Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha impugnato la legge della Regione Friuli Venezia Giulia n. 9 dell’8 luglio 2019, “Disposizioni multisettoriali per esigenze urgenti del territorio regionale”.
Alcune disposizioni in materia di immigrazione a cui fa riferimento il Cdm nel suo comunicato “appaiono discriminatorie, in contrasto con i principi di cui all’articolo 3 della Costituzione e in violazione della competenza esclusiva statale nella materia di cui all’articolo 117, secondo comma lettera b) della Costituzione”.
La Regione si opporrà all’impugnativa del Governo, fa sapere il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Nel rimarcare la volonà della Regione di tutelarsi nelle sedi
competenti, il governatore sottolinea come “la norma in questione sia stata scritta nel solco delle prerogative di autonomia attribuite alla Regione e, sotto il profilo dei contenuti, rifletta l’impegno assunto dall’Amministrazione con i cittadini. Proprio a tal fine – conclude Fedriga – sono già state presentate le controdeduzioni ai Ministeri competenti”.
CDM IMPUGNA LEGGE FRIULI “DISCRIMINA I MIGRANTI”
TOSCANA: OLTRE 18 MLN PER ELISOCCORSO
Dalla Regione 18.300.000 euro per lo svolgimento del servizio di elisoccorso nel 2019. Lo stabilisce una delibera approvata nel corso dell’ultima seduta di giunta, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi. Il finanziamento complessivo sarà così ripartito: 6.700.000 euro per l’azienda sanitaria Toscana nord ovest (dove opera l’apparecchio Pegaso 3); 7.500.000 per la Toscana sud est (Pegaso 2) – Pegaso 2 e 3 fanno entrambi servizio diurno e notturno – ; 4.100.000 alla Asl Toscana centro, dove opera Pegaso 1 (Firenze), che svolge il solo servizio diurno. Nel 2018 gli elicotteri Pegaso hanno effettuato 2.541 missioni HEMS (Helicopter Emergency Medical Service), cioè attività di soccorso sanitario che hanno garantito il trasporto del paziente direttamente dal luogo dell’evento all’ospedale appropriato, per dotazioni e funzionalità, all’ottimale percorso di diagnosi e cura, nei tempi più rapidi possibile, in linea con le indicazioni internazionali, secondo le quali la precocità di intervento condiziona fortemente gli esiti di mortalità e disabilità residua. Nel 2017 le missioni HEMS erano state 2.170, nel 2016, 2.056. “Il servizio di elisoccorso è prezioso perché consente di prestare assistenza in tempi rapidi in ogni lembo della Toscana, sulle isole e nei luoghi più difficilmente raggiungibili dalle ambulanze – dice l’assessore Stefania Saccardi – In questi anni abbiamo cercato sempre di migliorarlo, rafforzarlo e renderlo più efficiente. Dal novembre 2017, per esempio, sul Pegaso 2 che vola da Grosseto, è in funzione la tecnologia NVG, che consente di aumentare la qualità e la sicurezza del volo notturno”. La tecnologia NVG (Night Vision Goggles) consiste in visori a intensificazione di luce, che consentono ai piloti una visione migliore durante il volo notturno. Nel 2018, il Pegaso 2 di Grosseto ha svolto 254 missioni notturne, 51 delle quali sono state portate a termine solo grazie all’ausilio dei visori notturni. Il numero degli interventi effettuati dagli elicotteri Pegaso cresce di anno in anno, anche per il sempre maggiore utilizzo degli elicotteri 118 per l’ottimizzazione dei percorsi di centralizzazione delle patologie tempo-dipendenti, quali trauma, arresto cardiocircolatorio, insufficienza respiratoria acuta, infarto, ictus (first quintet hour). Gli elicotteri 118 effettuano, oltre all’attività di trasporto sanitario (HEMS: Helicopter Emergency Medical Service), anche attività di elisoccorso con l’utilizzo di tecniche che prevedono l’impiego di metodiche particolari, come l’uso del verricello, sulla base di una specifica convenzione tra la Regione Toscana e il Soccorso Alpino e Speleologico Toscano; nonché trasporto di farmaci, organi, persone, materiali in caso di calamità e maxiemergenze.
