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Armao “Def da integrare, serve liquidità diretta a imprese”

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Liquidità diretta per le imprese del sud da inserire nel Def 2020. Lo chiede l’assessore regionale all’economia e vicepresidente della Regione Siciliana, Gaetano Armao, nella relazione sul documento di economia e finanza consegnato alla conferenza delle Regioni nella riunione di oggi. Un testo che ricalca quanto già depositato dalla Regione alle commissioni di Camera e Senato.
“Occorre inserire nel DEF 2020 decise ed imprescindibili misure di immissione di liquidità diretta, in particolare per le imprese del Sud, mediante contribuzioni a fondo perduto quale condizione necessaria, anche se non sufficiente, per recuperare la prospettiva di una crescita possibile e soprattutto non socialmente distruttiva”, scrive Armao, secondo cui “non può infatti ritenersi sufficiente, soprattutto nel Sud, il sostegno per l’accesso al credito, come chiarito dalla stessa Banca d’Italia”. Tale relazione, continua la nota consegnata alla conferenza delle Regioni “segue quella trasmessa dal Governo il 5 marzo 2020 (con ’integrazione dell’11 marzo 2020), che a seguito dell’unanime approvazione parlamentare ha autorizzato uno scostamento di bilancio di 25 miliardi di euro per il 2020 (utilizzati a copertura delle misure introdotte con il decreto-legge n.18/2020, ‘cura Italia’)”.
“Si scorge gia` in questa misura la possibilita` che venga accolta la piu` che legittima richiesta formulata dalle Regioni a statuto speciale – spiega l’assessore siciliano -, veder ridotto o, come prospettato, azzerato per il 2020 ed il 2021, il contributo al risanamento della finanza pubblica che per la sola Regione Siciliana ammonta a 1,1 miliardi di euro per far fronte alle drastiche previsioni di minor entrata”. “Questione che diviene ineludibile, adesso, per il Governo nazionale. Ma della segnalata riduzione non e´ dato riscontrare segno alcuno nel testo del DEF, nonostante le formalizzazioni e le riunioni tenute, e pertanto il documento, anche sotto tale profilo, va integrato”, sottolinea Armao.
(ITALPRESS).

Le Regioni “Anticipare all’11 maggio il via libera ai negozi”

Subito via libera al commercio e maggiori poteri sulle riaperture alle Regioni. E’ quello che chiede la Conferenza delle Regioni al governo. “Le Regioni al Governo: da lunedì 11 maggio via libera al commercio e dal 18 maggio, scadenza del Dpcm, poteri alle Regioni per tutte le riaperture”, scrive il presidente della Liguria Giovanni Toti su Twitter al termine della riunione in videoconferenza con gli altri governatori.
“La conferenza delle Regioni ha disposto all’unanimità un documento in cui si chiede che fin da lunedì 11 si possa riaprire il commercio al dettaglio e che poi, quando scadrà il Dpcm, in taluni casi questa norma decada totalmente e venga attribuita alle Regioni la facoltà di riaprire riacquistando piena legittimità sulla legislazione concorrente”, ha poi spiegato Toti nel corso di una conferenza stampa a Genova. “Se non dovesse avvenire – ha continuato Toti citando come contro esempio quanto disposto dal governo tedesco – riterremo lese le prerogative delle Regioni”.

Il documento
Quello approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, presieduta da Stefano Bonaccini, è un ordine del giorno sulla cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza Covid-19. Il documento è stato illustrato e consegnato al Governo nel corso dell’odierna Conferenza Stato-Regioni dal presidente Bonaccini “Si sta assistendo positivamente in questi giorni – si legge nel documento – alla ripresa graduale delle attività produttive che in forza di precedenti decreti avevano sospeso le attività”. Ma “Il DPCM 26 aprile 2020 nonostante le prime indicazioni per la riapertura non ha previsto un cronoprogramma relativamente alle numerose attività ancora sospese o chiuse”. Secondo le Regioni c’è “il rischio” che “una sospensione prolungata” delle “attività economiche non contemplate nel decreto mette fortemente a rischio la sopravvivenza di migliaia di attività economiche, determinanti per le diverse economie regionali e per la tenuta del tessuto sociale del Paese”. “I dati epidemiologici sono in costante diminuzione in tutto il territorio nazionale ed è stato attivato un sistema di monitoraggio da parte del Ministero della Salute per verificare eventuali recrudescenze dell’epidemia e monitorare il rischio contagio” e “il livello di saturazione delle strutture ospedaliere è in costante diminuzione” ed è in corso “anche col sostegno del Governo attraverso ulteriori ed imminenti provvedimenti, il potenziamento strutturale della rete sanitaria”.

