Coinvolge oltre cento realtà tra città, paesi, frazioni e parrocchie, oltrepassa i confini della Toscana, arrivando fino a Lazio, Umbria ed Emilia. È ‘Terre di presepi’, l’iniziativa, presentata questa mattina a palazzo del Pegaso, che racconta il Natale attraverso la Natività. Dalla sesta edizione gli organizzatori hanno preso spunto per dar vita all’associazione nazionale delle Città dei presepi, la cui nascita è stata siglata questa mattina in sala Barile. “Il presepe – ha detto il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani – rivive nella tradizione popolare toscana, ve ne sono oltre 7mila solo nella nostra regione e presentarli qui a palazzo del Pegaso esprime la volontà di dare sostegno alla neonata associazione nazionale delle Città dei presepi, una realtà che possa aiutare il marketing e la promozione di uno degli aspetti qualificanti dell’identità toscana.” “La Toscana si conferma terra di presepi – ha precisato il consigliere regionale Enrico Sostegni – Oggi un’esperienza regionale importante si trasforma e diventa una rete nazionale delle Città dei presepi”. Anche il consigliere regionale Andrea Pieroni ha ribadito l’importanza di “una realtà che sta crescendo e coinvolge comunità e interi paesi”. “Il presepe è uno spazio di aggregazione attorno a una tradizione antica e rappresenta un’occasione per riflettere anche sull’attualità”.
Tutta la Toscana è coinvolta, a partire dalla Lunigiana con l’unicità del presepe vivente di Equi Terme, al primo presepe meccanizzato d’Italia a Pallerone, agli oltre 300 presepi di Regnano, per poi passare in Garfagnana con Pieve Fosciana, Coreglia Antelminelli, Ghivizzano, Bagni di Lucca, Pescaglia e tutte le località della valle dei presepi. Scavalcando il passo delle Radici, una puntata in Emilia Romagna per visitare le mostre di Gazzano e alla biennale di Montefiorino. Si arriva in lucchesia, nel pistoiese (Le Piastre, Pescia, Veneri, Traversagna), nel pratese con Borgo della Rocca a Montemurlo, Oste, Vergaio, Campi Bisenzio, fino alle porte di Firenze con Lecore, San Miniato a Signa e la parrocchia dei Bassi in via dell’Argingrosso. Ruota, Nicosia di Calci, Tre Colli, Calci hanno creato un “anello presepiale” intorno al Monte Serra che continua nel pisano passando per San Giovanni alla Vena, Calcinaia, Pontedera, Cascina, Pisa, Forcoli, Legoli, Usigliano di Lari, Casciana Terme, Riparbella. Lungo l’Arno ecco molte realtà presepiali storiche come San Romano, Cigoli, San Miniato, Castelfranco di Sotto, le vie dei presepi di Iano e di Marti, le realtà emergenti di Roffia e San Miniato Basso. Poi la Valdelsa con Castelfiorentino, Certaldo, San Casciano Val di Pesa, Staggia Senese fino al presepe della Stazione di Siena e proseguire nella parte sud della Toscana facendo tappa a Sarteano e a Sorano, Trevinano, Monteleone d’Orvieto.
E poi Petroio, Cerreto Guidi, Sovigliana, Fucecchio, Montopoli, San Giovanni Valdarno, Gricignano, Sansepolcro, Il Cinquale, Migliano, Le Ville, un lungo elenco di parrocchie, paesi e di cittadine che si rinnova e si arricchisce ogni. All’incontro con i giornalisti ha partecipato anche la sindaco di Cerreto Guidi, Simona Rossetti che ha ribadito l’importanza della nascita dell’associazione nazionale “uno stimolo – ha detto – per andare oltre i confini regionali”.
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TOSCANA, SESTA EDIZIONE “TERRE DI PRESEPI”
ENOTURISMO, SOLINAS “PER SARDEGNA È FONDAMENTALE”
“Nel 2021 ci sarà la Wine Global Conference e la Sardegna dovrà essere protagonista”. Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, aprendo questa mattina all’aeroporto di Cagliari-Elmas il convegno dedicato all’Enoturismo. “Sarà la più importante vetrina dell’organizzazione delle Nazioni Unite in questo ambito, chiedo al nostro assessore di lavorarci fin da ora. Guardiamo con estremo interesse al percorso fatto dai nostri viticoltori e dalle nostre cantine. Siamo per un turismo esperenziale e l’accoglienza in cantina significa vivere un’esperienza che va dalla vigna fino al percorso produttivo, per arrivare poi alla degustazione”, ha aggiunto Solinas.
