TOSCANA (ITALPRESS) – Per la ripresa in sicurezza delle attività ambulatoriali di medicina legale la Regione Toscana ha approvato specifiche Linee di indirizzo. L’atto è stato deliberato nel corso dell’ultima seduta di Giunta, su proposta dell’assessore al diritto alla salute, Stefania Saccardi. Si tratta di linee guida, finalizzate ad assicurare il massimo livello di sicurezza alle persone fragili, che generalmente accedono agli ambulatori delle Asl per l’erogazione di prestazioni medico legali (in particolare per gli accertamenti di invalidità civile ed handicap), oltre che agli stessi operatori sanitari. “Anche la ripresa delle attività di accertamento medico legale delle disabilità deve conciliarsi con l’obiettivo prioritario di eliminare eventuali fonti di contagio, sempre nel rispetto delle misure di prevenzione e di contenimento della diffusione del Covid – spiega Saccardi -. Non mi stancherò di ripetere che non possiamo abbassare la guardia e che dobbiamo prestare la massima attenzione ai nostri comportamenti per la tutela della salute individuale e collettiva”.
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Invalidità, riavvio in sicurezza attività medicina legale in Toscana
Scuola, Donazzan “In Veneto mancano docenti e personale Ata”
VENEZIA (ITALPRESS) – “Il piano per la scuola è stato completamente riscritto dalle Regioni, quello presentato dal governo era irricevibile. Per il Veneto il documento approvato grazie al ruolo determinate delle Regioni rappresenta un buon risultato relativamente al tema delle distanze, all’uso della mascherina e alla gestione degli spazi. Ma resta forte la preoccupazione per la carenza di organico: a settembre mancheranno 900 docenti e 1200 operatori Ata”. Così l’assessore regionale del Veneto all’Istruzione, Elena Donazzan, commenta il documento riformulato dalla Conferenza unificata Stato Regioni sulla linee guida per il riavvio della scuola a settembre. “Il documento iniziale era irricevibile per le Regioni – ricostruisce l’assessore del Veneto – perchè inapplicabile, in quanto prevedeva responsabilità indistinte e scaricava sui presidi e sugli enti locali il problema dell’organizzazione degli spazi e dei trasporti. Sindacati e associazione dei presidi l’hanno bocciato subito, anche i sindaci-insegnanti, ai quali ho personalmente chiesto una valutazione, hanno espresso un giudizio negativo. Di fatto ci siano ritrovati davanti ad un piano inemendabile, da bocciare su tutta la linea”.
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In Friuli Venezia Giulia agevolazioni per i centri estivi
TRIESTE (ITALPRESS) – Arrivano le agevolazioni in Friuli Venezia Giulia per i nuclei familiari possessori della Carta Famiglia per le spese sostenute per i centri estivi per la fascia di età 3-14 anni. Le agevolazioni riguardano anche i servizi di baby sitting, regolati da contratti di lavoro domestico o mediante prestazioni di lavoro occasionali, utilizzando il Libretto Famiglia, per la fascia di età 3-12 anni. Lo ha deciso la giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Famiglia, Alessia Rosolen. I contributi, per il periodo maggio-agosto, verranno erogati in base al numero di figli per nucleo familiare e all’entità della spesa effettivamente sostenuta: a seconda delle 3 fasce di spesa (da 0 a 600 euro; da 600 euro a 1.000; oltre 1.000) sono previsti importi massimi per famiglie con un figlio in 150, 200, 250 euro; per quelle con 2 figli in 255, 340, 425 euro; per quelle con tre in 345, 460, 575 euro. La misura dei contributi erogabili agli aventi diritto sarà definita con successivo provvedimento, tenuto conto delle domande pervenute e delle risorse disponibili. A tale beneficio possono accedere i genitori in possesso di Carta Famiglia il cui Isee è inferiore ai 30.000 euro e almeno uno dei due sia residente da almeno 24 mesi in regione e con almeno un figlio a carico nella fascia d’età dai 3 ai 14 anni. Per accedervi la famiglia presenterà domanda on line dal 31 luglio al 15 settembre 2020, allegando i giustificativi delle spese complessive sostenute da maggio ad agosto 2020. “Tre milioni di euro a sostegno della famiglia: si tratta della prima volta – osserva Rosolen – che la Giunta eroga questo tipo di contributo che, va ricordato, è cumulabile con altri benefici nazionali. Dopo una lunga interruzione delle attività educative e scolastiche in presenza i Centri estivi rappresentano un’importante occasione per offrire a bambini e ragazzi un’opportunità di socialità e per sostenere la famiglia nella conciliazione dei tempi di lavoro e di cura dei figli”. (ITALPRESS).