Inoltre “sono stati sottoscritti e sono in corso di sottoscrizione i Protocolli per l’individuazione delle misure di sicurezza con le parti sociali a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici in tutti i settori economici”. Per questi motivi le Regioni chiedono che “entro il 17 maggio venga adottato un nuovo DPCM con il coinvolgimento delle Regioni per consentire alle Regioni stesse di procedere autonomamente, sulla base delle valutazioni delle strutture tecniche e scientifiche dei rispettivi territori, a regolare le riaperture delle attività previa adozione da parte delle imprese di tutte le misure per la tutela dei lavoratori ed il contenimento del contagio come definiti dagli specifici protocolli di sicurezza, fermo restando che la competenza sulla mobilità interregionale è di competenza nazionale”. Inoltre le Regioni chiedono che dal prossimo 11 maggio “possano procedere ad anticipare la riapertura dei settori del Commercio al dettaglio fermo restando la necessaria sottoscrizione dei relativi protocolli di sicurezza con le parti sociali a tutela dei lavoratori”. (ITALPRESS).

Fvg, Fedriga “Stop contributo straordinario o rischia il sistema”

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“Se il Governo non accetterà la nostra richiesta di sospendere il contributo straordinario del Friuli Venezia Giulia al risanamento della finanza pubblica, con un documento chiederemo ai sindaci e a tutti i rappresentanti delle forze politiche di non firmare il Decreto maggio”. L’appello è stato lanciato con forza oggi dal governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta oggi a Trieste nel Palazzo della Regione, alla presenza del vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi, del prefetto Valerio Valenti e del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza. “L’esecutivo nazionale deve comprendere che stiamo vivendo un momento di grave emergenza. Versando gli importi previsti per il 2020 e per il 2021, non saremo in grado di garantire i servizi essenziali previsti dalla Costituzione e nemmeno – ha sottolineato Fedriga – di pagare gli operatori sanitari che sono sul fonte contro il Covid”.
“Dal 2011 abbiamo sempre rispettato i patti stabiliti con il Governo. In questa crisi si è cercato di dialogare in modo costruttivo. Ora è venuto il momento, però, di difendere in modo compatto i nostri diritti e per questo – ha precisato il governatore – chiederemo a tutte le forze politiche di aver un comportamento conseguente e di difendere la nostra terra e la nostra autonomia”.
“Per affrontare l’epidemia, le istituzioni si sono mosse, con grande senso di responsabilità, come se fossero un unico ente. La strategia di chiudere subito, messa in campo dal Friuli Venezia Giulia, è risultata essere la migliore a livello nazionale come certificano i dati. Adesso – ha affermato Fedriga – dobbiamo riaprire le nostre attività economiche nel pieno rispetto dei protocolli sanitari. Dobbiamo tenere insieme lavoro e sicurezza”. “I risultati che abbiamo ottenuto finora sono frutto anche della grande condivisione dimostrata dai cittadini del Friuli Venezia Giulia che hanno compreso la compressione delle libertà nella prima fase della lotta al Coronavirus ma che ora chiedono di ripartire nel pieno rispetto delle regole. Dobbiamo assolutamente superare la stagione dei divieti per non aggravare una tensione sociale sempre più evidente e che rischia di compromettere l’intero sistema”.
“Per queste ragioni – ha confermato il governatore – stiamo chiedendo al Governo di aprire le attività commerciali già il prossimo 11 maggio e tutte le altre il 18 maggio”. “Per consentire la ripresa dell’economia del Friuli Venezia Giulia nella massima sicurezza ci stiamo inoltre organizzando per aumentare notevolmente la capacità di realizzare i tamponi con l’obiettivo – ha rivelato – di eseguire fino a 7 mila test al giorno”. Il governatore Fedriga e il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardi hanno rivolto anche un accorato appello ai cittadini, finalizzato al rispetto delle misure anti Covid anche in questa fase di riapertura.
“Non bisogna abbassare la guardia – ha specificato Riccardi -. In questo momento la mia più grande preoccupazione è legata all’attenzione che noi tutti dobbiamo prestare per contrastare la diffusione del virus. Vanno rispettate tutte le misure precauzionali e le persone più giovani non devono assolutamente trascurare due linee di febbre o i colpi di tosse”.
Nel corso della conferenza stampa sono stati anche presentati i dati legati diffusione del virus nel Friuli Venezia Giulia al 5 maggio. I tamponi effettuati complessivamente sono stati 82548, 9451 dei quali sono stati fatti nelle case di riposo. Un altro dato significativo riportato nel corso dell’incontro è quello riguardante la percentuale delle persone completamente guarite rispetto al numero totale dei casi fino ad ora rilevati, valore che si attesta al 57,2 per cento. Continua intanto il monitoraggio costante nelle case di riposo, dove si contano 676 persone contagiate mentre 167 sono invece quelle già guarite. Le persone decedute sono complessivamente 309, 150 delle quali si trovavano nelle case di riposo. Mediamente avevano 87 anni di media e presentavano diverse patologie pregresse.
(ITALPRESS).