VENETO: CARENZA MEDICI, REGIONE FIRMA ACCORDO
Tra la Regione Veneto, le Scuole di Medicina delle Università di Padova e Verona e gli Ordini dei Medici c’è comunità d’intenti per definire, in tempi molto brevi, un accordo con modalità e numeri precisi per l’inserimento negli ospedali dove c’è carenza di specialisti dei giovani medici specializzandi, a partire da quelli che sono al quarto e quinto anno. E’ quanto emerso all’Azienda Zero a Padova al termine di un lungo incontro tra le parti nel quale sono stati fatti passi avanti per il raggiungimento di quello che l’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin, ha definito “un vero e proprio obbiettivo comune per il quale stiamo facendo squadra nell’interesse del sistema ospedaliero e di quello formativo accademico al fine di dare risposte concrete, urgenti e di prospettiva, a una carenza che non deve in alcun modo incidere sulla qualità dell’assistenza offerta ai cittadini”.
Nell’incontro è stata decisa l’immediata attivazione dell’Osservatorio Regionale per la Formazione Specialistica, che diventa il tavolo tecnico dove verranno affinati i contenuti dell’intera operazione, partendo dalla definizione di un protocollo d’intesa che conterrà nuove modalità di collaborazione per la rotazione negli ospedali accreditati degli specializzandi, con maggiori numeri e una maggiore distribuzione sui singoli nosocomi”.
“Lavoriamo su due fronti – ha detto Lanzarin – uno nell’immediato e uno di prospettiva programmatoria. Mentre definiamo con le Università e i Medici tutti i contenuti dell’operazione, la Regione proseguirà con l’applicazione delle decisioni in materia di assunzione di medici laureati e abilitati, ma non specializzati. Il 15 settembre parte la prima chiamata per la specialità di medicina d’urgenza. Vedremo quale sarà l’adesione, e porteremo questo riscontro al Tavolo con le Università”.
Oggi si è anche deciso di stendere un accordo per l’assunzione degli specializzandi del quarto e quinto anno che sono in graduatoria e si è convenuto sull’opportunità (anche questa oggetto dei prossimi incontri tecnici) di allargare il numero degli ospedali veneti accreditati per essere sede di formazione universitaria.
“Ragioneremo anche di quelle strutture che, per un motivo o l’altro dovessero rimanere escluse dall’ampliamento degli ospedali accreditati alla formazione universitaria – ha detto Lanzarin in proposito – e su questi si potrebbero inserire i giovani medici come previsto dalle nostre delibere e formati, in accordo con univesità e ordini dei medici, nell’ambito della Scuola Regionale di Sanità Pubblica”.
Già sul tavolo anche i primi numeri sulle necessità della Regione e sulle potenzialità delle Suole di specialità universitarie.
Per la Regione si conferma un fabbisogno generale di oltre 1.300 medici, calcolato all’anno scorso, ma tendenzialmente in aumento anche per le previsioni delle delibere regionali sugli standard da erogare (aumentati) e sulle liste d’attesa da rispettare (ridotte fino a un massimo di 4 ore per un codice bianco).
Tra le branche più in difficoltà, il fabbisogno nei Pronto Soccorso è valutato in 320 medici; 180 è la carenza in medicina interna e geriatria; 80 in pediatria; 70 in ostetricia e ginecologia; 253 in anestesia e rianimazione.
SARDEGNA: FORESTAS, SOLINAS “OK IMPEGNI”
“La volontà politica di dare una definitiva e positiva soluzione per gli oltre 5.000 lavoratori di Forestas non è mai venuta meno. Il dilatarsi dei tempi di pubblicazione on line è dovuto esclusivamente ad alcuni approfondimenti tecnici sulle due delibere: poche settimane rispetto ai decenni di attesa dei lavoratori”. Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, durante l’incontro, insieme agli assessori del Personale e della Difesa dell’ambiente, Valeria Satta e Gianni Lampis, con una delegazione dei sindacati che questa mattina hanno dato vita allo sciopero.