“Dobbiamo quindi accogliere con assoluto favore la legge quadro del 2019 per quanto riguarda l’enoturismo. In Regione dobbiamo lavorare per un sempre miglior coordinamento tra l’assessorato all’Agricoltura e quello al Turismo”, ha spiegato ancora il presidente della Regione.
Anche l’ideatore dell’iniziativa, l’assessore regionale a Turismo, Artigianato e Commercio, Gianni Chessa, ha espresso la propria volontà di puntare forte sul settore in chiave turistica. “La politica deve sostenere il comparto vitivinicolo. Questo incontro nasce per conoscere cosa serve e dare delle risposte. Uniamo le forze tra sardi, io personalmente punto molto sulla comunicazione e voglio far uscire la Sardegna oltre i confini nazionali. La nostra isola è unica, dobbiamo valorizzare il settore commerciale e portare i turisti, farci conoscere anche fuori per le nostre eccellenze”, ha affermato Chessa.
Una rete enoturistica regionale è invece l’obiettivo dal progetto Sardinia Wine Experience. Si tratta di una rete turistica destagionalizzata che consenta di far uscire l’Isola da una mera dimensione balneare. “Le aziende cercano di mettersi in rete – ha detto il coordinatore del progetto, Luigi Cau – e questo ci consentirà di far conoscere le nostre risorse in maniera coordinata”.
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VAL D’AOSTA, FOSSON SI DIMETTE
Il presidente della Regione Valle d’Aosta Antonio Fosson si è dimesso. Aveva ricevuto un avviso di garanzia dalla Dda per voto di scambio politico-mafioso, nell’ambito di un’inchiesta sul presunto condizionamento della ‘ndrangheta nelle elezioni regionali del 2018.
Oltre a Fosson si sono dimessi anche i due assessori Stefano Borrello (Opere Pubbliche e Territorio) e Laurent Vierin (Turismo, Sport e Commercio), e il consigliere Luca Bianchi, capogruppo dell’Union Valdotaine.
“Per onorare quel senso di responsabilità politica che ho sempre perseguito ed anche per salvaguardare la mia personale dignità, profondamente ferita dalle infamanti ipotesi che vengano formulate, ho deciso di fare un passo indietro – ha spiegato il presidente della Regione -, sottolineando con forza la mia totale estraneità rispetto ai fatti di cui ho avuto lettura negli ultimi giorni sui giornali”.
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VENETO, MARCHIO REGIONE SU MAGLIE IMOCO
“Possiamo dire di aver affidato alle mani abili e potenti di queste atlete, alla grande forza di una squadra straordinaria, l’immagine simbolo della nostra terra, proiettandola attraverso le loro imprese in tutto il mondo: felici e orgogliosi di questa scelta”. Lo ha detto l’assessore al turismo della regione Veneto, Federico Caner, a una settimana dalla vittoria dell’Imoco Conegliano al mondiale per club di pallavolo femminile, svoltosi a Shaoxing in Cina. L’assessore ha sottolineato l’importanza dell’abbinamento tra le neo campionesse e il marchio di promozione territoriale della Regione “Veneto – The Land of Venice”. “Il nostro obiettivo è promuovere il Veneto attraverso le sue eccellenze e griffare queste ultime con il logo che sintetizza l’unicità e la grandezza della nostra terra – prosegue l’assessore – E l’Imoco è una di queste eccellenze, sportive ma non solo, perché dietro ai successi conquistati nei palazzetti d’Italia, d’Europa e del mondo c’è una società competente e lungimirante con un modello nuovo e moderno di gestione e di programmazione. Insomma, c’è tutta l’essenza di un’azienda veneta”. “E se qualcuno pensava che leone e pantere non potessero andare d’accordo – conclude Caner – dovrà ravvedersi”.
