PALMANOVA (UDINE) (ITALPRESS) – Scuole chiuse nell’area delle Prealpi carniche e del Friuli occidentale nella giornata di domani, sabato 5 dicembre, blocco del trasporto pubblico locale sia sabato che domenica nelle zone che potrebbero essere colpite dagli eventi meteorologici di forte intensità che si prevede si abbatteranno su una parte del Friuli Venezia Giulia e un primo stanziamento di 1,5 milioni di euro per far fronte agli interventi di prima necessità da mettere in atto in caso di necessità. Sono queste le principali decisioni emerse oggi nel corso della riunione del Comitato regionale per l’emergenza riunitosi a Palmanova e presieduto dal governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.
L’incontro, al quale hanno partecipato anche il vicegovernatore con delega alla Protezione civile Riccardo Riccardi e l’assessore all’Istruzione Alessia Rosolen, le Direzioni centrali della Regione, il sistema della Sanità, le Prefetture, i Vigili del fuoco, le Forze dell’ordine e i gestori delle reti, fa seguito alla diramazione nel pomeriggio di oggi dell’allerta meteo rossa per l’area del Pordenonese e dell’Alto Friuli. Secondo le previsioni dell’Osmer a partire da oggi è prevista un’intensificazione delle piogge su Alpi e Prealpi Carniche, che diventeranno intense o molto intense nella giornata di domani.
A ciò si aggiungeranno venti forti da sud in quota; piogge abbondanti e intermittenti in pianura, con possibili temporali, moderate e sporadiche verso la costa dove soffierà Scirocco anche forte. Su domenica il quadro è ancora incerto con probabili piogge sciroccali sulla zona montana, poi in giornata temporali e piogge localmente intense su pianura e costa;
probabili raffiche di vento forte su tutta la regione. Il verificarsi questi eventi può comportare l’innalzamento significativo dei corsi d’acqua, in particolare nel corso di pianura del fiume Livenza, possibili diffuse situazioni di crisi della rete idrografica e di drenaggio urbano, mentre sulla costa sono previste problematiche legate al vento forte, all’acqua alta in corrispondenza dei picchi di marea e alle mareggiate.
“Il nostro appello – ha detto il governatore della Regione Massimiliano Fedriga nel corso dell’incontro del Corem – è quello di limitare il più possibile gli spostamenti delle persone nel corso della giornata di sabato e domenica durante il picco di intensità di pioggia e vento che interesserà la nostra regione.
In questo senso vanno le misure adottate con le quali abbiamo deciso di chiudere le scuole e bloccare il trasporto pubblico locale, evitando così l’esposizione al rischio legato al maltempo”.
“Lo stanziamento di 1,5 milioni di euro del decreto firmato con il presidente – ha aggiunto Riccardi – ci consente di mettere a disposizione del sistema della Protezione civile le risorse immediatamente spendibili per compiere quegli interventi urgenti con i quali far fronte alle prime necessità.
Abbiamo quindi rinforzato la sala operativa regionale per fronteggiare il surplus di chiamate che si dovessero registrare nel periodo dell’emergenza. E’ stato inoltre allertato il sistema del volontariato della Protezione civile, i sindaci dei comuni interessati dal passaggio del fronte del maltempo e i vari tecnici per disporre gli eventuali lavori di somma urgenza che dovessero essere necessari. La decisione di agire in questo modo è dettata dal fatto che il maltempo interesserà aree della regione già “fragili” e sulle quali sarà necessario porre particolare attenzione sulla rete idraulica, elettrica e quella stradale”.
Questo l’elenco dei comuni in cui verranno chiuse le scuole e bloccato il trasporto pubblico locale.
Provincia di Pordenone: Andreis, Arba, Aviano, Azzano Decimo, Barcis, Brugnera, Budoia, Caneva, Casarsa della Delizia, Cavasso Nuovo, Chions, Cimolais, Claut, Cordenons, Cordovado, Erto e Casso, Fanna, Fiume Veneto, Fontanafredda, Frisanco, Maniago, Meduno, Montereale Valcellina, Morsano al Tagliamento, Pasiano di Pordenone, Polcenigo, Porcia, Pordenone, Prata di Pordenone, Pravisdomini, Roveredo in Piano, Sacile, San Giorgio della Richinvelda, San Martino al Tagliamento, San Quirino, San Vito al Tagliamento, Sequals, Sesto al Reghena, Spilimbergo, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Vajont, Valvasone Arzene, Vivaro, Zoppola, Castelnovo del Friuli, Clauzetto, Pinzano al Tagliamento, Travesio, Vito d’Asio.