“È interesse di tutte le parti non creare intoppi alla soluzione individuata per sbloccare la vertenza Forestas – ha aggiunto il presidente Solinas – Perché si rischierebbe di vanificare quanto fatto finora dalla Giunta regionale, che intende portare a compimento il percorso intrapreso. Scelta che garantisce la Regione, ma soprattutto i lavoratori, tanto che abbiamo anche deciso di impugnare la sentenza del Tribunale del lavoro di Nuoro che riguarda il personale a tempo determinato”.
“In attesa che gli approfondimenti vengano completati, proseguiremo il dialogo con le parti sindacali ad ulteriore conferma che la Giunta ha mantenuto gli impegni, fornendo una risposta concreta, ed in tempi brevi, per il nuovo inquadramento del personale dell’Agenzia nel comparto regionale”, ha sottolineato il Presidente.
TOSCANA: “MANIFESTO” PER RUOLO REGIONI NELLA PAC
“Maggiori risorse e rafforzamento del ruolo e del peso delle Regioni italiane nella gestione e attuazione della nuova Politica agricola comunitaria (Pac) 2021-2027”: è questo, in sintesi, quanto chiesto nel “Manifesto” della Coalizione delle Regioni Agricole Agriregions, firmato stamani per la Toscana dall’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi all’interno di Space, una fiera internazionale dedicata all’agricoltura. La coalizione rappresenta, ad oggi, 14 tra le più importanti regioni agricole europee che rappresentano oltre il 13% della popolazione dell’UE e il 18% della superficie agricola utilizzata.
“In un contesto di intensificata competizione globale e crescenti disparità territoriali – ha sottolineato l’assessore Remaschi – la PAC deve mantenere un collegamento diretto con le aree rurali attraverso un coinvolgimento attivo delle regioni dell’Unione Europea, compreso un ruolo nella definizione e attuazione delle politiche di sviluppo agricolo e rurale a livello locale”.
“Le Regioni non possono perdere l’interlocuzione col livello europeo – ha continuato Remaschi – ed è quindi vitale ristabilire e rafforzare il ruolo dei territori così come previsto anche dalla nostra Costituzione che attribuisce alle Regioni e alle Province autonome competenze primarie nella gestione delle politiche agricole; abbiamo agricolture molto diverse in Italia e rischiamo di perdere in efficacia e capacità di risposta ai fabbisogni settoriali e locali”. “E’ importante quindi – ha detto – riconoscere la legittimità delle regioni europee a progettare, gestire e attuare interventi della PAC a livello regionale per promuovere la transizione verso un settore agricolo più sostenibile e competitivo, aumentare l’attrattività delle zone rurali, combattere lo spopolamento, attrarre nuovi agricoltori e garantire l’inclusione sociale”.
Nella discussione sulla futura Pac, ha infine osservato l’assessore, “le risorse sono elemento fondamentale. In vista di una Brexit non ancora definita occorre prevedere uno sforzo di riallocazione di fondi da altri programmi o almeno un ulteriore piccolo aumento contributivo degli Stati poichè non possiamo rischiare tagli ai Programmi di sviluppo rurale in una misura compresa tra il 17% e il 25%, sarebbe davvero mettere in ginocchio un settore fondamentale per l’economia del Paese”.
La Coalizione Agriregions è la voce delle regioni europee mobilitate per difendere una futura Politica Agricola Comune (PAC) equa e sostenibile ed il ruolo delle regioni europee nella sua attuazione; ma rappresenta anche una “strategia di alleanza che permetta di portare una visione e dei messaggi comuni presso i decisori europei”, e una “rete di scambio e di influenza all’interno delle negoziazioni interistituzionali per la Pac post 2020”.
“In un momento in cui si discute della riforma della nuova PAC Agricola Comune ed in cui i Programmi di Sviluppo rurale (PSR) rischiano un pesante taglio di risorse, la coalizione – si legge in una nota – rappresenta, ad oggi, alcune tra le più importanti regioni agricole dell’UE di 6 diversi Stati membri: Bretagna, Paesi della Loira, Nuova Aquitania, Alvernia-Rodano-Alpi, Emilia-Romagna, Toscana, Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige, Andalusia, Castiglia e Léon, Estremadura, Azzorre, Baviera, Baden-Württemberg, Wielkopolska”.
FVG: SCUOLA, ROSOLEN “DA MAGLIA NERA A BATTISTRADA”
Da regione “maglia nera” in Italia, il Friuli Venezia Giulia è diventata in soli due anni “battistrada” a livello di sistema scolastico.