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TOSCANA, OK ELENCO INCUBATORI IMPRESA E START UP
È stato approvato dalla Regione Toscana l’elenco dei soggetti accreditati come incubatori di impresa e start up house toscane a seguito dell’avviso di cui al decreto dirigenziale 6047 del 15/04/2019. L’elenco di tali soggetti sarà pubblicato sull’edizione del B.U.R.T. del 11/12/2019 n. 50 parte terza. 10 il numero complessivo degli iscritti per l’anno 2019, mentre i non ammessi sono 2, per un totale di 12 domande ricevute. “Incubatori d’impresa e start up house – spiega l’assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo – sono realtà, pubbliche o private, che accelerano e favoriscono lo sviluppo di nuove imprese mettendo loro a disposizione tutta una serie di servizi di supporto. Rappresentano il punto di contatto tra il mondo della ricerca e le aziende, promuovono la nascita di nuove iniziative imprenditoriali e le accompagnano nella fase delicata dell’avvio”. “Le imprese che si insediano presso realtà accreditate – ha continuato Ciuoffo – potranno contare su tutti i servizi immobiliari di base, di accompagnamento e tutoraggio compresi nel catalogo dei servizi avanzati e qualificati per le imprese toscane. Gli incubatori e le start-up house accreditati andranno a costituire una “Rete regionale” che sarà oggetto di specifica attività di promozione presso le imprese anche allo scopo di far conoscere le tipologie di servizi prestati dagli stessi con specifico riguardo a quelli di cui al “Catalogo dei servizi avanzati e qualificati”.
La presentazione delle domande, una volta entrata a regime la procedura, è previsto che avvenga dal 1 giugno al 15 settembre. Dal 1 giugno ed entro il 15 settembre di ogni anno successivo all’iscrizione, i soggetti iscritti dovranno dare conferma o aggiornare i dati per poter mantenere l’accreditamento ottenuto. Inoltre, durante il periodo concesso di cui sopra, le strutture dovranno fornire l’elenco aggiornato delle imprese incubate.
FVG: FEDRIGA “PACCHETTO MISURE FAMIGLIA PER 44 MLN”
Un pacchetto famiglia del valore di 44 milioni di euro è contenuto in una serie di provvedimenti che la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha inserito nella legge di Stabilità in discussione in Consiglio regionale. A darne annuncio è il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che parla di “una misura importante a sostegno concreto della famiglia che va dai bonus bebè, all’asilo nido gratuito, al sostegno alla spesa per i centri estivi e al trasporto scolastico”. Due le novità: il sostegno alle spese per i centri estivi, su cui la Giunta intende investire 3 milioni di euro e l’estensione dello sconto del 50 per cento sul trasporto scolastico anche per le tratte urbane che, complessivamente, porta il valore del provvedimento sul tpl a 7,5 milioni. Tra le altre misure, il bonus bebè viene reistituito con 5,5 milioni di euro in più rispetto a quanto era stato previsto in passato, portando la disponibilità complessiva a 16,5 milioni. Per ogni bambino nato nel 2020 il contributo annuale ammonterà a 1200 euro. Le misure per garantire gratuità e sconti sull’asilo nido hanno, invece, una copertura di 17 milioni di euro.
“Non solo proseguiamo con le misure messe in campo lo scorso anno e rifinanziate quest’anno, vale a dire l’asilo gratuito dal secondo figlio in poi e il contributo già dal primo figlio per le famiglie con Isee fino a 30mila euro, ma estendiamo lo sconto sul trasporto pubblico scolastico anche agli studenti che si muovono all’interno dell’area urbana” ha spiegato Fedriga, sottolineando la continuità nel sostegno alla conciliazione tra lavoro e cura dei figli che la Giunta intende garantire con il nuovo provvedimento sui centri estivi. “Le famiglie – afferma il governatore – non godranno solo del contribuito durante l’anno scolastico, ma vedranno garantito un sostegno anche durante il periodo estivo, poiché abbiamo pensato soprattutto a quelle in cui entrambi i genitori lavorano. A loro andrà un sostegno per le spese sui centri estivi per i figli fino ai 14 anni”. Oltre ai provvedimenti per la famiglia, il governatore conferma anche l’attenzione al mondo economico. “Intendiamo rinnovare anche i provvedimenti di defiscalizzazione – evidenzia – come l’eliminazione dell’Irap per le aree di montagna, la possibilità di non pagare l’Irap per tre anni e l’ulteriore sconto per due anni per le aziende che si insediano sul territorio regionale”. Fedriga conferma inoltre il rifinanziamento del credito d’imposta (4,5 milioni) e dei contributi per le aziende che attivano politiche di welfare aziendale o avviano piani di assunzione per lavoratori in stato di disoccupazione.