Coronavirus, Rossi “La Toscana ha tenuto bene”

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“È evidente che siamo entrati in una fase diversa. Ringrazio gli operatori della Toscana. Mi pare che la Regione abbia tenuto bene all’urto. Abbiamo già approvato un’ordinanza che prevede che si avvii una fase nuova anche per la sanità. Siamo stati fermi due mesi, abbiamo gestito solo l’emergenza. La riorganizzazione richiederà qualche tempo, perché gli ospedali hanno lavorato solo per il Covid-19. Da ieri è ripartita la normale attività sanitaria ma non è come riaccendere la luce con un interruttore”. Lo ha detto il governatore della Toscana, Enrico Rossi, nel corso di una conferenza stampa.
“Adesso bisognerà lavorare intensamente per maggio, giugno, luglio e anche agosto, sperando che non ci siano ritorni di focolai di contagi, per i quali comunque ci sentiamo più attrezzati avendo ‘costruito’ fino a 280 posti di terapie intensive e 1.700 posti per cure intermedie”, ha aggiunto Rossi.
(ITALPRESS).

Fvg, Fedriga “In giunta ok a linee guida fase 2”

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Accelerare l’attuazione della cosiddetta “fase due” in Friuli Venezia Giulia, coniugando la tutela della salute di lavoratori e cittadini con la tempestiva ripresa delle attività produttive ed economiche. E’ questo l’obiettivo delle “linee guida per la ripresa delle attività lavorative in sicurezza sul territorio regionale a seguito emergenza epidemiologica Covid-19”, deliberate oggi dalla Giunta regionale, riunita in seduta straordinaria, su proposta del governatore Massimiliano Fedriga.
La stesura del documento, che andrà a integrare i protocolli sottoscritti a livello nazionale, ha coinvolto il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, e gli assessori alle Attività produttive e Turismo (Sergio Emidio Bini), al Lavoro (Alessia Rosolen) e alle Infrastrutture e Territorio (Graziano Pizzimenti).
Nel dettaglio, le linee guida contengono le misure da adottare nei luoghi di lavoro, gli interventi a supporto della ripresa lavorativa e il sistema della mobilità.
Su quest’ultimo punto in particolare, il documento comprende una serie di azioni sperimentali che interessano i servizi di trasporto pubblico locale utilizzati dai lavoratori nei percorsi casa-lavoro: fra queste, l’introduzione del principio di flessibilità sulle tratte del Tpl automobilistico, con la possibilità di prenotare le corse, entro tracciati predefiniti, attraverso call-center o app.
“E’ infatti essenziale – secondo il Governatore – evitare che gli spostamenti determinati da esigenze di lavoro producano assembramenti: ecco perché, oltre al rispetto delle misure ordinarie previste per il contenimento del virus, appare di estrema utilità attivare soluzioni alternative che consentano alle persone di muoversi in piena sicurezza”. Nelle linee guida sono inoltre previsti interventi a sostegno della ripresa lavorativa, con la costituzione di organismi paritetici territoriali operanti presso le sedi delle associazioni datoriali e/o dei consorzi industriali della Regione.