Con questa metafora ciclistica l’assessore al Lavoro e Istruzione Alessia Rosolen ha sintetizzato la situazione regionale in occasione della conferenza stampa di apertura dell’anno scolastico.
“Dopo due anni non solo abbiamo migliorato i parametri, ma abbiamo sanato delle serie situazioni causate dal vuoto politico precedente”, ha affermato Rosolen.
Allo stesso tempo, però, persiste l’annosa sofferenza dei posti per i quali mancano i docenti perché molte graduatorie sono già state esaurite, con una scopertura attorno al 30-40% rispetto al numero autorizzato dal ministero per le immissioni in ruolo che verranno quindi dati in supplenza.
L’assessore Rosolen ha poi specificato le cifre che riguardano gli investimenti a bilancio di circa 28 milioni sull’istruzione: 20 milioni per il potenziamento dell’offerta didattica dei licei sportivi, 400mila euro per sopperire alla mancanza di dirigenti e Dsga, 200mila euro per il personale di sostegno, 2 milioni per l’acquisto di arredi e attrezzature scolastiche, 1 milione per attrezzature informatiche, 600mila per l’adeguamento impiantistico dei laboratori negli istituti professionali e tecnici, 2 milioni per l’offerta formativa e altri 200mila per il rafforzamento della lingua tedesca.
Inoltre, partendo sempre da “fanalino di coda”, il Fvg risulta ora la prima regione in Italia ad aver integrato il percorso di scuola in ospedale.
In conclusione, in merito ai rapporti col nuovo governo, l’assesore Rosolen ha comunicato di aver scritto una lettera al nuovo ministro per illustrare il percorso di regionalizzazione e chiesto un incontro di confronto per la fine del mese.
SARDEGNA: GIUNTA, VIA LIBERA A INIZIATIVE SUL LAVORO
Due importanti provvedimenti nell’ambito delle politiche attive del lavoro sono stati approvati nel corso dell’ultima seduta della Giunta regionale della Sardegna su proposta dell’assessore sardo del Lavoro, Alessandra Zedda. Rinnovata la “Misura Cantieri di Nuova Attivazione – Annualità 2019”, all’interno del programma LavoRas, con uno stanziamento di 32 milioni a favore dei Comuni attuatori dei progetti. “La sfida del piano LavoRas – precisa l’esponente della Giunta Solinas – inizia con un nuovo corso: meno burocrazia, con la semplificazione delle procedure, attraverso la conferma delle scelte già effettuate dai Comuni, il tutto rafforzato dalla regia in capo alla Regione. L’obiettivo è quello di dare immediato avvio ai nuovi cantieri, rispondendo all’esigenza di occupazione e contrasto allo spopolamento, tramite progetti utili al territorio”.
Approvata dall’assemblea, con una dotazione di 918 mila euro, anche la misura pluriennale di interventi rivolti all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità già impegnate nel programma “Sardegna Lavor@bile”. Sarà l’Aspal il soggetto attuatore e promotore dell’iniziativa. “La Regione – dice l’assessore del Lavoro – finalmente attua un percorso che realmente favorirà l’inserimento occupazionale di tutte quelle persone che dal 2006 hanno goduto solo di interventi sporadici. Un progetto che mira all’integrazione e alla valorizzazione dei partecipanti al programma, attraverso la collaborazione tra Regione e istituzioni pubbliche”.
E.ROMAGNA, RISTORAZIONE STELLATA VALE 98 MILIONI
La ristorazione stellata in Emilia-Romagna: una risorsa economica diretta, ma anche un potente moltiplicatore di risorse per i territori, anche in termini turistici, che vale complessivamente 98 milioni di euro. È quanto emerge dall’indagine commissionata da Guide Michelin a JFC da cui emerge che, lo scorso anno in Emilia-Romagna, i 22 ristoranti stellati Michelin (uno a 3 stelle, due a 2 stelle e 19 a 1 stella) e i 32 “Bib Gourmand” (ovvero i ristoranti con il miglior rapporto qualità-prezzo, di cui la Regione detiene il primato numerico nella Guida rossa) hanno generato complessivamente 98 milioni di euro di fatturato. Di questa somma, solo il 42% è fatturato diretto per i ristoranti, mentre il 58%, pari a 57 milioni, rappresenta l’indotto distribuito a beneficio del territorio tra servizi, commercio e ospitalità.