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SARDEGNA, 775MILA EURO PER CALAMITÀ NATURALI
Nel 2018, tra giugno e novembre, si sono verificati eventi atmosferici eccezionali e di tipo calamitoso, come abbondanti piogge, nubifragi e trombe d’aria, perciò numerosi Comuni erano stati costretti ad eseguire opere ed interventi in emergenza.
Le richieste di contributo e la documentazione delle spese sostenute da parte di dieci Comuni sono state esaminate dalla direzione generale della Protezione civile, che, dopo aver effettuato la verifica tecnico-amministrativa, ha dichiarato ammissibile un rimborso complessivo di 775mila euro, deliberato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale. I Comuni beneficiari sono Bosa (28.688 euro); Budoni (147.851); Onifai (15.249); Orosei (32.310); San Nicolò Gerrei (12.381); Sanluri (199.993); Siniscola (225.992); Tiana (42.801); Tuili (34.160); Urzulei (35.599).
“Un segnale di vicinanza politica ed istituzionale alle comunità locali ed agli amministratori che attendevano di essere ristorati e quotidianamente devono fare i salti mortali per far quadrare i conti e garantire i servizi essenziali ai cittadini”, ha sottolineato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, delegato in materia di protezione civile, Gianni Lampis.
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TOSCANA, 714 SOCIETÀ FANNO CAPO A GRUPPI ESTERI
Se come ricorda l’Irpet, l’istituto di programmazione economica della Regione, l’economia italiana e toscana può ripartire solo se si riesce a dare impulso a nuovi investimenti di impresa, un aiuto in tal senso lo possono sicuramente fornire le aziende straniere presenti. Una spinta nella quantità ma anche nella qualità degli investimenti, con un effetto trainoper le piccole e medie imprese che in Toscana sono il 95 per cento di tutte le aziende della regione.
Se ne è discusso stamani a Palazzo Strozzi Sacrati in piazza del Duomo 10 a Firenze, sede della presidenza della Regione – presenti imprese e associazioni di categoria, ma anche il sottosegretario allo sviluppo economico Manzella -: un seminario dove si è fatto il punto sul ruolo svolto dalle multinazionali, gli investimenti attratti ma anche l’esperienza toscana a dieci anni dall’avvio di “Invest in Tuscany”, struttura che fa capo direttamente alla presidenza della Regione e considerata da diversi osservatori e dalle stesse imprese come un esempio di buona pratica nello scenario nazionale.
Uno ‘sportello’ che la Regione ha messo in campo nel 2010 e rafforzato nel 2016, snello (visto che vi lavorano una decina di persone) e con una ricetta in fondo semplice ma efficace: dare risposte veloci, risolvere problemi e diventare punto di riferimento credibile a disposizione di chi già in Toscana c’era e voleva crescere e di chi in Toscana voleva venire, aiutando gli uni e gli altri a farsi strada nella ragnatela della burocrazia e delle competenze ripartite spesso tra più amministrazioni.
“Per attrarre gli investimenti delle multinazionali la via è principalmente una: lavorare con loro – spiegano dalla presidenza della giunta regionale – Può sembrare l’acqua calda ma è proprio così”. “E l ‘esperienza di “Invest in Tuscany” è sicuramente un modello, come quello della Lombardia, a cui guardare” afferma il sottosegretario Manzella, che ricorda come gli investimenti stranieri siano importanti perché capaci “spesso di portare dietro di sé un tessuto di piccole imprese” che possono così affacciarsi con i loro prodotti sui mercati esteri. “Dobbiamo ragionare per filiere” afferma. E quello che fa “Invest in Tuscany nella pratica quotidiana – ascoltare le esigenze delle aziende, fornire informazioni, ricercare aree di insediamento, coordinare perc orsi amministrativi interni ed esterni ma anche creare contatti con imprese fornitrici del posto, con le università o con enti pubblici – è una delle vie possibili.
I numeri
I risultati in questi dieci anni non sono mancati. La Toscana è una regione dove le multinazionali già c’erano ma che ha saputo attrarre nuovi investimenti, anche fornendo risposte chiare e veloci. “L’attrazione di investimenti è diventata una vera e propria politica industriale: ha funzionato come leva di crescita aggiuntiva ed è riuscita a sostenere trasformazioni” aveva ricordato qualche giorno fa il presidente della Regione Enrico Rossi, che stamani non è potuto intervenire al seminario perché impegnato nei sopralluoghi in Mugello dopo la scossa di terremoto.