Provincia di Udine: Amaro, Ampezzo, Arta Terme, Attimis, Bordano, Cavazzo Carnico, Cercivento, Chiusaforte, Comeglians, Dogna, Drenchia, Enemonzo, Faedis, Forgaria nel Friuli, Forni Avoltri, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Gemona del Friuli, Grimacco, Lauco, Lusevera, Malborghetto Valbruna, Moggio Udinese, Montenars, Nimis, Ovaro, Paluzza, Paularo, Pontebba, Prato Carnico, Preone, Pulfero, Ravascletto, Raveo, Resia, Resiutta, Rigolato, San Leonardo, San Pietro al Natisone, Sappada, Sauris, Savogna, Socchieve, Stregna, Sutrio, Taipana, Tarcento, Tarvisio, Tolmezzo, Torreano, Trasaghis, Treppo Ligosullo, Venzone, Verzegnis, Villa Santina, Zuglio.
(ITALPRESS).
Maltempo, Fedriga “In FVG chiuse scuole e blocco tpl”
Veneto, Riaperti termini per contributo affitto famiglie colpite crisi
VENEZIA (ITALPRESS) – Prende il via oggi la seconda fase del procedimento Fondo Sostegno Affitti (FSA-covid2), la misura per il sostegno al pagamento dell’affitto per la casa di residenza dedicato alle famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza coronavirus e che hanno subito tra marzo e maggio 2020 una diminuzione delle entrate almeno del 30 per cento. Chi non ha presentato domanda FSA-covid la scorsa estate convinto di non rientrare nei parametri richiesti può farlo ora grazie al rifinanziamento della misura e alla ridefinizione dei parametri richiesti. Il contributo può arrivare fino a 600 euro nel caso famiglie che hanno subito una diminuzione di entrate superiore al 50 per cento.
La seconda fase prevede due interventi: l’aumento del contributo per i richiedenti FSA-covid: per le 6021 domande risultate idonee durante la prima fase sulle 18.876 presentate -ovvero per le famiglie che hanno avuto una riduzione delle entrate superiori al 50% – il contributo viene portato da 400 a 600 eur; ampliamento della platea dei beneficiari con scorrimento della graduatoria includendo chi ha subito riduzioni delle entrate tra il 30 e il 50%.
Riapertura dei termini del procedimento per permettere di partecipare al bando anche a chi non aveva presentato domanda consapevole di superare le soglie richieste. Le nuove domande – che verranno istruite dalla Unità Organizzativa Edilizia della Regione Veneto – vanno presentate da oggi e fino al 14 dicembre on-line (http://veneto.welfaregov.it/landing_pages/fsa_covid/index.html) allegando un documento di identità.
I requisiti per accedere al contributo sono stati fissati con delibera della Giunta Regionale dello scorso 8 settembre nella passata legislatura su proposta dell’assessore Manuela Lanzarin, in particolare è necessario presentare una DSU ai fini Isee, o possedere un’attestazione ISEE ordinario in corso di validità non superiore a 35 mila euro. Il contributo sarà erogato direttamente sul conto corrente indicato dal beneficiario.
“L’aumento del contributo per le famiglie che hanno subito perdite importanti a causa dell’emergenza sanitaria – interviene l’assessore regionale all’Edilizia Residenziale Pubblica Cristiano Corazzari – e la riapertura dei termini del procedimento per consentire a nuove famiglie di partecipare sono un segnale importante di vicinanza in questo momento difficile dove c’è chi si è trovato dall’oggi al domani senza un’occupazione o con entrate di molto diminuite”.
Il rifinanziamento è stato possibile grazie all’incremento della dotazione del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione: al Veneto sono arrivati ulteriori 10.129.699,22 euro che sono andati a incrementare le risorse già stanziate dalla Regione del Veneto.
(ITALPRESS).