Altro elemento di novità è il progetto di screening pilota che, in virtù della collaborazione con Sistema scientifico regionale (e in particolare con l’Università degli Studi di Trieste, la Sissa e Swg, permetterà di monitorare un campione di lavoratori rappresentativo a livello regionale e di verificare, attraverso indagini cliniche e demoscopiche, le varie tipologie di possibile esposizione al virus con l’obiettivo di stimare e testare, con modelli matematici predittivi, le misure di prevenzione necessarie per arginare nuovi eventuali focolai. Un progetto al quale, va sottolineato, l’adesione avverrà esclusivamente su base volontaria.
Il documento individua inoltre nel ricorso al lavoro agile, nel distanziamento delle postazioni di lavoro, nella riduzione della mobilità interna in ambito aziendale, nel contingentamento degli accessi alle aree comuni (ad esempio spogliatoi e mense), nell’adozione di piani di turnazione del personale e di misure volte a impedire assembramenti, nell’individuazione di procedure di accesso e contatto con i fornitori esterni che prevedano modalità, percorsi e tempistiche predefinite ed infine nella gestione di riunioni ed incontri (prediligendo modalità di collegamento a distanza) gli strumenti funzionali a contrastare l’emergere di nuovi focolai.
Sul versante delle misure di prevenzione igienico-sanitarie da adottare, le linee guida prevedono l’utilizzo di soluzioni igienizzanti e di mascherine, la presenza di cartellonistica informativa sulle opportune misure comportamentali ed igieniche, la sanificazione periodica e l’igienizzazione giornaliera degli ambienti e degli strumenti di lavoro.
Quanto alla gestione degli accessi ai luoghi di lavoro, il documento istituisce il presidio costante degli ingressi, con l’identificazione dei lavoratori e dei fornitori, anche mediante la somministrazione di questionari, oltre alla rilevazione della temperatura corporea e/o l’acquisizione di dichiarazione sostitutiva del lavoratore di assenza di sintomatologia riferibile a Covid-19.
Importante anche il passaggio che riconosce il valore delle attività di formazione a distanza e alla conciliazione delle esigenze casa-lavoro, favorendo l’applicazione di modalità operative flessibili. Viene prevista inoltre la prosecuzione dell’utilizzo, nella fase di progressiva riattivazione delle attività, degli ammortizzatori sociali per i lavoratori le cui prestazioni non siano pienamente esigibili, consentendo, su base volontaria, la fruizione di ferie e permessi maturati. Sulla gestione delle emergenze e tutela dei lavoratori viene assicurata, infine, l’adozione di procedure per la gestione di casi sintomatici e potenzialmente positivi.
(ITALPRESS).

Traffico aumentato del 30%, Zaia “Sorveglianza estrema”

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Arrivano a quota 383.442 i tamponi effettuati in Veneto, 5mila in più rispetto a ieri. In isolamento ci sono 6.779 persone, 51 in meno rispetto a ieri. I postivi sono 18.373, 55 in più rispetto a ieri. I ricoverati sono 1056, -2, dei quali in terapia intensiva 99, 4 in meno rispetto a ieri. I dimessi sono 2.703, più 9 rispetto a ieri. Praticamente sono 4mila le persone curate per questa tragedia. I morti in ospedale sono 1.194, +10, mentre in totale sono 1.528. Le donazioni sono arrivate ad un totale di 57 milioni di euro. Sono questi i numeri della pandemia in Veneto, mentre per quanto riguarda l’andamento del traffico odierno, oggi, rispetto allo scorso lunedì, fino alle 10 del mattino, avevamo il 32% di traffico in più sull’autostrada Brescia-Padova. Sui vaporetti a Venezia il traffico è aumentato del 15%. Sul Passante il traffico è aumentato del 35% (+ 40% i mezzi leggeri, +15% i mezzi pesanti).

