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TOSCANA, BANDO 2019 PER CONTRIBUTO AFFITTO DI GIOVANISÌ

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E’ in attivazione il bando 2019 per il contributo affitto di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani. Il bando è rivolto ai giovani dai 18 ai 34 anni che intendono uscire dal nucleo familiare usufruendo di un contributo della durata di tre anni per il pagamento di un canone di affitto. Le domande dovranno essere presentate dal 4 novembre al 18 dicembre prossimi. Solo in questo periodo, infatti, sarà attivo il nuovo bando per il contributo promosso dalla Regione nell’ambito di Giovanisì. Potranno partecipare i giovani residenti in Toscana da almeno due anni, purché abitanti con la famiglia e non intestatari di contratti di affitto.
Il contributo previsto, triennale, varia da un minimo annuale di 1800 euro (150 euro al mese) fino a un massimo di 4200 euro (350 al mese).

Per presentare domanda, tra i documenti richiesti, vi è anche la dichiarazione Isee, che non deve essere superiore ai 40000 euro nel nucleo familiare, in corso di validità e rilasciata entro il 18 dicembre 2019.
Fino ad oggi, con i precedenti sei bandi finanziati dal 2012 al 2018, ben 6014 sono stati i giovani che hanno beneficiato del contributo affitto del programma Giovanisì.
“Il rinnovo di questo bando conferma l’impegno della Regione verso le nuove generazioni anche nella parte che riguarda l’autonomia abitativa dei giovani”, spiega il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che evidenzia come lo scopo sia “sostenere con un contributo di durata triennale, che varia a seconda della fascia di reddito e della presenza di figli, giovani che vivono all’interno del nucleo familiare di origine ma intendono rendersi autonomi”. Il presidente Rossi precisa inoltre che “il sostegno all’affitto fa parte del pacchetto di opportunità che la Regione offre ai giovani attraverso il progetto Giovanisì”.

“Potranno partecipare single e coppie sposate, conviventi o che hanno deciso di convivere, di età compresa tra i 18 e i 34 anni”, precisa l’assessore regionale alle Politiche abitative, Vincenzo Ceccarelli. “E’ una misura che, oltre a favorire l’autonomia abitativa dei giovani, si aggiunge agli oltre 20 milioni che la Regione garantisce ai Comuni per il sostegno al pagamento degli affitti delle famiglie bisognose”.

SARDEGNA, ACCORDO COOPERAZIONE PER SVILUPPO COMUNITÀ

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E’ stato sottoscritto questa mattina a Villa Devoto dal presidente della Regione, Christian Solinas, assieme ai rappresentanti del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria per la Sardegna (PRAP), dell’Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna per la Sardegna (UIEPE) e del Centro giustizia minorile per la Sardegna (CGM), un protocollo d’Intesa per l’attuazione di progetti, servizi, interventi e azioni riguardanti il reinserimento sociale di soggetti in esecuzione penale.
“Il programma è finalizzato a realizzare un sistema di servizi integrato tale da favorire l’incremento della sicurezza sociale, del benessere e dello sviluppo delle comunità territoriali sarde nel corso dell’esecuzione di misure e sanzioni penali, mediante gli strumenti dell’inclusione e della giustizia riparativa, in una prospettiva di welfare generativo e di Giustizia di Comunità”, ha sottolineato il presidente Solinas.
Tale sistema vedrà la partecipazione attiva delle persone sottoposte a provvedimenti penali e disponibili ad impegnarsi a favore delle comunità territoriali per il raggiungimento di tali obiettivi. Il protocollo sottoscritto avrà una validità biennale e potrà essere rinnovato.
(ITALPRESS).