Coronavirus, In Alto Adige 8 nuovi positivi nelle scuole lingua italiana
BOLZANO (ITALPRESS) – Sono complessivamente otto i nuovi casi di positività al Covid-19 registrati oggi (4 dicembre) nelle scuole in lingua italiana della provincia di Bolzano. Tre casi vengono segnalati alla scuola primaria “M. L. King” Bolzano e un caso a testa si registra alla scuola primaria “Rosmini” di Bressanone, alla scuola primaria “Levi Montalcini” di Bressanone, alla scuola primaria “Dante” di Bolzano (una classe è stata posta in quarantena), alla scuola secondaria di 1° grado “Alfieri” di Bolzano e alla scuola secondaria di 1° grado “Ilaria Alpi”, sempre nel capoluogo.
(ITALPRESS).
Coronavirus, Riccardi “In FVG disponibile terapia al plasma immune”
TRIESTE (ITALPRESS) – “La raccolta di plasma da donatori di sangue periodici guariti dal coronavirus nella nostra regione è iniziata a maggio e ad oggi tutte le richieste trasfusionali di plasma immune provenienti dai reparti Covid del Friuli Venezia Giulia sono state evase, trattando quattro pazienti: uno a Trieste e tre a Udine”. Lo ha confermato il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi il quale, sulla base di quanto evidenziato dall’Ufficio di coordinamento sangue del Friuli Venezia Giulia e dai vertici dei dipartimenti trasfusionali di Asugi, Asfo e Asufc ha spiegato che “nella nostra regione è stata elaborata una procedura sulla raccolta di plasma da soggetti guariti dal coronavirus”.
“I responsabili delle strutture di malattie infettive hanno condiviso le modalità del suo impiego a livello terapeutico, anche se gli studi scientifici sulla terapia con plasma immune ad oggi pubblicati non hanno dato risultati univoci.
Azioni mirate alla promozione della donazione di plasma immune sono quindi state indirizzate ai pazienti guariti dal Covid-19 e alle associazioni di volontariato proprio al fine di ampliare il pool di donatori Sars-Cov-2 convalescenti” conclude Riccardi.
Il vicegovernatore ha quindi chiarito che “la raccolta di plasma immune prosegue normalmente attraverso specifici protocolli e le dosi reperite sono conservate al Centro unico regionale di produzione emocomponenti di Palmanova. In attesa di poter entrare a far parte di un trial clinico nazionale in Friuli Venezia Giulia al momento sono disponibili trattamenti per circa 20 pazienti che, verranno utilizzati per uso compassionevole”.
Riccardi ha quindi ringraziato i cittadini che “anche in un momento complesso come quello della convalescenza hanno pensato agli altri e deciso di donare il plasma per aiutare la ricerca scientifica e le altre persone colpite dal coronavirus: si tratta di un gesto di grande altruismo”.
Il vicegovernatore ha inoltre elogiato il personale sanitario che “garantisce quest’opportunità terapeutica ai cittadini del Friuli Venezia Giulia, a partire dal direttrice del Centro unico regionale di produzione emocomponenti, Vivianna Totis, e dai direttori delle Strutture di medicina trasfusionale delle aziende sanitarie”.
(ITALPRESS).
Coronavirus, In Toscana 1.071 nuovi positivi e 42 decessi
FIRENZE (ITALPRESS) – In Toscana sono 1.071 i positivi in più rispetto a ieri, su un totale, da inizio epidemia, pari a 106.875 unità. I nuovi casi sono l’1% in più rispetto al totale del giorno precedente. L’età media dei 1.071 casi odierni è di 48 anni circa (il 13% ha meno di 20 anni, il 23% tra 20 e 39 anni, il 32% tra 40 e 59 anni, il 22% tra 60 e 79 anni, il 10% ha 80 anni o più). I guariti crescono del 4,7% e raggiungono quota 70.798 (66,2% dei casi totali). I tamponi eseguiti hanno raggiunto quota 1.620.101, 14.074 in più rispetto a ieri, di cui il 7,6% positivo. Sono invece 4.152 i soggetti testati oggi (escludendo i tamponi di controllo), di cui il 25,8% è risultato positivo.
A questi si aggiungono i 4.313 tamponi antigenici rapidi eseguiti oggi. Gli attualmente positivi sono oggi 33.279, -6,1% rispetto a ieri. I ricoverati sono 1.681 (58 in meno rispetto a ieri), di cui 263 in terapia intensiva (9 in meno).