Il valore territoriale che sono in grado di attivare i ristoranti “stellati Michelin” e i “Bib Gourmand” a livello nazionale si riscontra al massimo livello in Emilia-Romagna.
I dati sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato tra gli altri l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini, il curatore della ricerca Massimo Feruzzi, Marco Do direttore Comunicazione di Michelin Italia, la sindaca di Piacenza Patrizia Barbieri e Cristiano Casa, assessore al Turismo di Parma.
Nell’occasione, è stato consegnato al Teatro Farnese di Parma il riconoscimento delle tre stelle della Guide Vert Michelin e annunciato che la presentazione della prossima Guida 2020 si terrà a Piacenza, mentre a Parma in primavera verrà illustrata la Guida rossa “Main Cities of Europe”.
“E’ questo il territorio – afferma l’assessore Andrea Corsini – che, più di altri a livello nazionale rappresenta il Made in Italy in fatto di produzioni gastronomiche di eccellenza. Ed è proprio in questo territorio che vive e si rafforza continuamente la Food Valley, anche grazie al fatto di essere la prima regione in Europa per numero di prodotti dop e igp, ben 44. La Ricerca conferma un ‘sentiment’ di tutti gli operatori che operano nella filiera, siano essi produttori, ristoratori, commercianti o gestori del sistema ospitale: la Guida rossa è strumento generatore non solo di visibilità per i ristoranti che segnala, ma anche di benefici economici per l’intero territorio, se è vero che nel 2018 i soli ristoranti stellati Michelin e i Bib Gourmand hanno portato benefici per ben 98 milioni di euro”.
Nello specifico dell’indagine, emerge come vi siano differenziazioni tra le due tipologie di ristoranti: da un lato quelli “stellati Michelin” e, dall’altro, i “Bib Gourmand”, riconoscimento che identifica quei locali in grado di proporre un’esperienza gastronomica piacevole a un prezzo inferiore ai 32 euro (35 nelle città capoluogo e nelle località turistiche più importanti), per un menu completo.
Ecco allora che, per quanto riguarda i ristoranti stellati, la quota di clientela internazionale è pari al 37%: si tratta di clienti provenienti soprattutto dalla Francia (21,9%), dal Regno Unito (ambedue al 10,9%), dalla Svizzera, Germania, Paesi Bassi, Giappone, etc.
Attualmente i maggiori indici di crescita di clientela si manifestano dalla Cina, Francia, Usa, Paesi Bassi, etc. Una quota, quella dell’internazionalizzazione della clientela, che nei Bib Gourmand scende al 10,2%.
Nel 2018 i Bib Gourmand regionali hanno ospitato 683.718 clienti, con una media/cliente per ogni ristorante pari a 21.366 ospiti annui, mentre i ristoranti stellati hanno accolto, sempre nel 2018, 166.566 clienti, per una media/cliente annua per singolo ristorante pari a 7.241. L’essere poi inseriti come ristoranti all’interno del circuito mondiale della Guida rossa, porta un valore medio quantificabile nel 27,8% del fatturato per i ristoranti stellati, mentre questa quota/fatturato scende al 13% per i Bib Gourmand.
“Di certo – segnala Massimo Feruzzi, amministratore unico di JFC e responsabile della Ricerca – l’elemento di maggior rilievo che emerge dalla rilevazione diretta è quello legato all’indotto generato sul territorio. Infatti ogni ristorante Michelin genera un beneficio medio per il territorio pari a 862 mila euro, grazie a una spesa extra ristorante di ogni singolo ospite pari a 113,90 euro. Tali ristoranti stellati creano in regione un valore economico complessivo pari a 37 milioni di euro, tra diretto e indotto. Alto anche il valore economico complessivo generato dai Bib Gourmand, che tocca i 52 milioni di euro, grazie a un fatturato indotto sul territorio pari a 882 mila euro come valore medio per ogni ristorante, e una spesa extra per cliente quantificabile in 41,30 euro”.