VENETO: PROSECCO, 70 ANNI BORTOLOMIOL VALDOBBIADENE

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“Se oggi le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono Patrimonio dell’Umanità Unesco e sono conosciute in tutto il mondo per la loro realtà paesaggistica strettamente legata al lavoro dell’uomo, è certamente merito di viticoltori che ci hanno creduto ed hanno dato tutto a queste terre quando nessuno ci pensava o vedeva solo le difficoltà. Tra questi c’è sicuramente Giuliano Bortolomiol che nel 1949 iniziò l’avventura produttiva della sua azienda vinicola, avviando una moderna storia imprenditoriale proprio sulle colline dove i suoi antenati lavoravano le vigne già nel 1700”. Così il Presidente della Regione Luca Zaia ha ringraziato le sorelle Bortolomiol che oggi gli hanno presentato la prima di una serie limitata di 8000 bottiglie, realizzata per in occasione dei settant’anni della storica azienda di Valdobbiadene (Treviso). Il simbolo dell’importante tappa di una storia aziendale e familiare ma anche un richiamo ai valori che sono caratteristica di tutto il territorio.
Il prosecco scelto per l’anniversario è un Rive, un brut molto secco. La scelta di un cru della DOCG Conegliano e Valdobbiadene per la bottiglia commemorativa, rappresenta e riassume la storia stessa della cantina ed il lavoro svolto per mezzo secolo, fino agli anni Duemila, dal fondatore. Quando Giuliano Bortolomiol fondò l’azienda nel 1949, infatti, fu tra i viticoltori che da subito puntarono e investirono sul ‘Prosecco superiore’, cogliendone sia le rivoluzionarie capacità enologiche sia le potenzialità identitarie per il territorio. La sua eredità è stata raccolta dalle figlie Maria Elena, Elvira, Luisa e Giuliana che oggi ne proseguono il lavoro a fianco della madre Ottavia.

(ITALPRESS).