Oggi si registrano 42 nuovi decessi: 23 uomini e 19 donne con un’età media di 80 anni. Relativamente alla provincia di residenza, le persone decedute sono: 11 a Firenze, 4 a Prato, 6 a Pistoia, 4 a Massa Carrara, 3 a Lucca, 6 a Pisa, 2 a Livorno, 2 a Arezzo, 3 a Siena, 1 a Grosseto. Alcuni dei decessi comunicati agli uffici della Regione nelle ultime 24 ore si riferiscono a morti avvenute nelle settimane scorse.
(ITALPRESS).
Il Veneto punta sulle idrovie, ritorno al futuro per i trasporti su acqua
– Speciale Veneto –
VENEZIA (ITALPRESS) – Due trasporti eccezionali fluviali effettuati nei giorni scorsi attraverso l’idrovia Mantova-Venezia hanno confermato le notevoli potenzialità delle vie di navigazione interne che garantiscono al territorio veneto una valida ed estremamente utile alternativa ai percorsi stradali. Due grandi reattori in acciaio sono stati trasportati su delle chiatte partite da Mantova: prima hanno percorso l’idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco, per circa 120 km, attraversando 6 conche di navigazione: conca di Valdaro, conca di Trevenzuolo, conca di Torretta Veneta, conca di Canda, conca di Bussari, conca di Baricetta. Successivamente le grandi chiatte hanno percorso l’idrovia Po-Brondolo (20 km), attraversando le conche di navigazione di Cavanella d’Adige destra e sinistra e Brondolo, per entrare quindi nella Laguna di Venezia e raggiungere Porto Marghera (40 km). Con l’eccezione del primo breve tratto da Mantova a Trevenzuolo di competenza di Aipo, l’intero percorso è su vie d’acqua interne gestite da Infrastrutture Venete srl, società interamente di proprietà della Regione Veneto, che si occupa di sicurezza della navigazione interna e delle operazioni di manovra delle conche. “Questi trasporti fluviali sono testimonianza di come le linee navigabili venete siano idonee a trasporti eccezionali della V classe Cemt – ha sottolineato la vicepresidente e assessore alle infrastrutture e trasporti della Regione del Veneto, Elisa De Berti – garantendo evidenti benefici alla viabilità su strada, che viene in tal modo liberata da trasporti su gomma che creerebbero condizioni di congestione al traffico: la scelta della via d’acqua comporta benefici in termini economici, di sostenibilità ambientale e di sicurezza nel trasporto delle merci”.
Nel Veneto la navigazione interna ha origine antichissime e ad essa è legata gran parte della storia e dello sviluppo della Regione. La decadenza del trasporto via acqua storicamente iniziò con la creazione delle prime reti ferroviarie e l’avvento dei moderni mezzi di trasporto stradali ed aerei giocò ulteriormente a suo sfavore. Così le vie d’acqua lagunari, lacuali e fluviali, da ossatura indispensabile per il commercio e le comunicazioni, da elementi necessari per il sostentamento e la vita economica e sociale, si sono nel tempo trasformate in corpi estranei, dimenticate e da confinare, per quanto riguarda fiumi e canali, entro argini, sempre più visti in modo troppo tecnico, vere e proprie barriere sia per l’acqua sia per l’uomo che intende avvicinarsi. Ridimensionata per ragioni storiche e infrastrutturali la funzione economica e commerciale delle vie navigabili, si è assistito al loro abbandono e alla graduale perdita di una cultura dell’acqua che storicamente caratterizzava il Veneto. Nell’ultimo ventennio però, una nuova sensibilità ha permesso di recuperare dal punto di vista ambientale e paesaggistico parte di questo patrimonio. Dopo il Dpr 616/1977, che ha trasferito alle Regioni le deleghe in materia di assetto e utilizzazione del territorio, gli interventi della Regione e l’impulso dato allo sviluppo della navigazione interna dall’Unione Europea hanno permesso di recuperare alcune grandi vie navigabili del Veneto, adattandole allo standard europeo previsto per il traffico commerciale con opere di miglioramento e potenziamento che continuano ancora oggi. Con la legge del 29 novembre 1990, n.380 il sistema idroviario padano veneto, comprendente la linee navigabili sopra citate, è stato definito di preminente interesse nazionale.