Bonaccini “La scuola doveva essere la priorità della Fase 2”
“Noi ci stiamo confrontando con l’esecutivo per arrivare a misure applicabili, che permettano la riapertura delle scuole, non altro. E confidiamo di poter arrivare a un testo condiviso sulle linee guida già alla prossima riunione della Conferenza unificata Stato-Regioni. Non abbiamo esitato a dire no a proposte che non trovavamo convincenti ma la ministra sa che le Regioni sono impegnate a trovare soluzioni condivise”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, in merito alla ripartenza della scuola a settembre.
“La gestione di una pandemia senza precedenti ha richiesto l’impegno straordinario di tutto il Paese, istituzioni e cittadini – sottolinea Bonaccini -. Ma fin dall’inizio della fase 2 la scuola doveva essere messa al primo posto. E’ la priorità, l’Italia non riparte davvero se non riparte la scuola”.
Per il presidente della Conferenza delle Regioni “a settembre tutti gli studenti devono poter essere presenti in aula, coi propri insegnanti, in sicurezza. Sono certo che il presidente Conte farà tutto quello che serve perchè ciò avvenga e le Regioni sono pronte a dare il loro contributo, come sempre”.
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Nuova rianimazione e gruppo operatorio all’ospedale di Feltre in Veneto
VENEZIA (ITALPRESS) – Portare il suo personale ringraziamento a tutto il personale dell’Ulss 1 Dolomiti per l’efficienza e l’impegno dimostrati durante l’emergenza Covid-19, inaugurare due reparti di punta come la nuova Rianimazione e il nuovo Gruppo Operatorio, rendere omaggio alla memoria del dottor Michele de Boni, amato e stimato gastroenterologo al cui appassionato lavoro si deve la qualifica dell’Ospedale di Feltre a Centro di Riferimento regionale per la gastroenterologia oncologica. Sono questi i tre obiettivi con i quali, oggi, il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, accompagnato dall’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, dal direttore generale Adriano Rasi Caldogno e da numerose autorità civili, militarie religiose, è salito al Santa Maria del Prato di Feltre, per un’intensa ora tra incontri con medici e infermieri nella sala convegni, e un attento sopralluogo alle nuove strutture, “che portano – ha detto – questo ospedale nel top della rete ospedaliera regionale e che dimostrano tutta l’attenzione della Regione per la sanità di montagna”. L’intera piastra dell’Ospedale è stata realizzata con un investimento complessivo di 40,8 milioni di euro. Per la nuova rianimazione sono stati spesi 3.601.000 euro, più 449 mila per le apparecchiatura. Il nuovo Gruppo Operatorio, composto da sette sale, è costato 6.163.000 euro, più 1.742 mila di apparecchiature. Il presidio di Feltre è anche riferimento extraregionale per l’assistenza ai residenti nella comunità di valle del Primiero. “Anche quando qualche fenomeno ci accusava di trascurare la montagna – ha detto Zaia – noi non abbiamo mai mollato la presa, e questi sono i risultati: l’eccellenza, in questo caso di Feltre, cresce ancora. E non ci fermeremo, nè nel bellunese, nè in tutto il resto del Veneto, perchè alle sole tecnologie di ultima generazione dedichiamo ogni anno, anche in questo particolarmente difficile, 70 milioni di euro”. Il governatore ha voluto ancora una volta smentire quanti affermano che la Regione Veneto starebbe “svendendo” la sanità ai privati. “Insistono a dirlo – ha detto – certi premi Nobel che quel premio non l’hanno mai visto neanche in foto. E’ invece vero che il peso del privato è una delle percentuali più basse d’Italia e che, nell’emergenza Covid, solo il 5% dei letti necessari sono venuti dal privato”.
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Prima infanzia, 13 mln ai comuni della Toscana per il biennio 2020-21
FIRENZE (ITALPRESS) – Via libera in Toscana all’avviso regionale per il sostegno dell’offerta dei servizi per la prima infanzia (da tre mesi a tre anni di vita, ndr) per l’anno educativo 2020-21. L’intervento, in continuità con quanto realizzato negli scorsi quattro anni, nasce dalla necessità di dare supporto alle amministrazioni comunali nel consolidamento e nello sviluppo di tali servizi, nonchè dall’esigenza di dare seguito agli interventi che la regione Toscana realizza fin dal 2008 nel settore educativo. Per gli anni 2020 e 2021 l’amministrazione regionale mette a disposizione oltre 13 milioni 600 mila euro complessivi, di cui circa 6 milioni 900 per il 2020 e poco più di 6 milioni 700 mila euro per il 2021.