E.ROMAGNA, AL VIA CAMPAGNA SUL TUMORE AL SENO

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Prendere per mano la donna, accompagnandola passo passo lungo tutto il percorso diagnostico e terapeutico, senza lasciarla mai sola. Offrirle una diagnosi precoce, cure innovative e sostegno grazie a strutture all’avanguardia e ad equipe multidisciplinari altamente specializzate. Darle, quindi, maggiori probabilità di sconfiggere la malattia rispetto alle strutture sanitarie non dedicate. È quello che fanno i Centri di senologia per la prevenzione e la cura del carcinoma mammario, una rete che in Emilia-Romagna è attiva dal 2018 e può contare su 12 strutture localizzate su tutto il territorio da Piacenza a Rimini. Per farle conoscere sempre di più e meglio, parte in questi giorni una campagna di comunicazione realizzata dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Europa Donna Italia e presentata oggi alla stampa in viale Aldo Moro, a Bologna. Tre locandine, un manuale informativo e un video per sapere perché è importante curarsi in questi Centri, capire dove e a chi rivolgersi, qual è la struttura più vicina. Materiale che sarà diffuso sui social media e sui siti web di Regione e Ausl, distribuito nei Consultori familiari, nelle sale d’attesa delle strutture sanitarie, nelle Case della salute, nei Centri di mammografia e screening di primo livello e nei Centri di senologia.
Affinché sempre più pazienti sappiano – come recitano le locandine – che ‘Contro il tumore al seno l’Emilia-Romagna è un grande alleato’; ‘In Emilia-Romagna le donne non sono sole di fronte al tumore al seno’; ‘In Emilia-Romagna la possibilità di sopravvivere a un tumore al seno aumenta’. Grazie, appunto, ai Centri di senologia: ‘Scopri quello più vicino a te su salute.regione.emilia-romagna.it/centrisenologia’. Si tratta di una patologia che in Emilia-Romagna è responsabile del 29% dell’incidenza dei tumori maligni tra le donne e del 15% della relativa mortalità, con oltre 4.500 nuovi casi all’anno. Ma che al contempo colloca la regione al vertice in Italia in termini di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi: 62,4% per tutti i tumori e 89% per quello alla mammella. (Dati IX Rapporto nazionale “I numeri del cancro in Italia” curato da Associazione Italiana di Oncologia Medica e Associazione Italiana dei Registri Tumori). “Diamo il via a una campagna di grande utilità, che siamo contenti di poter realizzare assieme a un’associazione impegnata da anni nella tutela dei diritti delle donne su prevenzione e cura del cancro al seno”, sottolineano il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e l’assessore alle Politiche per la Salute, Sergio Venturi. “È fondamentale – continuano – che le pazienti capiscano cosa significa poter contare su un Centro di senologia: avere maggiori chance di essere curate al meglio, secondo elevati standard internazionali e da personale altamente specializzato; non dover andare personalmente alla ricerca del chirurgo o dell’oncologo, ma essere seguite da equipe multidiscipli­nari durante tutto il percorso diagnostico e terapeutico. Significa avere a disposizione strutture di alto livello organizzate secondo criteri scientifici precisi, condivisi a livello internazionale, le cui pre­stazioni vengono valutate periodicamente e confrontate, in cui si assicura l’aggiornamento sia del personale sia della strumentazione utilizzata. Vuol dire, ancora, avere la possibilità di partecipare a studi clinici multicen­trici, nazionali e internazionali, e avere accesso alle terapie più innovative. In Emilia-Romagna queste strutture ci sono – concludono presidente e assessore – e vogliamo che sempre più donne le conoscano e le utilizzino. Non abbassare la guardia e fare sempre meglio sul fronte dell’assistenza: continueremo a muoverci secondo questa linea”.
“La campagna di comunicazione rivolta all’opinione pubblica dell’Emilia-Romagna sui centri di senologia è il frutto di una collaborazione virtuosa tra Europa Donna e la Regione per raggiungere un obiettivo importante: quello di far conoscere bene le strutture di eccellenza, presenti sul territorio, dedicate alla diagnosi e alla cura del primo tumore femminile – dichiara Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia -. Questa iniziativa è un segno di grande sensibilità della Regione verso un volontariato attivo e collaborativo con le Istituzioni per le pazienti che fruiscono dei servizi sanitari regionali. Ci auguriamo che tutte le Regioni d’Italia seguano l’esempio dell’Emilia-Romagna e informino adeguatamente le donne dell’esistenza delle breast unit regionali, affinché tutte possano accedervi e siano curate e assistite come prevede la legge nel proprio territorio. La conoscenza delle breast unit da parte delle donne che affrontano un tumore al seno – aggiunge D’Antona – le agevola nell’accesso alle cure, risparmiando loro perdite di tempo e difficoltà logistiche. Quindi benvenuta una comunicazione puntuale e mirata al territorio come questa, specie se svolta in sinergia tra Istituzioni locali e l’associazione di volontariato per i diritti delle pazienti”.
Vicini alla donna dalla prevenzione alla cura. Dalla metà degli anni ’90 in Emilia-Romagna è attivo il programma di screening mammografico, attualmente rivolto a tutte le donne (residenti/domiciliate) dai 45 ai 74 anni: oltre 900.000 in regione; viene coinvolto il 100% delle donne ‘bersaglio’, con un’adesione del 75%, a cui si aggiunge un ulteriore 10% che effettua la mammografia al di fuori del programma. Un servizio che ha visto via via aumentare in intensità e accuratezza la sua azione: negli anni sono state allargate le fasce di età invitate e nel 2012 è stato introdotto un percorso, primo in Italia e completamente gratuito, per l’individuazione e la sorveglianza delle donne a rischio ereditario di tumore alla mammella/ovaio. Per migliore ulteriormente il percorso di screening, diagnosi tempestiva, terapia e controllo che già collocava l’Emilia-Romagna ai vertici in Italia per il tumore al seno, nel 2018 la Regione, in attuazione alla normativa nazionale, ha attivato 12 Centri di senologia (uno per provincia, due a Modena e tre per l’area Metropolitana di Bologna). Strutture di riferimento che lavorano con standard di qualità, modalità organizzative e di funzionamento uniformi, garantendo un modello altamente specializzato in tutte le fasi del percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale, dalla prevenzione al follow-up post-trattamento del tumore alla mammella. Tutti i Centri di senologia garantiscono alti volumi di interventi chirurgici e nel 2018 hanno trattato il 96% delle donne operate per tumore della mammella in Emilia-Romagna.
(ITALPRESS)

TOSCANA, ROSSI “REAGITO BENE ALLA CRISI, ORA CAMBIO PASSO”