Avendo storicamente privilegiando il ruolo delle idrovie interne quale infrastruttura di supporto per la grande industria, negli ultimi anni il sistema ha risentito pesantemente della crisi scoppiata dopo il 2011, come testimoniato dal crollo dei velumi trasportati tra il 2013 e il 2015, anno in cui si è assistito a un’inversione di tendenza e al recupero di quote trasportate. Per quanto riguarda le merci, i trasporti sulle idrovie venete riguardano prevalentemente prodotti dell’agricoltura, prodotti chimici e metallurgici. Nel sistema, come messo in evidenza anche nell’ultimo Piano regionale dei trasporti della Regione Veneto, permangono alcuni colli di bottiglia infrastrutturali, che condizionano la connessione in chiave logistica e turistica tra l’Alto Adriatico ed i porti interni di Mantova e Cremona, nel disegno complessivo della navigabilità fino ai Navigli di Milano. In quest’ottica, la creazione di un’asta fluviale in grado di connettere i sistemi di produzione e relativi mercati del Veneto con la Lombardia è peraltro un progetto già acquisito nell’ambito della rete TEN-T.
Non solo trasporti commerciali comunque sulle idrovie. La linea navigabile Mantova–Venezia è anche una straordinaria autostrada d’acqua a disposizione dei diportisti: dal cuore della Pianura Padana, percorrendo decine di chilometri e attraversando campagne e centri urbani, si arriva al mare attraverso il canale navigabile Po – Brondolo alla laguna veneziana e quindi a Venezia.
(ITALPRESS).
Fvg, Fedriga “Dati Covid migliorano ma non abbassare la guardia”
TRIESTE (ITAPRESS) – “I dati dell’Istituto superiore di sanità, e in particolare la riduzione dell’indice Rt a 0,92, evidenziano i passi in avanti compiuti in Friuli Venezia Giulia nella lotta al Covid-19, ma non devono portare a un abbassamento della soglia di attenzione da parte dei cittadini, poichè il sistema sanitario si trova ancora sotto pressione”. Lo sottolinea il governatore Massimiliano Fedriga, commentando la bozza del Report settimanale numero 29 di monitoraggio della “fase 2” dell’emergenza coronavirus, redatta dal Ministero della salute. “In questo contesto di forte incertezza – prosegue il governatore – è pertanto fondamentale evitare contatti non necessari con persone non conviventi, momenti di aggregazione e, in generale, ogni situazione che possa favorire la diffusione del virus. Comprendo bene i sacrifici che stanno compiendo i cittadini – conclude Fedriga – ma l’emergenza ci impone di stringere ancora i denti per superare assieme, come comunità, questo momento difficile”.
(ITALPRESS).
Risorse idriche, dalla Regione Fvg 2 mln per la rete degli acquedotti
TRIESTE (ITALPRESS) – La Regione Friuli Venezia Giulia è pronta a fare la propria parte nella realizzazione del progetto di interconnessione degli acquedotti del territorio regionale. E’ quanto ha affermato l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, all’Energia e Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, commentando l’avvio del progetto per la realizzazione di un masterplan da parte dei sette gestori del ciclo idrico integrato della regione (AcegasApsAmga, Acquedotto del Carso, Acquedotto Poiana, Cafc, Hydrogea, Irisacqua e Lta) che a tal fine si sono costituiti in raggruppamento temporaneo di imprese. “La Regione potrebbe già utilizzare i due milioni di euro stanziati dallo Stato per la realizzazione di una presa d’emergenza sul torrente Arzino a servizio dell’acquedotto Destra Tagliamento e realizzare la progettazione dell’interconnessione degli acquedotti esistenti”, è stato l’intendimento espresso dall’assessore. “In un periodo come quello attuale, che ha messo a dura prova il bilancio regionale – ha affermato Scoccimarro – vedere i gestori idrici della regione trovare un’intesa e proporre un masterplan condiviso è di fondamentale importanza per non disperdere le risorse economiche e soprattutto per rendere un migliore servizio ai cittadini del nostro territorio”.
Il documento individuerà i collegamenti fra le reti acquedotto necessari per prevenire i rischi di approvvigionamento dovuti anche ai mutamenti climatici. Il masterplan analizzerà l’evoluzione demografica e di sviluppo di ogni territorio interessato nel breve (2030), medio (2040) e lungo (2050) periodo ed effettuerà una ricognizione dei sistemi idrici esistenti, comprensiva di un’analisi quantitativa e qualitativa delle attuali risorse idriche. Successivamente il piano dovrà specificare le opere di interconnessione necessarie a fronteggiare emergenze idriche dovute, ad esempio, a prolungate siccità, eventi alluvionali o dissesti idrogeologici.
(ITALPRESS).