“Stamattina si sono riaperte molte aziende e c’è stato un aumento importante di traffico, parcheggi e movimentazioni. 1,2 milioni di veneti hanno ripreso le loro attività lavorative. Oggi iniziamo un percorso di sorveglianza estrema e anche di grande preoccupazione per quel che riguarda il rispetto delle regole. In questi dieci giorni ci giochiamo il futuro. Se avessimo una recrudescenza importante dovremo ricorrere a misure restrittive” ha detto il presidente della Regione Luca Zaia nel corso della quotidiana conferenza stampa dalla sede della Protezione Civile di Marghera. Il presidente regionale ha inoltre presentato una nuova delibera che entrerà in vigore dal pomeriggio, che chiarirà alcuni aspetti ed introdurrà alcune novità. Tra queste, la possibilità che le mense per i lavoratori possano rimanere aperte e che l’ospitalità potrà essere fatta per gli operatori sanitari provenienti da fuori regione. Sarà consentito l’accesso ai locali di qualsiasi attività economica, compreso quelli sospesi, per lo svolgimento di lavori di vigilanza, manutenzione, pulizia e sanificazione, nonché per la ricezione delle merci.

“Oggi di fatto è liberi tutti – ha concluso Zaia -. Noi per monitorare la situazione abbiamo un piano di biosorveglianza, in cui guardiamo sia i dati degli ospedali e delle terapie intensive, che tutti i singoli focolai”.
(ITALPRESS).

Coronavirus, in Umbria zero contagi

PERUGIA (ITALPRESS) – Oggi in Umbria si registrano zero contagi sul totale dei tamponi effettuati. Questi i dati al momento disponibili e aggiornati alle ore 8 di stamattina: complessivamente 1.394 persone (invariato) in Umbria sono risultate positive al virus Covid-19, gli attualmente positivi sono 236 (-21).
I guariti sono 1090 (+21); risultano 53 clinicamente guariti(-8); i deceduti sono 68 (invariato).
Dei 1.394 pazienti positivi attualmente sono ricoverati in 71 (- 2); di questi 13 (invariato) sono in terapia intensiva.
Le persone in isolamento domiciliare sono 790 (-41); sempre alla stessa data, risultano 16.100 (+249) persone uscite dall’isolamento.
Nel complesso, entro le ore 8 del 3 maggio, sono stati effettuati 38.823 tamponi (+751).
(ITALPRESS).

Coronavirus, in Sardegna via libera alle messe

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“Il Governo ha vietato le cerimonie religiose ma non le funzioni. Una differenza che esiste nell’ordinamento giuridico italiano. Quindi consentiamo nel territorio regionale lo svolgimento delle funzioni eucaristiche ordinarie, ovvero le messe. Sarà comunque vietato l’assembramento e il contatto diretto, con obbligo di distanziamento e mascherina”. Così il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, che ha presentato l’ordinanza che da lunedì allenterà la morsa del lockdown.
“Abbiamo demandato ai vescovi di ciascuna diocesi la garanzia del rispetto di queste prescrizioni e l’adozione di appropriate linee guida sul contingentamento degli accessi e lo scaglionamento delle funzioni nell’arco della giornata in ciascuna parrocchia”, ha spiegato Solinas. Demandata ai sindaci l’apertura dei cimiteri “in relazione alla capacità di mantenere adeguate misure organizzative per evitare l’assembramento dei visitatori e la distanza interpersonale”.
(ITALPRESS).