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Lascia una regione che ha saputo resistere alla crisi e che non è arretrata, puntando sull’attrazione degli investimenti e sulla capacità di spesa dei fondi europei. Ne parla il governatore della Toscana, Enrico Rossi, che nel corso di un forum all’ITALPRESS, a Palermo, traccia un bilancio dei suoi due mandati che si concluderanno nella prossima primavera.
Passi avanti soprattutto sulla sanità: “Siamo passati da una Regione che occupava il quinto posto in Italia e adesso siamo in testa alla classifica”, spiega.
Rossi parla poi della crisi economica “che abbiamo attraversato ma nel corso della quale non siamo andati indietro. La Toscana – aggiunge -. poteva distanziarsi dalle regioni più sviluppate del Nord, ma non è stato così, e non solo sui parametri che hanno a che fare con il governo regionale”.
L’impegno dell’amministrazione è stato rivolto a cercare “efficienza e capacità di risposta nell’attrazione degli investimenti e nell’uso delle risorse europee, e sulle questioni ambientali e quelle del territorio”.
Alcune zone della regione vivono ancora delle situazioni di difficoltà: “Sono convinto – spiega Rossi – che la difficoltà toscana dipenda dal fatto che esiste una costa che non è adeguatamente sviluppata e che risente della crisi di stato degli anni 70. Non si inventa l’imprenditoria dall’oggi al domani. Ho dovuto ricevere imprenditori che erano disponibili a investire sulla costa nel settore turistico e che poi mi chiedevano ‘Come faccio a raggiungere Roma o Milano?’”.
Se c’è qualcosa che si rimprovera nella sua avventura amministrativa è il fatto di non avere posto in tempo l’attenzione sul problema della gestione del sistema dei rifiuti e del loro smaltimento: “Una questione decisiva sulla quale forse siamo intervenuti un po’ tardi ma che siamo riusciti a recuperare. C’è la possibilità in questo settore di acquisire un vantaggio competitivo”.
A maggio si terranno le elezioni e ancora non si conosce il nome del candidato. Sono in campo però delle ipotesi che Rossi commenta. “E’ finita la logica di un testimone che si passava da una giunta all’altra. Da un lato c’è bisogno di rimarcare le cose positive che abbiamo fatto, dall’altro anche dare un senso di un cambiamento più forte, ovvero di un cambio di passo”.
Tra i candidati possibili si fanno i nomi di Eugenio Giani, attuale presidente del Consiglio regionale che per Rossi però “non è presentabile come una novità”. Mentre “l’opzione di candidare una donna potrebbe essere positiva”. Tra le ipotesi quella di Simona Bonafè, attuale eurodeputata del Partito Democratico: “Preferisco una soluzione unitaria perché le primarie lasciano sempre uno strascico. La sinistra vince quando mette in campo le donne, succede anche in Europa”, aggiunge il governatore.
Mentre l’ipotesi di un’intesa a livello regionale con il Movimento Cinque Stelle per Rossi “è difficili da realizzare, poi nella vita tutto può succedere…”. Sono i temi dello sviluppo e delle infrastrutture a tracciare un solco profondo con i pentastellati secondo il presidente della Regione: “In 10 anni mi sono impegnato sulla risoluzione del gap infrastrutturale della Toscana, pensando di modernizzare e adeguare l’esistente”. Progetti che in Regione hanno avuto l’opposizione del Movimento. “Se bisogna rimettere in discussione anche questo… forse sarebbe più facile ritrovarsi su altri temi come la sanità e della scuola”, ha concluso.
(ITALPRESS).

FVG, RICCARDI “SERVE PREVENZIONE ANTISISMICA”

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“La nostra Regione ha investito molto sull’edilizia antisismica, ma è necessario continuare a coltivare
la cultura della prevenzione, in particolare tra i giovani che, per loro fortuna, non hanno vissuto il dramma del 1976”. È questo il messaggio lanciato dal vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, in occasione del convegno ‘Territorio e sismicità: studenti al lavoro per mitigare il rischio sismico’, organizzato a Gemona del Friuli dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’Isis Magrini Marchetti, i cui studenti hanno presentato il progetto ‘Scaffali sicuri’ e illustrato l’esperienza condotta nelle scuole medie del territorio per divulgare buone pratiche utili a ridurre gli effetti di un sisma.
Riccardi ha rimarcato che “durante un terremoto è fondamentale assumere comportamenti adeguati, ad esempio cercare rifugio nei
punti piu sicuri, ma non dobbiamo trascurare la prevenzione anche tra le mura di casa: azioni semplici come fissare i mobili più
alti alle pareti o evitare di riporre oggetti pesanti su librerie o mensole possono rivelarsi cruciali”.

Il vicegovernatore ha spiegato come “nella diffusione della cultura della sicurezza, che consente di ridurre i rischi, una
funzione importante è svolta dalla scuola, ma altrettanto utili sono le iniziative di ‘educazione tra pari’, attraverso la quali
sono gli stessi studenti a sensibilizzare i coetanei o i ragazzi piu giovani”.
Riccardi ha quindi ricordato “il ruolo di primo piano svolto sia nella prevenzione sia nella gestione delle emergenze dalla
Protezione civile regionale, che rappresenta un modello d’efficienza in Italia e sul piano internazionale. Un sistema che
oggi, oltre alla professionalità e preparazione dei suoi operatori e volontari, necessita però anche di forze fresche che
possono venire solo dai giovani, i quali rappresentano il futuro del Friuli Venezia Giulia”.