Lo scopo è duplice. Da una parte si vuole favorire il sostegno all’accoglienza, dall’altra contrastare il fenomeno delle liste di attesa che ancora presenta evidenti criticità in molte realtà comunali, consentendo alle famiglie il ricorso a servizi privati accreditati, con costi sicuramente più accessibili grazie ai contributi regionali”, afferma l’assessore regionale ad Istruzione, formazione e lavoro Cristina Grieco. “Il sostegno all’accoglienza si realizza anche con contributi da assegnare a supporto della domanda e dell’offerta dei servizi comunali”.
L’intervento adesso in programma esaurisce le risorse derivanti dal fondo sociale europeo per il periodo 2014-20. Per la precisione, i fondi a disposizione ammontano a 13.633.340 euro e trovano copertura nel bilancio finanziario gestionale 2020-22, esercizio 2020, nonchè nel bilancio di previsione 2020-22, esercizio 2021, con lo stanziamento di 6.905.610 per l’annualità 2020 e 6.727.730 per quella del 2021.
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Zaia “Pronti 100 milioni per la rete ospedaliera in Veneto”
VENEZIA (ITALPRESS) – “Oggi c’è una delibera importante, strategica che conferma le scelte che abbiamo fatto. Abbiamo preparato una delibera che prevede la riorganizzazione della rete ospedaliera, territoriale e Rsa, che parte da un presupposto: circa un centinaio di milioni di euro sul tavolo per fare diverse attività”.
Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel corso del punto stampa.
Ad esempio “i pronto soccorso – ha aggiunto – non avranno più le tende, ma avranno dei manufatti per creare percorsi separati tra gli eventuali infetti da Covid, o da altre pandemia e quello che è l’accesso ordinario. E’ una delibera che ci permette di dire che se tornasse il Coronavirus, saremo ancor più performanti. Siamo orgogliosi perchè è una delibera storica per il Veneto”.
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Patti finanziari, Fedriga “Battaglia unitaria per autonomia Fvg”
TRIESTE (ITALPRESS) – “La sfida che abbiamo davanti non si limita solo alla quantità di risorse che possiamo recuperare rispetto alla negoziazione in essere con il Governo ma deve riguardare anche il metodo, come cioè vengono garantite le risorse alla Regione: un passaggio fondamentale per salvaguardare la nostra autonomia che deve tenere conto della necessità di correggere delle norme dettate dall’emergenza, che hanno considerato uguali le Regioni a Statuto speciale e quelle Ordinarie. Necessario, quindi, un nuovo accordo pattizio fra Regione e Stato anche per sanare un iter legislativo convulso e comprensibile visto il periodo emergenziale. I patti finanziari non sono un motivo di propaganda elettorale ma di tutela dei servizi essenziali al cittadino e rappresentano una battaglia da compiere tutti insieme nel segno della nostra autonomia”. E’ la sintesi dell’odierno intervento del governatore della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, in Consiglio regionale e con la Commissione Paritetica, incentrato principalmente sulla ridefinizione dei Patti finanziari fra Stato e Regione alla luce della crisi sanitaria-economica da Covid-19.
Per Fedriga la modalità di erogazione è un elemento necessario per tutelare la specialità. Il governatore ha ricordato che nella Carta costituzionale non è previsto che in tempi di crisi si possa alterare l’assetto dei poteri.
“Su questo aspetto – ha indicato – è importante che la comunità politica regionale possa farsi portavoce anche rispetto alla conversione dei decreti al vaglio delle Camere per correggere quegli articoli in cui vengono considerate uguali le Regioni speciali a quelle Ordinarie. Sono convinto che sono norme dettate dal periodo emergenziale, ma il metodo con cui vengono erogate le risorse non è indifferente”.
Pe Fedriga, infatti, l’erogazione diretta ai Comuni dei finanziamenti statali squilibra il rapporto di leale collaborazione fra Stato e Regione che deve regolare anche la finanza locale e di fatto annulla con legge ordinaria le competenze previste nel nostro statuto.
“Dobbiamo salvaguardare le competenze della Regione Friuli Venezia Giulia e sono convinto che sarà un percorso in cui servirà un lavoro corale per rivedere una norma che necessita dei correttivi”, ha indicato Feriga.
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