Oggi le società straniere presenti nella regione e che fanno capo a 509 diverse multinazionali a controllo estero sono 714, in crescita: per il 59 per cento si tratta di gruppi che hanno la testa in Unione Europea, il 17 per cento in America settentrionale e il 9 per cento in Asia orientale. Il 29 per cento appartiene al manifatturiero, il 20 per cento opera nel commercio all’ingrosso. Generano, in Toscana, oltre 25 miliardi di fatturato l’anno ed impiegano quasi 56 mila addetti, contribuendo, a seconda che si considerino solo i settori produttivi o anche il terziario, dal 5 al 10 per cento sul Pil regionale secondo ancora l’Irpet, che sulle multinazionali presenti in Toscana e sul loro ruolo sta conducendo una ricerca i cui risultati si conosceranno nei prossimi mesi.
I macro-numeri sono comunque già noti. Per numero di imprese, la prima nazione investitrice in Toscana è la Francia (120 le società presenti), seguita da Stati Uniti (115) e Germania (80). Se si guarda al fatturato gli Stati Uniti salgono sul podio più alto (oltre 9 miliardi di euro) e subito dopo arrivano la Francia (quasi 6 miliardi, ma prima per addetti con oltre 13 mila dipendenti) e il Regno Unito (2,8 miliardi). La Cina è decima.
I progetti che solo nel periodo dal 2018 al 2019 hanno ricevuto assistenza da parte di “Invest in Tuscany”, che tra l’altro ha rinnovato di recente il proprio sito (www.investintuscany.com), sono cinquanta, mentre trenta sono stati i protocolli sottoscritti tra Regione, amministrazioni locali e imprese per facilitare gli investimenti in Toscana.
Una regione che sa attrarre investimenti
Secondi i dati Fdi Markets – Financial Times (solo imprese a controllo estero) nell’ultimo quinquennio (2014-2018) la Toscana, dopo Lombardia e Lazio, è stata la terza regione per investimenti diretti esteri in Italia. Secondo un’altra analisi di Ernst & Young – Oco Global (revisione dati Dfi Markets – Financial Times solo imprese a controllo estero) nel 2018 la Toscana è stata addirittura la seconda regione in Italia, dopo la Lombardia, per capacità di attrarre investimenti dall’estero.
Più nel dettaglio nel 2015 sono stati conclusi 35 investimenti, per un valore di 1,4 miliardi e 1.222 posti di lavoro prodotti. Nel 2016 altri 68 investimenti sono stati portati a termine (2,5 miliardi). Nel 2017 c’è stato il boom: 97 investimenti il primo anno (per 2,3 miliardi) e 99 il secondo anno (1,9 miliardi). Quest’anno, nel 2019, solo nel primo semestre si sono conclusi 50 investimenti per un valore di 952 milioni.
Le multinazionali che scelgono la Toscana lo fanno per la qualità della ricerca, la competenza della forza lavoro, la coesione sociale e la stabilità istituzionale. Qualche esempio degli investimenti portati a termine in questi anni? C’è espansione nel settore farmaceutico di Eli Lilly (450 milioni di investimenti dal 2010), il piano di transizione energetica di Solvay (100 milioni), il programma di ricerca “Galileo” di Nuovo Pignone (200 milioni). E poi gli investimenti in siderurgia, moda, carta, nautica, energia, ferroviario, tessile, agrifood, oro, digitale, marmo e molti altri settori ancora.
Anche in virtù dei risultati raggiunti, la Toscana è stata la prima Regione in Italia a firmare sul tema dell’attrazione degli investimenti un protocollo di collaborazione con Mise e Ice. E’ stata ancora la prima Regione a siglare un’intesa con Confindustria nazionale e regionale ed è di nuovo la Toscana ad esprimere il rappresentante delle Regioni in seno al Comitato interministeriale Attrazione investimenti. Inoltre ha aperto dal 2010 i propri bandi per la ricerca, la formazione e l’innovazione, finanziati con i fondi europei, anche a grandi imprese italiane e estere.. Con l’obiettivo appunto di puntare sulle aziende più dinamiche capaci di tirare dietro di sé molte altre.
(ITALPRESS).