TOSCANA, PROGETTO PER LA FRUIZIONE DELLA VAL DI CECINA

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Con un finanziamento regionale da 70.000 euro il Comune di Volterra (Pi), capofila di un gruppo composto da dieci Comuni della Val di Cecina e dall’Unione Montana Alta Val di Cecina, realizzazione entro la fine del 2019 uno studio di fattibilità per il progetto di paesaggio “Fruizione lenta della Val di Cecina”, finalizzato a promuovere lo sviluppo di un turismo escursionistico, valorizzare le produzioni locali, recuperare aree (anche industriali) lungo la Val di Cecina, valorizzare la ferrovia e le stazioni e, parallelamente ad esse, anche la mobilità ciclabile. Il protocollo che stabilisce modalità, obiettivi e tempi dell’accordo è stato sottoscritto questa mattina a Palazzo Strozzi Sacrati – sede della presidenza della Regione Toscana – a Firenze, alla presenza dell’assessore regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli.

“La Regione crede nella possibilità di valorizzare le specificità del nostro territorio attraverso dei progetti mirati, che sappiano valorizzare quanto di particolare c’è nelle varie aree – ha spiegato Ceccarelli – Per questo è nata l’idea dei progetti di paesaggio, strumenti urbanistici innovativi previsti dal PIT con valenza di Piano Paesaggistico Regionale. La Val di Cecina offre panorami di incredibile bellezza, una ferrovia celebrata anche da importanti autori del novecento, come Cassola, l’accesso al mare, molte importanti produzioni tipiche, sia artigianali che gastronomiche. Credo che ci siano tutti i presupposti per un progetto di valorizzazione che sappia trasformare questi elementi in strumenti di sviluppo”.

Lo studio di fattibilità avrà come principale scopo quello di valutare l’inquadramento territoriale e socio economico del progetto, chi ne trarrà beneficio, le possibili alternative, la fattibilità economica e finanziaria dell’opera. Il contributo sarà erogato in due momenti diversi: l’80% sarà anticipato, mentre il rimanente 20% sarà liquidato a saldo. Le attività dovranno essere rendicontate entro il 31 dicembre 2019.
“Questo accordo – ha aggiunto il sindaco di Volterra Marco Buselli – mette insieme 10 Comuni dell’alta e della bassa Val di Cecina e l’Unione Montana. Potrà aprire la strada ad un nuovo modo di vivere e fruire il territorio, in modo più lento e più autentico”.

