 34% da 51-70 anni; gli over 70 anni sono il 15 %. Se un anno fa i cittadini veneti chiamavano per problemi di ansia eccessiva, riconducibile alla preoccupazione di essere contagiati e alla difficoltà di gestire la quotidianità in lockdown, da novembre i colloqui sono stati di supporto per chi si era contagiato, per chi viveva nel terrore di finire in rianimazione. Dal febbraio 2021, invece, le sollecitazioni si sono fatte più preoccupanti: rischi suicidari alti e paura del futuro legati alla chiusura delle attività lavorative, aspetti cui si sommano le problematiche di genitori in difficoltà con i figli adolescenti. In questo mese di marzo, poi, si è aggiunta anche la paura dei vaccini e il timore dei relativi effetti collaterali.
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