A BOLOGNA IL PRIMO TRAPIANTO DI VERTEBRE UMANE

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È la prima volta al mondo: in Emilia-Romagna, all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, una parte di colonna vertebrale è stata sostituita da quattro vertebre umane. L’intervento è stato eseguito lo scorso 6 settembre su un paziente di 77 anni colpito da cordoma, forma maligna di tumore osseo. A guidare l’equipe, il direttore della Chirurgia Vertebrale a indirizzo oncologico e degenerativo del Rizzoli, Alessandro Gasbarrini.
È stato lo stesso medico ad illustrare oggi alla stampa, in Regione, i dettagli di questa operazionead altissima complessità. Assieme a lui il presidente Stefano Bonaccini, l’assessore alle Politiche per la Salute, Sergio Venturi, il direttore generale dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, Mario Cavalli, e Dante Dallari, direttore della Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico della Regione Emilia-Romagna che ha sede al Rizzoli e ha fornito le vertebre umane trapiantate al paziente. Una realtà d’eccellenza, prima nata in Italia e la più importante per numero di tessuti conservati e distribuiti: oltre il 50% del tessuto da donatore utilizzato in Italia arriva da qui.
Ed è proprio grazie a tale disponibilità e alle competenze cliniche e specialistiche dell’ospedale felsineo che tra le diverse possibili è stata scelta questa procedura, adottata dopo la rimozione delle vertebre malate, la cosiddetta ‘vertebrectomia’, trattamento obbligato in casi come questo.
“Abbiamo ricostruito la colonna vertebrale del paziente nel modo più simile alla conformazione naturale, ripristinando un’anatomia perfetta grazie all’impianto di un osso con struttura identica a quello che abbiamo dovuto togliere a causa del tumore- spiegato il dottor Gasbarrini-. Per ogni paziente dobbiamo individuare la soluzione migliore, in considerazione del percorso di cura e delle esigenze individuali. Sostituire tessuto umano con tessuto umano è in linea generale quanto c’è di meglio per l’organismo, e questo vale anche per le ossa. Non sempre è la soluzione possibile, e quindi è necessario ricorrere ad impianti di materiali artificiali. Per quanto riguarda le vertebre- aggiunge- fino ad oggi sono state sostituite con diafisi di femore, quindi un osso proveniente da un altro distretto anatomico, con una struttura differente da quella della vertebra e una minore possibilità di integrazione. L’impianto delle quattro vertebre nel paziente ci avvicina all’obiettivo di una perfetta fusione con la sua colonna vertebrale e ottimizza un percorso di cura con radioterapia, che non sarebbe stata compatibile ad esempio con una protesi in titanio”.
“Un risultato straordinario, che rappresenta una svolta nella storia dei trapianti in Italia e nel mondo- afferma il presidente Bonaccini-. Siamo orgogliosi di poter avere in Emilia-Romagna professionisti e strutture capaci di realizzare interventi come questo, per un sistema sanitario pubblico che vogliamo sempre di più in grado di offrire servizi e cure di alta qualità, proiettandosi già ora nel futuro con tecniche e strumenti all’avanguardia. Ringraziamo l’l’Istituto Rizzoli, che con la Banca del Tessuto muscolo-scheletrico rappresenta un’eccellenza di questa regione, il dottor Gasbarrini e la sua equipe, ma con loro simbolicamente anche tutti i professionisti, gli operatori, le donne e gli uomini del nostro servizio sanitario regionale, impegnati con il lavoro di ogni giorno a rendere la sanità dell’Emilia-Romagna quella che è”.
“Parliamo di un’operazione che ha richiesto non solo grande competenza clinica, ma un’altissima efficienza di tutta la macchina organizzativa- aggiunge l’assessore Venturi-. L’eccezionalità di questo intervento apre davvero una nuova prospettiva nel campo della chirurgia ortopedica ricostruttiva in oncologia, e non è un caso che si sia svolto in Emilia-Romagna, dove si continua a investire in tecnologia, ricerca, innovazione, risorse umane”.
“L’intervento è stato possibile grazie all’équipe di prelievo del tessuto, alla Banca che l’ha processato, alle capacità tecniche dei clinici che l’hanno impiantato- ricorda il direttore generale Cavalli-. Il Rizzoli dimostra come l’integrazione tra diverse strutture e competenze di eccellenza nello stesso ospedale consenta di raggiungere nuovi traguardi nella cura e nella ricerca”.
Modalità di prelievo e conservazione delle vertebre
Il tessuto muscolo-scheletrico è stato prelevato da un’équipe del Rizzoli reperibile h24, secondo le modalità della Rete dei trapianti. Grazie alle competenze ortopediche specialistiche, è stato possibile procedere al prelievo da donatore cadavere delle vertebre che sono state utilizzate nell’intervento, dopo essere state trattate dai tecnici della Banca. Una volta eseguiti tutti i test per garantirne l’idoneità dal punto di vista microbiologico, il tessuto viene “preparato” attraverso la lavorazione che avviene in un’area a contaminazione controllata di Classe A, quella di massima sterilità, poi conservato a – 80°. Si tratta di un percorso complesso e non convenzionale, che solo una Banca con competenze specifiche può portare a compimento, rendendo possibile un intervento che apre un nuovo scenario nelle possibilità di opzioni ricostruttive.

La Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico del Rizzoli
Attiva dal 1962, la prima in Italia, fornisce il 50% di tutto il tessuto muscolo-scheletrico utilizzato nel nostro Paese. La banca consente ogni anno di effettuare oltre 5 mila interventi su deformità come la scoliosi, malattie oncologiche o traumi in ambito ortopedico, neurochirurgico ed odontostomatologico. Garantisce la qualità e la sicurezza dei tessuti distribuiti e contribuisce alla stesura e alla diffusione di standard e linee guida; partecipa inoltre a progetti di innovazione tecnologica per la rigenerazione dei tessuti.